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domenica 20 dicembre 2015

La Storia Dei Led Zeppelin: Alcool, Droga ed Occultismo

"Se il tuo sound si basa solo sulla tecnica, suonerai come chiunque altro. Ciò che conta è essere originale"

I Led Zeppelin si formano nel 1968 a Londra. Oltre ad aver rivoluzionato la storia del Rock furono noti anche per il loro stile di vista oltre le righe e quindi per i loro eccessi: da camere d'albergo distrutte ad eccessi di alcool e droghe passando per la sfrenata attività sessuale e il misticismo ed occultismo che li contraddistingue. Jimmy Page, John Baldwin meglio noto come John Paul Jones, Robert Plant e John Bonham. Page è senza ombra di dubbio uno dei chitarristi più influenti della storia del Rock, autentico creatore di uno stile e di una concezione del ruolo dello strumento (sia sul piano ritmico che solistico) che sono diventati un codice universale. Jimmy Page ha avuto un ruolo molto importante nello sviluppo delle tecniche di registrazione e di produzione della musica.
Prima di entrare nel grande giro, nella seconda metà degli anni '60, prima con gli Yardbirds e poi con i Led Zeppelin, Page è stato, insieme a Big Jim Sullivan, il più richiesto chitarrista degli studi di registrazioni inglesi. Dietro il suono dei Led Zeppelin c'è uno studio accuratissimo della disposizione dei microfoni e degli spazi necessari per ottenere determinati risultati.


LA NASCITA DELLA LEGGENDA
Nel 1966 Jimmy Page, chitarrista britannico, si unisce agli Yardbirds, band inglese che suonavo un Rock Psichedelico misto a Blues. Il gruppo, nell'estate del 1968, si scioglie, nonostante fosse impegnato in una tournèe in Scandinavia. Jimmy Page, per mantener fede agli impegni presi, fonda una nuova band, i New Yardbirds, assieme al bassista John Paul Jones, al batterista John Bonham e al cantante Robert Plant. Sul palco, tra i quattro membri dell'improvvisato gruppo, l'alchimia è totale e i concerti scandinavi si rivelano un grande successo; la band, al rientro, decide di cambiare nome e assume quello che la farà entrare nella storia e nella leggenda del Rock: Led Zeppelin.
Alcuni mesi dopo, alla fine di un breve tour negli Stati Uniti, i quattro entrano in sala di incisione per il loro primo disco. La tecnica di registrazione è inusuale: Jimmy Page infatti fa tenere i microfoni a distanza per dare, anche all'album, un effetto simile a quello dei concerti live.
La band mescola il Blues all'Hard Rock. Le allusioni sessuali nei testi sono esplicite, la musica è di grande impatto. La chitarra di Jimmy Page, i ritmi di John Paul Jones, la terremotante batteria di John Bonham e il falsetto di Robert Plant creano qualcosa di mai udito prima.
I Led Zeppelin sono protagonisti di concerti incredibili, con più di 300 milioni di dischi venduti, seppur la loro politica si discostava nettamente da quella del marketing musicale degli anni ’70.
Furono infatti, i primi a raggiungere il successo senza dipendere dalla programmazione radiofonica.
Fino ad allora, radio e televisione erano state dominate dalle hit parade, dal 45 giri.


