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lunedì 24 dicembre 2018

Il Mistero Dell'Identità Dei Deliverance e la Copertina Satanica Di Devils Meat

"... Io sono il padre della bestia e porto le vergini alla mia festa ..."

I Deliverance furono un'oscura Thrash Metal band inglese con testi intrisi di satanismo ed occultismo.
Si formarono a metà degli anni '80, mischiando sonorità Thrash e Dark (simili a Mercyful Fate, Pentagram, primi Sodom, Kreator e questa gente qui) anticipando anche il sound Black Metal che stava per essere coniato in Scandinavia.
Nella band figuravano tre cantanti: Kris Krowe (basso/voce), Sin (chitarre/tastiere/voci) e Master Daniels (batteria/voce).
Il batterista era Clive Cutie.
La band venne conosciuta come Satan Brothers.
Questi nomi, ai più, non diranno niente perchè sono degli pseudonimi.
L'identità della band è sempre stata avvolta nel mistero più assoluto, nessuno tra l'altro li ha mai visti (non sono mai stati rappresentati sui dischi).
L'esordio "Devils Meat" uscito su Metalworks nel 1987 è sfacciatamente satanico, con un suono Thrash Metal molto pesante e se vogliamo basico.
Sulla cover di Devils Meat appare la fotografia di una bambina di quattro anni (di nome Terri) con uno sguardo maligno (si racconta che oggi faccia la maestra d'asilo ed ha appunto 34 anni).
Indossa una tunica rossa, e dalla sua bocca cola del sangue.
Sulla sua fronte, sempre col sangue, è scritto «carne del diavolo».
Al collo, insieme ad altri ciondoli satanici, ha una croce rovesciata.
Dice il brano che dà il titolo all'album: "Anima pura o mite, la bambina di Lucifero/ Assaggia la sua carne, lecca il suo sangue/ Dal mio male non sgorgherà il bene"
"Desire" e "Your Death" aprono in modo mistico ed oscuro il disco, le influenze dei Bulldozer sono palesi.
"Rotten To The Core" è davvero indiavolata nel suo incidere oltre ad essere velocissima, "Deliverance" e i suoi assoli è un altro pezzo da 90 nel disco.
Il disco è molto Thrash oriented con chiare influenze primi Slayer, Venom, Kreator, Sodom.

"Evil Friendship" esce nel 1989 e a differenza del primo disco introduceva tastiere e un atteggiamento più sperimentale, con una produzione migliore e una musicalità molto diversa dall'esordio.
Anche qui i testi sono intrisi di satanismo ma sono più maturi.
Tutti i vizi sono associati ad una figura satanica.
L'intro "Dies Irae" non lascia presagire mutazioni di sound che invece sono evidenti già con la seconda traccia ("Tongues Of Lies") che presenta rallentamenti e delle tastiere (stessa cosa nel finale di "Alive Forever").
"Turn Me To Stone" invece è sorretta da un ottimo riff ed è molto Mercyful Fate.
Il gusto per l'oscurità e l'horror è palese anche nella traccia "Rabid" e nella successiva "Troopers Of Death" dove troviamo anche un bell'assolo con i nostri che sembrano fare il verso a Malmsteen (per quanto si tratti di un assolo molto poco Thrash).
Nel 1990 invece esce "The Book Of Lies", dove vengono in parte abbandonati testi ed immagini sataniche. Da allora non si è più saputo niente di loro.
Il sound è più Rock/Heavy classico con sempre i Mercyful Fate a farla da padrone.
La conclusiva "R.I.P." è la pietra tombale alla carriera della band.
Infatti 3 anni dopo uscirà la compilation griffata Geffen Music ("The Ultimate Revenge" dove curiosamente "Devil Friendship" viene chiamata "Evil Friedschip") ma da quel "Book Of Lies" dei Deliverance non si seppe più nulla.
Dal nulla erano arrivati a metà anni 80 e nel nulla scomparvero nel 1990: senza lasciare traccia.

sabato 15 dicembre 2018

I Rage Against The Machine: Show Interrotti, Attivismo e Critiche Al Ku Klux Klan

