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giovedì 23 febbraio 2017

La Storia Degli Exodus e La Morte Di Paul Baloff: Alcool e Droga

Gli Exodus furono una delle prime band propriamente dette Thrash Metal: si formarono infatti nel 1980.
Furono il batterista Tom Hunting e i chitarristi Tom Agnello e Kirk Hammett (si, proprio colui che poi diventerà il chitarrista dei Metallica) a formare la band.
I fans della band venivano chiamati affettuosamente “Exodudes”.
Exodus deriva da "Excess Does".
Hammett lasciò la band nel 1982 e venne sostituito da Rick Hunolt, invece Paul Baloff diverrà il vocalist.


L'ESORDIO
L'esordio, lo storico Bonded By Blood, verrà rilasciato nel 1985.
L'artwork originale dell'album rappresenta due gemelli siamesi neonati, uno normale, l'altro deforme e malvagio.
Raccontando la sua esperienza con Baloff, Hammett disse che una sera, mentre sedevano intorno alla macchina di Paul ascoltando canzoni di Venom e Mercyful Fate, lui, Baloff, Gary Holt e Tom Hunting erano completamente ubriachi, si tagliuzzarono le mani e mischiarono il loro sangue: da lì nacque l'ispirazione per il titolo del disco.
C’era una specie di liturgia, una lucida follia dietro le strofe arroganti e provocatorie di Baloff.
Gary Holt impastava su giri di chitarra velocissimi e marci, alla Venom o Motorhead se preferite.
In effetti il messaggio di Bonded era proprio quello di uccidere, shoccare per il gusto di farlo come si vede nei testi di "A Lesson In Violence", "Metal Command" e la tiratissima e groove "Piranha". Nosi può non citare anche la hit finale "Strike Of The Beast" con il suo incredibile riff.
Solo la parentesi di "And Then There Were None" concede un po’ di spazio alla minaccia politico-sociale del nucleare mentre elenca i particolari più raccapriccianti della fine estrema a cui in quegli anni la razza umana rischiava di essere destinata.
In effetti la parentesi del brano citato stride quasi quanto il piccolo intermezzo acustico di "No Love".
Gli Exodus già in Bonded e successivamente in Pleasures si sono divertiti a spiazzare con questi intermezzi di chitarra impeccabili e via via una vena nei testi sempre più seria e profonda, al punto che già dopo tre album erano passati dallo violenza cieca alla denuncia inviperita del degrado nei quartieri poveri cittadini, la corruzione politica e l’alienazione sociale.
Testi che parlano di scandali politici e dittature, droga e serial killer, sviluppando un sentimento antireligioso.


