Visualizzazioni totali

venerdì 23 ottobre 2020

La Storia Degli Ancient Rites, Le Accuse Di Fascismo e Le Morti Di Bollengier e Bernar

La carriera dei belgi fiamminghi Thrash/Black Metallers Ancient Rites è stata costellata, oltre che di accuse di nazionalismo e fascismo, anche da diverse morti.
Infatti tre membri sono morti nei primi anni 90.
La band si forma nel 1988 grazie ai chitarristi Johan Vrancken e Phillip Bollengier, al batterista Stefan Bernar e a Gunther Theys al basso e voce.
Nel 1990 il demo "Dark Ritual" ottenne ottimi riscontri nella scena underground, mentre il Black Metal dalla Scandinavia si stava iniziando a diffondere anche in altre parti d'Europa.
Il demo si apre con un organo molto sinistro e la velocissima strumentale "Eternal Blasphemy". Più cadenzata invece "Fallen Angel" in cui si sente finalmente la voce di Gunther. Dei cori gregoriani introducono "From Beyond The Grave", altra canzone non velocissima ma cadenzata (molto belli gli assoli sul finire della canzone). C'è spazio poi per "Not Anymore" contraddistinta da un ottimo riff e dall'outro finale.
Parlare di Black Metal è sbagliato perchè si tratta a tutti gli effetti di un disco Thrash Metal.


L'INCIDENTE MORTALE DI BOLLENGIER E IL SUICIDIO DI BERNAR
Subito dopo l'uscita di questa demo, Bollengier morì in un incidente d'auto e non molto tempo dopo, Stefan Bernar si suicidò sparandosi un colpo di pistola nei boschi. A queste morti va aggiunto anche il suicidio del chitarrista Guido (membro secondario dalla band nei primissimi anni di carriera).
Per quanto dolorose siano state le morti soprattutto di Phillip Bollengier e Stefan Bernar, la band decise comunque di continuare la sua carriera musicale.

