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domenica 11 ottobre 2015

La Storia Dei Type O Negative e La Morte Di Peter Steele

Dopo gli Aggression e i Carnivore, Peter Steele nel 1987 fonda i Type O Negative con Sal Abruscato, Kenny Hickey e Josh Silver.
In quel inferno sonoro e depresso, il complesso ha scolpito alcune delle pagine più drammatiche ed allucinanti della storia del Rock e del Metal.
I Type O Negative, in breve tempo, diventano profeti del vuoto assoluto.
Steele sprofonda in continue crisi esistenziali.
Spesso parla di suicidio, ma non tutti sembrano prenderlo sul serio: in un certo senso si burla del mondo ma probabilmente fragile lo era per davvero.


I DISCHI
Firmato un contratto con la Roadrunner, il quartetto registra in poco tempo il suo debutto: Slow, Deep And Hard.
L'album uscito nel 1991 sovrasta per drammaticità ed efferatezza qualsiasi altra cosa pubblicata in quel periodo.
Non solo: negli annali del Metal, sarà ricordato come una delle pagine più nere e deliranti di sempre.
Il sound è funereo, a tratti quasi irreale; un sound che è, al tempo stesso, anche volutamente sperimentale.
Tutti questi fattori, uniti allo humour nero del leader, ne fanno, senza ombra di dubbio, il più creativo album di sempre, in ambito Metal e non solo.
Il lavoro di Silver alle tastiere e il basso di Steele, la fanno da padrone.
La voce di Steele suona disgustata al ricordo di un amore tormentato e infelice, ad esempio "I Know You're Fucking Someone Else" viaggia lungo le coordinate di una melodia tastieristica fortemente "progressiva". "Glass Walls Of Limbo (Dance Mix)", è uno strumentale atrocemente gotico, con cori di fantasmi e flagellazioni di peccatori; sullo sfondo, l'ultima eredità della civiltà umana: un'eco terribile e straziante di dolore eterno.
La volata minacciosa di "Socioparasite" innesca "Waste Of Life", che si riallaccia alla parte iniziale, prima di lanciare un'altra scorribanda tra le strade di New York, con Steele letteralmente su di giri, la chitarra impazzita e le tastiere perfettamente a loro agio nel puntellare la cadenza con tocchi subliminali e asciutti.
Solo un senso tragico dell'esistenza poteva spingere questo personaggio tanto scomodo quanto provocatore a dichiarare: "Qualunque cosa fai, muori.".
E ancora: "Odio tutte le razze in modo equo, perché è con l'umanità nel suo insieme che ce l'ho".
Un organo solenne, crea un maestoso effetto di suspence, preludio alla descrizione effettiva dell'omicidio in "Kill You Tonight", una travolgente cavalcata infestata da tastiere rutilanti e cori goliardici.
Ultimo brano di questa apoteosi dell'odio è "Gravitational Constant: G="6.67x10-8cm3gm-1sec-2"" , subito catapultato in un rituale Thrash dalle forti ascendenze melodiche, con Steele che declama l'inspiegabilità dell'esistenza ("Unjustifiable Existence").
Alla fine di questo viaggio maledetto tra i labirinti della psiche umana non può esserci, secondo Steele, nient'altro che il suicidio, l'unica vera espressione totale dell'individuo (".suicide is self expression.").
Su queste parole, si innalza un coro epico, conferendo al tutto un valore sacrale.
Come era prevedibile, non appena pubblicato, Slow, Deep And Hard scatena critiche furibonde.
Da più parti giungono accuse di sessismo, misoginia e, addirittura, di nazi-fascismo.
Ma a nessuno viene in mente che, molto probabilmente, Steele si sta facendo beffe di tutti, anche di se stesso.
Ad ogni modo, queste accuse, pur lasciando il tempo che trovano, non permettono alla band di avere un consistente riscontro di pubblico.
Nel 1993 ecco arrivare Bloody Kisses, in cui la componente gotica, diventata dominante.
