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domenica 18 aprile 2021

Gli Humble Pie, Steve Marriott e Il Devastante Incendio Che Lo Porterà Alla Morte

Nato a Londra nel 1947 Steve Marriott rimase nella storia per essere stato il leader degli Humble Pie e degli Small Faces (band inglesi Hard Rock/Blues e Rock N'Roll degli anni 60, 70 e 80).
Gli Small Faces si formano nel 1965, invece gli Humble Pie nel 1968.
Nei primi mesi del 1969, quando è ufficializzata la sua uscita dagli Small Faces, Steve Marriott aveva già reclutato i musicisti per il suo nuovo progetto: oltre a Peter Frampton, la line-up include Greg Ridley e Jerry Shirley.
La nuova band, il cui nome è Humble Pie, firma con la Immediate Records e in estate pubblica il suo primo LP: "As Safe As Yesterday Is".
Hard Rock, Blues e Country mischiati assieme, è talmente tanta la foga e l'energia di Marriott nel cantare che questo album è il primo di sempre ad essere definito con l’appellativo Heavy Metal (in una recensione di Mike Saunders su Rolling Stone).
Infatti "As Safe As Yesterday Is" è una cover di Desperation dei Steppenwolf (la prima band a citare il termine "Heavy Metal" in una canzone, si tratta di "Born To Be Wild").
Ben ricordata anche "Natural Born Boogie".
L'anno successivo esce "Town And Country": qui i ritmi rallentano, si tratta di un disco più riflessivo con parti acustiche.
Non viene molto apprezzato dalla critica nè dai fans, infatti vende molto poco.
Per la Immediate, già fortemente indebitata, è il colpo di grazia: la casa discografica viene messa in liquidazione (con migliaia di sterline di royalties non pagate agli Small Faces) e Marriott e i suoi passano alla A&M che però spinge la band verso lidi più Hard Rock.
A luglio del 1970 esce il terzo disco, intitolato semplicemente "Humble Pie" invece l'anno successivo "Rock On". In questi due album il suono degli Humble Pie ritrova la sua forma classica e maggiormente in sintonia con le sonorità di quegli anni: l’approccio è esplosivo, con sporadici rallentamenti acustici.
"Shine On" su Rock On è davvero una grande canzone con un ottimo riff, idem l'elettrica e potente "Stone Cold Fever" con il suo melodico assolo.
I Led Zeppelin possono essere considerati uno dei punti di riferimento.
Nello stesso anno esce "Rockin’ The Fillmore", doppio live registrato a New York, che mette in evidenza l'energia della band in sede di concerto (per farsi un'idea basta ascoltare "I Don't Need No Doctor").
Se vogliamo, l'unico problema dell'album, è che praticamente vengono eseguite solo cover (1 canzone originale e 6 cover Blues).
E' più o meno in questo periodo però che Peter Frampton se ne va, intenzionato a dedicarsi alla sua carriera solista.
Marriott ora è la guida indiscussa degli Humble Pie e impone una decisa sterzata verso le radici della sua formazione artistica: la musica Blues. Il risultato è "Smokin’" (1972), miglior successo commerciale di sempre per gli Humble Pie, che si trasformano in una vera e propria band Blues oriented con influenze Soul. Il disco è trainato da "30 Days In The Hole" e "Hot N'Nasty").


PROBLEMI FINANZIARI, DI ALCOOL E DROGA
Questo disco poteva sembrare il punto di svolta per la band, in realtà è l'inizio della fine perchè il crollo è dietro l'angolo e i dischi successivi si rivelano un mezzo fiasco ("Eat It" del 1973 vede la presenza però di due classici quali "Get Down To It" e "Black Coffee").
Conseguentemente anche le vendite diminuiscono ad ogni nuova pubblicazione.
La casa discografica perde interesse nei confronti della band e i problemi personali di Marriott cominciano ad influire negativamente sul gruppo: già da tempo abusava di alcool e droga (cocaina). Gli altri componenti del gruppo non sono da meno, e nessuno di loro si preoccupa di verificare la loro situazione economica: alla fine scopriranno di aver speso più di quanto guadagnato.
Marriott pubblica un disco solista ("Marriott", 1975) che passa inosservato; scopre di avere enormi debiti con il fisco britannico a causa di tasse che il suo ex manager Anthony avrebbe dovuto pagargli; si trasferisce negli Stati Uniti, dove avvierà qualche breve progetto e resterà sino ai primi 80; la A&M non gli verserà mai le royalties per i dischi venduti con gli Humble Pie.
L'ex rockstar comincia il suo progressivo ritiro dalle scene: ha assaporato una certa fama ma è ridotto in miseria per scelte sbagliate e sfortuna, pieno di rancore nei confronti delle label e dei manager che hanno lucrato sul suo talento; la tossicodipendenza si fa sempre più determinante nella sua vita.
Non a caso, la prima moglie, Jenny Rylance, racconterà di averlo lasciato proprio a causa delle droghe e dell’alcool, che lo rendevano irascibile e incontrollabile.
Tra metà e fine anni 80, a causa dei suoi continui eccessi, la salute è precaria, non avendo mai risolto del tutto i suoi problemi con gli stupefacenti. Torna nei pub e nei piccoli club di Londra, lontano dalle case discografiche e dalla notorietà.
Suona in band minori ma la sua diffidenza per le case discografiche lo porta a rifiutare di partecipare a diversi concerti sponsorizzati, provocando il risentimento dei suoi compagni.
Le band che lo volevano con sé, intanto, sono famose in tutto il mondo: dai Led Zeppelin ai Rolling Stones, passando per Frampton che ha raggiunto la ribalta con "Comes Alive!"; i Faces hanno fatto da trampolino di lancio per l’ascesa di Rod Stewart, anche lui diventato una star a livello planetario.