PAUL BALOFF CACCIATO DALLA BAND PER PROBLEMI DI DROGA
La band parte in tour ma l'alchimia si rompe subito: al termine della tournee Paul Baloff viene cacciato dalla band per abuso di alcool e sostanze stupefacenti.
Baloff dal canto suo continuò a fare più o meno la stessa vita per tutti gli anni ’80: drogarsi, litigare con qualche glamster e farsi cacciare dalle band.
Di quel periodo si ricorda soprattutto la sua attività collaterale di guerra aperta a tutti i posers.
Alle feste c’era sempre e non mancava mai di portare con se il suo tagliaerbe che tirava fuori ogni volta che riusciva a mettere le mani su un capellone laccato.
Molti ricordano ad esempio cosa combinò all’acconciatura molto “Hair Metal” di un rodie di King Diamond.
Verrà scelto come sostituto Steve Souza con il quale verranno pubblicati dischi quali Pleasures Of The Flesh e Fabulous Disaster, oggi considerati classici intoccabili, anche se ai tempi il successo fu abbastanza tiepido.
La storia degli Exodus infatti fu per molti versi simile a quella dei Testament.
Entrambe le band attraversarono gli anni 90 in una lunga zona d’ombra.
Del resto tra Slayer, Metallica, Anthrax e Megadeth la concorrenza ai tempi era altissima.
Quando per la Combat Record nel 1987 uscì Pleasures Of The Flesh, con una produzione troppo ripulita e omologata al confronto di Bonded, molti diedero la band per finita.
Ci fu anche chi attribuì ogni merito per la qualità del primo disco a Hammett e Baloff, trattando il gruppo come un residuato incapace di gestire un’eredità troppo pesante.
In realtà a dare quella direzione cattiva e selvaggia al sound degli Exodus era stato Holt.
Ad ogni modo il disco ebbe un buon successo commerciale, trainato da brani quali "Brain Dead", "Parasite", "Seeds Of Hate" e "Deranged".
Fabulous Disaster del 1988 riportò la band ancora un po’ più in alto ma i vecchi tempi dell'esordio erano ormai lontani.
Ci sono comunque grandi canzoni Thrash e soprattutto un entusiasmo maggiore rispetto a Pleasures, che appare ancora oggi come un lavoro pervaso di malinconia e frustrazione.
Si possono citare grandi classici quali "The Toxic Waltz", la cover "Low Rider", "Verbal Razors", "Corruption", "Open Season" e la stessa titletrack.
Il riscontro positivo di quest’album e il successivo tour organizzato da Headbangers Ball portarono il gruppo allo sfacelo esistenziale e commerciale.
La band sborsò di tasca propria una grossa quantità di soldi per incidere Impact Is Imminent (accolto malissimo dalla critica e ignorato dal pubblico) e poi Force Of Habit (considerato ancora oggi come il disco del tradimento alla causa del Thrash).
Impact Is Imminent uscito nel 1990 risulta poco ispirato e forse un po' ripetitivo, anche se "Thrash Under Pressure", "Within The Walls Of Chaos" e "Only Death Decides" si lasciano ascoltare.
Ma anche a ben vedere "A.W.O.L." e la cadenzata "The Lunatic Parade" non sono assolutamente brutte canzoni.
Si può notare come la durata dei pezzi superi mediamente i 6 minuti, sicuramente qualcosa era cambiato (buoni assoli ma batteria abbastanza ordinaria e poco ispirata) ma il peggio doveva ancora arrivare.
Force Of Habit del 1992 ricercava le sonorità Groove Metal del periodo, una specie di Black Album diciamo. Forma canzone, come insegnavano i Metallica a quei tempi: riff, ritornello ed assolo. Questo si può notare subito in "Me, Myself & I" e nell'ottima "Fuel For The Fire". Tra momenti filler e canzoni troppo lunghe ed inutilmente prolisse, ci sono pezzi discreti quali "Count Your Blessings", "When It Rains It Pours", la folle "Feeding Time At The Zoo". Vanno menzionate anche le rielaborazioni di War ("Low Rider") e Ac/Dc ("Overdose").

Rick Hunolt: "Abbiamo intrapreso una nuova strada nel songwriting: niente più velocità assurde e insensate. Sai, suonare a quelle velocità ci faceva perdere parecchio in termini di impatto e potenza. Finalmente abbiamo capito quale fosse il nostro punto debole. Il nostro obbiettivo non era quello di colpire l’ascoltatore cento volte ma di colpirlo dieci volte con una potenza cento volte più grande!"

In realtà il flop di questo disco costrinse la band allo scioglimento.

Gary Holt nel 1997: "Cosa andò storto dopo Force Of Habit? Vuoi dire cosa andò storto prima! Erano gli ultimi due dischi che proprio non andavano bene, ci abbiamo rimesso tonnellate di denaro, con cui la casa discografica non fece nulla per promuoverli, e il risultato è stato che siamo rimasti senza un soldo e ci siamo separati dalla Capitol. Quei due album si può dire che abbiano ucciso la band. Sarebbe stato meglio che la Capitol ci avesse scaricati prima, avremmo evitato di farli"


LA REUNION
Poi nella seconda metà degli anni ’90, precisamente nel 1996, quando gli Exodus decisero di tornare insieme, a sorpresa chiamarono Baloff e non Souza.

