Figlio nero della scena Black Metal norvegese degli anni, Vidal Vaaer (in arte Ildjarn) fu indubbiamente tra le personalità di spicco dell'epoca.
Faceva parte probabilmente dell'Helvete (il negozio di Euronymous) ma rimase sempre abbastanza lontano dagli onori (disonori) delle cronache (incendi ed omicidi).
La band venne fondata nel 1991 a Telemark in Norvegia.
L'unico membro era Vidar Vaaer appunto, anche se alcune opere sono state realizzate in collaborazione con un musicista conosciuto come Nidhogg.
Contrariamente a quanto si crede, nella maggiorparte dei suoi dischi la band non usava Drum Machine.
La musica Ildjarn è un Black Metal grezzissimo e velocissimo(con una produzione veramente scarsa), nella quale la maggior parte delle canzoni sono composte di ritmi basici di batteria, un paio di riff e vocals incomprensibili.
DISCHI, TESTI INVENTATI E FINE DELLA BAND
Ildjarn aveva registrato musica fino al 2002(il resto posteriore a questa data è stato registrato negli anni 90), ma ha ufficialmente dichiarato la fine del suo percorso artistico nel 2005.
Tre album(due album ed uno EP) sono stati realizzati interamente con un sintetizzatore.
Da tutta la musica pubblicata, l'unica canzone di Ildjarn, il cui testo è stato reso noto è la bellissima "Eksistensens Jeger".
Dopo alcuni demo, l'esordio risale al 1995 con la pubblicazione di Ildjarn.
Classico Black Metal dell'epoca: pochi riff, produzione scarsa e molte influenze Thrash Metal/Hardcore. Non a caso l'album è formato da ben 27 pezzi. Basta già ascoltare l'opener "Skogsslottet" per sapere cosa ci aspetta lungo gli oltre 70 minuti di musica.
"Som En Ensom Bong" e "Morkeheim" sono buone canzoni abbastanza ipnotiche nella loro ripetitività di fondo. Ci sono anche alcuni pezzi più lenti e cupi come "Krigere" e "Himmelvelv".
I riff sono scarni, la batteria è un po' ripetitiva e la produzione davvero pessima però rimane un disco davvero old school e primitivo.
Nel 1996 esce il secondo full: Forest Poetry.
Anche qui non ci discostiamo di molto dagli esordi: canzoni brevissime e velocissime, batteria abbastanza monotematica e grezzume a farla da padrone. Le canzoni variano da 1 minuto a 3 minuti.
I riff sono minimali, chitarra e basso sono distorti al massimo. La batteria è sia velocissima che lenta ma con pochi cambi di ritmo nei pezzi (del resto sono cortissimi). I riferimenti sono sempre ai Darkthrone con una produzione davvero lo-fi e grandi riff da riscoprire (per quanto semplici) sepolti nel marasma costante di quest'ostilità sonora.
"Whispering Breeze", "Blackened Might", "Clashing Of Swords", "No Gleamig Light", "Blazing Eyes" fanno subito capire dove si andrà a parare: batteria velocissima, screaming indiavolati, riff minimali.
Le immagini evocate durante l'ascolto di brani come "Sinking Deep" o "Deeping In Grey" sono quelle di fredde notti invernali, colline ricoperte di nebbia, un viaggiatore solitario che cammina attraverso i boschi oscuri di Norsk con magari lupi pronti ad assalirlo.
"Chill Of The Night (Returning)" è leggermente più lunga e (forse) articolata (ma è un eufemismo).
"No Place Nowhere" che chiude l'album è una specie di outro dove finalmente la batteria rallenta e c'è pace per l'ascoltatore.
Principalmente il disco è poco accessibile in generale però chi ama il vecchio Black Metal non può rimanere deluso.
La fase Black Metal della band termina con Strenght And Anger, per la verità, negli oltre 70 minuti di musica...molti sono i pezzi strumentali e con soli rumori.
Disco, un po' come i primi due, veramente per pochi: ostile e primitivo.
Le prime 15 canzoni si chiamano tutte "Strenght And Anger" (e ci sono 9 strumentali con sempre la batteria velocissima a scandire i ritmi), le ultime 3 sono strumentali Ambient (con saltuaria comparsa della batteria) da 14 minuti (Black Anger: Hate Meditation 1), "Interchange" (da 2 minuti e mezzo) e "Midnight Strength, Black Anger: Hate Meditation 2" (quasi 16 minuti).
Dicevo dei due dischi realizzati con solo sintetizzatore: sto parlando ovviamente di Landscapes uscito sempre nel 1996 e di Hardangervidda del 2002(questo è l'ultimo disco registrato).
Sotto certi versi lo stesso percorso musicale fatto da Burzum o da Mortiis degli Emperor.
Alcuni pezzi come "Landscape 1" (di Landscapes, dove troviamo 22 canzoni per oltre 2 ore di musica, anche qui le tracce non hanno nomi), "Sunrise", "Amber Lake" e "Sunset" sono veramente notevoli.
Sembra si tratti davvero di un'altra band rispetto agli esordi: è musica Ambient comunque che va ascoltata se si è appassionati di un certo sound.
Nello stesso anno uscirà la seconda parte sotto forma di EP (anche qui composizioni Ambient).
Ufficialmente la carriera della band finisce con Nocturnal Visions, EP uscito nel 2004 (qui si torna ad influenze Black ma il disco è abbastanza lontano dagli esordi e la produzione è sicuramente migliore).
Nel 2006, il sito del gruppo ha dichiarato che non saranno più pubblicate notizie sulla band, dal momento che la carriera di Ildjarn si è conclusa.
Il titolo della compilation del 2005, Ildjarn Is Dead, fa riferimento a questa decisione.
Parte del motivo che spinse Vidar Vaaer a porre fine al progetto fu la rottura del suo registratore a 4 tracce (lo stesso registratore era stato usato durante gli anni precedenti alla formazione degli Emperor, pubblicati sotto il nome Thou Shalt Suffer).
PROGETTO PARALLELO: I SORT VOKTER E LE LEGGENDE INTORNO A FOLKLORIC
Un progetto parallelo di Vaaer alla band madre furono i Sort Vokter, ovvero uno dei complessi più interessanti e più immeritatamente trascurati, del rigoglioso panorama Black Metal dell'epoca.
Il quartetto, come detto, era guidato da Vidar Vaaer, affiancato dal fedele amico Nidhogg (con cui compose "Norse", "Svartfråd" ed "Hardangervidda") e da due illustri sconosciuti celati dietro gli pseudonimi di Tvigygre e Heiinghund.
L'unico full uscì nel 1996: Folkloric Necro Metal.
Come ogni Black Metal album di una certa importanza storica, anche Folkloric Necro Metal è accompagnato da un coro di leggende e dicerie.
Si vocifera infatti sulla possibile esistenza di una ricercatissima e misteriosa demo-tape, mentre è particolarissimo il modo in cui la band sviluppò il disco.
Pare infatti che i musicisti cambiassero strumento ad ogni canzone, alternandosi a rotazione nell'utilizzare basso, chitarra, tastiera, voce e programmazione della drum-machine.
L'ultima nota di colore riguarda lo stato psicho-fisico degli strumentisti stessi all'atto della registrazione, rigorosamente alterato dalla cannabis e dalle droghe in generale (ci sono riferimenti al THC anche sulla copertina), fatta eccezione per Ildjarn (personaggio tradizionalmente lontano da alcool e droghe).
Sotto certi versi il disco può essere considerato come una sorta di connubio tra il Black senza compromessi del primo Ildjarn e i lavori Ambient successivi.
Il suono del basso è bello corposo, la batteria ben udibile, insomma la produzione è sicuramente di buon livello.
Grandi pezzi sono l'oscura e folle "Hatefulle Tanker Ut I Natten", "Grålysning" (molto bella la dissolvenza degli strumenti tradizionali che sul finire del pezzo spariranno totalmente, lasciando spazio solo ai sintetizzatori) e la cupa "Ni Gygrer - Nattjakt" (anche qui ci sono sintetizzatori ma senza percussioni). In pezzi quali "Langs Stier Uten Ende" è udibile addirittura anche il basso.
