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domenica 7 settembre 2014

La Storia Dei Metallica e La Morte Di Cliff Burton

Cliff Burton nasce a Castro Valley il 10 febbraio 1962. La madre Jan amava ricordare come già da piccolo preferiva starsene da solo, nella sua cameretta, a leggere o ad ascoltare musica, piuttosto che uscire a giocare con i suoi coetanei. Un tipo sveglio, che amava molto studiare: anche a scuola, tra una lezione e l'altra, si sedeva su un muretto a leggere libri di musica classica.
La sua vita vide la tragedia negli occhi, per la prima volta, nel 1975, quando il fratello maggiore Scott, tredicenne, gli morì davanti per un aneurisma cerebrale: il lutto colpì molto il piccolo Cliff, che lo elaborò dentro di se senza parlarne praticamente mai.
In memoria del fratello, Cliff inizia a prendere lezioni di pianoforte e poi di basso, superando vari istruttori in bravura. Il terzo della serie, tale Steve Doherty, ricorda che dai suoi manuali Cliff prese spunti provati assieme e successivamente utilizzati in Orion ed altre canzoni famose della sua futura band, i Metallica. Uno dei primissimi gruppi in cui suonò si chiamava EZ Street: con quei ragazzi, Cliff si cimentava in cover assurde e improvvisazioni allucinogene, scaturite da un'allegra dose di erba trangugiata in compagnia. In pratica, suonavano qualsiasi cosa passasse loro per la testa, così come veniva. Cliff visse un'adolescenza spensierata: un po' di fumo e le interminabili jam session distendevano la quotidianità di questo ragazzo sensibile che amava anche cucinare e che tutti descrivono come profondamente vero, sincero e dignitoso.
Costantemente impegnato, intelligente e sicuro di sé: certo, quando si ricorda una persona che non c'è più è sempre facile abbondare in elogi e mitificazioni, ma il bello è che Cliff Burton era davvero così. Presto Burton entrò a suonare nei Trauma, una band di San Francisco, i suoi compagni si vestivano con ridicoli e coloratissimi costumi colorati, con tanto di fulmini appiccicati addosso, ma Cliff restava sempre sé stesso, col giubbettino in jeans e i pantaloni a zampa!
Cliff ambiva e sognava così tanto da voler ostentare il suo desiderio di suonare un certo tipo di musica anche nel momento in cui si trovava giocoforza ad esibirsi in un contesto diverso.
Era il leader visivo della band: la sua tecnica di bassista giunse fino a Los Angeles, tanto che James Hetfield e Lars Ulrich dei Metallica decisero di andare a San Francisco per osservarlo.


NASCITA DEI METALLICA
I Metallica erano nati quasi per caso e si erano ritrovati ad avere un pezzo sulla compilation Metal Massacre con l'ingresso in formazione del chitarrista Dave Mustaine stavano affinando uno stile musicale rabbioso ed estremamente veloce, che aveva trovato ampi consensi quando la band si era esibita proprio a San Francisco. Hetfield e Ulrich rimasero stupefatti: da Cliff; dalla sua tecnica, dal suo headbanging teatrale, dagli assolo di basso, certamente, ma anche dall'aria che si respirava in quel di Frisco; band come gli Exodus stavano vivendo nelle loro cantine le stesse emozioni e gli stessi stimoli che i Metallica sentivano a Los Angeles, il posto sbagliato. Era San Francisco il posto giusto per suonare quel velocissimo e infuocato ibrido di metal e hardcore, ispirato dai Venom e in seguito chiamato Thrash Metal! Burton accettò di unirsi a loro solo nel caso in cui questi si sarebbero trasferiti a San Francisco. I Metallica si trasferirono dunque a San Francisco e presero residenza alla Metallica Mansion, un appartamentino che divenne il disastrato fulcro di vita degli headbangers della Bay Area.
Le porte erano sempre aperte, birra e allegria scorrevano ogni notte nelle feste di decine di ragazzi che appartenevano a band diverse ma che strinsero una profonda amicizia. I Metallica acquisirono presto un rispetto ed una stima enorme da parte dei metalhead locali, venendo adottati splendidamente dalla comunità cittadina e divenendo gli alfieri e i capiscuola dell'intero movimento Thrash.
La festa durò un'annetto, concentrata in spettacoli dinamitardi nei pubs e nelle cantine, prima che il successo chiamasse la band a New York, invitata a registrare il suo primo album.