I DISCHI UFFICIALI
Quando l'altro chitarrista Johan decise di abbandonare la scena musicale, la band arruolò come nuovi chitarristi Pascal e Bart Vandereycken.
Un promo anticipò l'uscita dell' EP "Evil Prevails" che inizia con l'oscura "Götterdämmerung (Intro)" introdotta da percussioni davvero sinistre e minacciose. "Longing For The Ancient Kingdom" è formata da accelerazioni e da ritmiche più lente, la voce è un Growl anche se poco cavernoso. Molto più veloce invece "Obscurity Reigns (Fields Of Flanders)". La titletrack è introdotta da un assolo. Anche qui le ritmiche sono Thrash, come metro di paragone si possono citare i Sepultura e i primissimi Slayer. Bello il giro di basso e la sezione ritmica che introduce "Black Prague".
Poco dopo il chitarrista Pascal venne licenziato dalla band.
Nel 1994 fu pubblicato il primo album completo intitolato "The Diabolic Serenades". Il disco esce per l'After Dark Records ed è di difficile di reperibilità in quanto stampato in poche copie. Un po' come alcune strumentali del passato l'opener è cupa e ossessiva, con i suoi suoni echeggianti, l'oscura voce narrante e il giro di pianoforte che accompagna tutto il pezzo.
La violenza dell’album s'intravede con "Crucifixion Justified", la prima di una lunga serie di canzoni dai testi anticristiani.
In generale troviamo tastiere, riff semplici ed intrecci tra chitarra ritmica e solista. Il Growl è basso ed oscuro. La violenza prosegue con "Satanic Rejoice", la già nota "Obscurity Reigns (Field Of Flanders)", la cadenzata e poi velocissima "Death Messiah" e la violentissima "Land Of Frost And Despair". Ci troviamo di fronte ad un Thrash Metal con qualche influenza Black e voce in Growl.
Buone anche "Assyrian Empire" (con le sue ritmiche orientali iniziali), "Morbid Glory" dedicata al serial killer Gilles de Rais (luogotenente di Giovanna D’Arco e sadico violentatore e squartatore di bambini nel privato) e la già edita "Evil Prevails". "Longing For The Ancient Kingdom" era invece già presente sull'EP precedente. Il disco si chiude con l'outro medievale/Folk "Last Rites / Echoes of Melancholy (Outro)".
La stessa formazione registrò anche il secondo album "Blasfemia Eternal" uscito nel 1996. L’album è aperto da un intro di 30 secondi, un brano di chitarra acustica (si noteranno subito le differenze con il passato con una voce più Scream che Growl ed anche Clean Vocals). Si prosegue con l'aggressiva e veloce "Total Misanthropia" e con la lenta "Garden Of Delights".
Una delle canzoni più interessanti dell’album è la successiva "Quest For Blood", una delle poche canzoni del gruppo in cui compaiono ampie parti di cantato in francese. 
Segue l'anticristiana "Blood Of Christ (Mohammed Wept)", le vichinghe "Saeftinge" e "Shades Of Eternal Battlefields".
La produzione risulta decisamente migliore e più pulita rispetto al precedente disco.
Per il terzo album entrò in formazione il chitarrista olandese Erik Sprooten (ex Inquisitors) e il chitarrista finlandese Jan "Örkki" Yrlund (ex Lacrimosa ) a metà del 1997.
Poco dopo l'uscita del loro terzo album "Fatherland" venne aggiunto anche un tastierista: Domingo Smets (ex Agatocle). Il terzo disco è forse quello della consacrazione. Troviamo oltre al Black, anche parti sinfoniche (alla Summoning) e riff di chitarra quasi anni 80, cori epici, assoli. 
L’album si apre con un intro strumentale sinfonico "Avondland". Segue "Mother Europe", brano che inizia subito con un bel riff di chitarra che per certi versi ricorda tanto da vicino la NWOBHM. La titletrack è tra le più belle dell'album con il suo inizio epico e pomposo, prima della grande accelerazione con tanto di voce Scream e belli assoli in sottofondo (la canzone rallenta, per poi ripartire a 1000 all'ora, chiudendosi in modo soft).
Altre perle sono "Season’s Change" (con la sua perfetta introduzione con chitarra classica accompagnata da pianoforte e tastiere che si trasforma poi in un gran riff di chitarra, e contraddistinta da un ritornello tra i più evocativi nell’intera discografia del gruppo) e "Dying In A Moment Of Splendour" (canzone assolutamente epica). 
Nel 2001 esce "Dim Carcosa" introdotto dalla solita intro particolare "The Return" con il pianoforte di Oliver Phillips, le orchestrazioni di Domingo Smets e la voce femminile di Judith "Ciara" Stüber. Troviamo giochi d’archi con sfumature melancoliche a solenne epicità. I suoni Epic continuano con "Victory Or Valhalla (Last Man Standing)", ritmi più Black in "...And The Horns Called For War" , da citare anche le cavalcate inarrestabili di "North Sea", le musiche orientali di "Götterdämmerung (Twilight Of The Gods)", gli inserti neoclassici di "(Ode To Ancient) Europa" e quelli Folk di "On Golden Fields (De Leeuwen Dansen)". La produzione invece è così così.
"Rvbicon" esce nel 2006 e parte con il solito intro orientaleggiante che viene ripreso dal riff di
"Templar" song veloce contraddistinta da tastiere ed accelerate Black.Si prosegue con l'epica "Mithras"
ma sempre impostata su tempi veloci e con degli ottimi riff di chitarra. Inizia col piano "Thermopylae"
e prosegue con accelerate di doppia cassa, un bellissimo ritornello di piano/voce pulita e l'aggiunta di
una potente voce femminile. "Rvbicon" è Black Metal ma con intrecci di chitarra.
"Invictus" è epica ma anche melodica al tempo stesso. "Ypres" è battagliera e sognante al tempo stesso,
invece "Galiliean" presenta influenze Folk e accelerate epiche. In "Cheruscan" troviamo voci femminili
ed influenze alla Blind Guardian più "fantasy". A chiudere "Barbantia", con voci epiche, Folk, teatrali
tra il teatrale, growling e pulito. Bellissima la parte centrale con le sue influenze medievali.
Dopo ben 9 anni, nel 2015, esce "Laguz". Il tempo sembra essersi fermato perchè le influenze
del predecessore sono palesi così come la capacità di passare con disinvoltura dal Black all’Epic,
dal Power al Death, senza scordarci del Folk e di parti più teatrali. Da menzionare nel disco sicuramente "Carthago Delenda Est", la violenta "Von Gott Entfernt",
la gotica "Umbra Sumus", i bellissimi assoli di "Von Gott Entfernt (Bij Nacht En Ontij)", 
"Apostata (Imperator Fidelis)" e la ballad "Fatum".