Ottimo il lavoro delle tastiere (mai troppo invadenti). Un disco, come si sarà capito, abbastanza vario e con più influenze (rispetto a quelli più monocordi di Ildjarn). Forse, per chi non conosce Vaaer, prima che dagli Ildjar è meglio iniziare da qui.
Visualizzazioni totali
mercoledì 29 aprile 2015
La Storia Degli Ildjarn, Dei Sort Vokter e Le Leggende Intorno a Folkloric Necro Metal
Etichette:
Black Metal,
Helvete,
Ildjarn,
La Storia Degli Ildjarn e Dei Sort Vokter,
Leggende Folkloric Necro Metal,
Recensioni Black,
Sort Vokter,
Vidal Vaaer
mercoledì 22 aprile 2015
La Morte Di John Lennon (Storia)
John Lennon (leader dei Beatles) nasce a Liverpool nel 1940, fonda i Beatles nel 1957, morirà nel 1980 a New York ucciso da un pazzo.
Come detto la sera dell’8 Dicembre 1980 John Lennon veniva ucciso a New York da quattro colpi di pistola sparati da Mark Chapman (una guardia giurata), un ragazzo venticinquenne affetto da disturbi mentali, che lo attendeva di fronte al Dakota Building.
Proprio nel luogo in cui nello stesso pomeriggio, Lennon gli aveva autografato una copia dell’ultimo disco, Double Fantasy (uscito tre settimane prima).
Già, perché fu la mano di un fan, che si sentiva "tradito" (dal pensiero politico e religioso del suo ex idolo) a premere il grilletto per quella morte violenta.
Moriva così a quarant’anni una delle icone del 900 e il volto più celebre della storia della musica.
I MOTIVI DELLO SCIOGLIMENTO DEI BEATLES (1957-1970)
Tanti i motivi che hanno portato allo scioglimento del gruppo: sicuramente la morte del manager Brian Epstein che tolse ai quattro una guida.
Inoltre Lennon, come sarà noto a tutti, era dipendente dall'eroina.
La sua prima assunzione insieme a Yoko Ono avvenne durante le incisioni del White Album.
I due dichiararono di aver iniziato a farne uso per scaricare il nervosismo dovuto all'eccessiva attenzione dei giornalisti.
Inoltre, per la paura degli aghi, l'eroina venne sempre da loro inalata e mai iniettata.
Una delle prime conseguenze però di tale abuso che divenne presto una tossicodipendenza fu che il carattere di Lennon cambiò in peggio, come ha rivelato tra gli altri Geoff Emerick, contribuendo ad esasperare quei contrasti all'interno del gruppo che ne portarono allo scioglimento.
L’ingresso di Yoko Ono nel clan, poi, con la conseguente esclusione di Cynthia, aveva creato tensioni tra i componenti, anche a causa dei rapporti che erano sempre intercorsi tra le quattro mogli.
Non pochi imputarono proprio a John, il fondatore, la colpa della drastica separazione.
Lennon (1965): "Siamo più famosi di Gesù"
I 10 anni trascorsi dal periodo d’oro degli esordi avevano profondamente mutato i 4 Beatles, ciascuno dei quali aveva vissuto diversamente le crisi esistenziali derivanti dallo spropositato successo. Musicalmente, solo Ringo poteva temere le conseguenze di uno scioglimento, ma se la cavò ugualmente.
L'ultimo show dei Beatles fu quello del 30 gennaio 1969 sul tetto dell'edificio londinese Savile Row. Prima di scegliere questo luogo, altri insoliti pensati erano: la nave Queen Elizabeth II, il parlamento, la cattedrale di Liverpool, un asilo e il deserto del Sahara
Lennon comunque iniziò una brillante carriera solista con il grande successo Imagine, uscito nel 1971.
ROOSEVELT HOSPITAL 8 DICEMBRE 1980 (22.48)
«Ero in moto su Central Park West, quando un taxista non ha rispettato lo stop: ho inchiodato per evitare lo scontro ma la mia Honda si è inclinata e sono scivolato a terra».
Alan Weiss è un giovane membro della ABC TV Network.
È ricoverato in ospedale da un quarto d’ora: lo hanno sistemato su una barella in attesa che qualcuno si occupi di lui.
Proprio mentre la dottoressa gli sta dando retta, la porta d’ingresso del pronto soccorso si apre di colpo. Un infermiere urla: «C’è un ferito grave… colpi di arma da fuoco al petto».
«Dov’è?», chiede la dottoressa.
«Sta arrivando…» risponde il paramedico.
«Alan, mi deve perdonare», sussurra la dottoressa «ma ho un’emergenza».
Pochi secondi dopo, Weiss sente un rumore di passi alle sue spalle.
Si gira e vede diversi poliziotti che stanno scortando una barella: sopra c’è un uomo sanguinante che viene portato in rianimazione.
Due di quegli agenti si fermano di fronte al lettino in cui è sistemato Alan Weiss.
«Incredibile…» dice uno dei due «hanno sparato a John Lennon…».
«Che ha detto, scusi?», chiede Weiss.
«Non ho detto niente », risponde il poliziotto.
Weiss è attonito.
Ha capito bene? Quel tizio ha detto proprio John Lennon o chi altro?
Il Dottor Stephan G. Lynn è il responsabile del Pronto Soccorso del Roosevelt.
Stasera ha terminato il suo turno alle 22 ma mentre sta facendo ritorno a casa riceve un messaggio sul suo “pager”: c’è un caso urgente che ha bisogno di lui.
Tornato immediatamente all’ospedale si trova di fronte un paziente in fin di vita: un uomo, di circa 40 anni, che presenta tre ferite di arma da fuoco al torace e una al braccio.
Non respira e non ha battito cardiaco: clinicamente è morto.
Ma il Dottor Lynn non s’arrende e tenta il tutto per tutto.
Gli pratica un’incisione sulla parte sinistra del torace: vuol capire se sia possibile individuare un vaso sanguigno non danneggiato.
Sfortunatamente sono tutti distrutti dalle pallottole.
Prova allora a inserire un catetere speciale nel muscolo cardiaco per effettuare una trasfusione di sangue.
Poi, stringe tra le mani il cuore del paziente e inizia a praticargli un massaggio.
Purtroppo, a ogni compressione il sangue fuoriesce: non c’è più niente da fare.
Mentre, per una strana coincidenza, la radio del Roosevelt diffonde le note di All My Loving dei Beatles, Alan Weiss sta cercando di capire cosa stia davvero succedendo.
Quando, di fianco a lui, passa il Dottor Lynn, Weiss lo blocca.
«Dottore, è vero che l’uomo in rianimazione è John Lennon?». «Mi deve scusare ma non posso rilasciare alcuna dichiarazione uffciale.
Tra quarantacinque minuti ci sarà una conferenza stampa».
Una conferenza stampa? Perché ma, soprattutto, per annunciare cosa?
Mentre il giornalista della ABC sta provando a rispondere a queste domande dalla porta d’ingresso entra una coppia: lei, una donna asiatica, indossa una pelliccia di visone lunga fino ai piedi.
È in lacrime.
Alan Weiss non fa fatica a riconoscerla: è Yoko Ono e al suo fianco, a sorreggerla, c’è il potente discografco David Geffen, amico intimo dei coniugi Lennon.
Sono le 23.10.
Weiss ora non ha più dubbi.
Arrancando, riesce a raggiungere un telefono a gettoni: chiama i colleghi della redazione news della ABC e li informa di ciò che sta accadendo al Roosevelt.
E così, pochi minuti dopo, in diretta televisiva, mentre i Miami Dolphins e i New England Patriots si stanno sfidando nel Monday Night Football, il celebre telecronista Howard Cosell dà per primo la notizia.
«Interrompiamo la cronaca della partita per annunciarvi una tragedia che ci hanno appena comunicato dalla nostra redazione di New York: John Lennon, forse il più famoso dei Beatles, è rimasto vittima di un agguato di fronte al suo appartamento in Central Park West. Ferito da due colpi di arma da fuoco è giunto esanime al Roosevelt Hospital…».
Qualche minuto prima, alle 23.07, il Dottor Stephen Lynn aveva dovuto arrendersi e dichiarare morto John Winston Ono Lennon, 40 anni compiuti solo due mesi addietro.
Quindi, spetta a lui l’ingrato compito di informare Yoko Ono.