I DISCHI CON CLIFF BURTON
Kill'Em All nacque così in fretta, dopo un avventuroso viaggio in furgoncino verso la Grande Mela e la cacciata del bizzoso Mustaine (che poi formerà i Megadeth). Il suo erede, Kirk Hammett, strinse un'amicizia fraterna con Cliff: se Hetfield e Ulrich erano i leader della band, Burton e Hammett erano i ragazzi timidi, pacati e silenziosi che tenevano lucida e razionale l'essenza del combo.
In particolare Cliff Burton teneva saldamente in pugno le redini del combo californiano, offrendo spunti infiniti a livello musicale e diffondendo il suo sapere tecnico e teorico ai suoi compagni; inoltre, essendo il più vecchio dei quattro, li consigliava e infondeva loro serenità, era un punto di riferimento capace di placare con una battuta ogni discussione, un appoggio rispettato contro il quale non si poteva assolutamente andare. Su Kill'Em All i Metallica si esibivano in una terremotante sequela di riffs al vetriolo e canzoni velocissime ma quello che spicca è l'assolo di basso ultramelodico registrato da Cliff. E' veramente incredibile pensare che fosse così giovane quando ha composto Anesthesia (Pulling Teeth). Quel brano mostra una voce musicale spiccata e pienamente sviluppata, un obbiettivo a cui ambiscono tantissimi musicisti senza mai raggiungerlo.
E Cliff c'era riuscito a ventun'anni, sul suo primo album. "Metal Militia", "Seek And Destroy", "Jump In The Fire", "The Four Horsemen", "Phantom Lord" e "No Remorse" rimangono nella storia della band. La crescita che i Four Horsemen maturarono nel rapido scorrere di un triennio strepitoso fu pressochè incontenibile: al disco d'esordio seguì nel 1984 il celebre Ride The Lightning, prodotto sublime nel quale la mano di Cliff Burton si vede in maniera impetuosa: le nuove canzoni, composte si evolvevano nettamente dallo stile grezzo e immediato dei dieci pezzi d'esordio, spostandosi verso le direzioni più disparate ed evolvendosi sia musicalmente che liricamente in stratificazioni complesse e variegate. Sicuramente c'era del Thrash Metal grezzo in quel disco ("Fight Fire With Fire"), ma quello che lasciava sbalorditi era la musica più matura ed elaborata di tracce come la marziale titletrack o "Trapped Under Ice", fino ad avvicinarsi alla mirabolante "Creeping Death": un capolavoro, in tutti i sensi, all'interno del quale la sezione melodica di Hammett trova una profondità ed un'intensità spettacolari, con cambi di tempo e atmosfera a dir poco esaltanti. O alla ballad "Fade To Black".
Tuttavia le gemme assolute made in Burton sono "For Whom The Bell Tolls" e "The Call Of Ktulu": la prima è un macigno di Thrash Metal durissimo e che, introdotta da un assolo di basso da pelle d'oca, si delineava in una solenne rievocazione dell'omonimo romanzo di Hemingway. 
La seconda è un'inquietante strumentale ispirata ai racconti horror-fantasy di Philippe Lovercraft, scrittore statunitense vissuto a cavallo tra '800 e '900 e ben presto divenuto fonte d'ispirazione e passione evidente nel giovane Cliff. Il pezzo è un crescendo di pathos elegante e dalla classe immensa, che conferiva definitivamente lo scettro di sovrani del Metal americano ai Metallica. Forse l'unica canzone sottotono è "Escape". Gli eccessi e i divertimenti dei Metallica divennero presto famigerati, nei tour devastanti come nei momenti di pausa vissuti nel 'porcile' della 'Mansion'; birra a fiumi, cumuli di aneddoti curiosi, un soprannome, Alchoolica, appicciato addosso ai membri del team, anche letteralmente viste le toppe cucite su certi giubbetti in jeans caratteristici dell'epoca: il folclore non mancava di certo attorno a questo manipolo di metallari turbolenti ma anche sensibili. Cliff era, naturalmente, quello che si differenziava più di tutti dagli altri. Beveva e ci andava giù pesante anche lui ma, diversamente da un Hetfield o un Mustaine qualsiasi difficilmente perdeva il controllo e si faceva sopraffare dall'alcool. Era un duro ed era arduo vederlo ubriaco. Piuttosto preferiva fumarsi un po' d'erba e a tal proposito va raccontato un aneddoto succoso. Durante il tour di Ride The Lightning la band si trovava in Europa e il tourbus fu fermato ad una dogana e perquisito da poliziotti e cani antidroga; Cliff, che aveva un po' di fumo nelle tasche, fu svegliato da un pastore tedesco che lo fissava insistentemente e non trovò nulla di meglio da fare che inghiottire la 'roba' prima dell'arrivo degli agenti! Stette male un paio di giorni, nei quali fortunatamente non erano previsti concerti, ma gli altri tre ragazzi gliene combinarono di tutti i colori, approfittando del suo stato confusionario!
