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domenica 27 settembre 2020

Differenze Tra Suono Mono e Stereo: Qual è Il Migliore?

Oggi parleremo di suono mono e stereo.
In prima approssimazione diciamo che tutti gli impianti sonori sono formati da due casse.
In generale nel suono mono si ha un solo input sonoro che viene diffuso in egual misura dall’altoparlante destro e da quello sinistro.
Nel suono stereo si hanno due segnali distinti, uno per ciascun diffusore (un input per la cassa destra e un’altro segnale in entrata, distinto dal primo, per la cassa sinistra).
Il numero di altoparlanti non ha importanza per definire i due tipi di suoni, fermo restando che con una sola cassa non è possibile apprezzare la sonorità stereo.
E’ come si sarà capito il numero di fonti in ingresso che determina la tipicità del suono, mono o stereo.
Se il suono stereo prevede due fonti L ed R (canale Left e canale Right), il suono mono moderno è visto come sommatoria dei due, ossia L + R, facendo in modo che le perdite siano minime (percettibili magari con buoni impianti).
Ad esempio il brano originale di Bohemian Rhapsody dei Queen è un classico pezzo in cui si possono apprezzare le sonorità stereo, dopo circa 37 secondi o ancora nella parte dei cori "Mama mia, Galileo" a circa 3 minuti e 20 secondi.
Proprio questa alternanza di canale sta a significare che si tratta di un suono stereo, dove le sorgenti audio sono differenti per il canale destro R e il canale sinistro L.
Un’emissione sonora di tipo mono, non potrà mai generare effetti del genere.
Ovviamente questo è per fare un esempio, mi vengono in mente anche i Savatage e i loro cori sovrapposti (e in contro-tempo) presenti sul finale di Morphine Child (che sarebbe impossibile da apprezzare in mono o comunque avrebbero tutt'altro effetto).
Differenze sussistono anche tra canali radio FM ed AM, dagli anni 60 infatti si è cominciata a diffondere la modalità "stereo".
La banda di frequenze trasmesse e modulate in FM è molto più ampia della banda udibile che si ferma al massimo a 19 kHz; i trasmettitori FM quindi fino a questa frequenza (fino a 15 kHz circa) inviano il segnale mono L+R mentre dai 19 ai 53 kHz viene trasmessa la differenza tra L ed R (L-R).
Dunque nell’ascolto della radio, il suono mono è di fatto già pronto perché esce con la somma L + R, mentre il suono stereo va elaborato dall’autoradio.
Quando si riceve male una stazione radio, l’elaborazione porta ad un peggioramento dell’ascolto (con il mono si avrà maggiore potenza e chiarezza nell’audio trasmesso perché con un segnale di scarsa qualità le frequenza alte vengono perse e quindi è più facile ricevere le basse frequenze, tagliando quelle più elevate. Il suono mono nasconde questa perdita, facendo percepire un tutt’uno).
Un suono stereo dunque è sicuramente più completo e preciso di uno mono (più piatto e con meno "particolari" sonori) ma per apprezzarlo appieno, oltre a buoni impianti (cuffie comprese), è necessario un ottimo udito (oltre a mettersi in posizione centrale tra le 2 casse).
Nell’ascolto della musica, di un concerto live o di un film, l’audio stereo è quello preferibile anche perché originariamente il suono è pensato per uscire con questa modalità.
Per un talk show trasmesso in televisione o un dibattito live, l’ascolto mono è forse la soluzione migliore: ciò permette di udire un audio più netto e pulito.

domenica 13 settembre 2020

La Storia Delle Fanzine Metal Italiane e Slayer Mag Di Metalion

Dopo aver parlato delle riviste Rock e Metal italiane (da Rockerilla a Classix Metal) e di quelle inglesi (Kerrang!, Metal Forces, Sounds, Terrorizer) oggi parliamo di un qualcosa che si perde nella notte dei tempi e che per quanto spesso contraddistinte da una certa ingenuità di fondo...non sono mai state dimenticate: le fanzine.
Per prima cosa va sottolineato che siamo negli anni 80 ed Internet era ancora ben lontano dalla sua realizzazione.
Ma cos'è una Fanzine musicale?