«Nonostante le cure prestate e un nostro tentativo in extremis, le tre pallottole che hanno raggiunto il cuore di suo marito ne hanno provocato la morte».
«No dottore, sta mentendo… Non può essere vero.
Ero con John venti minuti fa, eravamo in studio e lui era...vivo».
Yoko non vuole credere a ciò che sta accadendo.
Poi, un’infermiera le consegna la fede matrimoniale di John. «Ho capito…» dice al Dottor Lynn, prima di scoppiare in lacrime.
Quindi, si rivolge al medico: «Le chiedo una cortesia: mio figlio Sean è a casa e so che sta guardando la tv. Non voglio che venga a sapere della morte di suo padre dal tg: voglio comunicarglielo io stessa. Per favore, aspetti almeno mezz’ora a dare l’annuncio. Mi lasci il tempo di arrivare da lui».
L'AGGUATO DI DAVID CHAPMAN
«Hey Mr. Lennon? Sta per entrare nella storia!».
Così, quel ragazzo attira l’attenzione del suo idolo.
In mano, stringe una calibro 38, in tasca ha duemila dollari in contanti e una copia del romanzo di J.D. Salinger Il giovane Holden.
Lennon fa appena in tempo a girare la testa.
Un istante dopo, Chapman esplode a bruciapelo cinque colpi di pistola.
Ferito a un braccio e alla schiena, Lennon riesce a stento a dirigersi verso l’entrata del Dakota dove stramazza a terra, riverso sul fianco sinistro. Riesce soltanto a sussurrare… «Mi hanno sparato».
Il corpo di John viene cremato il 10 dicembre al Ferncliff Cemetery di Hartsdale, New York.
Nessuno sa dove Yoko custodisca le ceneri: c’è chi dice le abbia sparse negli Strawberry Fields, il memorial realizzato da lei a Central Park, proprio di fronte al Dakota Building.
Mark David Chapman, dopo aver trascorso 32 anni nel carcere di Attica, è stato trasferito nel 2012 nella prigione di Alden, New York.
Dopo essersi dichiarato colpevole di omicidio di secondo grado, Chapman venne condannato ad una pena minima di vent'anni fino all'ergastolo.
La prima volta ha chiesto la libertà condizionata nel 2000 e da allora gli è stata negata otto volte, compresa l'ultima nei mesi scorsi.
La prossima richiesta potrà presentarla tra due anni.
Per l’America e per il mondo, Mark David Chapman è colpevole per l’eternità.
IL PENTIMENTO
35 anni dopo aver assassinato John Lennon, Mark David Chapman si pente delle sue azioni: «sono stato un idiota», «mi dispiace di aver causato tanto dolore» ha affermato davanti alla commissione che doveva decidere se concedergli la libertà condizionata.
John Lennon «era un uomo di grande talento» e «molte, molte persone lo amavano e ancora lo amano», ha detto Chapman, aggiungendo che, nella prigione dello stato di New York dove è rinchiuso, ancora riceve molte lettere di persone che gli raccontano del dolore che la morte dell'ex Beatle gli ha causato.
Ma nel progetto di ucciderlo, «ho visto per una via d'uscita, un modo facile per superare la mia depressione», ha affermato, aggiungendo che «è stata una decisione terribile, ma sapevo quello che stavo facendo».
«Mi dispiace di essere stato così idiota e di aver scelto la parte sbagliata della gloria».
In tutti questi anni dietro le sbarre, Champan ha frattanto trovato la fede e si è reso conto che si può scegliere tra Cristo e il crimine, secondo quanto lui stesso ha detto alla commissione, che ha poi diffuso la trascrizione della sua deposizione.
Nel colloquio Chapman ha anche sostenuto di essere consapevole che una volta rilasciato la sua vita potrebbe essere a rischio ma, ha detto, «la lascio nelle mani di Dio...mi fido di lui».
La commissione ha però deciso che ancora non può essere rimesso in libertà e ha affermato che, «dopo una revisione dei dati e interrogatori», è stato stabilito che se rilasciato ora, «c'è una ragionevole possibilità» che Chapman tornerebbe «di nuovo a violare la legge».
I MOTIVI DEL GESTO: COSA C'E' DIETRO?
Non c'è mai stato mistero su chi sparò i colpi alla schiena di John Lennon, davanti al Dakota Building di New York.
In effetti, mentre l'ex Beatle giaceva morente tra le braccia della moglie Yoko Ono, l'uomo con la pistola, Mark David Chapman, abbandonò la posizione di sparo in stile militare e, invece di scappare, si mise a leggere " Il giovane Holden ".
Un testimone gli chiese se si rendeva conto di quello che aveva fatto.
"Ho appena sparato a John Lennon", rispose Chapman, che era arrivato in aereo dalle Hawaii, con la pistola, con quell'unico scopo.
Qualche mese dopo Chapman, ritenuto ufficialmente un "fan turbato", mosso da una sua motivazione globale, da perdente, di "desiderio di attenzione", si dichiarò colpevole e fu condannato alla reclusione.
A quanto pare, Lennon fu trucidato da un folle solitario.
Ma lo era davvero?
Una teoria avanzata da Fenton Bresler in Who Killed John Lennon?, ipotizzò che la follia di Chapman nascesse dal fatto che si trattava di un assassino della CIA cui era stato fatto il lavaggio del cervello, istigato a uccidere Lennon da elementi del governo statunitense.
I due sostengono che Chapman, mentre svolgeva un incarico di consulente per l'infanzia nei campi profughi della World Vision dal Laos a Beirut, finì nelle grinfie proprio di quel tipo di agenti sotto copertura che si aspetta di trovare in queste zone di guerra, cioè la CIA.
Il soggiorno di Chapman a Beirut coincise con la presenza di squadre di sicari della CIA, mentre nel 1976 lo si vide alle Haiwaii, in un centro per agenti segreti della CIA e delle forze speciali, dove disagi mentali e ospedalizzazione lo portarono a cambiare diversi lavori.
Si ipotizza che durante questo periodo la CIA ipnotizzò e drogò Chapman nell'ambito del programma MK-ULTRA, secondo quanto rivelato al Senato nel 1975, con tanto di lavaggio del cervello per fargli uccidere Lennon.
Sebbene Chapman fosse da ricoverare in manicomio, nessuna scartoffia gli impedì di comprare una pistola e nessun metal detector lo fermò quando la portò sulla terraferma.
Non si sa come, questo folle nell'ottobre del 1980 disponeva di abbastanza soldi per andare in Svizzera e in Georgia, e dalle Haiwaii a New York e ritorno, per quella che fu una spedizione killer fallita in cui riuscì a resistere al "padrone interiore".
In dicembre, però, gli si arrese e uccise Lennon.
Allora, perchè il governo statunitense avrebbe voluto vedere morto un cantante come Lennon?
Perchè John Lennon era molto di più.
Era un attivista senza peli sulla lingua, che manifestava contro la guerra in Vietnam, marciava per l'IRA e per la CND(campagna per il disarmo nucleare) e appoggiava gli operai dei cantieri navali in sciopero.
Per il governo Nixon, chi era contro la guerra era contro l'amministrazione presidenziale.
E Lennon, con ogni probabilità in grado di "far uscire allo scoperto un milione di manifestanti contro la guerra in qualunque città nel giro di 24 ore", era una grave minaccia per la capacità di mobilitazione alla guerra da parte dell'amministrazione Nixon".
I federali misero sotto controllo il telefono di Lennon e lo pedinarono ovunque.
Nel 1972 Lennon dichiarò: "Se succede qualcosa a Yoko e a me, non sarà un incidente".
PRESAGI NELLE CANZONI?
Secondo un portavoce della casa discografica di Lennon, la Parlophone, alcune canzoni di Lennon contengono indizi "inquietanti" che ne facevano presagire la morte.
Qualcuno ha voluto trovare un significato in tal senso nell'edizione USA del "Magical Mystery Tour" dei Beatles, su cui si vedeva una foto di Lennon accanto a un cartello su cui era scritto: "The best way to go is by M E DC", le iniziali di Chapman.
Il testo di Helter Skelter dei Beatles ispirò in qualche modo Charles Manson quando assassinò brutalmente Sharon Tate, che era incinta, il cui marito, il regista Roman Polanski, due anni prima aveva girato il film Rosemary's Baby sulla nascita dell'Anticristo proprio nel Dakota Building di New York!.