LE ACCUSE DI FASCISMO E GLI SHOW CANCELLATI
La band ha avuto spesso problemi a suonare in alcune nazioni.
Nel 2008 si ricordano le pressioni di gruppi antifascisti nei Paesi Baschi che riuscirono a far cancellare
lo show in un locale. La band fu costretta a cancellare tutte le restanti date del tour. Già in passato, sempre in Spagna c'erano stati dei problemi nel 1998 in un tour dei belgi con i Deicide.
Lo stesso successe pochi mesi dopo sempre con la band di Benton, entrambi gli show furono
annullati. Lì le accuse furono di nazismo.
Gunter Theys, leader del gruppo, non è un nazista anche se è un attivista della scena Oi (dichiaratamente
indipendentista delle Fiandre dal Belgio).

venerdì 16 ottobre 2020

La Storia Dei Litfiba, La Sparatoria A Pizzo Calabro e La Morte Di De Palma

I Litfiba si formarono a Firenze nell'ottobre 1980 grazie a Federico "Ghigo" Renzulli e Gianni Maroccolo grazie alla loro passione per l' Hard Rock, Punk e New Wave. La band originaria è formata dal già citato Ghigo Renzulli alla chitarra e alla voce, Sandro Dotta alla chitarra, Gianni Maroccolo al basso, Antonio Aiazzi alle tastiere, Francesco Calamai alla batteria; poco dopo Dotta abbandona il gruppo che ingaggia Piero Pelù alla voce. 
Nel 1982, la band incide il primo EP contenente 5 canzoni intitolato "Litfiba", nello stesso anno vincono la seconda edizione del Rock Festival Italiano, il cui premio prevede la pubblicazione di un 45 giri. Intanto Calamai lascia il posto a Renzo Franchi. 


LA SPARATORIA A PIZZO CALABRO
Nel libro autobiografico "Perfetto Difettoso", Piero Pelù racconta un episodio accaduto a Pizzo Calabro nel 1983. Il luogo deputato a ospitare lo show è l'Ottagono, club che il frontman del gruppo toscano avrebbe definito "locale tipo rotonda sul mare, colata di cemento sull'acqua, bar e pista da ballo"

"L'organizzatore ci portò tutto il pomeriggio avanti e indietro per la via principale, per attirare la gente. Sapeva il fatto suo. Al concerto vennero 40 persone. La scarsa affluenza non intaccò il nostro buon umore: l'importante era suonare. E poi, l'erbetta calabra era deliziosa. Un'ora e mezza di spettacolo, poi arriva l'organizzatore. 'Ragazzi, c'è qualche problema. Troppa poca gente. Non vi posso pagare'"

"Storie già sentite. [L'organizzatore] se ne andò che pareva convinto. Cinque minuti dopo, nel bar, scoppiò una rissa gigantesca, da far west. La intuivo da fuori, perché i vetri non erano trasparenti, ma bianchi, e si vedevano ombre di sedie che volavano e persone che cadevano, colpite da qualcuno o da qualcosa. Decidemmo di andarcene, il più velocemente possibile. Salimmo sulla Peugeot, con dietro il carrello degli strumenti, e ci avvicinammo, quando, quasi all'uscita del parcheggio, sbuca un tizio che urla: "Io l'ammazzo, io l'ammazzo...". Attaccato alla sua maglia, come nel peggiore dei B movie, una ragazza: "Ti prego non farlo, te lo chiedo in ginocchio...". Il tizio apre la sua auto, estrae una pistola dal cruscotto e si dirige verso il bar. Poi, all'improvviso, ci vede. Si avvicina alla nostra macchina, mi punta la pistola in faccia e mi dice: "Abbassa il finestrino". Ubbidisco. Sempre con la pistola in mano, il tizio riprende: "Dammi le chiavi della macchina". Io, adrenalina a mille, gli do le chiavi. Il tizio entra nel locale, si sente uno sparo. Poi, silenzio".