I DISCHI
"Led Zeppelin I" esce il 12 gennaio del 1968: il disco, registrato a Londra, contiene brani Rock con evidenti richiami al Folk e al Blues.
Page, riesce a creare un suono a dir poco geniale, riproducendo il sound utilizzato durante i concerti dal vivo. Ascoltando il disco si ha la sensazione di assistere ad un concerto live, poiché si avverte lo stesso coinvolgimento e la stessa intensità nel suono. Il disco è impregnato di Blues: dalle cover "You Shock Me" a "I Can't Quit You Baby" a brani inediti come "Good Times Bad Times" e "Communication Breakdown" sorretti da riff epici che resteranno nella storia.
Senza scordarci di "Babe I'm Gonna Leave You" o"Dazed And Confused", uno dei brani simbolo del gruppo (Blues misto a Psichedelia pura). Completano l'album la ballata "You're Time Has Gonna Come", lo strumentale per chitarra classica "Black Mountain Side" e la lunga "How Many More Times". I testi, infine, sono il lato più trascurabile del disco: scritti ancora da Page, sono colmi di frasi a doppio senso, che a volte scadono nella misoginia (come non ricordare "Molta gente parla, ma pochi di loro sanno che la donna è un essere inferiore", da "Dazed And Confused").
Nonostante l'album non abbia nemmeno un singolo a rappresentarlo, Led Zeppelin scala le classifiche americane e in tornati in patria sono già nella leggenda.
Nello stesso anno dell’uscita di Led Zeppelin I, il 1968 esce anche il secondo album, intitolato "Led Zeppelin II". Il gruppo presentò il loro album facendo concerti in giro per il mondo.
Il disco è introdotto da una brevissima risata e un semplice riff di tre sole note.
Saranno proprio quelle tre note a far entrare i Led Zeppelin nella leggenda.
Il brano è "Whole Lotta Love", destinata a diventare uno degli inni per antonomasia del Rock.
Sorretto totalmente da quel riff devastante, evolve nella parte centrale in un brano Psichedelico, tra percussioni tempestose, deflagranti distorsioni di chitarra e le urla istintive di Plant.
"The Lemon Song", è un Blues lento e pesante, ma dalle improvvise accelerazioni.
"Thank You", ballata con organo in evidenza, in cui Plant, nel primo testo scritto per il gruppo, omaggia la moglie. Il primo lato è completato dalla delicatezza acustica di "What Is And What Should Never Be", in cui emergono anche tendenze jazzistiche. Il lato B si apre con un'altra canzone che rimarrà nella leggenda per il ruo riff devastante(e non solo): "Heartbreaker" con l'assolo centrale privo di accompagnamento, che sperimenta uno dei primi tapping della storia.
Segue l'aggressiva "Living Loving Maid (She's Just a Woman)", chiudono "Ramble On" e "Bring It On Home" inframezzate dalla strumentale "Moby Dick", contenente uno degli assoli di batteria più celebri della storia. Il terzo album "Led Zeppelin III" contiene brani più soft dei precedenti emergendo il lato Country di Plant e quello Folk di Page. L'album alterna una prima facciata elettrica a una totalmente acustica. S'inizia con la terremotante "Immigrant Song" ma subito dopo arriva "Friends", primo assaggio acustico dell'album, sorretto da una sezione di violini, il cui testo, incentrato su amore e fratellanza, si sposa bene con la cultura hippie dell'epoca. "Celebration Day" torna su territori più Rock e lascia il passo a un altro capolavoro, il super Blues "Since I've Been Loving You", qui tutto è perfetto: dai soli ai riff chitarristici, passando per gli acuti vocali.
La seconda parte dell'album ci trasporta in atmosfere completamente diverse: i toni si fanno più pacati, la batteria scompare quasi del tutto, in favore di strumenti tradizionali come il banjo.
A introdurci è "Gallows Pole", tradizionale che parte in modo lento e si trasforma in un brano dal ritmo sfrenato, che incita al ballo. "Tangerine", è una ballata acustica.
Le ultime due tracce sono "Bron-Y-Aur Stomp" altra ballata Folk e "Hats Off To (Roy) Harper".
La diversità portò a commenti poco piacevoli della critica e dei media perciò il gruppo decise di non fare alcun tour e dedicarsi alla stesura e registrazione del quarto album.
"Led Zeppelin IV", così chiamato in maniera impropria (in realtà questo album non ha un titolo preciso, perché viene chiamato anche "Four Simbols", "ZoSo" oppure "Runes Album").