Come detto la sera dell’8 Dicembre 1980 John Lennon veniva ucciso a New York da quattro colpi di pistola sparati da Mark Chapman (una guardia giurata), un ragazzo venticinquenne affetto da disturbi mentali, che lo attendeva di fronte al Dakota Building.
Proprio nel luogo in cui nello stesso pomeriggio, Lennon gli aveva autografato una copia dell’ultimo disco, Double Fantasy (uscito tre settimane prima).
Già, perché fu la mano di un fan, che si sentiva "tradito" (dal pensiero politico e religioso del suo ex idolo) a premere il grilletto per quella morte violenta.
Moriva così a quarant’anni una delle icone del 900 e il volto più celebre della storia della musica.
I MOTIVI DELLO SCIOGLIMENTO DEI BEATLES (1957-1970)
Tanti i motivi che hanno portato allo scioglimento del gruppo: sicuramente la morte del manager Brian Epstein che tolse ai quattro una guida.
Inoltre Lennon, come sarà noto a tutti, era dipendente dall'eroina.
La sua prima assunzione insieme a Yoko Ono avvenne durante le incisioni del White Album.
I due dichiararono di aver iniziato a farne uso per scaricare il nervosismo dovuto all'eccessiva attenzione dei giornalisti.
Inoltre, per la paura degli aghi, l'eroina venne sempre da loro inalata e mai iniettata.
Una delle prime conseguenze però di tale abuso che divenne presto una tossicodipendenza fu che il carattere di Lennon cambiò in peggio, come ha rivelato tra gli altri Geoff Emerick, contribuendo ad esasperare quei contrasti all'interno del gruppo che ne portarono allo scioglimento.
L’ingresso di Yoko Ono nel clan, poi, con la conseguente esclusione di Cynthia, aveva creato tensioni tra i componenti, anche a causa dei rapporti che erano sempre intercorsi tra le quattro mogli.
Non pochi imputarono proprio a John, il fondatore, la colpa della drastica separazione.
Lennon (1965): "Siamo più famosi di Gesù"
I 10 anni trascorsi dal periodo d’oro degli esordi avevano profondamente mutato i 4 Beatles, ciascuno dei quali aveva vissuto diversamente le crisi esistenziali derivanti dallo spropositato successo. Musicalmente, solo Ringo poteva temere le conseguenze di uno scioglimento, ma se la cavò ugualmente.
L'ultimo show dei Beatles fu quello del 30 gennaio 1969 sul tetto dell'edificio londinese Savile Row. Prima di scegliere questo luogo, altri insoliti pensati erano: la nave Queen Elizabeth II, il parlamento, la cattedrale di Liverpool, un asilo e il deserto del Sahara
Lennon comunque iniziò una brillante carriera solista con il grande successo Imagine, uscito nel 1971.
ROOSEVELT HOSPITAL 8 DICEMBRE 1980 (22.48)
«Ero in moto su Central Park West, quando un taxista non ha rispettato lo stop: ho inchiodato per evitare lo scontro ma la mia Honda si è inclinata e sono scivolato a terra».
Alan Weiss è un giovane membro della ABC TV Network.
È ricoverato in ospedale da un quarto d’ora: lo hanno sistemato su una barella in attesa che qualcuno si occupi di lui.
Proprio mentre la dottoressa gli sta dando retta, la porta d’ingresso del pronto soccorso si apre di colpo. Un infermiere urla: «C’è un ferito grave… colpi di arma da fuoco al petto».
«Dov’è?», chiede la dottoressa.
«Sta arrivando…» risponde il paramedico.
«Alan, mi deve perdonare», sussurra la dottoressa «ma ho un’emergenza».
Pochi secondi dopo, Weiss sente un rumore di passi alle sue spalle.
Si gira e vede diversi poliziotti che stanno scortando una barella: sopra c’è un uomo sanguinante che viene portato in rianimazione.
Due di quegli agenti si fermano di fronte al lettino in cui è sistemato Alan Weiss.
«Incredibile…» dice uno dei due «hanno sparato a John Lennon…».
«Che ha detto, scusi?», chiede Weiss.
«Non ho detto niente », risponde il poliziotto.
Weiss è attonito.
Ha capito bene? Quel tizio ha detto proprio John Lennon o chi altro?
Il Dottor Stephan G. Lynn è il responsabile del Pronto Soccorso del Roosevelt.
Stasera ha terminato il suo turno alle 22 ma mentre sta facendo ritorno a casa riceve un messaggio sul suo “pager”: c’è un caso urgente che ha bisogno di lui.
Tornato immediatamente all’ospedale si trova di fronte un paziente in fin di vita: un uomo, di circa 40 anni, che presenta tre ferite di arma da fuoco al torace e una al braccio.
Non respira e non ha battito cardiaco: clinicamente è morto.
Ma il Dottor Lynn non s’arrende e tenta il tutto per tutto.
Gli pratica un’incisione sulla parte sinistra del torace: vuol capire se sia possibile individuare un vaso sanguigno non danneggiato.
Sfortunatamente sono tutti distrutti dalle pallottole.
Prova allora a inserire un catetere speciale nel muscolo cardiaco per effettuare una trasfusione di sangue.
Poi, stringe tra le mani il cuore del paziente e inizia a praticargli un massaggio.
Purtroppo, a ogni compressione il sangue fuoriesce: non c’è più niente da fare.
Mentre, per una strana coincidenza, la radio del Roosevelt diffonde le note di All My Loving dei Beatles, Alan Weiss sta cercando di capire cosa stia davvero succedendo.
Quando, di fianco a lui, passa il Dottor Lynn, Weiss lo blocca.
«Dottore, è vero che l’uomo in rianimazione è John Lennon?». «Mi deve scusare ma non posso rilasciare alcuna dichiarazione uffciale.
Tra quarantacinque minuti ci sarà una conferenza stampa».
Una conferenza stampa? Perché ma, soprattutto, per annunciare cosa?
Mentre il giornalista della ABC sta provando a rispondere a queste domande dalla porta d’ingresso entra una coppia: lei, una donna asiatica, indossa una pelliccia di visone lunga fino ai piedi.
È in lacrime.
Alan Weiss non fa fatica a riconoscerla: è Yoko Ono e al suo fianco, a sorreggerla, c’è il potente discografco David Geffen, amico intimo dei coniugi Lennon.
Sono le 23.10.
Weiss ora non ha più dubbi.
Arrancando, riesce a raggiungere un telefono a gettoni: chiama i colleghi della redazione news della ABC e li informa di ciò che sta accadendo al Roosevelt.
E così, pochi minuti dopo, in diretta televisiva, mentre i Miami Dolphins e i New England Patriots si stanno sfidando nel Monday Night Football, il celebre telecronista Howard Cosell dà per primo la notizia.
«Interrompiamo la cronaca della partita per annunciarvi una tragedia che ci hanno appena comunicato dalla nostra redazione di New York: John Lennon, forse il più famoso dei Beatles, è rimasto vittima di un agguato di fronte al suo appartamento in Central Park West. Ferito da due colpi di arma da fuoco è giunto esanime al Roosevelt Hospital…».
Qualche minuto prima, alle 23.07, il Dottor Stephen Lynn aveva dovuto arrendersi e dichiarare morto John Winston Ono Lennon, 40 anni compiuti solo due mesi addietro.
Quindi, spetta a lui l’ingrato compito di informare Yoko Ono.
«Nonostante le cure prestate e un nostro tentativo in extremis, le tre pallottole che hanno raggiunto il cuore di suo marito ne hanno provocato la morte».
«No dottore, sta mentendo… Non può essere vero.
Ero con John venti minuti fa, eravamo in studio e lui era...vivo».
Yoko non vuole credere a ciò che sta accadendo.
Poi, un’infermiera le consegna la fede matrimoniale di John. «Ho capito…» dice al Dottor Lynn, prima di scoppiare in lacrime.
Quindi, si rivolge al medico: «Le chiedo una cortesia: mio figlio Sean è a casa e so che sta guardando la tv. Non voglio che venga a sapere della morte di suo padre dal tg: voglio comunicarglielo io stessa. Per favore, aspetti almeno mezz’ora a dare l’annuncio. Mi lasci il tempo di arrivare da lui».