Francesco "Raven" Gallina: "Inizialmente si trattava di recensioni scritte da fans che riportavano i propri pareri su carta, quasi sempre con uno stile che di giornalistico aveva ben poco.
Il tutto veniva battuto con una macchina da scrivere (poi inviati per posta alla fanzine), poi un responsabile aggiungeva qualche foto "reperita" dalle riviste estere (per lo più su Kerrang, Metal Hammer, etc) senza curarsi del copyright ovviamente ed inoltre aggiungeva anche una copertina col logo della fanzine quasi sempre disegnato.
Poi veniva unito il tutto con una spillatrice, fotocopiandolo nella più economica copisteria disponibile, in parte per uso pubblicitario per diffondere la notizia dell'esistenza della fanzine stessa con il passa parola"

La rivoluzione avvenne con Metal Fortess che decise dopo aver venduto circa 4500 copie in quel di Torino, di fare il grande passo: fondare la prima rivista italiana Heavy Metal regolarmente distribuita nelle edicole, quella rivista si sarebbe chiamata Inferno Rock (tiratura iniziale di 20.000 copie).
Francesco "Raven" Gallina: "Le cose funzionavano così: i redattori sceglievano in piena autonomia su chi e cosa scrivere, poi scrivevano il loro pezzo, chi come me non aveva una macchina per scrivere lo faceva a penna, lo battevano o lo facevano battere a macchina, e poi lo inviavano per posta in redazione dove, con la tempistica che tutte queste operazioni comportavano, veniva inserito nel numero della rivista che doveva uscire e poi pubblicato e distribuito nelle edicole. Nel mio caso optai per un esordio (ero già un bastian contrario) con qualcosa di assolutamente poco conosciuto come la recensione di un demo degli Agrigentini Powergame che finì sul numero 1 di Inferno Rock, e non so proprio descrivervi l'emozione che provai quando trovai la rivista nella più importante edicola della mia città e ne acquistai una copia con dentro il mio pezzo. Praticamente la portavo sempre con me, ovunque andassi"

Poi prosegue: "Inferno Rock però durò poco, i tempi erano maturi per qualcosa di industrialmente più importante, e dopo aver pubblicato ancora una intervista ai Luftwaffe, una ai Crying Steel e non ricordo cos'altro, fummo costretti a fare i conti con l'irruzione sulla scena di una realtà ultra patinata e palesemente dotata di mezzi economici enormemente superiori ai nostri: la già citata HM. Il nostro formato A4 e la qualità di stampa inferiore non erano del loro livello, la distribuzione molto più capillare e la loro possibilità di essere presenti in tutti gli eventi importanti anche esteri fece il resto. Inferno Rock fu costretta a chiudere, ma di fatto l'epoca delle riviste era solo all'inizio, non più solo copie di Kerrang d'importazione per i pochi fortunati che masticavano un po' d'inglese, ma la possibilità di comprare la propria rivista preferita direttamente in edicola così come facevano i kids di tutta l'Europa metallicamente evoluta"

Cristiano Borghi (Metal Shock, Rock Hard): "Il mondo delle fanzine è sempre stato interlocutorio: pubblicazioni fatte dai fans che finivano per circolare esclusivamente tra i gruppi stessi e qualche sparuto cultore"

Francesco "Fuzz" Pascoletti (Metal Shock, Psycho, Classix): "Il motivo per cui le fanzine italiane non hanno avuto il potere o la capacità di trasformarsi in veri magazine va oltre il fattore economico o il poco interesse dei vari editori. Molti fanzinari dell'epoca non hanno fatto scena perchè arrivavano tardi, erano a ruota delle informazioni che giungevano dalla stampa Rock o underground straniera e purtroppo c'era una venerazione cieca nei confronti del Metal e dei suoi eroi...che purtoppo va bene nei discorsi da bar o dentro la tua cameretta ma sulla carta non funziona"

Principali fanzine italiane:
-Inferno Rock (di Torino)
-Metal Fortress (di Torino, oggi Francesco "Raven" Gallina è tra i redattori di Metallized)
-La Luna Metallika (di Roma, con Paola Ceci)
-Metal Underground (con Sandro Buti di Flash, Metal Hammer e Metal Maniac)
-Metallo (di Napoli, con Alessandro Massara di Rockerilla e Metal Shock)
-Heavy (di Pavia)
-Metal Militia (di Roma)
-Metal Gods (di Roma)
-Fireball (di Padova)
-Metal City Rock (di Firenze)
-Metal Caos (di Milano)
-SlaughterMouse (di Torino)
-Thorr (di Parma)
-Tanathography (Stefano Longhi di Metal Hammer e Grind Zone)
-Danza Macabra (Fabban di Metal Shock)
-DeLiberatis Mente (Angelo Mora di Metal Hamer)

Altre che vanno citate sono Metal Thunder, Blowing Thrash, Italian Metal Legions, Master Of Disaster, Sentinel, The Warning, Steel Realm, Metalmania, Alta Tensione, Head Banger.