Gary Holt: "Paul è il solito vecchio bastardo, cocciuto e testardo. Se tu lo conoscessi solo un po` capiresti con chi hai a che fare un disordinato, uno che vive alla giornata, uno che non gliene fotte di niente e di nessuno. Ma su di un palco nessuno è come lui... quando gli telefonai per comunicargli che avevo intenzione di riformare la band nel giro di un quarto d`ora me lo sono ritrovato davanti alla porta di casa, lui voleva già provare i vecchi brani, è irrefrenabile..."

Gary Holt: "Non abbiamo deciso di riprendere Souza alla voce perché riportava alla mente il modo come eravamo finiti mentre noi volevamo ricominciare con l’entusiasmo di quando avevamo cominciato"

Chissà cosa passava per la testa agli Exodus, in quegli anni: il Thrash era morto e Paul Baloff era ancora più rottame di quando l’avevano congedato nel 1986.
Vederlo sul palco, ingrassato, barcollante e senza un briciolo di dote canora, fu una cosa assai più dura della musica degli Exodus stessi.
Eppure non è che fosse messo peggio degli altri.
Gary Holt raccontò dopo qualche anno, che se la band girava in tondo senza concludere granché, era perché tutti quanti si drogavano di brutto e stavano sputtanando anche la pagina artistica migliore della loro esistenza.
In Italia si ricorda il concerto a Milano, al Factory, quando Baloff cantò tutta “Bonded By Blood” senza beccare mai una battuta.
Dopo la reunion venne messo sul mercato un nuovo disco dal vivo Another Lesson In Violence (1997).
Peccato che quando la band tornò le cose erano messe peggio di quando aveva mollato tutto.
Nel giro di pochi mesi dall’annuncio e dopo le prime interviste promozionali i giornalisti iniziarono a sollevare dei dubbi forti sul futuro degli Exodus.
I report dei concerti passavano dall’entusiasmo all’imbarazzo totale, dipendeva dalla serata e quindi da come si svegliavano la mattina (e da quello che bevevano).
Baloff spesso sbronzo che non azzeccava una strofa durante le vecchie canzoni di Bonded By Blood.
Gary Holt idem (talmente fatto che si ricorda nel 1997 una testata non voluta a Baloff).
Nel corso degli anni Paul non aveva certo messo la testa a posto nè preso lezioni di canto, e neppure era stata dimenticata quella passione per l`alcool e le sostanze proibite (speed in particolare) che in passato aveva messo nei guai anche Tom Hunting.
Così gli Exodus si esibirono con successo in qualche festival ma nuove tensioni con Paul e la mancanza di un album di studio da promuovere fecero naufragare la reunion.
Nonostante i litigi in seno alla band l`amicizia personale tra i vari membri non è mai venuta meno.
A parte ciò, dal 1997 al 2001 in realtà non capitò granché.
Non appena tornati assieme comunque, gli Exodus si sciolsero di nuovo, in parte dovuto al fatto di liti per motivi finanziari con la loro casa discografica, la Century Media, che non pubblicò un loro concerto per queste ragioni.


LA MORTE DI PAUL BALOFF
Poi Baloff nel 2002 morì.
Precisamente il 31 gennaio 2002, Baloff uscì di casa per fare un giro in bicicletta, ma concluso il giro tornò a casa e si sentì male.
Il cantante entrò in coma irreversibile e fu ricoverato al Highland Hospital di Oakland.
La scelta di staccare la spina fu presa il 2 febbraio 2002 dagli stessi componenti degli Exodus e da alcuni amici, dopo il consenso dell'unico familiare presente.
Aveva 41 anni.
Chi lo conosceva bene non si sorprese più di tanto ma la cosa fece aprire gli occhi a Holt, che iniziò a disintossicarsi, incoraggiato anche il resto della band a seguire il suo esempio.
Billy Milano (S.O.D.): "Era il mio idolo, ogni volta che ero in una stanza con lui, ero invisibile"