L'INCENDIO
Ma i guai per il povero Marriott non finiscono qui ed anzi le cose peggiorano e questa volta in modo irrimediabile.
Ad inizio anni 90, Marriott è impegnato in piccoli progetti e show di vario genere.
Frampton lo chiama per proporgli una reunion degli Humble Pie. Marriott accetta, lo segue a Los Angeles e iniziano a lavorare su nuova musica, ma dopo poco tempo cambia idea e il progetto resta incompiuto, con solo una manciata di brani registrati.
Il 19 aprile del 1991 Marriott rientra dagli States insieme a Toni Poulton, sua terza moglie.
Salito a bordo completamente strafatto di alcool, continuerà a bere e a litigare con la moglie per l’intera giornata. Si fermano per la notte da un comune amico, ma mentre sua moglie dorme, Marriott prende un taxi e torna nel suo cottage nell' Essex, dove vive da anni.
Poco dopo la sua abitazione verrà distrutta da un devastante incendio, causato probabilmente da una sigaretta lasciata accesa sul letto.
Prima prende fuoco il letto, poi i mobili, infine tutto il cottage.
Steve Marriott, perisce nell'incendio e probabilmente ancor prima per intossicazione da fumo, nel suo corpo comunque verranno trovate consistenti tracce di Valium, cocaina ed alcool.
A 44 anni, in questo modo assurdo, cala il sipario sulla vita di un musicista sicuramente influente ma sfortunato.

sabato 3 aprile 2021

La Storia Degli Asphyx e Il Suicidio Di Theo Loomans

Quando si pensa al Death Metal europeo ci viene subito in mente la scena svedese (In Flames, Entombed, Hypocrisy, Dark Tranquillity, Soilwork, etc) o quella inglese (Carcass, Bolt Thrower, Napalm Death, Cancer, etc). Ma i fan più accaniti ricorderanno sicuramente anche gli olandesi Asphyx. La loro carriera fu travagliata, visto tre scioglimenti (1994, 1996 e 2000) e dovendo affrontare il suicidio di Theo Loomans.


I DISCHI DEATH/DOOM
I membri fondatori, Bob Bagchus e Tony Brookhuis, erano molto influenzati da Mayhem e Celtic Frost. Theo Loomans ed Eric Daniels entrarono poco dopo. Già nel 1991 Loomans ebbe degli screzi con la band, quindi fu costretto ad uscire venendo sostituito da Martin van Drunen. "The Rack" venne pubblicato nel 1991 e presentava influenze Doom/Horror ("Diabolical Existence" ed "Evocation"). Suona primitivo e claustrofobico, per quanto sia un po' penalizzato dalla produzione. Le hit sono la titltrack, "Pages In Blood" e "The Sickening Dwell".
"Last One On Earth" venne rilasciato nel 1992, il suono rimane pesante con influenze anche Thrash e Doom. "MS Bismark", "The Krusher" e "Streams Of Ancient Wisdom" (originariamente su "Embrace The Death") sono canzoni Death classiche.
Bob Bagchus lascia gli Asphyx e poi torna nel 1995, anche Theo Loomans rientra nella band nello stesso anno.
Nel 1994 esce "Asphyx" che presenta sempre le classiche influenze Death/Doom come in "Depths Of Eternity", "Emperors Of Salvation", "Incarcerated Chimaeras" e "Back Into Eternity" (dove Eric suona la tastiera) mentre "Till Death Do Us Apart" e "Thoughts Of An Atheist" sono maggiormente Death vecchia scuola. Canzoni quali "Initiation Into The Ossuary" e "Valleys In Oblivion" creano un'atmosfera molto occulta. 
"Embrace The Death" doveva essere pubblicato nel 1990 ed è originariamente il primo album degli Asphyx. Nella primavera del 1990 Tony Brookhuis lasciò la band, perché voleva qualcosa di più tecnico e gli altri membri non erano interessati a cambiare lo stile degli Asphyx. Così, Bagchus, Daniels e Loomans registrarono comunque il disco. La casa discografica si trovò in guai economici e la band dovette lasciare lo studio con l'album in cassetta non mixato. Grazie a Century Media, l'album alla fine è stato mixato e pubblicato nel 1996. Il disco è contraddistinto dalla voce mistica di Theo Loomans. Grande hit sono la titletrack o "The Sickened Dwell" che mostrano il lato morboso della band. Il disco suona molto anni 80 con influenze di Hellhammer, Messiah, Death e Possessed ("Denying The Goat", "Circle Of The Secluded", "Vault Of The Vailing Souls" etc). Da citare anche "Mutilating Process". Un capolavoro davvero malato che non dovrebbe essere perso nell'oblio. 