SLAYER MAG E JON METALION KRISTIANSEN
All'estero però le fanzine erano ancora più professionali (anche se ugualmente Underground).
Si possono ricordare alcune storiche quali: Slayer Mag (di Jon "Metalion" Kristiansen) e SEPCTICzine di Dennis Tentic.
Ma anche Banzai, The Plague, The New Heavy Metal Revue, Book Of The Dead, The Book Of Armageddon, Midwest Metal, Violence Zine, Metal Mania, Censored Heavy Metal, Sheet Metal, Whiplash, Powerline, Amplified Assault, World Metal Report, Headbanger, Suck City, Teenage Depression, etc
Impossibile citarle tutte.
La norvegese Slayer(primo numero nel 1985) in particolare fu fondamentale per la diffusione del Metal Estremo (soprattutto Black Metal), fra la fine degli anni ’80 e i primi anni ’90.
Metalion divenne amico dei vari Euronymous, Jon Nodtveidt, Faust, Tomas Lindberg, Samoth, etc
Armato di carta, macchina da scrivere, penne, colla e francobolli, Metalion confezionò e diffuse Slayer Mag (e il suo precursore Live Wire) per oltre due decenni: quasi mai a intervalli regolari, ma sempre con la medesima competenza e passione.
Si devono infatti a lui le primissime recensioni e interviste a band quali Bathory, Mayhem, Nihilist/Entombed, Darkthrone, Emperor, Dissection, etc
Lo stesso, proprio per via dei legami con questa gente, verrà coinvolto involontariamente con la cronaca nera dell'Inner Circle e gli incendi di chiese.
Ad esempio il concerto dei Mayhem a Sarpsborg (il 28 febbraio del 1990), finito poi sul live-bootleg "Dawn Of The Black Hearts" (con il corpo del suicida Dead in copertina) fu organizzato proprio da Metalion.
I Mayhem all'epoca non avevano ovviamente neanche un full all'attivo.
Metalion era praticamente coetaneo di Euronymous (i due si passavano appena 10 mesi) e grande appassionato di Metal Estremo sin dai primi anni 80 (quando aveva 14/15 anni, essendo del 1967) ovvero di Bathory, Celtic Frost e, soprattutto, Venom.
Tutte band straniere e non scandinave (in Norvegia si ascoltava ben altro ai tempi).

Metalion: "Questo è il sangue che scorre nelle mie vene, questo è il mio destino...non ci sono alternative, solo devozione totale!"
Metalion racconta di come l’unico modo per conoscersi tra metallari all'epoca fosse ai concerti.
E fu così che Jon conobbe Øystein Aarseth "Euronymous", proprio ad un concerto dei Motorhead.
 Assieme incisero addirittura una demo di 12 minuti, sotto il monicker Checker Patrol, dal titolo "Metalion In The Park", nel quale Jon, pur non essendo né un cantante né un musicista, presterà la sua voce per la title track.
Ma, come detto, il colpo di genio di Kristiansen fu la creazione della fanzine "Slayer Mag" che riuscì a far parlare di sè, in Norvegia e all’estero.
I Mayhem ovviamente furono i primi della lista.
Dopo la registrazione del demo "Pure Fucking Armageddon" (1986) diventarono di fatto i leader della nascente scena.