I Rage Against The Machine si formarono nel 1991 grazie a Tom Morello e Zach De La Rocha.
Furono una delle prime band a mischiare Rock/Metal con il Rap, influenzando quella che poi sarà la scena Nu Metal a fine anni 90.
L'esordio avviene nel 1991 con l'album omonimo "Rage Against The Machine", impregnato (come anche altri pezzi negli anni successivi) di messaggi contro il sistema e la politica (loro si sono sempre dichiarati di sinistra, quella attivista e rivoluzionaria).
Riguardo questo album noi ci soffermeremo principalmente sul testo di "Killing In The Name" ma si possono citare anche le canzoni "Know Your Enemy" o "Freedom" (atta a protestare contro l'incarcerazione dell'attivista politico Leonard Peltier che si battè per i diritti dei diritti americani venendo arrestato nel 1977 e condannato a 2 ergastoli per l'omicidio di 2 agenti della FBI).
A livello strettamente musicale non si può sorvolare sulle ottime "Bombtrack", "Settle For Nothing" ed ovviamente "Bullet In The Head".
Nel disco, il chitarrista Tom Morello utilizzò tecniche particolari per cambiare radicalmente il suono emesso dalla sua chitarra per ottenere suoni simili a sintetizzatori.
Tant'è vero che nelle note di copertina dell'album il gruppo fu costretto a scrivere: "no samples, keyboards or synthesizers used in the making of this record" (cioè "nessun campionatore, tastiera o sintetizzatore è stato utilizzato durante la realizzazione di questo disco".
Come detto, il singolo apripista dell'album fu la nota "Killing In The Name" che ebbe un notevole successo commerciale.
La versione americana del brano fu di un minuto più corta di quella originale.
Ciò fu dovuto alla rimozione della frase "Fuck you I won't do what you tell me" ("Vaffanculo, non farò quello che mi ordini"), ripetuta ben 16 volte.
La canzone urla contro le forze dell’ordine statunitensi dopo che si era sparsa la voce che alcuni di loro fossero seguaci del Ku Klux Klan.
Sostanzialmente si tratta di organizzazioni segrete esistenti negli USA con finalità terroristiche, razziste e che propugnano la superiorità della razza bianca.
Le prime due sillabe che compongono il nome del gruppo significano cerchia.
I membri del Ku Klux Klan nel tempo si sono sempre più accostati a ideali nazionalisti e discriminatori che spesso sono d'estrema destra, quali il razzismo, l'antisemitismo e l'anticristianesimo (uno dei loro simboli erano/sono le croci bruciate), l'omofobia e l'anticomunismo.
Cerimonia d'iniziazione: "Il Ku Klux Klan è stato creato per rigenerare il nostro sventurato paese e per riscattare la razza bianca dall'umiliante condizione in cui è stata recentemente precipitata dalla nuova repubblica. Il nostro principale e fondamentale obiettivo consiste nel mantenimento della supremazia della razza bianca in questo paese. La storia e la fisiologia ci insegnano che noi apparteniamo ad una razza che la natura ha gratificato con una evidente superiorità su tutte le altre razze, e che il Creatore...ha inteso affidarci un dominio sopra le razze inferiori. Questa nostra Patria è stata fondata dalla razza bianca e per la razza bianca, e ogni tentativo di trasferire questo controllo sulla nazione a favore di razze inferiori come la negra, va palesemente contro il volere divino e costituisce una violazione della Costituzione. L'uguaglianza sociale dovrà dunque essere bandita per sempre, perché essa rappresenta un passo pericoloso verso l'uguaglianza politica o, peggio, verso i matrimoni misti e la produzione di una sottospecie di bastardi e di degenerati..."

"La band appunto, si chiedeva nella canzone: uccidere per conto di chi?
"Killing in the name of!" "Uccidere per conto di qualcuno!".
Per conto di chi uccidono le forze dell’ordine? Per la giustizia o per la pace? O per qualcosa o qualcun altro? Nel nome di chi?
Negli anni 90, si era sparsa appunto la voce che alcuni membri della polizia fossero seguaci del Ku Klux Klan.

"Some of those that work forces are the same that burn crosses"
"Alcuni di loro che lavorano per le forze sono gli stessi che bruciano le croci".
E’ in questo verso, ripetuto più volte durante la canzone, il chiaro riferimento al Ku Klux Klan. Infatti, il simbolo del KKK è proprio una croce che brucia. Il sistema è ormai compromesso.

"And now you do what they told ya but now you do what they told ya well now you do what they told ya"
"E ora fai ciò che ti hanno detto!". Ripetuto ben 11 volte. Ora la società si sta conformando. La paura cresce e proprio per non andar contro ai potenti li assecondano per non subirne ripercussioni. Concetti che si collegano perfettamente agli scopi del KKK.

"You justify those that died by wearing the badge, they’re the chosen whites"
"Tu giustifichi coloro che sono morti per aver indossato l’emblema della nazione, sono i bianchi eletti". Ennesime giustificazioni per ribadire il concetto sbagliato che ciò che si fa in nome della propria nazione è lecito.

"F**k you, I won’t do what you tell me"
"V********o, non farò ciò che mi dite!". E’ questo il grido finale ripetuto 16 volte.

In seguito la band intraprese un tour al supporto del disco e durante un concerto a Filadelfia nel 1993, i quattro apparvero nudi sul palco per 15 minuti, con le bocche chiuse dal nastro adesivo, e una lettera per ciascuno sul petto a formare la sigla "PMRC" (Parents Music Resource Center, il comitato responsabile della censura sugli album discografici negli USA).