Era un ragazzo che amava la vita, Cliff; e amava fottutamente il suo mestiere: presto si rimise a tavolino per pianificare con i compagni il nuovo capitolo della saga Metallica, un capitolo che si intuì presto essere veramente leggendario.
Master Of Puppets nacque avvolto in un alone di apocalitticità, permeato di potenza e melodia talmente cupe e profonde da poter schiacciare ogni altro disco, al confronto.
Era il 1986 e l'album destò scalpore immediato, passando quasi direttamente dai banconi dei negozi agli scaffali della storia della musica rock: ancora una volta erano presenti tracce debordanti ultraveloci e assassine e altre più cerebrali e melodiche, ma il segno di Burton spiccava una volta di più in brani fuori dagli schemi come la nuova strumentale, l'imperiale Orion, o nella mastodontica titletrack, raffinata attorno ad una scrupolosa parte centrale da mozzare il fiato per la sua melodia ed il suo fascino oscuro. Canzoni come la titletrack, "Battery", "Damage Inc", la (quasi) ballad oscura "Welcome Home (Sanitarium)" fecero storia.
Anche "Disposable Heroes" fece la sua bella figura, malgrado poco suonata live.
Cliff Burton forniva ai Metallica una base melodica su cui si creava la magia.
Benchè nel metal di solito il basso si limiti a rafforzare lo spessore delle chitarre, i gruppi metal più influenti a volte fanno eccezione a questa regola: è il caso dei Metallica con Cliff.
Come Geezer Butler nei Black Sabbath, Cliff suonava in una band tutta imperniata su grandi parti di chitarra, eppure riusciva a creare dei giri di basso che spiccavano da soli. I primi tre album sono completamente permeati da Cliff. Sembrava un accoppiamento strano, mettere uno che suonava il basso in modo tanto diverso usava triadi, un wah wah con una band così satura di chitarre però funzionava, ed è questo uno dei motivi per cui i Metallica sono riusciti a distinguersi da tutti i gruppi che li hanno preceduti.


LA MORTE DI CLIFF BURTON (1986)
I Metallica partirono per un tour enorme a fine marzo, che avrebbe toccato una cinquantina di date con una scaletta devastante, proveniente dai primi 3 album. In estate la band affiancò gli Anthrax in una serie di date inglesi, delle quali resta celebre per la sua spettacolarità l'esibizione del 24 settembre all'Hammersmith di Londra; musicisti stellari, in forma stellare. I migliori Metallica di sempre stavano mettendo soqquadro nel Vecchio continente, e spostarono la loro macchina di distruzione verso la Scandinavia, dove tennero una serata a Oslo, una a Lund (Svezia) ed una a Stoccolma.
Nonostante la scomodità ognuno dei quattro musicisti è contento, gli applausi della sera prima sono un toccasana contro i disagi dei viaggi, la giovane età e la passione fanno il resto.
Gli unici posti più comodi sono quelli vicino al finestrino e due di loro per decidere a chi toccasse occuparlo se lo sono giocato alla carta più alta. Nessuno di loro sa che questo fatto sarà decisivo e che il destino c'avrebbe messo del suo in quella mattinata svedese. Alle prime luci del mattino del 27 settembre 1986 il tourbus della band viaggiava nei freddi tornanti svedesi e divenne la prigione di cristallo che intrappolerà l'anima del grande Cliff. Il pullman comincia a sbandare, finisce sulla ghiaia ed inizia a sobbalzare. L'autista cerca di rientrare in carreggiata perdendo definitivamente il controllo del tourbus che si rovescia sul lato destro. Dunque il mezzo si rovescia su se stesso, forse per colpa di una lastra di ghiaccio(tesi ampiamente smentita anche dai presenti che perlustrarono la zona).