Dopo qualche minuto, la band viene raggiunta dall'organizzatore fuori dal locale. Il promoter dà appuntamento al gruppo in un ristorante della zona:

"Queste sono le vostre chiavi: andate, ci vediamo dopo, in pizzeria'. Due ore più tardi ci incontriamo. 'Che cosa è successo?'. E quello risponde: 'Niente, che vi interessi. Lo dico per voi'. Gli chiesi del nostro cachet. Replicò, quasi urlando in modo che tutti sentissero: 'Non ti preoccupare, perché se non ti pagherò io, qualcun altro pagherà per me'. Naturalmente, non ci diedero mai le nostre cinquecentomila lire, ma, se non altro, portammo a casa la pelle, anche se, col senso di poi, ci convincemmo che il tutto era stato una straordinaria messinscena architettata da quel figlio di puttana per non pagarci"


LA TRILOGIA DEL POTERE
Nel 1985 i Litfiba pubblicano il primo vero LP, "Desaparecido" (ovvero "Scomparsi"), che li impone al grande pubblico e li fa uscire dall'underground. Il tema portante delle liriche è il rifiuto della violenza e l’antimilitarismo. Il Rock è misto alla New Wave. "Eroi Nel Vento", "Lulù e Marlene", "Tziganata" ed "Istanbul" sono i pezzi più famosi.
Due anni dopo (1986) esce "17 Re", registrato in soli tre mesi e da molti ritenuto il migliore album della band. Ci sono influenze Dark, Psichedeliche e New Wave. Canzoni come le aggressive "Resta", dedicata al disastro nucleare di Chernobyl, "Re Del Silenzio", il super singolo "Apapaia", "Elogio Alla Solitudine", la folle "Vendette", la sognante "Pierrot e la Luna", la strana "Sulla Terra", l'ermetica "Come Un Dio" e la cupa  "Ballata" ottengono un grande successo.
L'album successivo, "Litfiba 3" (uno dei primi album italiani ad essere stati interamente registrati in digitale), nel 1988, viene annunciato come il capitolo conclusivo della cosiddetta Trilogia del potere, una specie di concept ispirato dal rifiuto di ogni forma di totalitarismo. La copertina raffigura Willie Darden condannato alla pena capitale (anche se la sua colpevolezza era dubbia). Anche qui la Dark Wave si mischia al Rock e ad influenze Mediterranee/Folk. I cavalli di battaglia sono "Tex", "Paname", "Louisiana", "Corri" e le latineggianti "Santiago" e "Bambino". 



LA MORTE DI RINGO DE PALMA, LA DROGA E L'USCITA DI PELU'
A fine anni 80, la band è dilaniate da molte tensioni interne e da show deludenti, come quello di Montreal con il batterista De Palma strafatto di eroina.

Piero Pelù: "Era il 7 ottobre 1989 e per il gruppo non era un gran momento. Eravamo dilaniati da tensioni interne, problemi che avrebbero poi portato alla separazione da Gianni Maroccolo, che in quei giorni era in luna di miele, e dall’Aiazzi, che era diventato confuso e sfuggente. Insomma,
il concerto non nasceva sotto una buona stella, ma Ringo diede veramente il peggio di sé. Eppure era una grande occasione. Il festival era bellissimo, lo Spectrum era un luogo fantastico e il cartellone prevedeva nomi internazionali come La Mano Negra, la storica banda di Manu Chao.
Ringo non riusciva a tenere le bacchette. Suonava e gli cadevano, le perdeva. Dimenticava le parti. Era scarichissimo, il fantasma del Ringo travolgente degli anni precedenti. Un’agonia terribile. E non so se fosse così perché era completamente fatto o perché era in astinenza. Fatto sta che non c’era. Quel concerto fu un doppio requiem: per Ringo e per i Litfiba anni 80.
Dopo che gli ricordai la disfatta di Montréal, Ringo ammise di essere un eroinomane. Fu la prima e ultima volta che si confessò. "Ora chiamo i tuoi e gli spiego tutto, così ci coordiniamo e ti aiutiamo tutti quanti'.
A quel punto, Ringo disse: 'Ho già parlato con i miei. Ci stanno pensando loro a trovare un posto per la riabilitazione'. Feci la cazzata di credergli. I suoi non sapevano nulla. Lo appresi solo dopo il funerale. È il mio grande rimorso. Forse, se avessi chiamato i suoi genitori per controllare, tutto sarebbe andato diversamente.
Fu una grande lezione di vita: mai credere a un drogato che è dentro fino al collo. Quando sei schiavo della droga, racconti qualsiasi cazzata, anche a te stesso"