Metalion: "PFA era molto più estremo di qualsiasi cosa; il sound era davvero primitivo e brutale. Non potevi ascoltare nulla di più estremo"

In seguito arrivò l’EP "Deathcrush" (1987).
Se lo stile cominciava a delinearsi, ciò che ancora mancava era l’immagine, il look. Ancora una volta Metalion fu il testimone oculare del cambiamento esteriore di Aarseth e soci che agli inizi si vestivano normalmente: capelli neri, giacche di pelle, vestiti neri.
Ma ben presto anche questo cambiò: Euronymous cominciò a interessarsi al make-up e soprattutto al corpse paint.
Euronymous s'ispirò ai Sarcofago, band Thrash/Proto Black brasiliana che proprio in quel 1987 diede alle stampe il suo primo full lenght, divenuto cult, "I.N.R.I.".
Metalion: "Era ossessionato dai Sarcofago. Perché indossavano un sacco di borchie e il corpse paint. Diceva che ogni band voleva fosse così, perché era davvero contrario alla moda del Death Metal che arrivava dagli States e dalla Svezia. I gruppi Death suonavano dal vivo indossando delle tute da jogging e lui era davvero contrario a questo genere di cose"

Dopo di ciò, Euronymous cominciò ad adottare il make up e le borchie, imponendolo come modello per tutti. Impose anche lo stile musicale, visto che band come Darkthrone ed Immortal cambiarono sound dal Death al Black.
La stessa cosa è successa agli Emperor: avevano un gruppo che si chiamava Thou Shalt Suffer che faceva Death, poi cambiarono nome in Emperor per fare Black.
Tutta la scena norvegese comunque si basava su Euronymous. Li convinceva di cosa fosse giusto e cosa sbagliato. Diceva sempre quello che pensava, del seguire i propri istinti a quello che era veramente il Black come il corpsepaint e le borchie, adorare la morte ed essere estremi.
E’ questo ciò che diceva a tutti.
Metalion conosceva tutti o quasi i Blacksters della scena di Oslo, li aiutò a prendere coscienza di sé come gruppo, come persone accomunate da uno scopo: quello di creare, come detto, una scena originale. Andando oltre quello suonato da Venom, Bathory, Celtic Frost e la scena Death Floridiana (considerata moderata e da fighetti).
Da tutte le città e paesi della Norvegia i fan di questo nuovo terrificante suono prendevano contatti con Oslo, per lettera o per telefono.
Jon fu testimone anche dell’incontro tra Vikernes ed Aarseth: Varg non lo conosceva ancora nessuno, anche se aveva appena prodotto il suo disco d'esordio (l'omonimo).
Euronymous lo ascolta. E ne rimane estasiato, perché è estremo ed originale.
I due diventano immediatamente amici.
Visto che Euronymous gestiva un negozio di dischi (Helvete) ed una label indipendente dal 1989 (Deathlike Silence Productions) mise sotto contratto Burzum (che entrò anche a far parte dei Mayhem).
Il resto (incendi, omicidi, etc) è noto, ciò che mi preme sottolineare qui è che venne creata la musica e la scena più estrema di sempre.
Chissà se tutto questo senza Jon "Metalion" Kristiansen e la sua fanzine Slayer Mag...sarebbe stato possibile.
Per una lista di fanzine: Fanzine Rock & Metal

giovedì 3 settembre 2020

La Storia Dei Gorephilia e Il Suicidio Di Henri Kuula "Nemesis"

Oggi parliamo dei Gorephilia, un'ottima band finlandese Death Metal in rampa di lancio o almeno lo era prima del suicidio del leader Henri Kuula (Nemesis).
Suicidio, tra l'altro, annunciato in diretta su Facebook. Purtroppo ormai i social permettono questo ed è vero che ci consentono di avvicinarci a gente irraggiungibile (sia per distanza geografica che per notorietà) però questo li rende molto più umani e meno "senza compromessi" come lo erano negli anni 90.
Parliamo di una band underground? Sicuramente non dei Deicide o dei Morbid Angel che furono però questi Gorephilia avevano il loro perchè, sino al suicidio di Nemesis a fine 2018.
La band nasce nel 2007 e dopo alcuni demo giunge al full con "Embodiment Of Death" del 2012.
La formula è quella dei Demigod e dei Morbid Angel che furono: un Death con rallentamenti ed accelerazioni più spruzzate d'influenze Dark ed Horror; un disco spiccatamente anni ’90 nella forma e nei contenuti.
Basta ascoltare "Pantheon In Flames" per capire dove si andrà a parare: ritmi velocissimi, prima di rallentamenti mortiferi sui 3 minuti e nuova accelerazione finale.
"Exist To Suffer", "Saints Without Souls", "Gods Stand Aghast" andrebbero ascoltate senza se e senza ma. Come detto parliamo di un disco che non inventa niente ma con un buon songwriting e un'ottima sezione ritmica (grazie soprattutto al batterista Tommi Makkonen Viherialehto e al bassista
Tami Luukkonen).
"Vision Of Hell" chiude degnamente un platter che non inventa niente (l'ombra dei Morbid Angel aleggia su tutto il disco) ma si lascia ascoltare con piacere.
Cinque anni dopo, nel 2017, grazie all'ottima Dark Descent Records esce "Severed Monolith".
Anche qui il suono di batteria è debitrice di "Blessed Are The Sick" e "Domination" con però un nuovo batterista: Kauko Kuusisalo (poi andrà agli ...And Oceans). La voce gutturale di Nemesis ed il basso di Luukkonen sembrano provenire direttamente dall'inferno.
I testi neanche a dirlo riguardano disperazione, violenza e morte però con spruzzate spaziali/fantasy.
Visto quello che poi succederà a Nemesis, il testo di sotto potrebbe già essere una dichiarazione d'intenti.