In realtà si dice che  il conducente puzzasse d'alcool. Gli occupanti si fanno largo tra le cuccette crollate ed escono all'aperto, l'aria della notte svedese è fredda e la maggior parte di loro è contuso ed in mutande. La maggior parte, ma non tutti. Hetfield cerca di capire cos'è successo, gira intorno al pullman e con suo orrore vede due gambe spuntare da sotto il bus: sono le gambe di Cliff.
Infatti Cliff Burton venne sbattuto dalla cuccetta dove dormiva fuori dal finestrino, rimanendo schiacciato dalla massa stessa dell'autoveicolo. Probabilmente morì sul colpo.
Il trauma fu devastante, per i suoi compagni: ancor più per Kirk Hammett; il ragazzo con cui Cliff aveva legato di più. Da allora, nulla più è stato come prima: una perdita irrecuperabile per i Four Horsemen e per l'intero mondo del Metal.


DA COSA FU PROVOCATO L'INCIDENTE?
Lastra che non fu mai vista da nessuno, nemmeno da un Hetfield fuori di sé che percorse all'indietro la strada per capire. Nessuna lastra di ghiaccio e nessun guasto meccanico (cosa dimostrato successivamente dagli inquirenti). Il conducente era ubriaco?
Hetfield in un primo momento asserì di si, ma la cosa non è mai stata provata e neanche lui ne è tanto sicuro. Un colpo di sonno? Pare che nel pomeriggio del giorno prima avesse dormito parecchio in modo tale da poter affrontare la strada tra Stoccolma e Copenaghen.
Insomma tanti misteri ad aumentare la rabbia e lo sconforto dei Metallica, fantasmi che li perseguiteranno negli anni a venire e che verranno celati per lungo tempo dall'alcool.
La sera stessa dell'incidente James Hetfield si attaccò alla bottiglia e ruppe due finestre di un albergo di Ljungby per il dolore, mentre Kirk Hammett (colui che si giocò la cuccetta con Cliff) ed il roadie John Marschall (poi nei Metal Church) dormirono con la luce accesa per lo shock.
Sono andato dritto dallo spacciatore, ho preso un po' di roba e mi sono messo a piangere, a cantare ed ho scritto questo pezzo. Anche se i testi non c'entrano niente con lui, la sua prematura scomparsa mi ha lasciato questa melodia che vive nel cuore dei metallari di tutto il mondo.


LE REAZIONI DAL MONDO DEL METAL
La notizia della morte di Cliff Burton arrivò rapidamente alle orecchie degli addetti ai lavori, tra cui un ex dal dente avvelenato, Dave Mustaine, il quale, nonostante la voglia di rivalsa nei confronti dei Metallica, era ancora molto legato al bassista, a cui dedicò In My Darkest Hour.
Il funerale si tenne il 7 ottobre a Castro Valley e le sue ceneri vennero sparse al Maxwell Ranch, teatro dei divertimenti musicali di Cliff e dei suoi amici storici. Al termine della funzione venne suonato Orion, il suo brano. Molti dei conoscenti dei Metallica s'interrogarono sul loro futuro: cosa avrebbero fatto ora? Circa un mese dopo venne annunciato il nome del sostituto, Jason Newsted dei Flotsam And Jetsam. La band quindi decise di andare avanti secondo il classico motto "avrebbe voluto anche lui così", decisione che con gli occhi di oggi e conoscendo le vicende future dei Four Horsemen è valutabile come un errore, dato che i tre decisero di immergersi nel lavoro e non elaborarono il lutto.
Nonostante tutto però la voglia di tributare un doveroso omaggio allo sfortunato amico era troppo forte e nel 1987 i Metallica fecero uscire il loro primo home video, dall'emblematico titolo Cliff'Em All!
L'opera rispecchiava quello che era la band all'epoca e sarà l'ultima testimonianza della loro attitudine...dopo le cose cominceranno a cambiare. Il video non era altro che un insieme di filmati amatoriali di varie provenienze assemblati con spezzoni d'interviste, brandelli di vita quotidiana e foto di Cliff. Il tutto va considerato tenendo conto dell'epoca in cui vivevano i Metallica: non esistevano ancora le videocamere digitali che oramai siamo abituati a vedere ad ogni concerto, quindi è plausibile che testimonianze video dell'epoca non ve ne fossero molte.