Dopo di questo, la formazione originale cambia (De Palma prova ad uscire dal tunnel della droga, anche Maroccolo e Mangelli lasciano la band) ed arriva "El Diablo" nel 1990. L'album, anche se più commerciale, rimane molto Rock.
La titletrack ironizza sul satanismo nella musica Rock ma vanno citate anche "Proibito", "Gioconda", "Il Volo" e "Ragazzo". Queste ultime due sono dedicate al loro batterista Ringo de Palma morto come detto nel 1990, a 26 anni, per overdose di eroina.

Piero Pelù: "All’inizio farsi di eroina può essere anche una forma di ribellione, e sono sicuro che per Ringo è stato così, poi diventa dipendenza e basta. E non ne esci quasi mai. Ringo è stato bravissimo a mascherare la sua dipendenza. Quando mi sono accorto di quello che stava succedendo, ho provato a intervenire, ma era ormai troppo tardi. Ringo aveva superato quella soglia oltre la quale diventi senza forze, con nessuna volontà, troppo fragile per ribellarti all’eroina. L’eroina è merda, così come lo sono tutte le droghe bianche e pesanti. Mi offrii, in maniera anche vigorosa, di aiutarlo. Provai a capire come aveva iniziato e con chi, ma lui fu omertoso. Mi appellai alla nostra amicizia, ma mi resi conto che fra di noi si era messo un mostro che divorava ogni sua volontà. Ringo non aveva il senso della misura. Non si controllava nemmeno con l’alcol, che riusciva a sopportare in grandi quantità. Sono sicuro che abbia iniziato a farsi di eroina convinto, come tutti, che avrebbe potuto smettere in qualsiasi momento.
Un giorno lo incontrai sul Ponte alle Grazie, per caso. Mi sfuggiva, mi evitava, non si faceva vedere, perché capiva che avevo capito, sapeva come la pensassi sull’eroina, sulle droghe pesanti e sulla mafia correlata. Mi aveva sentito condannarle migliaia di volte, per questo non ne voleva discutere" 

In un'altra intervista più recente del 2013: "Ogni volta che fumavo le canne collassavo. Ho scoperto così di avere la pressione bassa. Ho perso moltissimi amici per la droga. Ringo, mio migliore amico e batterista dei Litfiba, è morto per overdose nel 1990. Bisognerebbe insegnare a scuola sia l’educazione sessuale, sia a conoscere le droghe. Un ragazzo deve sapere se fuma una concentrazione di THC più meno elevata. Quelle leggere andrebbero liberalizzate, per togliere alle mafie la principale fonte di reddito"
Da "El Diablo":
Giro di notte con le anime perse
Sì della famiglia io sono il ribelle
Tu vendimi l'anima e ti mando alle stelle
E il paradiso è un'astuta bugia
Tutta la vita è una grassa bugia
La vita dura è una gran fregatura, sì sì
Ma a volte uno strappo è una necessità
A chi va bene, a me va male
E sono un animale e sia! Tutta la storia è una grassa bugia
Tutte le vite per primo la mia
Ah, mama mia el Diablo
Ah, Ariba ariba el Diablo
Ah, mama mia el Diablo
666