Tom Morello: "Dopo 10 minuti la folla divenne selvaggiamente ostile e la gente iniziò a gettarci roba addosso"

Nel 1996 uscì "Evil Empire", che debuttò al primo posto di Billboard.
Le canzoni "People Of The Sun" e "Bulls On Parade" furono un grande successo.
Al Saturday Night Live il loro concerto fu però subito interrotto, dopo che la band aveva tentato di capovolgere le bandiere americane sui loro amplificatori.
Fecero ciò per protestare contro l'ospite Steve Forbes, all'epoca candidato repubblicano alla Casa Bianca.
Gli organizzatori avevano già avvisato la band che "Bullet In The Head", nel caso fosse stata suonata, sarebbe stata silenziata.
De la Rocha : "Per me, in quanto artista, è importante chiarire ai governi degli Stati Uniti e del Messico che, nonostante la strategia di paura ed intimidazione agli stranieri, nonostante le loro armi, nonostante le loro leggi sull'immigrazione e le riserve militari, non saranno mai in grado di isolare le comunità zapatiste dal popolo degli Stati Uniti"

Nel 1999 esce "The Battle Of Los Angeles", terzo album in studio della band.
Tra i suoi brani più noti troviamo: "Testify", il cui video promozionale scherniva Al Gore e George W. Bush proprio durante il periodo delle elezioni USA del 2000; "Sleep Now In The Fire", che critica duramente lo sgancio delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki e il Napalm utilizzato in Vietnam; "Voice Of The Voiceless", è invece dedicata a Mumia Abu Jamal (attivista afro-americano membro dell'organizzazione "Pantere Nere").
Forse il brano principale dell'album però è "Guerrilla Radio".
Tornando a "Sleep Now In The Fire" il video venne girato sui gradini del Federal Hall National Memorial, di fronte al NYSE (borsa di New York) nel centro di Manhattan. La band invitò i fan a unirsi a loro nelle riprese: arrivarono circa 300.
La polizia tentò durante le riprese di togliere il basso a Tim Commerford che non voleva smettere di suonare.
Il regista del video Michael Moore venne arrestato durante le riprese del video: nonostante disponessero di un permesso federale per suonare lì.
Nel video si vedono normali fan dei Rage Against The Machine, ma ci sono anche tante persone in giacca e cravatta presumibilmente dipendenti di Wall Street che si dimenano con la musica che esce dalle casse mentre il gruppo mima sugli strumenti.
Tutto quel movimento attirò centinaia di poliziotti, che non avevano perso tempo nel tentare di bloccare le riprese.
In seguito un sergente di polizia aveva staccato la chitarra di Morello, rimanendo chiaramente confuso quando la musica non si era fermata, dato che veniva diffusa a parte per le riprese.
Morello: "Lo sguardo sul suo volto somigliava a quello di un cavernicolo che vede il fuoco per la prima volta"

Commerford alla fine fu convinto a smettere di suonare e fu arrestato dopo una breve colluttazione.
Finite le riprese, i membri della band, insieme a molti dei loro fan, presero d'assalto le porte del NYSE. De la Rocha venne allontanato dopo essere riuscito ad entrare per un attimo attraverso una porta laterale. Poi riuscirono a costringere il NYSE a chiudere per qualche ora, per questioni di sicurezza.
Nel 1999 suonarono anche al festival intitolato Woodstock 1999 ed anche in quest'occasione bruciarono la bandiera americana, in segno di protesta.
Il 26 gennaio 2000 si esibirono dal vivo davanti a Wall Street con il New York Stock Exchange che dovette chiudere i battenti, per il disagio provocato dalla folla che guardava il concerto.
Verso la fine del 2000, subito dopo la pubblicazione di "Renegades" (ultimo album in studio però comprendente cover) e la vittoria alla Casa Bianca di George W. Bush, Zack de la Rocha lasciò la band per intraprendere una carriera solista.
I Rage Against The Machine, a parte qualche concerto live, finirono qui.

domenica 2 dicembre 2018

La Storia Di Malmsteen: Critiche ad Altri Musicisti, Droga, Alcol ed Arresti

"Se prendi una nave spaziale, ci sono due cose create dagli uomini che puoi vedere dallo spazio. Una è la grande muraglia cinese, l’altra è il muro di Marshall di Yngwie Malmsteen!" 
(intervista rilasciata a Rebecca Dirks sul magazine Premier Guitar)

Yngwie Malmsteen malgrado i suoi numerosi proclami circa la necessità di badare alla musica e non tanto alla velocità e alla tecnica, non c'è dubbio che l'axeman svedese sia (stato) tra i chitarristi più veloci del pianeta, nonchè tra i più narcisi per via di tecnicismi esasperati (e quindi spesso superflui) ed improvvisazioni pazzesche dal vivo. Lars Johan Yngve Lannerbäck nasce il 30 giugno 1963, a Stoccolma, si avvicina alla musica in giovane età dopo aver ascoltato Jimi Hendrix. In primis verrà colpito dal fatto che Hendrix bruciava le chitarre sul palco.