Gary Holt: "Ne avevamo sempre fatto uso ma ora stavano diventando un problema sempre più grosso. Hanno contribuito alla morte di Paul e hanno portato via un anno della vita di tutti noi, per poterci rimettere in sesto e ripulirci. 
Mi sono detto "ora basta". 
Quando arrivammo in Europa nel 2002 fu la chance migliore per potermi ripulire. 
Ero lontano dalla droga, lontano da casa... Di solito portavamo le droghe con noi ma quando finivano, finivano... Al termine del tour ero pulito, mi sentivo molto meglio e toccava a me non ricascarci appena tornato a casa"

Gary Holt: "Smettere di drogarsi è come entrare in un fiume di merda e uscire sull’altra riva profumando come una rosa"

Peterson dei Testament lo ricorda ancora come grande guida spirituale nei loro lunghi viaggi di 36 ore a base di speed.
È molto significativo il fatto che nonostante abbia partecipato a un solo disco, per la stragrande maggioranza dei fan degli Exodus, lui è e sarà sempre la sola voce della band.
Steve Souza, infatti, non riuscì mai a rimpiazzarlo nei loro cuori.
Lo stesso Kirk Hammett raccontò qualche anno fa che Baloff era il capitano della nave, dava sicurezza al resto della band, era un guerriero della strada, uno che si era forgiato in mezzo al pattume e alla povertà da cui proveniva, uno scudo tra la folla rabbiosa e le esili membra del futuro chitarrista dei Metallica e degli altri componenti della band.


IL RITORNO DI SOUZA
Nel 2004, Souza sostituì di nuovo Baloff e il gruppo fece uscire Tempo Of The Damned.
Una bella mazzata Thrash come i vecchi tempi ma con una produzione più pulita. Si può capire che la band era ritornata su buoni livelli già dall'iniziale "Scar Spangled Banner" ovvero una mazzata in puro Bay Area Thrash Metal Style, grazie sia alle chitarre di Holt/Hunolt che alla voce di Zetro.
Troviamo canzoni tirate e potenti come "War Is My Sheppard" (venne girato anche un videoclip) ma anche canzoni molto varie quali "Forward March" e la titletrack. Grandi riff in "Shroud Of Urine", "Sealed With a Fist". Song dal sapore più moderno "Throwing Down".
Questa lineup e grande feeling tra i membri fu però un episodio. Souza mollò il gruppo poco dopo.
Motivo? Secondo Holt non ci stava con la testa e metteva agitazione e tristezza nella band, per il cantante in parte era così, anche se probabilmente la motivazione fu economica.
Dopo Souza, Holt mise alla porta anche il suo gemello inseparabile Hunolt, probabilmente per una dipendenza tossica che lui non aveva intenzione di risolvere.
Shovel Headed Kill Machine del 2005 fu un altro buon disco, anche se forse non ai livelli del predecessore. Il nuovo singer Rob Dukes sembra (proprio come per Souza all’inizio) una scelta discutibile ma è l’anello che congiunge il vecchio Thrash al sound del nuovo millennio.
La sua voce, l’attitudine guerresca e nichilista ispirano Holt alla grande. La qualità del disco si evince già dalla seconda traccia "Deathamphetamine, un brano con un Bostaph alla batteria davvero impressionante. Dopo un inizio lento e pesante la canzone esplode in un puro Thrash Metal letteralmente devastante, fatto di continui cambi di tempo tra ritmiche cadenzate e veloci.
Molto old school anche "Karma’s Messenger" e la potente ma cadenzata "I am Abomination". Grandi riff in "Shudder To Think", pesante come un macigno, nella groove "Altered Boy" e "Now Thy Death Day Come" (track studiata per i live). Buona la conclusiva title track cioè furia e violenza senza compromessi, da citare anche la splendida "44 Magnum Opus".
Tom Hunting rientrò in formazione all'inizio del 2007.
In ottobre dello stesso anno venne pubblicato il disco The Atrocity Exhibition...Exhibit A, forse un piccolo passo indietro rispetto ai 2 precedenti dischi perchè non c'è originalità o chissà quali idee dietro ma solo mestiere e zero compromessi (che non è sempre una cosa negativa). Buona la prova del singer Rob Dukes. Basta l'iniziale ed infernale "Riot Act" a mettere subito le cose in chiaro.
Altre hit? "Iconoclast", "Funeral Hymn" e la grandiosa titletrack, l'esibizione di atrocità degli Exodus non conosce cali o momenti morti, forte di riff granitici e di fluidità di ascolto anche quando i tempi si dilatano (5 canzoni su 9 superano i 7 minuti!) e le parti strumentali prendono il sopravvento. Vanno citate anche "Children Of a Worthless God" e "The Garden of Bleeding".
A seguire nel 2010 il decimo album registrato in studio: Exhibit B: The Human Condition.
Il disco riscosse un ottimo successo sia da parte dei fan che da parte della critica.
Odissea Thrashcore da cui è difficile uscirne. 
Il secondo disco si apre come chiude il primo, stesso giro di chitarra e si conclude con l’intro del primo. Un disco che contiene classici brani da pogo con ritmi infernali quali "Class Dismissed (A Hate Primer)" e "March Of The Sycophants".
"Downfall" e "Nanking" si dimenano su di un mid tempo molto gradevole.
"Burn, Hollywood, Burn" è un brutale brano davvero potente, mentre l’apocalittico brano conclusivo "Good Riddance" è introdotta da "A Perpetual State Of Indifference" (una sorta di marcia metallica che ne fa da intro).
L'8 giugno 2014 il chitarrista Gary Holt ha annunciato la dipartita del cantante Rob Dukes e il ritorno di Steve Souza, con il quale è stato registrato l'undicesimo album in studio Blood In, Blood Out, uscito il 14 ottobre dello stesso anno.