La copertina, a differenza delle precedenti, non ha stampata alcuna parola che possa far riconoscere gli autori del disco. Fu un escamotage creato per andare contro la stampa, che definiva ancora la band "una montatura pubblicitaria" senza riconoscerle i dovuti meriti (cioè una band che stava avendo successo grazie a trovate commerciali e non alla musica); così, Page ed compagni decisero di non dare un nome al proprio album. I fan riconobbero quattro simboli sulla copertina, ognuno dei quali doveva rappresentare un singolo membro del gruppo (forse). I simboli, che l’immaginario collettivo maggiormente ricollegano al gruppo, rimangono comunque i due sigilli e le due rune che compongono il titolo, appunto, del loro quarto album. E' presente anche un gatto stilizzato (simbolo esoterico ed occulto inerente il passaggio tra mondo terreno e spirituale). E' presente anche un contadino con i rami sulla schiena: il riferimento è al 10 di bastoni (che simboleggia la fine di un ciclo).
Page e Plant hanno realizzato i propri disegni di loro pugno, anche se il simbolo scelto da Page è stato probabilmente preso dall’alfabeto magico del matematico alchimista Girolamo Cardano, mentre Jones e Bonham li hanno trovati su un antico libro di rune. Questo disco include brani Rock e Folk, e sicuramente tra le canzoni più conosciute della band: ovviamente  "Stairway To Heaven", che la band stessa considera il loro inno personale. L'aura di leggenda che circonda "Stairway To Heaven" verrà amplificata dalla credenza che, suonandola al contrario, si possa sentire un messaggio satanico.
Comunque l'onore di aprire questo capolavoro tocca a Plant con il suo urlo selvaggio e sensuale, "Black Dog" è il tipico Rock/Blues sorretto da un riff mitico e da assoli senza precedenti.
"Rock And Roll" è aperta da un drumming da antologia di Bonham: ritmi impazziti, inutile aggiungere altro. L'atmosfera cambia radicalmente con "The Battle Of Evermore", misteriosa ballata medievaleggiante. "Misty Mountain Hop" rispolvera l'anima Rock del quartetto, "Four Sticks" seppur valida non dice molto, poi si torna all'eccellenza con la splendida ballata "Going To California" e il possente Blues "When The Levee Breaks", cover di Memphis Minnie.
Verranno vendute oltre 10 milioni di copie.
"Houses Of The Holy", pubblicato nel 1973, è un album che in parte delude i fan. Qui troviamo meno influenze Blues ed un maggior utilizzo di suoni elettronici. Si alternano canzoni solari e allegre come "The Song Remains The Same" e brani particolari come "Over The Hills And Far Away" e "Dancing Days" in cui Page sperimenta soluzioni sempre nuove. Presente anche la malinconica ballata "The Rain Song", molto articolata dal punto di vista degli arrangiamenti e l'Hard Rock di "The Ocean".
Bella anche l'oscura "No Quarter" tra hammond, voci filtrate ed influenze Jazz. Da menzionare anche la particolarissima "D’yer Mak’er" con influenze Reggae.
Il primo album doppio con la nuova etichetta discografica,  esce nel 1975 e si intitola "Physical Graffiti", e contiene sia brani dei precedenti album, sia recenti incisioni. Il successo di questo disco è buono. Oltre ad inediti provenienti da vecchie incisioni, troviamo anche brani nuovi ormai sempre più articolati e lunghi. Accanto ad altalenanti brani come "Ten Years Gone", "In The Light" o la lunghissima "In My Time Of Dying", dove si tenta un ritorno al Blues tradizionale, si piazza il gioiello "Kashmir", maestoso inno sorretto da un misterioso riff di chitarra, su cui si appoggiano un'orchestra d'archi e un mellotron orientaleggiante, su cui Plant declama un testo pieno di luoghi fantastici e antiche civiltà. Spicca anche l'allegra "Trampled Under Foot", le melodie di "The Rover" o l'ottima titletrack. Dal 1976 in poi, però, qualcosa comincia a cambiare. Durante il faraonico tour di supporto, Robert Plant, nell'isola di Rodi, è vittima di un brutto incidente d'auto, che lo costringe sulla sedia a rotelle per un lungo periodo. Dopo l’incidente avvenuto a Robert Plant e sua moglie, il gruppo si trova costretto ad interrompere le tournèe e si mette a lavorare per produrre il settimo album, intitolato "Presence", che però non è all’altezza dei precedenti. L'album si apre con l'ultimo vero capolavoro del gruppo, "Achille's Last Stand", davvero una gran cavalcata che influenzerà da lì a poco la NWOBHM.
Buone anche "For Your Life" e "Nobody's Fault But Mine". Nel 1978 i Led Zeppelin incidono l’album "In Throught The Out Door", che pare avvicinarsi al Prog Rock mischiato però con sonorità molto soft. L'opener "In The Evening" e "I'm Gonna Crawl" sono buone canzoni, idem le soft "All My Love" e "Fool In The Rain". Da questo momento (dopo circa 20 anni di successo) in poi, comincia il declino della band. Chiudiamo con "Coda", l'album che verrà pubblicato solo postumo (dopo lo scioglimento della band). Un disco che prende quà e là scarti da vecchi dischi o cover.
Si può citare la cover di Ben King "We're Gonna Groove", "I Can't Quit You Baby" di Willie Dixon o "Walter's Walk".