"Sì, bruciava la chitarra e questo mi ha colpito molto, ho pensato...voglio farlo anch'io ma niente di più...perchè Hendrix faceva rumore, io faccio musica"

Grazie ad arpeggi, scale e musica classica diventerà quello poi conosciuto negli anni 80 e 90 ma sul piano prettamente musicale sarà sempre ben lontano dalla follia visionaria e lisergica di Jimi Hendrix. Finirà in band chiamate"Power", "Burn" e "Silver Mountain" ma solo con l'invio del demo a Mike Varney della rivista "Guitar Player" che la sua carriera comincia a prender piede. Varney, uomo con uno spiccato senso del business, invita Malmsteen in America per incidere per la sua etichetta (la "Shrapnel"); il 23 febbraio 1983, Yngwie vola in California con la chitarra in mano e si unisce ad una nuova band di Los Angeles, gli "Steeler", giovane gruppo che suonava nei club.
Dura poco perchè si accasa con gli Alcatrazz di Graham Bonnet, ex vocalist di Rainbow e Michael Schenker Group. Yngwie è costretto ad abbandonare anche questa formazione, a causa delle pesanti tensioni con il frontman. I riflettori si sono gradualmente spostati sul chitarrista e questo a Bonnet non piace. Nel loro ultimo concerto assieme, la Stratocaster di Malmsteen non emette suoni: il cantante ha staccato, apposta, il cavo dall'amplificatore. "I soli di chitarra sono spazzatura" pare gli abbia ribadito più volte. Quando l'episodio si ripete ancora, nel corso della stessa serata, è la goccia che fa traboccare il vaso. Malmsteen gli urla che ha intenzione di andarsene, Bonnet lo insulta e lo colpisce con il microfono.

"Me lo conficcò nello stomaco come una lancia", racconterà Yngwie "io lo colpii forte con un pugno e lui andò al tappeto. Quello fu il mio ultimo concerto con gli Alcatrazz".

Il "solo album" di debutto (l'ormai celeberrimo Rising Force del 1984), realizzato precocemente e con grande sicurezza, mette in luce la grande visione tecnica (seppur ancora un po' acerba) del funambolico svedese con un disco quasi interamente strumentale (se si esclude qualche vocals di Jeff Scott Soto).
Il consenso arriva in fretta, e così anche i fan, che cominciano a guardarlo con soggezione.
"Black Star", "Icarus Dream Suite Op.4", "Evil Eye" e "Far Beyond The Sun" sono sicuramente i brani più noti del platter. In copertina una chitarra totalmente in fiamme ma sorretta da un braccio diretto verso il cielo, il braccio di un giovane svedese arrogante e senza ritegno che prepotentemente si fa strada nel panorama musicale dei tempi. I suoi pezzi sono sorretti da una profonda cultura musicale di stampo classico che lo portano ad arrangiare in maniera unica e originale i suoi assoli e tutto il comparto armonico, i suoi "idoli sono ormai tutti morti e sepolti", afferma egli stesso in una delle innumerevoli interviste rilasciate, non mancando assolutamente di precisare: "Bach, Vivaldi, Paganini, Beethoven, Tchaikovsky, etc" Le pressioni del successo e quelle dei tour hanno poi spinto il chitarrista svedese ad assumere e a licenziare un ampio numero di cantanti, mentre i bassisti sono andati e venuti senza colpo ferire. Segue poi Marching Out (1985) un album vario dove è possibile trovare sonorità pesanti, lente e cadenzate come in "I'll See The Light Tonight" "Disciples Of Hell" caratterizzate da atmosfere cupe e tenebrose ben evocate dalle tastiere. Semplicemente devastanti le varie "Don't Let It End", "Anguish And Fear", "Caught In The Middle" dotate di una sezione ritmica imponente che rimane subito in mente. "I'am Viking" ricalca le origini di Malmsteen. "On The Run Again" e "Soldier Without Faith" alternano parti veloci ed altre più leggere e tristi (negli assoli), in totale contrapposizione con il resto dei brani. Semplicemente fantastici i pezzi strumentali Overture 1383 e la conclusiva title track dove Yngwie sforna melodie e solos guitars lenti, toccanti ma allo stesso tempo sognanti! Un plauso anche al giovane tastierista Jens Johansson e al singer Jeff Scott Soto (con il quale poi Malmsteen andò in contrasto, appunto che in uno show in cui c'era Soto come spettatore, Malmsteen dirà "se c'è lui non suono"). Trilogy (1986) è forse l'album in cui forse si nota in maggior modo le influenze classiche della produzione musicale del chitarrista svedese.
Il platter, dominato anche dalle tastiere, è aperto dalla bellissima "You Don’t Remember, I’ll Never Forget" (che live acquisisce ancora più spessore). "Liar" è una bellissima cavalcata con un bel ritornello ed ottime linee di basso. "Queen In Love" è dotata di un'ottimo riff, mentre guitar solo veloci e graffianti si susseguono lasciando il segno. In "Crying" troviamo ritmi tristi ben supportati anche dagli altri strumenti. Con "Fury" si passa ad un sound decisamente più cattivo, "Fire" alterna parti veloci ad altre lente. Anche "Magic Mirror" è pervasa dalle tastiere, "Dark Ages" è stranissima nel suo incedere- A far calare il sipario sull’album ci pensa "Trilogy Suite Opera", una track a dir poco incredibile che testimonia la tecnica inumane di Malmsteen. Un mare di note inizialmente è proposto (con pulizia totale) a velocità supersonica sopra ad un ottimo lavoro di basso. Poi rallentamenti, cavalcate veloci e cambi di riff pazzeschi.


