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martedì 20 agosto 2019

La Storia Dei Batushka: I Rituali Live e La Scissione Della Band

I Batushka vennero fondati a Białystok, in Polonia, nella primavera del 2015 da ignoti (poi si scoprirà che dietro c'era il polistrumentista Krzysztof "Derph" Drabikowski).
La band ebbe l'intuizione di combinare il Black Metal e le tradizionali canzoni liturgiche della Chiesa ortodossa quando il leader ascoltando musica liturgica ad alto volume, sentì qualcuno urlare "gli inni di Dio sono più Metal di qualsiasi musica satanica Black Metal là fuori".
Per tutto il primo trimestre del 2015, Drabikowski compose e registrò la musica, scrivendo i testi, dipingendo i disegni per l'album e creando da solo il concept generale e l'immagine della band fino a decidere di far entrare nella band Marcin Bielemiuk ri-registrando le parti di batteria.
Drabikowski originariamente invitò il suo amico ed ex compagno di band di Heuresis Lech a fare le parti vocali, ma abbandonò il progetto perché non sapeva come scrivere la vecchia Church Slavonic. Nel luglio 2015, Drabikowski ha reclutato il cantante Bartłomiej Krysiuk per registrare le parti vocali. L'album venne completato nei mesi seguenti e Drabikowski convinse Krysiuk e Bielemiuk a trasformare i Batushka in un progetto anonimo, secondo Drabikowksi questo venne deciso in modo che gli ascoltatori potessero concentrarsi solo sulla musica.
Effettivamente durante gli anni successivi, la formazione della band rimase sconosciuta al pubblico.
Il gruppo pubblicò il singolo "Yekteníya VII" a novembre 2015, prima del loro album di debutto Литоургиіа ("Litourgiya") (inglese: Lithurgy) a dicembre.
L'album venne acclamato dalla critica, con vari siti che etichettarono Litourgiya uno dei migliori album Metal del 2015, diventando anche un successo commerciale nella scena metal polacca.
La band riuscì ad aprirsi un antro di luce infernale nel mezzo di decine di band poco originali o di scarsa qualità. Si tratta di un album misantropo e satanico impostato su un livello aulico ricco di significati. La band celebra una liturgia in favore del becero satanismo in senso stretto, anche se odio e morte fanno comunque capolino tra le righe.
Sette canzoni denominate Ектения/Yekteniya (litania) che formano un costante filo conduttore per tutti i 41 minuti di durata.
S'inizia con ritmiche ai limiti del Doom atmosferico.
Con "Yekteniya: II" la band inserisce elementi evocativi e semi-psichedelici. Tutto l’insieme è una costante sovrastruttura di sonorità audaci ed intransigenti, sino a quel fatidico terzo passaggio dove si rimane incatenati ad un decadente vortice di malvagità dove nulla diventa tutto e tu sei parte dello svanire del tempo. "Yekteniya: IV"  è estrema e di scandinava memoria.
Spettacolare anche "Yekteniya: VI" con il sui coro iniziale. A livello strutturale l’intero concept si districa attraverso alcune basi strumentali che possono apparire superficialmente identiche le une con le altre, quasi a voler riprendere i riff di una traccia per offrire un ciclo vitale e ideologico all’intero scorrere dell’album.
Alla base dei Batushka c’è una chiara componente satanica, un abisso oscuro che inghiotte tutto, senza speranza alcuna.


ALCUNI PROBLEMI LIVE
Il gruppo è solito salire sul palco rigorosamente incappucciato, con i volti coperti e con vesti ispirate alla tradizione ortodossa, circondato da una impenetrabile atmosfera di mistero, costruita con massicce dosi di luci rosse, candele e incenso (fumo).
Per il resto cori liturgici ed atmosfere sacrali al limite del satanico.
La formazione dal vivo della band comprendeva in totale 8 membri: Drabikowski alla chitarra solista, Krysiuk alla voce e Bielemiuk alla batteria insieme a 3 cantanti, un bassista e un chitarrista ritmico.
A seguito di alcuni tour in Polonia, vennero programmati anche concerti in Russia e Bielorussia, ma furono cancellati a causa di proteste e presunte minacce di morte.
L'anonimato iniziò a venire meno proprio quando Drabikowski, in alcune interviste, dovette spiegare che la band era stata bannata da alcuni paesi dell'Est.