Esso divenne prima disco d'oro e poi di platino.
Il motivo di questo successo era riscontrabile nell'affetto dei fans per quel bassista vestito di jeans che agita la testa durante il concerto, l'unico tatuato del gruppo in quel momento con quel teschio dei Misfits sul braccio, band le cui magliette fanno capolino continuamente nel corso del video addosso ai membri del combo di Frisco. Numerose sono le chicche presenti, dal secondo show di Cliff con i Metallica presente anche Dave Mustaine (da notare lo spazio solistico ritagliatosi sin dall'inizio, una delle clausole pretese da Burton per accettare l'ingaggio) alla smorfia dello stesso bassista quando durante un'intervista si parla dei Metallica come provenienti da Los Angeles, come a voler dire "Ehi, io vengo da San Francisco, non da quella gabbia di matti".
Un video che segna la fine di un'epoca, quella dei prodotti senza compromessi. Dopo bisognerà fare i conti con le esigenze discografiche. Cosa sarebbe stato dei Metallica se Cliff non fosse morto? Domanda che assilla i fan e gli storici da anni (almeno sin da quando la band abbracciò il mercato) ed alla quale è impossibile dare una risposta certa, solo congetture ed ipotesi.
Le uniche cose sulle quali si potrebbe essere sicuri è che certe uscite impopolari non si sarebbero verificate (il caso Napster per dirne una), Lars non avrebbe avuto il tracollo tecnico che oggi è sotto gli occhi di tutti, Kirk avrebbe evitato l'eyeliner e James non avrebbe forse avuto i problemi con l'alcool che tutti conosciamo. Un po' poche come certezze, ma forse è meglio lasciare ai fans la possibilità di sognare. Cliff era il cervello del gruppo, avrebbe potuto portare la band in qualsiasi direzione ed influenzare qualsiasi decisione. E' difficile affermare che sia stato il più grande bassista metal della storia ma fu uno dei più grandi, sicuramente uno dei musicisti più amati della storia, come testimoniano i numerosi interventi nelle notizie che lo riguardano a venticinque anni dalla morte.


GLI ALTRI DISCHI SENZA CLIFF BURTON
Dopo la morte di Burton, i Metallica pubblicarono l'album ...And Justice for All (1988).
Il disco fu interamente dedicato al defunto bassista, in particolare, la traccia "To Live Is To Die" fu intitolata dai musicisti a Burton, essendo l'ultima a cui dette il suo contributo compositivo; infatti, oltre alla parte musicale, Cliff scrisse anche le poche parole che compongono il testo, ultime frasi scritte dal bassista prima del tragico incidente. "When a man lies, he murders some part of the world" (Quando un uomo mente, uccide una qualche parte del mondo) è una citazione tratta dal film Excalibur, mentre "These are the pale deaths which men miscall their lives" (Queste sono le pallide morti che gli uomini chiamano impropriamente loro vite) è stata presa dal libro La Conquista dello Scettro.
A dire della band, l'ingresso del nuovo bassista Jason Newstead non modificò il mixaggio del disco in cui il basso è completamente assente o poco udibile (sovrastato da chitarre e batteria). In realtà i maligni mugugnano che la band non si fidava del nuovo bassista Newstead quindi il suono del basso fu eliminato. Qui per approfondire: Su "...And Justice For All" Ci Sono Trigger Di Batteria?
La band per la prima volta nella sua storia realizza un video ("One") che avrà molto successo. Il disco è forse il canto del cigno dei Metallica più aggressivi, visto che negli anni seguenti il Thrash Metal verrà piano piano abbandonato. E' un disco complesso (i maligni dicono che a suonare la batteria non è Lars Ullrich), lungo, un po' difficile da assimilare. Diverso dai primi 3.