PROBLEMI DI ALCOOL, DROGA E L'INCIDENTE STRADALE
A seguito di "Trilogy" passano diversi anni prima di poter ascoltare nuova musica del chitarrista svedese, per via di una serie di problemi personali. Molto è dovuto allo stile di vita sregolato di Malmsteen. Come lui stesso ha ammesso, fa la conoscenza della droga, anche se a destabilizzare la sua vita è in maggior misura il consumo smisurato di alcol e il vino:

"Mi piace anche il vino, ma quando cominciai a berne non capivo bene la differenza; poi però, quando provi qualcosa di qualità, inizi ad apprezzarli davvero davvero. Mi piacciono i buoni vini, principalmente roba italiana!"

Una sera del 1987, ubriaco alla guida della sua auto, il giovane axeman ad altissima velocità, perde il controllo della sua macchina e va a schiantarsi contro un albero. L'impatto è fortissimo al punto che il cofano della macchina si accartoccia ed Yngwie, che è senza cintura di sicurezza, picchia la testa sul volante così violentemente da spezzarlo in due e solo per miracolo non si rompe l'osso del collo. A seguito dell'incidente entra anche in coma per una settimana. Al suo risveglio trova la madre al capezzale, volata subito dalla Svezia agli U.S.A. per stargli accanto. Yngwie la trova dimagrita, ma la madre lo rassicura, dicendogli che sta seguendo una dieta; solo più tardi il chitarrista scoprirà che la madre è malata di cancro e questa notizia è un'ulteriore prova difficile da affrontare. Il giovane svedese apprende anche che a causa dell'incidente ha rischiato di perdere l'uso della mano destra ed infatti un nervo risulta lesionato. La riabilitazione è dura e lunga, per tornare a suonare Malmsteen deve esercitarsi molto, ma alla fine di quel calvario dichiarerà di essere addirittura migliorato.
Inoltre le cure per il suo ricovero in ospedale non vennero pagate...il suo manager di allora Larry Mazer, prelevò molti soldi dal conto del chitarrista quindi tutto ciò che allo stesso rimane sono 18 dollari, delle chitarre e qualche amplificatore. Licenzia all'istante il manager e ne assume un altro, anche se poi le cose non miglioreranno, almeno fino all'arrivo di Nigel Thomas, il manager che lo tirerà fuori dai guai finanziari. Tutto ciò porterà ad Odyssey nel 1988: quarto lavoro in studio che si avvale delle vocals di Joe Turner. In Rising Force fuoriesce tutta la tecnica di Yngwie con uno stupendo duello finale tra chitarre e tastiere che si rincorrono. Altri cavalli di battaglia del disco sono il mid tempo "Heaven Tonight" e "Déjà Vu" con il suo riconoscibilissimo ritornello (anche se un po' commercialotto). "Faster Than Speed Of Light" non fa prigionieri, con "Dreaming (Tell Me)" viene infilata anche una balla. "Bide The Bullet" è tecnica allo stato puro. "Riot In The Dungeons" trova i suoi punti di forza sia nelle strofe altalenanti che nell'ottimo lavoro della sezione ritmica e delle tastiere.
Nel 1989 esce "Trail By Fire" cioè un live svoltosi a Leningrado solo un mese prima del termine della Guerra Fredda. Tra le Hit troviamo canzoni storiche come "Far Beyond The Sun", "Black Magic", "Trilogy Suite Opera 5-Spasebo Blues", "Liar", "Queen In Love" ed ovviamente "You Don't Remember, I'll Never Forget" mentre chiude il lavoro una cover di Jimi Hendrix ("Spanish Caste Magic"). Il disco è caratterizzato da un immenso virtuosismo tecnico ma non mancano parti atmosferiche e melodiche, grazie anche alle tastiere di Jens e alle vocals dell'impeccabile Turner.
Finiti gli anni 80, esattamente nel 1990 esce Eclipse, dove risulta subito evidente fin dai primi tre brani che Malmsteen si è aperto al grande pubblico. "Making Love", supportata anche da un videoclip, viene considerata commerciale dagli amanti del primo Malmsteen.
Nonostante le (molte) critiche, non si può però rimanere indifferenti davanti a pezzi come "Bedroom Eyes". La stessa capacità tecnica compare nella lenta "Save Our Love", che sostituisce alla consueta esibizione di abilità un’interpretazione romantica e più delicata. Risalenti ai primi 3 dischi, come stile, i pezzi "Motherless Child", "Devil In Disguise" e "Demon Driver". Eclipse si conclude con la titletrack, che è anche l’unico brano strumentale dell’intero album.
La discografia e collaborazioni del nostro sono sconfinate però vorrei segnalare un altro disco: "Concerto Suite For Electric Guitar And Orchestra" del 1998, ove lo svedese è affiancato ad un'orchestra. In questo disco si notano le influenze di Paganini, Vivaldi, Bach a Beethoven.
Per farsi un'idea, basta ascoltare già "Icarus Dream Fanfare", con l'orchestra da una parte e la chitarra di Malmsteen dall'altra. Questa canzone riprende il tema di Icaro dal 2°mov. della "Icarus Dream Suite", "Adagio" ripreso da "Brothers (The Seventh Sign)", "Toccata" dall'intermezzo di "Motherless Child", "Finale" ripresa dell'intro di "Fire And Ice (dall'omonimo album).
Sicuramente da ricordare è inoltre la sua performance al G3 live di Kansas City del 2003, assieme a Steve Vai e Joe Satriani, con l'incredibile esecuzione di "Rockin' In The Free World" di Neil Young.