I PROBLEMI DI ALCOOL E DROGA ED ALTRE STRANEZZE
Pare che Jimmy Page fosse solito partire per viaggi lunghissimi in auto-stop, in compagnia della sola chitarra, e che una volta in un viaggio particolarmente lungo sia arrivato fino in India.
Altre voci, raccontano di una storia amorosa con una 14enne, dal nome Lori Maddox, che faceva parte del giro di groupie a Los Angeles. Page ha confermato la storia, ammettendo che persino all’epoca sarebbe stata considerata illegale, se resa nota. In seguito il chitarrista lasciò la Maddox dopo due anni, per poi mettersi con l'amica maggiorenne Bebe Buel (in realtà la Maddox venne tradita da Page!).
Il chitarrista ha inoltre ammesso l'uso di droghe pesanti già dagli anni 70.

"Non posso parlare anche per gli altri membri della band, ma per me le droghe sono state parte integrante di tutta la faccenda, fin dall'inizio, fino alla fine. Oh, ognuno è andato sopra le righe un paio di volte. So che ho fatto e, per essere onesto con te, io in realtà non ricordo molto di quello che è successo"

Nel 1975, Page ha cominciato a usare l'eroina. Nel Led Zeppelin tour del 1977 negli Stati Uniti, la dipendenza di Page dall'eroina stava iniziando ad ostacolare la sua performance live.
In questo periodo il chitarrista aveva perso una notevole quantità di peso.
Suo malgrado, anche Robert Plant, si trovò protagonista di un universo condito da vita sregolata, folle oceaniche acclamanti, orge con le groupie, lussuose camere d'albergo completamente distrutte ed eccessi di ogni tipo. Divenne inoltre un sex-symbol senza precedenti, dalle pose e dagli atteggiamenti sfrontati al limite dell'osceno, vestito con abiti attillati e lustrini e dotato di una lunghissima criniera di riccioli biondi. In riferimento al Tour del 1969 (di Led Zeppelin II), è legata la leggenda più famosa sui Led Zeppelin, risalente al concerto della band per il Seattle Pop Festival, tenutosi il 27 luglio dello stesso anno. Dopo essersi esibiti, i quattro musicisti alloggiavano al Edgewater Inn, un hotel che affaccia su un lago e dal quale ai clienti era permesso pescare direttamente dalla finestra della propria camera. Pare che i Led Zeppelin in quella serata estiva, si appartarono con una groupie molto attraente, probabilmente dai capelli rossi, in una delle stanze dell’albergo, e passarono la serata infilando pezzi di squalo nei suoi orifizi. Ciò venne raccontato dal biografo Davis che ha dichiarato di aver appreso questo singolare aneddoto dal manager della band, Richard Cole, che secondo un’altra versione è l’unico responsabile del deplorevole episodio. Durante il tour di supporto a III i Led Zeppelin scenderanno in Italia per un concerto. Il 3 luglio 1971, al PalaVigorelli di Milano, il gruppo è ospite del Cantagiro, e dovrebbe esibirsi dopo gli artisti italiani.
In quell’occasione, appena iniziata l’esibizione, la folla di ragazzini, accorsa ad ascoltare i propri idoli, si riversò impazzita sul palco ma improvvisamente i responsabili della sicurezza cominciarono a lanciare fumogeni contro la folla senza motivo. Richard Cole respinse le prime ondate di ragazzi che cercavano di mettersi in salvo sul palco assieme ai roadies, ma dopo un po’, capendo che la situazione stava degenerando, prese il suo gruppo, e sfondata la porta di un camerino ci si rifugiò assieme ai musicisti fino a che non si calmarono le acque.
La strumentazione del palco fu distrutta, e non venne mai più fatta nessun’altra data italiana in tutta la carriera della band.