IL SUICIDIO DI THEO LOOMANS (1998)
Il disco successivo è "God Cries" dominato dalla ritmiche di batteria e da riff Thrash ma senza influenze Doom. La voce di Theo suona ancora cupa come in "Embrace The Death" e le composizioni musicali danno motivo di headbanging e mosh pit. Sì, è vero che suona diverso, ma a chi non piacciono canzoni violente come "It Awaits", "Died Yesterday" e "Slaughtered in Sodom"? Qualche vecchia influenza Doom è presente  ad esempio in "My Beloved Enemy" con il suo ritmo lento.
Si tratta di un disco abbastanza criticato comunque, in ogni caso i crediti qui appartengono a Theo Loomans, che ha una parte del (discreto) successo dell'album. Fu il suo canto del cigno. L'ultima sua composizione in ambito musicale. Infatti dopo il tour di "God Cries", in un periodo in cui Theo aveva già molti problemi, venne trovato morto. Amareggiato con sè stesso e non sapendo davvero cosa volesse veramente dalla vita, il 15 agosto del 1998 la sua macchina venne travolta da un treno (probabilmente un suicidio, ma nessuno ne è sicuro al 100%) e il leggendario cantante della band morì. 


IL PROSEGUO DELLA CARRIERA E LO SCIOGLIMENTO
Nel 2000 uscì "On The Wings Of Inferno" con un Eric Daniels che dimostra ancora una volta il suo talento, Bob Bagchus sugli scudi con la batteria e la voce di Gubbels che dà l'illusione che non sia passato troppo tempo dai primi anni '90. "Summoning The Storm", "The Scent Of Obscurity", "Chaos In The Flesh", "Indulge In Frenzy" e la titeltrack sono le hit del platter. C'è una perfetta combinazione di elementi Death/Thrash/Doom  e questo è ciò che rende epico "On The Wings Of Inferno". Tuttavia Daniels per problemi ed impegni nella sua vita personale mette a riposo la band per il terzo scioglimento (stavolta di 7 anni).


LA REUNION
La reunion degli Asphyx avvenne al Party San Open Air Festival in Germania. Questo non doveva accadere, ma l'insistenza degli organizzatori convinse la band. Sfortunatamente Daniels aveva ormai perso il feeling con la musica, quindi continuò la sua vita. Ma la band trovò in Paul Baayens, il sostituto. Nel 2008 venne pubblicato un singolo con due canzoni "Death...The Brutal Way" e "Os Abysmi Vel Daath" che è una cover dei Celtic Frost dal loro album del 2006 "Monotheist". 
"Death...The Brutal Way" del 2009 fu stato un perfetto ritorno, con il tocco magico di Dan Swanö nel mastering e nel missaggio. La sua musica è molto vicina ai primi due album, con le solite influenze Doom. "Scorbutics" è una canzone Death molto ruvida con una batteria strepitosa, "Bloodswamp" è una canzone malata e con riff assassini, invece la titletrack si muove sul classico. 
Dopo il successo di "Death...The Brutal Way", fu la volta dell'ottimo "Deathhammer" trainato dalla splendida titletrack, da influenze Celtic Frost come in "Minefield", da "As The Magma Mammoth Rises" (dei Venom...Doom) o da grandissime parti di chitarra come in  "Der Landser".
Nel 2016 esce "Incoming Death" pervaso da down/mid/up tempo che devastano l'ascoltatore. Immediatezza e riff rocciosi fanno della semplicità la loro forza. Già la micidiale aggressione di "Candiru" mette subito le cose in chiaro. Le ritmiche lente sono presenti in "Wardroid".
Micidiale anche la titletrack, la lentissima "Subterra Incognita" o il riff fenomenale di "Wildland Fire" e "Death: The Only Immortal".