I PROBLEMI CON LA GIUSTIZIA E IL BURRASCOSO RAPPORTO CON LA MOGLIE AMBER
Malmsteen ha un figlio di nome Antonio (in onore di Antonio Vivaldi).
Sia negli anni 80 che nei 90, Malmsteen per via dell'abuso di droghe ed alcool è stato spesso e volentieri coinvolto in risse e in continui litigi con più o meno chiunque (soprattutto per la sua sbruffonaggine ed arroganza). Era inoltre frequentatore di Strip Joint (locale di spogliarelliste) e del Roxy Club in Florida (da dove venne spesso e volentieri cacciato nei primi anni 90, per risse e perchè notevolmente ubriaco, soprattutto a seguito del flop di Eclipse). Yngwie inoltre ha avuto una storia molto tormentata con Amber Dawn Landin, che attualmente sbarca il lunario come dominatrice con lo pseudonimo di Mistress Seven. Nel maggio del 1992, Amber aveva 17 anni. Lei e sua madre si recarono alla Mason Jar, Malmsteen, all'epoca 30enne, era in pieno periodo d'oro grazie a Fire And Ice (100.000 copie vendute in Giappone nel solo giorno dopo la sua pubblicazione. In questo disco venne criticato il singolo "Teaser" ma si segnalano la ballad "I'm My Own Enemy", la tormentata "Final Curtain" tra muri di chitarre dalle distorsioni piú accentuate ed un singing sofferto e solitario, oltre alle strumentali e tecniche "Perpetual" e "Leviathan"). Seven dice che non sapeva neppure chi fosse Malmsteen, ma che dopo aver visto il suo concerto insieme a sua madre aspettò il guitar hero per ricevere un autografo, come regalo per il giorno del compleanno di suo fratello, grande fan dello svedese. Seven e Yngwie si scambiarono anche i numeri di telefono. Nei mesi a seguire iniziò una relazione fatta di molti contatti tra i due. Pare che dopo qualche mese lui iniziò a picchiarla. Seven dice che le piaceva una certa aggressività consensuale nelle situazioni sessuali, ma non gradiva essere picchiata.
I due usavano regolarmente cocaina e altre droghe, e la violenza conosceva una escalation col passare del tempo. Nell'agosto del 1993, la madre di Seven chiamò la polizia di Miami dichiarando che Malmsteen stava tenendo imprigionata sua figlia sotto la minaccia di un fucile. Un team della SWAT circondò la casa e dopo ben 4 ore Malmsteen fu circondato dalla polizia nel suo bagno (come confermerebbero il Miami Herald e il Miami New Times). Seven decise di non denunciare il marito e addirittura i due si sposarono in un castello a Stoccolma il 26 dicembre del 1993
Yngwie proibì alla famiglia di Seven di essere presente al matrimonio e le damigelle della sposa furono estratte tra le vincitrici di un concorso per fans. Nelle foto del matrimonio pare che la sposa avesse un umore visibilmente negativo. Seven seguì Yngwie in molti tour e pare che il chitarrista abusasse di lei in pubblico e davanti alla band. Non avrebbe nemmeno mai ricevuto le royalties per le lyrics della song "Prisoner Of Your Love", per la quale tuttavia risulta regolarmente accreditata.
Pare comunque che Amber tradisse Malmsteen, questo anche uno dei motivi della loro (inevitabile) separazione.