Quello che si può dire è che forse la durata del disco poteva essere accorciata, ad esempio tagliando un po' la titletrack. Per il resto ci sono pezzi che hanno fatto la storia: da "Harvester Of Sorrow" a "The Eye Of The Beholder", passando per "Shortest Straw", "Blackened" e la velocissima "Dyers Eve" che chiude l'album. Nel 1991 i Metallica pubblicarono il quinto album in studio, l'omonimo Metallica, prodotto dall'affermato produttore Bob Rock, noto anche per aver lavorato con i Mötley Crüe, i Bon Jovi e Cher. Il disco esordì al primo posto della classifica Billboard 200 e fu soprannominato dai fan Black Album a causa della copertina quasi completamente nera. Il disco fu anche il maggiore successo commerciale del gruppo che, grazie ai famosi singoli "Enter Sandman" e "Nothing Else Matters", raggiunse 38 milioni di copie vendute e vinse un Grammy Award come "Best Metal Performance" nel 1992. Vengono estratti anche altri singoli: "The Unforgiven" e "Sad But True".
Il Thrash rivive forse solo in "Through The Never" (con un riff mezzo scopiazzato a "Trial By Fire" dei Testament). Al contrario del disco precedente, il Black Album presenta giri di basso piuttosto rafforzati e perciò Jason Newsted fu visto di buon occhio dalla critica per aver dato un maggiore contributo alle sonorità dell'album. Metallica ricevette però anche alcune critiche, specialmente dai fan di vecchia data, che non accettarono l'abbandono seppur parziale delle sonorità Thrash a favore di altre più semplici e orecchiabili. Nel 1994, succede un fatto curioso con la band che nel suo "Shit Hits The Sheds Tour" si ritrova a suonare con gli Alice In Chains di Layne Staley. Ai tempi il leader degli Alice In Chains era già caduto nel baratro delle droghe pesanti e in particolare dell'eroina, al punto che a causa di un'overdose è costretto ad abbondare il tour. Quando i Metallica salgono sul palco, Hetfield imita Staley mimando una siringa e prendendolo in giro.



IL DECLINO E IL CAMBIO DI LOOK
Nel 1996 fu pubblicato l'album Load (copertina è ispirata da un artista che creava le sue opere mischiando sangue e sperma) trainato dai singoli "Until It Sleeps" e dalla pessima "Hero Of The Day". In quel periodo avvenne il tanto discusso cambiamento di look dei Metallica, che abbandonarono il look metal degli esordi per quello più "pulito" con capelli corti e abbigliamento da strada, accompagnato da alcuni tatuaggi. Questo mutamento fu avvertito anche a livello musicale: infatti, per la prima volta, la band propose sonorità più simili all'Hard Rock con tante ballad e pezzi commerciali. Si possono ricordare "Until It Sleeps", "Ain't My Bitch", "Mama Said", "King Nothing", "The House Jack Built" e "Bleeding Me". In origine Load fu pensato come un doppio album, ma sia il produttore Bob Rock che i Metallica scartarono l'idea, preferendo rielaborare le tracce non inserite in Load per pubblicarle l'anno successivo in ReLoad, disco nel quale è presente l'ormai famosa "Fuel".
Alcuni di questi brani ebbero un discreto successo radiofonico ("The Memory Remains", "The Unforgiven II" e soprattutto "Fuel"), anche grazie ai videoclip. Nel 1998 il quartetto registrò il doppio album di cover Garage Inc. E' più o meno in questo periodo che la band fa causa al noto software Napster scoprendo che molte delle sue canzoni erano finite nei circuiti peer to peer per essere scaricate gratuitamente. St.Anger uscito nel 2003 presenta sonorità più dure e più grezze rispetto agli album precedenti Load e ReLoad, caratteristica questa che fu in parte apprezzata dai critici musicali. 
Tuttavia i fan ne biasimarono la qualità della produzione, specie per quanto riguardava le parti vocali di Hetfield, l'arrangiamento mixeristico della batteria di Ulrich, i testi spesso di tema scontato e l'assenza di assoli di chitarra, fatto fino ad allora del tutto inusuale per il gruppo.
Con la pubblicazione di Death Magnetic nel 2008 i Metallica ritornarono più o meno allo stile Thrash che caratterizzò i primi album, ciò in parte lo si deve anche al nuovo produttore dei Metallica, Rick Rubin, che sostituì Bob Rock. Rubin decise di rendere le cose più complesse, a cominciare dai riff delle chitarre e dai testi delle canzoni.  Inoltre, il suo lavoro ha motivato la band a tirare fuori il meglio per lunghi periodi, a differenza di quanto si faceva da qualche anno.
Infine nel 2011 viene pubblicato Lulu In collaborazione con Lou Reed, disco sperimentale e che non c'azzecca molto con la carriera della band.

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