Gary Holt: "Zetro è parte della famiglia da secoli, chi meglio di lui?"

Tom Hunting: "Quando hai 20 anni ti puoi ubriacare tutte le sere, ora certamente no, ma abbiamo i nostri “momenti”. Quando hai vent’anni non pensi a niente"

Steve Souza: "Abbiamo davvero vissuto il mito di essere delle rockstar “on the road”, bevendo tutto quello che potevamo, assumendo droghe e scopando tutto quello che si muoveva, queste erano le nostre linee guida. 
Ora non possiamo più seguirle, sarebbe molto dura e non ci siamo più abituati. 
Siamo tutti a pensare “Dai che la prossima settimana siamo a casa!”. 
Devo dire però che ora siamo molto più concentrati sulle nostre performance rispetto a prima. 
C’è un equilibrio completamente diverso, adesso la vita in tour gira tutta intorno alle performance live e ogni show è di alto livello"

Blood In, Blood Out è a oggi il disco più venduto della band dal loro ritorno nel 1997 ma dagli esiti abbastanza discutibili per via d'idee forse riciclate.
Anzi, direi che per buona parte è fatto di riempitivi, anche se rimane un disco accettabile e sotto certi versi maturo e al passo con i tempi. "Black 13" parte in modo anomalo, prima che sia Tom Hunting a percuotere nella maniera che tutti noi conosciamo. Ottima la successiva titletrack, "Collateral Damage" con Hunting protagonista del pezzo, così come la violenta ed old school "Body Harvest". "BTK" è invece la "Toxic Waltz" del nuovo millennio, dal ritornello orecchiabile. Un disco non brutto ma di mestiere come detto.

2 commenti:

  1. Amerò per sempre il sound grezzo thrash primitivo degli EXODUS

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    1. Stesso discorso anche per me. Va detto che comunque loro non son mai caduti così in basso come hanno fatto Metallica e Megadeth. Hanno preso la loro deriva commerciale nei primi anni 90 ma poi si sono sciolti evitando i vari "Reload" o "Risk". Questi del nuovo millennio rimangono una band che non inventerà nulla ma di mestiere. Al confine tra vecchi tempi e modernità.

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