"Interplanar" (da "Severed Monolith", 2017)
A noose that leads to another world
Fastened tightly around my neck
My faith, my only way to you
In the grip of your cold fingers
Awoken by the shivering wounds
Something straightens my broken neck
I pierce the sky with my eyes
No trace of your poison in sight
Now truly left in total solitude
In the mists of a desolate waste
A slave breaks down in apathy
But a god needs no one
A child strangled by his navel cord
Clawing his way through the womb
This will be the day of his birth
This will be the birth of a god

L’artwork ben descrive la cattiveria di canzoni quali la strumentale e sinistra "Words That Solve Problems", "Harmageddon Of Souls" o "The Ravenous Storm". Altri grandi canzoni sono la lenta "Black Horns" e la disumana "Return To The Dark Space".
Il disco è chiuso dall'ottima "Crushed Under The Weight Of God", anche qui i rallentamenti riportano ai Morbid Angel, tuttavia alcuni tratti (batteria soprattutto) riportano anche gli spaziali Thorns.
Quasi 10 minuti per un pezzo davvero claustrofobico.
Se questa band fosse uscita negli anni 90 sarebbe stata nell'olimpo della scena, essendo arrivata con oltre 20 anni di ritardo non si può che parlare di buona musica anche se derivativa.
Sicuramente però se non avete gradito i nuovi Morbid Angel, si può ripartire da qui.


IL SUICIDIO DI NEMESIS
Il 3 dicembre 2018 è comparso questo stato di Henri Kuula in arte Nemesi:

"Mi dispiace per quelli che ho incontrato e conosciuto. Mi sono drogato troppo ed alcolizzato nei migliori 10 anni della mia vita. Ho rubato ai miei amici e sul posto di lavoro. Ho trascurato la mia famiglia e i miei amici per drogarmi. Ecco perché sono stato così distante. Ho abusato di donne con il mio status di "musicista", più di una volta. Questo è stato per coprire le mie incapacità di uomo.
Questo percorso e il mio coinvolgimento con droghe, alcol, tabacco e simili devono finire.
Mentre molti di voi mi tengono in grande considerazione come persona, io non sono una brava persona, e dovrei essere evitato a tutti i costi.
Essendo merdosa come vita, non prenderò mai parte a un progetto o band Black Metal e sarò costretto ad evitare la scena e le persone in essa. Non ho la forza di volontà per fare Black Metal, e non l'ho mai fatto. Mi sto comportando come non vorrei fare da molto tempo. È ora di finirla adesso.
Addio"
Messaggio della band: "Con il cuore pieno forniamo la peggiore notizia ai nostri amici e fan. Henri, il nostro cantante e amico di vecchia data, è morto. Si è suicidato lunedì sera, 3 dicembre, dopo anni di lotta con problemi vari. Henri aveva una personalità davvero unica, che avrebbe sicuramente lasciato un'impressione duratura su tutti quelli che incontrava: era un caro amico e un ragazzo loquace. Un vero amante della musica. Come nostro frontman, la sua voce unica nel suo genere, presenza scenica e testi saranno ricordati con affetto.
Rest in Peace
Henri Emil Kuula (1989-2018)"

"Crushed Under The Weight Of God" (da "Severed Monolith", 2017)
Come, Death
Give me what life could not
Come, Death
Give me closure
Come, Death
Give me what life could not
Come, Death
Give me a conclusion