"Christian Woman", è accompagnato da un tappeto di tastiere gotiche, "Black No.1", altro grande loro successo, continua ad assemblare accelerazioni e lande desolate, "Kill All The White People" è più Hardcore.
Un organo maestoso dà il via alla title-track, vicinissima al clima apocalittico di Slow, Deep And Hard. L'incedere lento e sofferto è perfetto per la voce tenebrosa di uno Steele raramente così convincente.
"Blood & Fire" si fregia di un'atmosfera minacciosamente sensuale, oltre che di un magistrale lavoro di Hickey alla chitarra.
Particolari invece "Machine Screw" (orgasmo femminile e stridori metallici), "Fay Wray Come Out And Play" (recitato horror di Steele, tamboura, urla e un gelido scrosciare di pioggia), "3.O.I.F." (voci e spazi dilatati nel vuoto).
In chiusura, invece, giunge la lenta vertigine psichedelica di "Can't Lose You", nella quale fa capolino anche il sitar di Paul Bento.
October Rust (1996), accantona totalmente gli psicodrammi post-nucleari degli esordi, "rallentando" il ritmo dei brani.
Ma da un punto di vista prettamente artistico, l'opera, pur avendo dei momenti davvero eccezionali, non riesce nemmeno lontanamente a raggiungere gli abissi dell'esordio.
"Love You To Death", "Die With Me" (che inizia con una vena acustica, per poi diventare man mano sempre più progressiva), "In Praise Of Bacchus" (ipnotica e sontuosa) forse sono le più belle dell'intero disco.
Segue World Coming Down, uscito nel 1999.
Si tratta di un'opera dove la componente "negativa" o se preferite depressiva ha raggiunto dei livelli preoccupanti.
I brani si susseguono in un'atmosfera rassegnata e desolata per atmosfere agghiaccianti.
La musica, in generale, è più atmosferica e meno Heavy(anche se i riff rimangono belli pesanti e molto Sabbath).
Steele, dopo alcuni problemi di droga e gravi lutti in famiglia, si ritrova a meditare, con le sue liriche, sulla situazione del mondo alla fine del millennio.
Di riflesso, anche il mondo del discusso frontman sta crollando: non ci sono più illusioni all'orizzonte.
Non c'è più nulla.
L'ironia lascia il posto a una cupa e rassegnata visione dell'esistenza.
Tanto cupa che, forse, anche il suicidio ha perso la sua forza ribelle.
E la musica, con la sua lentezza esasperata non fa altro che riflettere questo stato di cose.
Tra i brani, vanno segnalati "White Slavery" (un pezzo autodistruttivo, con solenni scenografie tastieristiche); "Everyone I Love Is Dead", "Who Will Save The Sane", "Creepy Green Light" (introdotta dal basso cupo di Steele e divisa in due parti da un break di organo), "Everything Dies" (con un riff molto pesante a preparare il terreno per una melodia tristissima, sostenuta dal lavoro di pianoforte di Silver e dalla voce calda e profonda di Steele).
World Coming Down comunque è un flop su tutta la linea.
Dopo 4 anni, esce Life Is Killing Me, che non fa altro che continuare lungo la strada del progressivo annullamento di quella brutalità selvaggia che contraddistinse i loro esordi, a favore di una sempre maggiore attenzione alla costruzione delle melodie, al lavoro certosino sui suoni e sugli arrangiamenti.
Il formato delle canzoni resta più o meno sempre lo stesso: brani lunghi e distesi su progressioni eleganti, ma anche molto poco incisive.
Insomma, la forza del gruppo si sente nel pieno delle sue potenzialità in un brano come l’irresistibile, micidiale "I Don’t Wanna Be Me", che termina addirittura con inserti Ambient.
C’è però ancora la capacità di azzeccare un capolavoro come "Anesthesia" misto di Gothic ed Horror.
Segue Dead Again (2007) che non si discosta poi di molto dagli anni recenti: tra atmosfere Heavy, Gotiche e spruzzate di Psichedelia qua e la.
Un finale degno per un personaggio molto controverso.