Malmsteen (in un'intervista del 2010): "La mia vita non è cambiata poi così tanto dall'incidente stradale, è cambiata in questi ultimi anni. Ho smesso di fumare e bere circa sei anni fa. L'unica cosa che mi piace è saltare sulla mia Ferrari, le colleziono, ne ho 4 e ne sono molto felice"


ANNI SUCCESSIVI
The Seventh Sign (1994) e Magnus Opus (1995) sono album buoni ma di passaggio tra i grandi dischi degli anni 80 e il baratro che avverrà tra fine anni 90, nuovo millennio e tempi recenti. In questi due album come vocalist c'è Mike Vescera che viene cacciato da Malmsteen durante un tour in Italia perchè ebbe un atto sessuale con la moglie dello stesso. Malmsteen proseguì concerto e tour cantando in prima persona le canzoni. Il fatto di cacciare continuamente i membri della band è un qualcosa che l'ha sempre contraddistinto sin dagli esordi, tuttavia fu probabilmente da questo evento che, purtroppo, gli venne l'idea di poter far tutto da solo. Ovvero quello che inizierà a fare negli anni successivi e in epoca più recente: scrivere canzoni, cantarle, autoprodurle tramite la sua Rising Force. Insomma inizierà a fare tutto lui, con risultati che si tradurranno in album assolutamente pessimi ed imbarazzanti che è inutile citare.


GLI INSULTI SU GUITAR WORLD 1994
In una nota intervista a Yngwie Malmsteen, rilasciata a Guitar World nel 1994 ed organizzata come un “ascolto alla cieca”, nella quale al chitarrista svedese vengono riproposti degli spezzoni di canzoni rilasciando poi il suo parere. Yngwie ne ha per tutti: dai Metallica a Joe Satriani, passando per Jeff Beck, Pearl Jam, The Cure, Pantera, etc

Su Joe Satriani e "The Mighty Turtle Head (da Time Machine, 1993):
"E' stonato. Questa roba è stata fatta per 30 anni. E' il modo di suonare una pentatonica più ordinario che abbia mai sentito, le frasi sono scontate e banali. Qui sembra uno che suona in un garage!"

Su Jeff Beck e "Cause We’ve Ended As Lovers" (da Blow By Blow, 1975):
"Sta suonando fuori tonalità. I suoi bending sono stonati: ogni volta che ne esegue uno, risulta crescente o calante, chiunque sia il chitarrista. Non posso credere che le persone chiunque abbia prodotto e progettato questo o gli ascoltatori, siano sordi. Non posso crederci!"

Sui The Cure e "Purple Haze" (da A Tribute To Jimi Hendrix Reprise, 1993)
"Totale bestemmia! Non fai "Purple Haze" su ritmiche Rap del cazzo! Semplicemente no! Il solo pensiero mi fa venire voglia di vomitare! È come convertire una Rolls Royce in una Volkswagen. Chiunque siano questi ragazzi dovrebbero essere fucilati! E il fatto che (il produttore) Eddie Kramer, che conosco da anni, non mi abbia chiesto di fare qualcosa su questo tributo a Hendrix è anche una bestemmia! Mi sarebbe piaciuto suonare"

Sui Primus e "My Name Is Mud" (da Pork Soda, 1993):
"Lo slap bass è la tecnica peggiore di sempre. La detesto. Primus non sono poco intelligenti, ma penso che la loro musica sia fatta, non per far incazzare la gente, ma per far reagire l'ascoltatore, 'Che cazzo è questo?' Qualcuno come Alan Holdsworth interpreta le cose più stravaganti, ma lo fa con brio e gusto. Questo invece è stata fatta solo per farlo"

Sui Pearl Jam e "Go" (da Atlantic, 1993):
"Sto scavando la mia tomba proprio ora. Penso che il cantante dei Pearl Jam dovrebbe andare a mangiare qualche confettura di perle! Non saprebbe cantare neanche se dovesse farlo per salvarsi la vita! E il chitarrista deve cercare aiuto. L'assolo di chitarra è terribile è solo una stronzata, una cazzata di pedale wah-wah! Questa è la cosa più disgustosa, così insipida, così comune, così sfacciata: la peggiore! Ci sono un paio di persone come Clapton, Hendrix, Angus Young, Ritchie Blackmore, persino Jimmy Page, che hanno suonato pentatoniche e cose normali ma lo hanno fatto con gusto. Ma il chitarrista dei Pearl Jam non ha assolutamente nessun gusto. Non voglio più commentare quella canzone"

Sui Dream Theater ed "Under A Glass Moon" (da Images And Words, 1992)
"Ho solo una riserva su di loro: il loro batterista. La sua scelta del tempo è terribile! Ovviamente ha ascoltato troppo Neil Peart dei Rush nel corso degli anni e ha bisogno di prendere un valium"

Sui Metallica e "Master Of Puppets" in una versione live (da Live Shit: Binge & Purge, 1993):
"Sono i Metallica, mi piace questo brano! Tra i gruppi che suonano questo tipo di musica, sono i migliori. James Hetfield canta meglio degli altri cantanti del suo genere e Lars Ulrich è un gran batterista. Nel complesso, la band ha un suono eccezionale. Ma penso che il chitarrista principale non sia molto bravo. Kirk Hammett sa suonare veloce ma la scelta delle note e il suo orecchio sono pessimi. Non penso che suoni con la musicalità o suoni in sintonia. Piuttosto che aumentare il livello della canzone, il suo assolo sembra essere l'anticlimax"