Secondo David Zard, impresario Rock nei primi anni 70, la colpa dei disordini fu proprio dei Led Zeppelin: "Avevamo concordato che avrebbero chiuso la giornata del Cantagiro intorno a mezzanotte, dopo l'esibizione degli altri artisti. Invece, intorno alle 20, quando c'era ancora una lunga fila di gente in attesa di entrare, mi annunciarono che volevano suonare subito. Tentai di farli ragionare, inutilmente. Il concerto iniziò scatenando l'ira di chi era ancora in fila per i biglietti. Furono inevitabili, quindi, le cariche della polizia". 

Indipendentemente dalla colpa, i disordini furono incredibili. Prima, la violenta contestazione a fischi e lattine verso band italiane del Cantagiro, che aprivano la serata. Poi, durante l'esibizione dei Led Zeppelin, il putiferio: Robert Plant non fa in tempo a completare il primo brano, che la musica si ferma, la polizia spara candelotti lacrimogeni, si alza il fumo. Alla terza canzone, altri lacrimogeni e una carica della polizia, con la gente che, in preda al panico, invade il palco.
Plant dirà: "Quella sera credemmo di morire. Fummo costretti ad abbattere una porta per rifugiarci nei camerini. Quando cercammo di recuperare gli strumenti, scoprimmo che era stato tutto distrutto. Non verremo mai più a suonare in Italia".

Durante gli anni ’70, i Led Zeppelin spesso in tour in America, amavano soggiornare all’Andaz West Hollywood Hotel, a Los Angeles. Le leggende raccontano che, durante un loro soggiorno in questa struttura, dopo aver affittato tutte e sei i piani dell’albergo, il batterista John Bonham si sia messo a correre nei corridoi e nelle stanze, niente poco di meno che con una motocicletta!
Nel 1977 parte un nuovo tour americano. Nei primi quattro mesi tutto procede liscio, poi in una escalation di eventi tragici Page ha un collasso sul palco, Bonham, Grant e due roadie sono arrestati per aver picchiato due promoter dello staff dell'impresario Bill Graham. Infine, il gruppo riceve la notizia della morte del figlio di Plant, Karac, di cinque anni. La tournée viene interrotta tra polemiche e strascichi giudiziari. Come se non bastasse, di lì a poco Bonham si frattura il polso in un incidente d'auto.