Nel 1993 esce "Terremoto". Dedicato all'elemento Terra, l'album è un concentrato di Rock, con liriche che trattano il tema della mafia e della televisione con invettive contro il media l'ottima "Maudit").
Vanno citate anche "Dimmi Il Nome", "Soldi" (presa in gira verso chi li dava per venduti), "Fata Morgana" e "Sotto Il Vulcano".
"Spirito" del 1995 è meno Rock e più commerciale, viene ricordato per "Lo Spettacolo", la Blues "Lacio Drom", la quasi ballad "Animale Di Zona", le zingaresche con percussioni "Spirito" e "Tammuria". Bella anche "No Frontiere".
Nel 1997 esce "Mondi Sommersi", ulteriore trionfo della band (oltre 700.000 copie in breve tempo), anche se in realtà si tratta di un disco molto debole. "Sparami" e "Goccia a Goccia" trascinarono il disco ma si salva poco altro (forse "Ritmo", "Dottor M" e "Apri Le Tue Porte").
L'ultimo capitolo della storia dei Litfiba con Pelù come cantante, prima della riunione, è "Infinito" pubblicato nel 1999. L'album è più Rock/Pop con la voce meno aggressiva, sicuramente si tratta di musica di facile ascolto. La grande canzone è "Il Mio Corpo Che Cambia" ma vanno citate anche "Mascherina" e "Vivere Il Mio Tempo".
Le tensioni artistiche e personali fra il cantante e il chitarrista sulla gestione della band diventano sempre più marcate. Al termine del tour Piero Pelù decide di abbandonare la band dedicandosi alla carriera solista. L'ultimo concerto del cantante con i Litfiba è al "Monza Rock Festival 1999". Seguiranno Pelù tutti i componenti degli ultimi anni: Bagni, Terzani e Caforio.


L'ERA DI GIANLUIGI CAVALLO "CABO"
Il chitarrista Ghigo decide di ricominciare il cammino con una band del tutto rinnovata e ringiovanita: il nuovo cantante è Gianluigi Cavallo, detto "Cabo", sconosciuto al grande pubblico e che suonerà anche la chitarra in affiancamento a Ghigo. 
La band fa quindi uscire agli inizi del 2000 l'album "Elettromacumba" che è più Rock degli ultimi dischi ma vede un crollo di vendite (discrete la titletrack, "Il Pazzo Che Ride", "Dal Tramonto All'Alba", "Profumo" e "Spia").
Il nuovo lavoro, "Insidia", viene pubblicato ad ottobre 2001 e vende circa 50.000 copie. Questo disco presenta toni Dark ed un utilizzo copioso dell'elettronica. Nonostante "Mr.Hyde" e "La Stanza Dell'Oro" (più le discrete "Senza Rete" e "Ruggine") il disco è un flop assoluto secondo critica e fans dei tempi. In realtà probabilmente si tratta di un disco un po' sottovalutato (in generale tutta l'era Cabo è stata disprezzata, forse l'ombra di Pelù era troppo grande per essere cancellata).
Si scende più in basso nel 2005, quando la band pubblica "Essere o Sembrare" vanno ricordate le buone "La Tela Del Ragno", "Mystery Train" e "Sottile Ramo". Nel 2006 Cabo, Aiazzi, Venier e successivamente anche Colzi lasciano la band.


IL RITORNO DI PELU'
L'11 dicembre 2009 viene ufficializzata, sul sito ufficiale della band, la riunione dei Litfiba, col ritorno di Pelù alla voce. Il 17 gennaio 2012 esce il nuovo disco d'inediti intitolato "Grande Nazione". L'album è anticipato da due singoli: "Squalo" e "La Mia Valigia". Dopo ben 13 anni, i Litfiba tornano al 1º posto delle classifiche italiane con un disco meno commerciale rispetto all'ultima era di Pelù di fine anni 90 ma anche più ispirato rispetto all'era Cabo. Vanno citate anche "Anarcoide", "Elettrica" e "Fiesta Tosta". Nel 2016 esce "Eutopia" con la Punk "Dio Del Tuono", le buone "L’Impossibile", "In nome di Dio" (ispirata alla tragica strage avvenuta al Bataclan di Parigi l' anno prima), "Intossicato" e le due ballad "Straniero" e "Eutopia".