Sui Pantera e "I’m Broken" (da Far Beyond Driven, 1994):
"Quando inizia la parte vocale, non trovo parole per esprimere il mio disgusto, perché questo non è cantare. Sembra che qualcuno stia spingendo qualcosa nel culo del cantante, o qualcosa stia uscendo dal suo culo e dalla sua bocca allo stesso tempo. Il riff iniziale del brano è davvero buono. Ma non amo molto il timbro delle chitarre, preferisco una distorsione che non faccia sembrare il suono davvero distorto se non esegui più di due note assieme"

Sui Death e "The Philosopher" (da Individual Thought Patterns, 1993)
"Il cantante suona come se fosse seduto su un water. Non lo sopporto! Sembra che la band non riesca a decidere quale canzone suonare. Troppi cambi di tempo. Il chitarrista non è terribile; in realtà ha un vibrato decente. Mi piace che il bassista stia suonando senza freni. Tuttavia, il fatto che stia suonando stonato non è così bello. Sono simili ai Metallica, ma non così buoni. Anche la produzione è terribile; sembra che sia stato registrato su un Fostex a 4 tracce"


INSULTI A JORN LANDE E DEEP PURPLE
In un'altra delle tante interviste nei primi anni del 2000, attaccò Jorn Lande, cantante che ha militato nella band di Yngwie in passato e che quest’ultimo ha definito "un pazzo, uno che non conta niente, non bisognerebbe neppure nominarlo. Chi se ne frega di Jorn? Perché dovrei parlare di lui? Non interessa a nessuno. E chi sono gli Ark? E’ una band così importante? Sconvolgeranno il mondo? Non credo"

Sui Deep Purple: "I Deep Purple potrebbero essere molto meglio oggi come oggi. Steve Morse è un ottimo chitarrista, ma è americano. Se avessero preso me sarebbe stata tutta un’altra storia, avrebbero potuto avere delle performance pazzesche. Io sono in grado di suonare su ‘Made In Japan’ senza sbagliare una nota"


LE MINACCE DI MORTE AD UN'HOSTESS (2002)
Anche se non ne abbiamo parlato di "Unleash The Fury" disco uscito nel 2005, è quantomeno curiosa la storia che ha ispirato il nome dell'album. Nel 2002 Malmsteen minacciò di uccidere un'hostess perchè questa gli aveva rovesciato volontariamente un bicchiere d’acqua addosso. Tutto ciò è avvenuto su un aereo diretto a Tokio dopo che il chitarrista aveva scandalizzato la signora con insulti e dichiarazioni pesanti sugli omosessuali. Un tecnico di Malmsteen registrò  l’intera conversazione sulla quale è possibile sentire distintamente Malmsteen esclamare "You unleashed the fucking fury..." (tu hai scatenato la fottuta furia).


IL SUICIDIO DI MARCEL JACOB (2009)
Il bassista Jacob fu con Malmsteen il fondatore della band con i quali suonò su Marching Out ma anche in alcuni dischi degli anni 90. Fu anche membro dei Talisman (fondati con Jeff Scott Soto).
Jacob si tolse la vita  il 21 luglio 2009 perchè pare avesse problemi di salute e personali.


LA MORTE MISTERIOSA DI MATS OLAUSSON (2015)
Tra i principali tastieristi della band (ma anche dei Talisman) si annovera sicuramente Olausson che fu tra i fondatori e suonò sino al 2000 con il guitar hero. Olausson è stato trovato privo di vita (54 anni) in una stanza di albergo nei sobborghi di Rayong, in Thailandia, il 19 febbraio 2015.
Il suo corpo è stato trovato privo di vita circa 24 ore dopo. Aveva indosso solo un paio di calzoncini e nella stanza sono state trovate 7 bottiglie di whisky vuote, oltre ad alcune lattine di birra sempre vuote. Non è stata rilevata la presenza di indizi che rivelassero una colluttazione, stando a quanto dichiarato da Pol Maj Gen Chumphon Chanthachamrassil, capo della polizia di Rayong.
Olausson era ospite dell'hotel da sette giorni; la scoperta del cadavere è avvenuta quando un dipendente della struttura ha notato che l'uomo non era sceso per consumare i pasti e non aveva neppure pagato il conto; è così andato a controllare la stanza e, non ricevendo risposta, ha aperto con una chiave di riserva, trovando il corpo privo di vita dello svedese.


CONTRO I CANTANTI IN GENERALE
In un'intervista del 2018 spiega perchè su "World On Fire" del 2016 canta lui stesso: "Ho sempre pensato che i cantanti abbiano la sindrome di Elvis Presley: pensano di essere Elvis Presley. Beh, non lo sono, visto che sono io che scrivo la musica, i testi e le linee vocali. Il fatto che io ti lasci cantare qualcosa non significa che tu sei più importante del bassista o del tastierista o del batterista. Sono sempre io a scrivere anche le parti per questi strumenti, tutto come un compositore classico, e mi sono stufato di avere a che fare con tutte queste cazzate dei cantanti. Ecco perchè ho deciso di cantare io nel mio ultimo disco"