LA SCISSIONE IN DUE DELLA BAND
Nell'aprile 2018 Marcin Bielemiuk lasciò il progetto per ragioni sconosciute, anche se poi si seppe che venne licenziato da Drabikowski dopo aver criticato alcuni suoi atteggiamento e quello di alcuni turnisti live.
Il 23 dicembre 2018, Drabikowski annunciò di aver deciso di separarsi dal cantante Bartłomiej Krysiuk "a causa di comportamenti inadeguati da parte sua".
Nello stesso post, Drabikowski dichiarò che "Ci sono stati tentativi di portarmi via la mia creazione Batushka e il prossimo album Панихида (inglese: Requiem) non presenterà la sua voce".
Inoltre pare che Krysiuk ed altre persone siano state denunciate perchè dopo la cacciata fingevano di essere i Batushka.
Il 6 maggio 2019, Drabikowski ha rilasciato un aggiornamento sui procedimenti giudiziari, affermando che il tribunale ha deciso che Krysiuk non può andare in tournée sotto il nome di "Batushka" o rilasciare nuova musica sotto il moniker fino alla fine del processo.
Krysiuk ha dichiarato di non avere intenzione di onorare la decisione della corte.
Un mese dopo lo stesso ha pubblicato un aggiornamento in cui il suo team legale è riuscito a fare appello al rovesciamento della decisione del tribunale che gli ha proibito di usare il moniker "Batushka" per tour e merchandising mentre il caso procede, tuttavia, Drabikowski è ancora autorizzato a usare il nome della band a vario titolo, nonostante i tentativi di Krysiuk di censurarlo attraverso divieti e abbattimenti su Bandcamp e social media.
In poche parole, entrambi i membri, dicono di aver cacciato dalla band...l'altro e di essere gli unici detentori del nome.
Il 13 maggio 2019, i Batushka di Drabikowski pubblicarono una canzone attraverso il proprio account YouTube chiamata "Песнь I" (Ode 1).
Il 15 maggio 2019, i Batushka di Krysiuk fecero altrettanto attraverso l' account YouTube della Metal Blade pubblicando "Chapter I: The Emptiness - Polunosznica (Полунощница)".
Sono stati realizzati anche dei video musicali per le canzoni "Wieczernia", "Liturgiya" e "Utrenia" e, a causa del contraccolpo generato dai sostenitori di Drabikowski, tutti i video musicali avevano la sezione "Mi piace / Non mi piace" e dei commenti disabilitati su YouTube.
Anche i post dei Batushka su Instagram della Metal Blade hanno le sezioni di commento disabilitate.


BATUSHKA DI DRABIKOWSKI
Il 27 maggio 2019, i Batushka di Drabikowski pubblicarono un nuovo full chiamato "Панихида" ("Panihida").
A livello di copertina, il disco riprende la copertina del fortunato Liturgiya ma con tratti più elementari, dipinta come se fosse una copia primitiva di quel precedente disegno.
Le otto tracce chiamate semplicemente "Песнь" (canzone), sono un viaggio nei meandri della mente malata dell’artista che mette subito in luce chi fu il vero compositore del disco di debutto della band; i riff claustrofobici che spaziano dal Death al Black conservano i blast beat e i tempi rallentati al limite del Doom, senza scordarci dei canti liturgici tradizionali della chiesa ortodossa.
Un disco che comunque dalla prima all’ultima traccia suona underground come un vero disco di Black Metal deve suonare, sporco, rozzo e cattivo.
Tanti bei riff, belle atmosfere occulte e mistiche che rendono ottimi il platter, inframezzati da momenti più caotici e confusi (oltre che da arrangiamenti quantomeno discutibili).
Inoltre la produzione lascia il tempo che trova.
Il disco inizia davvero bene con una canzone Black/Death lenta ed evocativa col suo incedere gotico al limite del Dark con i canti liturgici a sommergerci nella loro atmosfera nera, che fa da contraltare alla seconda canzone, una vera e propria bordata che ci accoglie con una sfuriata di doppia cassa e scream sino a giungere alla bellissima variante centrale di rara eleganza ed epicità che riesce nel suo intento a trasportarci mentalmente in un universo parallelo e dannato grazie alle atmosfere malate.
Anche la terza track è un misto tra Black e Death dove la lentezza estenuante viene interrotta da dei tempi in blast.
Più Black Metal "Песнь 4", invece in "Песнь 5" a farla da padrone inizialmente è una mistica atmosfera rarefatta e raffinata per poi lasciare spazio al blast inferocito della batteria e ai tempi più veloci.
Poco convincente la confusa "Песнь 6" e la successiva.
Ottima invece "Песнь 8", una vera bordata Black Metal old school con i canti liturgici che finalmente lavorano come dovrebbero o quantomeno come avveniva nel disco d'esordio.


BATUSHKA DI KRYSIUK
Il 12 luglio 2019, i Batushka di Krysiuk pubblicarono "Hospodi", che ha ricevuto recensioni contrastanti da parte della critica. Da un lato quelli di Drabikowski dovrebbero essere i veri Batushka, dall'altro lato questi hanno il supporto della Metal Blade che li considera quelli ufficiali.
Il disco è una sorta di concept album basato sulla Liturgia della Morte, ovvero riti funebri rinforzati da lunghi intermezzi di canti religiosi. Anche qui l'atmosfera è occulta. L’album inizia al suono di una campana che rende chiaro sin dal primo rintocco che i Batushka non si sono allontanati dalle tematiche del disco precedente, come si può evincere anche dalla copertina dell’album in pieno stile ortodosso.
Una rottura con il passato la si può scorgere leggendo la tracklist, visto che i pezzi presentano ognuno il proprio nome.
La prima traccia, "Wozglas", con i suoi cori ecclesiastici conferisce un senso di solenne sacralità, tipico delle funzioni religiose. Ma è una sacralità satanica se così vogliam dire.
Con la seconda traccia "Dziewiatyj Czas" ha inizio il caos: uno scream graffiante distrugge tutto e squarcia la pacata tela liturgica. I blast beat, chitarre a otto corde che spaziano dal Black a massicci riff in stile Black N'Roll (come nel brano "Wieczernia"), epiche melodie liturgiche e cori baritoni che si frappongono tra i vari screaming tipicamente Black.
Inoltre, il disco contiene due singoli: "Polunosznica", il cui incipit riprende lo stesso coro religioso presente nella traccia "Yekteniya VI" di Litourgiya e "Wieczernia".
I brani sono collegati uno all'altro.
La domanda che sorge spontanea comunque è: quali sono i veri Batushka? Difficile dirlo.

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