PETER STEELE: DROGA, TENTATIVI DI SUICIDIO, CARCERE, MANICOMIO E MORTE
Steele nasce a Brooklyn nel 1962, morirà nel 2010, a 48 anni.
Steele era un uomo debole, la cui fragilità era sotto gli occhi di tutti, probabilmente molto diverso da colui che per anni si era preso gioco del mondo intero affermando di odiare tutti, o della necessità di uccidere tutti gli uomini sulla terra.
L’aura strafottente e noncurante che circondava la band piano piano, con il passare degli anni, andava perduta.
Steele era un gran bevitore di vino rosso e nel corso della sua carriera aveva avuto anche problemi di droga (cocaina in primis).
Beveva vino rosso sul palco ed altri alcolici prima di salire sopra.
Da segnalare che nel 1995 posò nudo sulla rivista "Playgirl", in seguito si pentirà di questa decisione.
Ad ogni modo durante World Coming Down (1999) morì la madre dopo una lunga malattia ed è allora che Steele molla definitivamente il colpo.
Tuttavia la vita di Steele in questi anni stava andando a rotoli tra lutti(padre e madre come detto) e problemi amorosi.
Life Is Killing Me segna la fine del contratto con Roadrunner e terminato il tour l’uomo si chiude in casa e concentra tutte le energie sul bere e drogarsi.
Diversi furono i tentativi di suicidio, sino al 2005 quando saltarono fuori pettegolezzi non confermati che parlavano della morte di Peter Steele dopo che la band inserì sul sito un'immagine di una lapide che portava il suo nome e le date 1962-2005.
Il sito rimosse l'immagine nell'ottobre del 2005.
In quell'anno appunto sparì nel nulla, come si saprà in seguito venne arrestato per aver massacrato di botte un tizio che ci aveva provato con la sua ragazza.
Steele finì in carcere per sei mesi e poi, appena uscito, in un manicomio.
E' anche in questo periodo che finisce in centri di riabilitazione e confessa di aver abusato di alcool e di cocaina sin dall'età di 38 anni.
Steele ricompare in pubblico nel 2007 in occasione della promozione di Dead Again, rilasciando una serie di interviste in cui rivela molti dettagli della sua detenzione e apostrofa come “drug addicts” tutti i membri rimasti in vita della sua famiglia.
La prigionia e il trattamento sanitario hanno lasciato segni evidenti e irreparabili: appesantito, con lo sguardo perso nel vuoto, diverso.
Riesuma anche la sua vecchia band, i Carnivore ma ormai è un'altra persona: ormai andato.
Sino all'ultima battaglia, persa, il 14 Aprile 2010 quando Steele verrà trovato morto.
Il referto ufficiale riporta arresto cardiaco, ma la vita privata di Steele, i suoi precedenti tentativi di suicidio, il fatto che soffrisse di depressione e soprattutto un'analisi dei testi delle sue canzoni, possono far presupporre che dietro la notizia dell'infarto la famiglia abbia voluto celare il suicidio del musicista.
Ad esempio in "World Coming Down" del 1999 Steele canta "It's better to burn, quickly and bright Than slowly and dull without a fight" (È meglio bruciare veloce e al top, che in modo lento e miserabile, senza combattere) e questa frase è molto simile a quella lasciata da Kurt Cobain il giorno che si sparò.
In realtà, come abbiamo visto in precedenza, sono tanti i testi intrisi di pessimismo ed humor nerissimo.
Il decesso di Peter Steele ha decretato lo scioglimento dei Type O Negative e i restanti membri dei Type O Negative non hanno avuto alcuna intenzione di sostituirlo.

2 commenti:

  1. I TON mi hanno sempre incuriosito, ottimo articolo :)
    Azzardo un paragone...il protagonista del controverso videogame "Hatred", non ricorda vagamente Peter Steele?

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