giovedì 8 ottobre 2020

La Strana Storia Di Buckethead: KFC, Galline, Disneyland

Brian Patrick Carroll meglio conosciuto come "Buckethead" nasce probabilmente il 13 maggio 1969 (lui afferma nelle interviste di essere nato negli anni 20) a Los Angeles: è un ragazzino molto timido ma con una dote nascosta incredibile.
Figlio di Tom e Nancy Carroll e ha quattro fratelli. Lui inizia a suonare a 12 anni.
Prima di diventare Buckethead, Brian era un ragazzo piuttosto timido che spendeva gran parte del suo tempo dentro camera sua e a Disneyland (dove sarebbe stato 500 volte!).
Nel 1988, Brian “inventò” il personaggio Buckethead, divenendo la figura che oggi si conosce e che, a quanto pare, sembra stare “dentro” il personaggio perennemente. Proprio in quell’anno, Brian andò al cinema a vedere Halloween 4 e, ispirato dal personaggio, si comprò una maschera bianca come quella del film. Brian comprò la maschera proprio quel giorno, poco dopo essere uscito dal cinema. L’idea del cappello gli venne più tardi, nello stesso giorno, mentre mangiava al Kentucky Fried Chicken (KFC).
Dopo di ciò, Brian sembra essere divenuto Buckethead a tutti gli effetti.
A quanto pare, la persona è il personaggio, ed entrambe le cose non sembrano affatto essere divisi.
Brian esce e va in giro come Buckethead in ogni occasione, dal bar all’aeroporto, dal dietro le quinte all’abitazione privata di qualcuno.
Sono pochissimi ad averlo visto senza maschera, sicuramente nessuno da quando è diventato Buckethead.
In seguito sul secchiello aggiunse la scritta "Funeral".
Buckethead non concede interviste e non si fa mai vedere senza maschera nè tantomeno fotografare.


LA FALSA STORIA FATTA CIRCOLARE DA BUCKETHEAD
Brian fece circolare una falsa storia su di lui dicendo di essere cresciuto da solo in una fattoria, in cui a causa del suo comportamento scarsamente controllabile veniva spesso tranquillizzato tramite piccoli elettroshock, come di consuetudine in alcuni trattamenti psichiatrici degli anni '70.
Brian ai tempi si dedicava alle galline, le quali un giorno purtroppo gli sfigurarono il viso forzandolo a portare la maschera per sempre.
Verso i 12 anni si fece regalare una chitarra e iniziò a suonare per distrarsi dalla sua quotidianità e in effetti iniziò a diventare parecchio bravo, eppure questo non faceva che aumentare l'attenzione su chi lo prendeva in giro, ad esempio gli rompevano davanti le uova di gallina che lui considerava come la sua vera famiglia facendolo soffrire.
Gli tiravano addosso anche un secchio vuoto di pollo fritto del KFC, che lui in segno di scherno e in modo provocatorio lo mise in testa come cappello, poi corse al cimitero con la sua chitarra per esprimere la sua tristezza con la musica.
Colpiti da tanta tristezza, i suoi tutori lo portarono a Disneyland, dove lui cercò di vivere ed adattarsi, scoprendo presto che era impossibile vivere in un parco divertimenti.
Tornato alla fattoria conobbe Maximum Bob e formò la sua prima band i Deli Creeps.
Successivamente scoprì i segreti dell'imbalsamazione e dei parchi divertimenti, al fine di poterne creare uno con le galline morte.
Per omaggiarle il palco venne chiamato Bucketheadland.
Nei suoi incubi appare di tanto in tanto la sua versione malvagia, con una maschera nera, dal nome Death Cube K (anagramma di Buckethead) che lui impersona persino in alcuni album.