L'AGGUATO DI DAVID CHAPMAN
«Hey Mr. Lennon? Sta per entrare nella storia!».
Così, quel ragazzo attira l’attenzione del suo idolo.
In mano, stringe una calibro 38, in tasca ha duemila dollari in contanti e una copia del romanzo di J.D. Salinger Il giovane Holden.
Lennon fa appena in tempo a girare la testa.
Un istante dopo, Chapman esplode a bruciapelo cinque colpi di pistola.
Ferito a un braccio e alla schiena, Lennon riesce a stento a dirigersi verso l’entrata del Dakota dove stramazza a terra, riverso sul fianco sinistro. Riesce soltanto a sussurrare… «Mi hanno sparato».
Il corpo di John viene cremato il 10 dicembre al Ferncliff Cemetery di Hartsdale, New York.
Nessuno sa dove Yoko custodisca le ceneri: c’è chi dice le abbia sparse negli Strawberry Fields, il memorial realizzato da lei a Central Park, proprio di fronte al Dakota Building.
Mark David Chapman, dopo aver trascorso 32 anni nel carcere di Attica, è stato trasferito nel 2012 nella prigione di Alden, New York.
Dopo essersi dichiarato colpevole di omicidio di secondo grado, Chapman venne condannato ad una pena minima di vent'anni fino all'ergastolo.
La prima volta ha chiesto la libertà condizionata nel 2000 e da allora gli è stata negata otto volte, compresa l'ultima nei mesi scorsi.
La prossima richiesta potrà presentarla tra due anni.
Per l’America e per il mondo, Mark David Chapman è colpevole per l’eternità.
IL PENTIMENTO
35 anni dopo aver assassinato John Lennon, Mark David Chapman si pente delle sue azioni: «sono stato un idiota», «mi dispiace di aver causato tanto dolore» ha affermato davanti alla commissione che doveva decidere se concedergli la libertà condizionata.
John Lennon «era un uomo di grande talento» e «molte, molte persone lo amavano e ancora lo amano», ha detto Chapman, aggiungendo che, nella prigione dello stato di New York dove è rinchiuso, ancora riceve molte lettere di persone che gli raccontano del dolore che la morte dell'ex Beatle gli ha causato.
Ma nel progetto di ucciderlo, «ho visto per una via d'uscita, un modo facile per superare la mia depressione», ha affermato, aggiungendo che «è stata una decisione terribile, ma sapevo quello che stavo facendo».
«Mi dispiace di essere stato così idiota e di aver scelto la parte sbagliata della gloria».
In tutti questi anni dietro le sbarre, Champan ha frattanto trovato la fede e si è reso conto che si può scegliere tra Cristo e il crimine, secondo quanto lui stesso ha detto alla commissione, che ha poi diffuso la trascrizione della sua deposizione.
Nel colloquio Chapman ha anche sostenuto di essere consapevole che una volta rilasciato la sua vita potrebbe essere a rischio ma, ha detto, «la lascio nelle mani di Dio...mi fido di lui».
La commissione ha però deciso che ancora non può essere rimesso in libertà e ha affermato che, «dopo una revisione dei dati e interrogatori», è stato stabilito che se rilasciato ora, «c'è una ragionevole possibilità» che Chapman tornerebbe «di nuovo a violare la legge».
I MOTIVI DEL GESTO: COSA C'E' DIETRO?
Non c'è mai stato mistero su chi sparò i colpi alla schiena di John Lennon, davanti al Dakota Building di New York.
In effetti, mentre l'ex Beatle giaceva morente tra le braccia della moglie Yoko Ono, l'uomo con la pistola, Mark David Chapman, abbandonò la posizione di sparo in stile militare e, invece di scappare, si mise a leggere " Il giovane Holden ".
Un testimone gli chiese se si rendeva conto di quello che aveva fatto.
"Ho appena sparato a John Lennon", rispose Chapman, che era arrivato in aereo dalle Hawaii, con la pistola, con quell'unico scopo.
Qualche mese dopo Chapman, ritenuto ufficialmente un "fan turbato", mosso da una sua motivazione globale, da perdente, di "desiderio di attenzione", si dichiarò colpevole e fu condannato alla reclusione.
A quanto pare, Lennon fu trucidato da un folle solitario.
Ma lo era davvero?
Una teoria avanzata da Fenton Bresler in Who Killed John Lennon?, ipotizzò che la follia di Chapman nascesse dal fatto che si trattava di un assassino della CIA cui era stato fatto il lavaggio del cervello, istigato a uccidere Lennon da elementi del governo statunitense.
I due sostengono che Chapman, mentre svolgeva un incarico di consulente per l'infanzia nei campi profughi della World Vision dal Laos a Beirut, finì nelle grinfie proprio di quel tipo di agenti sotto copertura che si aspetta di trovare in queste zone di guerra, cioè la CIA.
Il soggiorno di Chapman a Beirut coincise con la presenza di squadre di sicari della CIA, mentre nel 1976 lo si vide alle Haiwaii, in un centro per agenti segreti della CIA e delle forze speciali, dove disagi mentali e ospedalizzazione lo portarono a cambiare diversi lavori.
Si ipotizza che durante questo periodo la CIA ipnotizzò e drogò Chapman nell'ambito del programma MK-ULTRA, secondo quanto rivelato al Senato nel 1975, con tanto di lavaggio del cervello per fargli uccidere Lennon.
Sebbene Chapman fosse da ricoverare in manicomio, nessuna scartoffia gli impedì di comprare una pistola e nessun metal detector lo fermò quando la portò sulla terraferma.
Non si sa come, questo folle nell'ottobre del 1980 disponeva di abbastanza soldi per andare in Svizzera e in Georgia, e dalle Haiwaii a New York e ritorno, per quella che fu una spedizione killer fallita in cui riuscì a resistere al "padrone interiore".
In dicembre, però, gli si arrese e uccise Lennon.
Allora, perchè il governo statunitense avrebbe voluto vedere morto un cantante come Lennon?
Perchè John Lennon era molto di più.
Era un attivista senza peli sulla lingua, che manifestava contro la guerra in Vietnam, marciava per l'IRA e per la CND(campagna per il disarmo nucleare) e appoggiava gli operai dei cantieri navali in sciopero.
Per il governo Nixon, chi era contro la guerra era contro l'amministrazione presidenziale.
E Lennon, con ogni probabilità in grado di "far uscire allo scoperto un milione di manifestanti contro la guerra in qualunque città nel giro di 24 ore", era una grave minaccia per la capacità di mobilitazione alla guerra da parte dell'amministrazione Nixon".
I federali misero sotto controllo il telefono di Lennon e lo pedinarono ovunque.
Nel 1972 Lennon dichiarò: "Se succede qualcosa a Yoko e a me, non sarà un incidente".
PRESAGI NELLE CANZONI?
Secondo un portavoce della casa discografica di Lennon, la Parlophone, alcune canzoni di Lennon contengono indizi "inquietanti" che ne facevano presagire la morte.
Qualcuno ha voluto trovare un significato in tal senso nell'edizione USA del "Magical Mystery Tour" dei Beatles, su cui si vedeva una foto di Lennon accanto a un cartello su cui era scritto: "The best way to go is by M E DC", le iniziali di Chapman.
Il testo di Helter Skelter dei Beatles ispirò in qualche modo Charles Manson quando assassinò brutalmente Sharon Tate, che era incinta, il cui marito, il regista Roman Polanski, due anni prima aveva girato il film Rosemary's Baby sulla nascita dell'Anticristo proprio nel Dakota Building di New York!.
Etichette:
Beatles,
Beatles Lennon,
Chi Ha Ucciso Lennon?,
David Chapman Lennon,
John Lennon,
La Morte Di John Lennon,
Lennon 1980,
Lennon Ucciso
domenica 19 aprile 2015
Paul McCartney è Morto o è Ancora Vivo? (Storia ed Indizi)
I Beatles si formano a Liverpool nel 1957, una delle leggende più note che circolano su di loro riguarda ovviamente il bassista Paul McCartney. Come dicevo però il "caso McCartney" non è il solo mistero, infatti sulla band circolano una quantità enorme di altre leggende tutte legate al satanismo ed in particolare ad uno dei maggiori esperti di satanismo, Aleister Crowley.