L'OCCULTISMO DI JIMMY PAGE E LE STRANE MORTI
Riguardo le rune su Led Zeppelin IV:
"Quei caratteri che racchiudono il titolo non sono islandesi, quello è un equivoco che circola, e solo i due di mezzo sono realmente caratteri runici. Accadde che ciascuno di noi si scelse un simbolo e tutti insieme andarono a costituire il titolo del disco.  Robert disegnò il suo: la piuma, simbolo base di tutte le filosofie con un retaggio molto interessante... ad esempio rappresenta il coraggio, per le tribù pellerossa.  Il simbolo di John Paul Jones, il secondo da sinistra, è tratto da un libro sulle rune, rappresenta la fiducia e l'abilità (infatti è difficile da disegnare con precisione). Quello di John Bonham è tratto dallo stesso libro (i tre cerchi). Il mio simbolo l'ho disegnato io stesso, ma molti l'hanno confuso con la parola "zoso", e negli States c'è stato chi ha messo in giro la voce che il titolo dell LP era "ZoSo", il che fu un peccato perché non si doveva supporre che fosse una parola completa, ma qualcosa del tutto differente...e con un differente significato".
A fine anni 70 iniziano a circolare voci secondo cui la causa del declino del gruppo sia l'interesse di Page per l'occulto. In realtà le radici di Page nel misticismo e nell'occulto son ben più antiche.
Il chitarrista era ossessionato ed estremamente interessato ad Aleister Crowley, da alcuni considerato il fondatore del moderno occultismo e fonte di ispirazione per il satanismo e ciò ha spesso condotto i fan a credere che il chitarrista fosse un seguace di satana: in molti hanno persino ipotizzato che Page avesse stretto un patto col diavolo per diventare famoso. Fu così che nacque la diceria che egli abbia fatto firmare ai partecipanti della band un contratto con il demonio, e che questa fosse la causa delle disgrazie e dei successi capitatigli. Si dice, inoltre, che John Paul Jones non sia stato coinvolto in questa spirale di distruzione perché non persuaso dal chitarrista a firmare il contratto.
Non ci sono prove che dimostrino che Page fosse un satanista, sebbene fosse un seguace della filosofia di Crowley sulla liberazione personale, al punto da riportare il detto "Do what thou wilt", "fa ciò che vuoi", all’interno della prima stampa del vinile di "Led Zeppelin III".
In effetti, questa sua ossessione lo portò nel 1971 ad acquistarne la casa a Loch Ness (Boleskine House costruita nel 1760), in Scozia. Page, in seguito, svelò che quella casa era infestata.
"La casa era stata di proprietà di altre due persone prima di Crowley", disse Page nel 1975, "all’inizio era una chiesa, ma fu bruciata assieme a tutta la congregazione che la occupava. Sono successi fatti strani là dentro, ma non hanno nulla a che vedere con Crowley. Vi erano vibrazioni negative già prima che Crowley ne diventasse proprietario. Un uomo è stato impiccato dentro quella casa, e alle volte potevi sentire la sua testa che rotolava per le scale". Negli anni, Page non ha mai smentito le dicerie sul suo conto, forse perché benefiche per gli affari: "non voglio rendere pubblico il mio personale credo o un mio ipotetico coinvolgimento in fatti sovrannaturali". Nel 1966 l'ex proprietario della casa si era sparato togliendosi la vita nella camera da letto che era stata di Crowley dal 1800 in poi (Crowley cercava una villa per compiere i suoi rituali e leggenda vuole che durante una seduta spiritico, venne interrotto, lasciando gli spiriti nella casa. Dopo la dipartita di Crowley è un dato di fatto però che molti occupanti si suicidarono e morirono in condizioni particolari).

Malcolm Dent, amico di Page che si occupava della casa, ha raccontato nel 2006 di aver vissuto più o meno normalmente, nonostante una serie di fenomeni strani: "C'erano porte che sbattevano nella notte, trovavi tappeti e coperte ammassate nelle stanze. Ci dicevamo che era solo Aleister che continuava a fare le sue cose"

Tornando alla musica, il brano Stairway To Heaven è stato anche bersagliato per un presunto contenuto di messaggi subliminali di matrice satanica. Secondo alcune interpretazioni un verso della canzone, ascoltato al contrario, conterrebbe un inno satanico. Per forza di cose, anche il resto della band, fu influenzato da queste tematiche. Ad esempio Robert Page era affascinato dalla magia nera.
Questi ed altri fatti hanno fatto sì che la devozione di Page per Crowley creasse attorno agli Zeppelin un'aura malefica che non li ha abbandonati fino allo scioglimento. Furono tante le disgrazie accadute negli anni '70 ai componenti del gruppo e ai loro amici e colleghi. Nel 1976, il socio dei Led Zeppelin, Keith Harwood, morì in circostanze misteriose. Keith Relf, ex membro degli Yardbirds, che formarono poi il nucleo dei Led Zeppelin, si suicidò.
La moglie dell'amministratore di tournée, Richard Cole, perse la vita anche lei.
Nel 1977, un bambino di 5 anni, Karac, figlio di Robert Plant, contrasse un'infezione virale mentre il gruppo era in tournée in America e morì.
Nel 1979, Philip Hale, un fotografo amico di Jimmy Page, morì in una villa di Page dopo aver ingerito una quantità eccessiva di morfina, cocaina e alcool.
Nel 1980, in un'altra ancora delle ville di Page, John Bonham incontrò la sua fine prematura (come vedremo sotto). Ad esempio Graham Bond, uno dei migliori organisti di R&B in Inghilterra, sentì anch'egli una forte attrazione per Aleister Crowley (per un certo periodo Bond era stato cantante di un gruppo chiamato "Magick"). Negli anni '70, lo scarso successo incontrato parve sommarsi alla sfortunata convinzione che lo ossessionava di essere il figlio illegittimo di Crowley. Nel 1974, quest'illusione prese il sopravvento nella sua mente malata e il giovane si uccise gettandosi sotto un treno mentre "era in uno stato di estremo squilibrio mentale. Inoltre, nel 1975, come detto Plant e la moglie ebbero un terribile incidente stradale mentre erano in viaggio sull'isola di Rodi.
Il 27 settembre 1980, l'Evening News, in un articolo intitolato «La magia nera dei Led Zeppelin», scrisse:

"Robert Plant e tutti quelli che sono vicini al gruppo sono convinti che le pratiche di magia nera di Jimmy Page siano la causa della morte di Bonham e delle altre tragedie. I tre membri rimasti dei Led Zeppelin, ora, saranno un po' spaventati al pensiero di ciò che potrebbe accadere la prossima volta" 


GLI SBALZI D'UMORE DI JOHN BONHAM: ALCOL, RISSE E MORTE
Il batterista John Bonham veniva etichettato anche come "Bonzo", in riferimento alla sua tranquillità da sobrio. Gli stessi membri del gruppo raccontavano però che, una volta ubriaco, il batterista era preda di violenti cambiamenti di personalità al punto da guadagnarsi il soprannome anche di "The Beast" (La Bestia). A farne regolarmente le spese erano stanze d'albergo, locali, camerini e ignari malcapitati che osavano tentare di riportarlo alla ragione. Per questo, da un certo momento in poi, gli altri membri del gruppo iniziarono a prenotare negli alberghi in cui si recavano delle stanze apposite, non note al batterista, ove trovare riparo in attesa che la sbornia gli passasse.
Bonham non era solito rendersi protagonista di particolari danni, quando andava da solo per locali, dopo i concerti, semplicemente si sedeva a bere.
Anche se spesso le serate si concludevano inevitabilmente con risse, orge, alberghi devastati, locali puntualmente sfasciati e molto altro. Forse, tra tutti i Led Zeppelin, era quello meno gestibile...tant'è vero che gli altri accortasi dei suoi "sbalzi di umore" quando in preda all'alcool, spesso lo escludevano dai parti più chic: "non ditelo alla Bestia".
Una sera, nel 1976, Bonham si presentò, dietro le quinte di un concerto dei Deep Purple al Nassau Coliseum di Long Island, ubriaco e assai eccitato, faceva fatica a stare in piedi.
Bonzo notò, dietro al palco, un microfono libero e salì davanti alla platea prima che i roadies dei Deep Purple potessero afferrarlo. Il gruppo smise di suonare stupefatto, mentre Bonham urlava al microfono: “Sono John Bonham dei Led Zeppelin e voglio semplicemente annunciarvi che abbiamo un nuovo album in uscita: si chiama Presence e, “cazzo”, è fantastico!”. Quindi, si girò per andarsene ma prima si voltò verso il chitarrista dei Deep Purple e lo insultò gratuitamente: “E per quanto riguarda Tommy Bolin, non sa suonare un cazzo!”. La svolta negativa che segna la band e di fatto ne provoca la fine avvenne dopo le prove del gruppo nel settembre del 1980. John Bonham fu trovato morto la mattina del 25 settembre a casa di Page, dopo una giornata passata a bere e a suonare. Aveva solo 32 anni.
Stando a quanto dichiarato dal medico legale, il batterista aveva in corpo l’equivalente di 40 shot di vodka.
Bonham aveva bevuto talmente tanto da essere ancora ubriaco quando il suo corpo aveva cominciato a buttare fuori quell’enorme quantità di alcol: ecco perché gli altri componenti lo trovarono morto soffocato dal suo stesso vomito. Dopo la morte di John Bonham, i tre “superstiti” del gruppo decisero di interrompere la loro attività artistica: è il 4 dicembre 1980 quando i Led Zeppelin si sciolgono ufficialmente.

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