MUSICA
A livello musicale, tecnicamente, è uno dei migliori in circolazione, tanto da essere paragonato a chitarristi del calibro di Joe Satriani, Steve Vai, Yngwie Malmsteen e il suo maestro Paul Gilbert. All’attivo ha una notevole produzione di album, sia da solista che tramite band, che arriva a più di 400 lavori prodotti.
E' ricordato anche per le collaborazioni con Iggy Pop e i Guns N'Roses.
Nel 2001 entra nei Guns N'Roses che si apprestavano a far uscire Chinese Democracy (in realtà uscì molti anni dopo) e quando nel backstage del Madison Square Garden dopo un concerto, un membro dello staff dei Guns N' Roses gli ha chiesto se poteva levarsela, il chitarrista si è seduto in un angolo della stanza e non ha più voluto alzarsi. Dopo aver provato per quasi mezz'ora a parlare con il chitarrista, l'uomo ha rinunciato e se n'è andato lamentandosi: "Questo ragazzo è veramente strano...". 
Ozzy Osbourne: "Feci un tentativo con Buckethead. Lo incontrai e gli chiesi di lavorare con me, ma a patto che si liberasse di quel fottuto secchiello. Tornai poco dopo e lo trovai che aveva in testa questa fottuta cosa tipo cappello verde da marziano. Gli dissi, "guarda, sii solo te stesso". Mi disse che si chiamava Brian, quindi dissi che l'avrei chiamato così. Lui dice, "nessuno mi chiama Brian tranne mia madre". Perciò dissi, "allora fai finta che io sia tua mamma!" Non sono ancora uscito dalla stanza e già sto facendo giochetti mentali con questo tizio. Cosa succede se un giorno sparisce lasciando una nota che dice: "mi hanno teletrasportato via?" Non mi fraintendere, è un grande musicista"

La sua Gibson Les Paul bianca spazia dall'Heavy Metal al Prog, passando per il Funky e musica elettronica o comunque Ambient.
Tutto rigorosamente strumentale, se non per via di qualche collaborazione quindi con aggiunta di voci in sottofondo o non.
Alcune voci lo vorrebbero affetto dalla Sindrome di Asperger, altre con devianze sociapatiche, ma non si tratta che di voci.
Sta di fatto che il suo personaggio ha assunto con tempo sempre maggior concretezza, tanto da avere come detto una sua nemesi chiamata Death Cube K, con cui firma alcuni dei suoi lavori.
Oltre ad avere un pupazzetto di nome Herbie che fa le sue veci durante le interviste.
Nel suo sito ufficiale descrive anche la storia del suo alter ego.
Molti credono che Death Cube K sia un’entità separata che ha l’aspetto di un negativo fotografico di Buckethead con una maschera cromata nera, stile Dart Vader.
Un personaggio incredibile, sia artisticamente che umanamente, per via della sua duplice personalità.
Per capire il livello musicale si consiglia l’ascolto di "Bucketheadland" (1992) (che è una riproposizione Horror della Disneyland, sotto forma di parco di maltrattamenti ed abusi), "Colma" (1998) (chiamato così in onore dall'omonima città situata vicino a San Francisco dove "la popolazione dei morti supera quella dei vivi con una scala di mille a uno", questo perché una buona parte della città comprende ben 17 cimiteri per gli umani e uno per gli animali), "Electric Tears" (2002) (con solo chitarre elettriche ed acustiche, sicuramente tra gli album più facili da ascoltare), "Enter The Chicken" (2005) e "Crime Slunk Scene" (2006) (con la nota copertina con la sua sagoma a terra e le galline attorno).
Assoli velocissimi, riff spaccaossa, interludi acustici, battaglie robotiche, scratch techno-house, slapping, lamenti vari, passaggi breackdance, versi di galline, parti Ambient, etc
Per farsi un'idea ascoltare le stranezze di "We Can Rebuild Him".
L'uso dell'effettistica è incredibilmente azzeccato.
Oppure "Electronic Slight Of Hand" o "Nottingham Lace".
O la folle "Mecha Gigan", l'aliena "Slunk Parade Aka Freaks In The Black", totalmente fuori dal tempo e dallo spazio, data la sua incredibile stranezza e la sua totale mancanza di logica e di struttura.
Vanno citate per forza di cose anche "Ghost", "Machete", "Onions Onleashed", "Jordan" (in onore del noto cestista), "Soothsayer"

"Suono tutta questa roba strana, ma se il mio aspetto è normale, non funziona. Ma se divento questo strano mostro, questo apre la porta a infinite possibilità"

Pare comunque che Buckethead soffra di problemi cardiaci (aritmia), qualche mese fa si lesse sul suo sito un'eventuale metafora:

"Saluti da Bucketheadland. Buckethead vuole che sappiate quanto apprezza il supporto che gli avete fornito per tutti questi anni, significa tantissimo per lui. In questo momento gli stanno sostituendo alcune componenti animatroniche, in quanto Slip Disc si è intrufolato nel parco e ha causato un po' di caos"