Il mago, illusionista, filosofo e satanista, ma più che tutto noto quale uno dei più sinistri pensieri del Novecento, ispiratore delle maggiori perversioni delle star "ribelli" è presente perfino in copertina al più famoso disco dei ragazzi di Liverpool, "Sgt. Pepper's Lonely heart's club band", che egli suggestionò, ispirò e guidò anche la band di Liverpool?
Perché i satanisti guidati da Charlie Manson, cioè gli assassini dell'attrice Sharon Tate e di taluni suoi amici, scrissero col sangue delle loro vittime i titoli di alcune canzoni dei Beatles sui muri della casa?
Come mai canzoni e copertine di questa band sono piene di simboli esoterici, messaggi subliminali, frasi nascoste ed enigmatiche e a volte registrate al contrario?
PAUL MCCARTNEY E' IN REALTA' MORTO?
L'ex Beatle è da più di trent'anni al centro di un intricato gioco di luci, ombre, immagini, suoni, frasi dette e lasciate a metà. La notte del 9 novembre 1966 Paul McCartney uscì dalla sala prove dopo un violento litigio con gli altri tre Beatles.
Paul salì sulla sua auto per tornare a casa e lungo una strada raccolse una ragazza che faceva l'autostop.
La ragazza si chiamava Rita e gli raccontò che stava scappando di casa perché era incinta e, contro il parere del suo ragazzo, aveva deciso di abortire. Solo lungo una stradina di campagna Rita comprese che la persona al volante era Paul dei Beatles; la sua reazione esagitata spaventò e distrasse McCartney, che non vide che il semaforo diventava rosso. Pur riuscendo a evitare l'urto con un altro veicolo, l'auto del Beatle uscì di strada e si schiantò contro un albero, prendendo fuoco.
Paul, sbalzato fuori dall'abitacolo, sbatté la testa contro l'albero. Sia Paul che Rita persero la vita.
Ricevuta la notizia, gli altri tre Beatles dovettero decidere cosa fare.
Il loro manager Brian Epstein e John Lennon insistettero per adottare la linea del silenzio: avrebbero seppellito Paul senza far sapere niente a nessuno, per non sconvolgere il mondo o il futuro del gruppo che, nel 1966, era all'apice del suo successo. Si misero quindi alla ricerca di un sosia.
Dopo settimane di ricerche, scelsero William Campbell, un attore di origini scozzesi che assomigliava a Paul e che acconsentì a sottoporsi ad alcuni interventi di chirurgia plastica per rendere ancor più netta la somiglianza. Da quel momento, i Beatles non si esibirono più dal vivo, sia perché Campbell era più alto di Paul, sia perché occorreva del tempo per insegnargli a imitare i movimenti e la voce di Paul.
Stando a questa storia, la persona che suona e canta negli album dei Beatles dopo il 1966, che ha composto canzoni di straordinario successo come "Back In The U.S.S.R.", "Lady Madonna", "She's Leaving Home", "Get Back", "Hello Goodbye", "Penny Lane", "Hey Jude", "Blackbird", "Helter Skelter", "Oh! Darling", "Let It Be" e "The Long And Winding Road", che appare nei film "Magical Mystery Tour" e "Let It Be", nonché l'autore dell'imponente discografia solista di McCartney, sarebbe un impostore, scelto sulla base di una spiccata somiglianza fisica con l'originale.
Durante una trasmissione radiofonica, il conduttore, tale Russ Gibb riceve una telefonata in diretta da un anonimo che racconta una storia suffragandola con presunti indizi che il gruppo di Liverpool avrebbe disseminato ovunque lungo il loro cammino. Era esattamente il 12 Ottobre del 1969.
Russ Gibb riceve in onda la telefonata, la voce maschile che parla dall'altra parte del cavo gli racconta che Paul McCartney è in realtà morto ben 4 anni prima in un incidente stradale, e che i baronetti l'avevano sostituito con un sosia, tale William Campbell, e che forse per rimorso e forse spinti da un intimo desiderio di verità avevano iniziato a disseminare i loro dischi di segni che tendono a confermare questa teoria. Da quella telefonata si sviluppò una continua caccia alla traccia, nacquero e si diffusero teorie su teorie, storie su storie.
L'ANTEFATTO
Paul McCartney sarebbe morto il 9 di Novembre (o l'11 di settembre secondo alcuni indizi) del 1966.
Nella seconda metà del 1966 i Beatles sono sul punto di sciogliersi e le principali cause sono molto serie:
1) La Beatlemania è incontrollabile, il gruppo non la sopporta più, si sentono esausti per i continui concerti che portano avanti da anni e sono insoddisfatti perchè suonare dal vivo è impossibile; non riescono nemmeno a sentirsi a causa del boato della folla che sovrasta tutto; quindi anche le esibizioni hanno una qualità scadentissima e non possono essere sfruttate come registrazioni.
2) I pericoli corsi durante il tour alle Filippine culminati con l'incidente diplomatico e il loro quasi sequestro che ha fatto temere per la loro incolumità ha provato tutti emotivamente e in particolar modo George Harrison che sembra il più sconvolto.
3) La furente reazione esplosa in america alle dichiarazioni di John Lennon sul fatto che i Beatles fossero più famosi di Gesù, che scatenò ondate di isteria con roghi dei dischi dei Beatles in mezzo alle strade e dichiarazioni in TV del Ku-Klux-Klan che dichiarava apertamente di essere un'organizzazione terroristica pronta a compiere gesti eclatanti contro il gruppo.
Lennon sarà costretto a pubbliche scuse che provocarono in lui una forte crisi d'identità.
George Harrison annuncia quindi a Brian Epstein, il loro manager, di voler lasciare il gruppo ai primi di settembre del 1966; trapelò poi la notizia che il concerto di San Francisco (29/8/1966) sarebbe stato l'ultimo. Tutto però è destinato a rientrare nei primi mesi del 67 quando i Beatles rinnovano il loro contratto con la Emi per altri 9 anni. A quanto pare il loro manager li ha rassicurati promettendo che avrebbero smesso di fare infiniti tour in giro per il mondo. Il 10 Novembre 1966 fu annunciato ufficialmente da Peter Brown, loro vice-manager che non avrebbero fatto più concerti.
Il 15 Novembre 1966 Epstein smentisce pubblicamente le voci di scioglimento del gruppo.
Dal 21 Giugno 1966 fino al 24 Novembre 1966 i Beatles non registrano più nulla e non effettuano nemmeno alcuna sessione fotografica. Dall'Agosto del 1966 in poi, Paul McCartney assume un ruolo di primo piano nel gruppo, tutti i progetti fondamentali del 1967 (Sgt. Pepper, Magical Mystery Tour etc) Sono idee sue. John Lennon perde progressivamente il ruolo di leader mentre McCartney assume sempre più il controllo delle operazioni.
Il 27/8/1967 viene improvvisamente ritrovato morto Brian Epstein, la mente che ha creato il fenomeno Beatles, si parla inizialmente di suicidio, si vocifera che fosse depresso a causa della sua omosessualità che doveva tenere nascosta; se ne dicono tante, poi le voci vengono smentite dal verdetto del coroner.
Sembra una morte accidentale a causa di un'overdose di antidepressivi.
Di fatto però la morte di Epstein non è libera da ombre; a un certo punto circola la voce dell'omicidio e si scoprono delle minacce di morte a suo carico ma nessuno avvierà mai indagini in tal senso.
I Beatles a detta di tutti quelli che li conoscono si sentono perduti, non hanno mai dovuto pensare alla loro gestione commerciale, avevano piena fiducia di Epstein che si occupava di tutto.
Di fatto, Paul McCartney prenderà in mano anche questo aspetto della gestione del gruppo.
Tra il 1966 e il 1967, la musica dei Beatles subisce una radicale trasformazione.
L'album “Revolver” (agosto del 1966) sembra l'inizio di questa nuova fase.
Non soltanto la musica si fa complessa, ricercata e piena di sperimentazioni che avranno effetto in tutta la storia del rock, ma anche i testi diventano improvvisamente “Adulti”, iniziano a parlare spesso di morte, abbandonando le canzonette da innamorati del primo periodo.
Ma il disco considerato l'apice della loro carriera e che determinerà una vera rottura in tutti i sensi con i Beatles del passato (sia musicalmente che per quanto riguarda l'immagine del gruppo) è il successivo Sgt. Pepper Lonely Hearts Club Band (Giugno 1967) che in teoria dovrebbe essere anche il primo dopo la presunta morte di Paul McCartney. L'incidente è datato al 9 Novembre 1966.
A quanto pare i giornali inglesi il 9/11/1966 diramarono notizie confuse, tra cui quella che Paul era rimasto decapitato. Si sa inoltre che Paul McCartney ha fatto occasionalmente uso di sosia per vari scopi. Viene indetto un concorso pubblico per trovare un sosia di Paul McCartney, pratica normale con le star dello spettacolo. Il concorso non vedrà una conclusione e non verrà mai comunicato il nome del vincitore I Beatles, a fine del 1966, primi tra tutti i gruppi rock, si fanno crescere contemporaneamente barba e baffi. Non si tratta di una banalità; all'epoca il fatto ha una forte ripercussione, costituisce un'alterazione della fisionomia, una sorta di camuffamento e nel loro caso particolare venne abbandonata l'immagine dei 4 ragazzi puliti beniamini dell'Inghilterra. Per alcuni inoltre, come vedremo poi, questo fatto costituisce la volontà di nascondere i lineamenti non perfetti del sosia che ha preso il posto di Paul.
REVOLVER
E' comunque palese a tutti che a cavallo tra gli anni 1965 e 1966 tutto attorno ai Beatles muta si cambia. I Beatles cambiano stile e conservano le uniformi degli esordi.
"Revolver" è l'album di canzoni memorabili come "Eleanor Rigby", "Yellow Submarine", "Here, there and everywhere". In molte delle canzoni presenti su quest'album sono pieni di richiami a satanismo, morte ed esoterismo, e per i Beatles è una novità assoluta. "Eleanor Rigby" e i suoi evidenti richiami alla morte di qualcuno, in essa un prete Father McKenzie prepara il sermone per una cerimonia cui nessuno assisterà. Un riferimento chiaro al fatto che McCartney fu sepolto in fretta e in gran segreto, alla presenza di un sacerdote.
Ed ancora in "Taxman" Harrison canta: "Dichiarate i penny che avete sui vostri occhi", un'immagine che richiama la consuetudine di antica guisa di porre sugli occhi dei defunti delle monete.
E per la prima volta la caccia non si ferma ai testi e alle musiche ma tocca anche l'aspetto visuale, ovvero la copertina, Paul McCartney infatti ha rispetto agli altri tre baronetti una posa diversa, egli è l'unico defilato e di profilo.
THE BUTCHER'S ALBUM
Gli indizi continuano ad apparire ed anzi con il tempo proliferano e cronologicamente si arriva a "The Beatles Yesterday And Today" più noto come "The Butcher's Album" con le sue due copertine, infatti l'album al lancio aveva una copertina dove i 4 si presentavano vestiti da macellai con pezzi di carne, bambole rotte e sangue sparsi ovunque, e dove Paul è attorniato dalle bambole dai pezzi di carne e dal sangue. La copertina fece così tanto discutere che l'album fu ritirato e la copertina fu sostituita con una nuova, ma in essa Paul era seduto in una cassa a guisa di bara.
"Yesterday" cantato da Paul dice "I believe in yesterday, suddenly, I'm not half the man I used to be, there's a shadow hanging over me. Yesterday came suddenly..." cioè "credo nel passato, improvvisamente, io non sono che metà dell'uomo che ero, c'è un ombra che volteggia su di me. Il passato arriva all'improvviso". Nello stesso album i cacciatori di indizi trovano interessante "Nowhere man" dove dice "you don't know what you're missing, nowhere man can you see me at all".
SGT.PEPPERS LONELY HEART'S CLUB
Nel 1967 esce "Sgt. Peppers Lonely Heart's Club band" una vera e propria esplosione di colori, suoni e indizi. Per i cacciatori di indizi è un diletto osservare la copertina e trovarvi le foto delle "persone che amiamo ed ammiriamo", ovvero le foto di Marlon Brando, Stanlio & Olio, Carl Marx, Jane Harlow, Bob Dylan, Edgar Allan Poe, Aleister Crowley, gli stessi Beatles prima versione o come asserirono alcuni cacciatori i Beatles originali, e i Beatles nuova versione, vestiti di colori sgargianti e posti di fronte ad una composizione floreale che potrebbe apparire come una bara sormontata da un basso elettrico a 3 corde (e non 4), lo strumento di McCartney.
La stessa testa di McCartney è sormontata da una mano aperta, simbolo di morte per le culture orientali. Nel Booklet all'interno dell'album McCartney ha sul suo abito una patch, una di quelle toppe divertenti che spesso i cantanti cucivano sui vestiti per abbellirli, e sulla sua c'è scritto OPD acronimo per i paesi britannici di "Officially Pronounced Dead", cioè "Ufficialmente Morto".
Potevano i cacciatori fermarsi qui? No, qualcuno suggerì che i Beatles avevano inserito anche indizi molto più celati e così ci fu chi osservando la copertina allo specchio scorse nella cassa al centro della copertina la scritta "1 one 1" cioè "111" e " He die" con una freccia tra le due parole.
Caso vuole che la freccia punti su McCartney è che la frase così diventi "He (McCartney) die".
Tra i complottisti vi fu persino chi puntualizzò come le coincidenza fossero così curate da ricreare un basso mancino (McCartney è mancino) con dei crisantemi.
E che i Beatles prima versione erano statue di cera e che uno fra essi, Starr, fosse vestito a lutto e a consolarlo fosse McCartney. Ma la ricerca iniziata sulla copertina non si fermò neppure a questo si arrivò persino ad individuare l'auto di McCartney, una Aston Martin (quella con cui sarebbe morto), un guanto intriso di sangue, una statuetta della divinità indù Sheeva (morte e distruzione) che indica McCartney e Harrison che sul retro di copertina indica una riga ben precisa di una canzone e che dice "Wednesday Morning at 5 O'Clock" la canzone è "She Leaving" e la data e l'orario sarebbero quelli della morte di McCartney.
I più acuti si sono soffermati inoltre sulle dita dei 4 sulla copertina del retro dell'album, dove i tre superstiti compongono le lettere LVE e McCartney in posa dissimile come di consueto non mostra le mani e quindi lascia un buco, una O componendo la parola "love" amore.
Ascoltando le canzoni dell'album ci soffermiamo su "A Day In Life" il cui testo diceva "Era una notizia triste, ma nonostante ciò ho dovuto ridere" ed ancora "Ha perso la vita in macchina, non si era accorto che era scattato il semaforo" ed infine "Avevano già visto la sua faccia".
MAGICAL MYSTERY TOUR
In "Magical Mystery Tour" i Beatles continuano a piazzare indizi sonori come in "I'm The Walrus" dove una voce di sottofondo se riprodotta al contrario sembra dire "Ah, ah, Paul is dead", e in "Strawberry Fields Forever" dove Lennon sembra cantare "ho sepolto Paul"; ma anche indizi visuali come nella foto in cui McCartney è seduto di fronte alla scritta "Io ero" (I Was) e dietro di lui sono due bandiere a rappresentare un funerale militare. Paul anche qui è scalzo, inoltre sulla cover c'è un tricheco nero (che è presagio di morte in alcuni paesi). Nel video di "Your Mother Should Know", tutti portano rose rosse, a parte Paul che ha una rosa nera.
WHITE ALBUM
Nel 1968 esce il "White Album" così chiamato per via della copertina interamente bianca e per i complottisti fu un colpo duro, ma qualcosa la trovarono ugualmente in "I'm So Tired" dove la solita voce ascoltata al contrario direbbe "Paul è morto, mi manca, mi manca, mi manca".
Quest'album però ebbe maggiori riscontri in tribunale dove le canzoni "Helter Skelter" e "Piggies" furono ascoltate molteplici volte durante il processo Manson.
YELLOW SUBMARINE ED ABBEY ROAD
Così si arriva agli album del 1969 "Yellow Submarine" e "Abbey Road", nel primo i cacciatori di indizi si soffermarono subito sulla mano posta sulla testa di McCartney come in due album prima, e sul sottomarino che sembra essere sepolto all'interno della collinetta.
Ascoltando le canzoni presenti nell'album sono state riscontrate inoltre evidenti tracce in "All you need is love" dove Lennon alla fine canta "Yes he's dead...we loved you yeah yeah yeah" e in Northen Song.
In "Abbey Road" la copertina è tra le più significative, i 4 camminano in fila su un attraversamento pedonale e simulano un funerale, con McCartney che scalzo cammina con un altro passo e tiene nella mano destra una sigaretta, nonostante sia notoriamente mancino.
Nella raffigurazione Lennon rappresenterebbe il sacerdote, Starr l'uomo delle pompe funebri, McCartney il deceduto (scalzo che in alcuni paesi vuol dire "morte") e Harrison colui che va a scavare la fossa. Sul lato destro della strada è presente un veicolo che sarebbe un carro funebre e sul lato sinistro un Maggiolino.
La cosa che colpisce di quest'ultimo è la targa: LMW 28IF, cioè Linda McCartney Widowed (Vedova) e se Paul fosse stato vivo avrebbe 28 anni Altri indizi si riscontrano inoltre in "Let It Be" dove McCartney è raffigurato su uno sfondo color sangue dissimile dagli altri tre membri.
Altri cacciatori hanno raccolto molte altri indizi, quali McCartney travestito da tricheco, McCartney con un fiore diverso dagli altri membri o la scritta Love 3 Beatles sino ad arrivare alla scritta Beatles sulla copertina di un album che corrisponderebbe ad un numero di telefono, quell'album era "Magical Mystery Tour", ed il numero di telefono sarebbe di Londra e si dice che per un certo periodo chiamando quel numero un messaggio pre-registrato annunciava "ti stai avvicinando", gli "indizi" scoperti sono molteplici; tutt'oggi molti fra loro sono certi di poterne trovare ancora.
Nel retrocopertina appare la scritta Beatles inserita nel muro sopra alla scritta Abbey Road.
Davanti alla scritta Beatles ci sono degli strani fori come se qualcuno avesse sparato con un mitra o una pistola. Connettendo i fori come nel gioco dei puntini esce un 3, quasi a dire "siamo rimasti solo 3".
Il mago, illusionista, filosofo e satanista, ma più che tutto noto quale uno dei più sinistri pensieri del Novecento, ispiratore delle maggiori perversioni delle star "ribelli" è presente perfino in copertina al più famoso disco dei ragazzi di Liverpool, "Sgt. Pepper's Lonely heart's club band", che egli suggestionò, ispirò e guidò anche la band di Liverpool?
Perché i satanisti guidati da Charlie Manson, cioè gli assassini dell'attrice Sharon Tate e di taluni suoi amici, scrissero col sangue delle loro vittime i titoli di alcune canzoni dei Beatles sui muri della casa?
Come mai canzoni e copertine di questa band sono piene di simboli esoterici, messaggi subliminali, frasi nascoste ed enigmatiche e a volte registrate al contrario?
PAUL MCCARTNEY E' IN REALTA' MORTO?
L'ex Beatle è da più di trent'anni al centro di un intricato gioco di luci, ombre, immagini, suoni, frasi dette e lasciate a metà. La notte del 9 novembre 1966 Paul McCartney uscì dalla sala prove dopo un violento litigio con gli altri tre Beatles.
Paul salì sulla sua auto per tornare a casa e lungo una strada raccolse una ragazza che faceva l'autostop.
La ragazza si chiamava Rita e gli raccontò che stava scappando di casa perché era incinta e, contro il parere del suo ragazzo, aveva deciso di abortire. Solo lungo una stradina di campagna Rita comprese che la persona al volante era Paul dei Beatles; la sua reazione esagitata spaventò e distrasse McCartney, che non vide che il semaforo diventava rosso. Pur riuscendo a evitare l'urto con un altro veicolo, l'auto del Beatle uscì di strada e si schiantò contro un albero, prendendo fuoco.
Paul, sbalzato fuori dall'abitacolo, sbatté la testa contro l'albero. Sia Paul che Rita persero la vita.
Ricevuta la notizia, gli altri tre Beatles dovettero decidere cosa fare.
Il loro manager Brian Epstein e John Lennon insistettero per adottare la linea del silenzio: avrebbero seppellito Paul senza far sapere niente a nessuno, per non sconvolgere il mondo o il futuro del gruppo che, nel 1966, era all'apice del suo successo. Si misero quindi alla ricerca di un sosia.
Dopo settimane di ricerche, scelsero William Campbell, un attore di origini scozzesi che assomigliava a Paul e che acconsentì a sottoporsi ad alcuni interventi di chirurgia plastica per rendere ancor più netta la somiglianza. Da quel momento, i Beatles non si esibirono più dal vivo, sia perché Campbell era più alto di Paul, sia perché occorreva del tempo per insegnargli a imitare i movimenti e la voce di Paul.
Stando a questa storia, la persona che suona e canta negli album dei Beatles dopo il 1966, che ha composto canzoni di straordinario successo come "Back In The U.S.S.R.", "Lady Madonna", "She's Leaving Home", "Get Back", "Hello Goodbye", "Penny Lane", "Hey Jude", "Blackbird", "Helter Skelter", "Oh! Darling", "Let It Be" e "The Long And Winding Road", che appare nei film "Magical Mystery Tour" e "Let It Be", nonché l'autore dell'imponente discografia solista di McCartney, sarebbe un impostore, scelto sulla base di una spiccata somiglianza fisica con l'originale.
Durante una trasmissione radiofonica, il conduttore, tale Russ Gibb riceve una telefonata in diretta da un anonimo che racconta una storia suffragandola con presunti indizi che il gruppo di Liverpool avrebbe disseminato ovunque lungo il loro cammino. Era esattamente il 12 Ottobre del 1969.
Russ Gibb riceve in onda la telefonata, la voce maschile che parla dall'altra parte del cavo gli racconta che Paul McCartney è in realtà morto ben 4 anni prima in un incidente stradale, e che i baronetti l'avevano sostituito con un sosia, tale William Campbell, e che forse per rimorso e forse spinti da un intimo desiderio di verità avevano iniziato a disseminare i loro dischi di segni che tendono a confermare questa teoria. Da quella telefonata si sviluppò una continua caccia alla traccia, nacquero e si diffusero teorie su teorie, storie su storie.
L'ANTEFATTO
Paul McCartney sarebbe morto il 9 di Novembre (o l'11 di settembre secondo alcuni indizi) del 1966.
Nella seconda metà del 1966 i Beatles sono sul punto di sciogliersi e le principali cause sono molto serie:
1) La Beatlemania è incontrollabile, il gruppo non la sopporta più, si sentono esausti per i continui concerti che portano avanti da anni e sono insoddisfatti perchè suonare dal vivo è impossibile; non riescono nemmeno a sentirsi a causa del boato della folla che sovrasta tutto; quindi anche le esibizioni hanno una qualità scadentissima e non possono essere sfruttate come registrazioni.
2) I pericoli corsi durante il tour alle Filippine culminati con l'incidente diplomatico e il loro quasi sequestro che ha fatto temere per la loro incolumità ha provato tutti emotivamente e in particolar modo George Harrison che sembra il più sconvolto.
3) La furente reazione esplosa in america alle dichiarazioni di John Lennon sul fatto che i Beatles fossero più famosi di Gesù, che scatenò ondate di isteria con roghi dei dischi dei Beatles in mezzo alle strade e dichiarazioni in TV del Ku-Klux-Klan che dichiarava apertamente di essere un'organizzazione terroristica pronta a compiere gesti eclatanti contro il gruppo.
Lennon sarà costretto a pubbliche scuse che provocarono in lui una forte crisi d'identità.
George Harrison annuncia quindi a Brian Epstein, il loro manager, di voler lasciare il gruppo ai primi di settembre del 1966; trapelò poi la notizia che il concerto di San Francisco (29/8/1966) sarebbe stato l'ultimo. Tutto però è destinato a rientrare nei primi mesi del 67 quando i Beatles rinnovano il loro contratto con la Emi per altri 9 anni. A quanto pare il loro manager li ha rassicurati promettendo che avrebbero smesso di fare infiniti tour in giro per il mondo. Il 10 Novembre 1966 fu annunciato ufficialmente da Peter Brown, loro vice-manager che non avrebbero fatto più concerti.
Il 15 Novembre 1966 Epstein smentisce pubblicamente le voci di scioglimento del gruppo.
Dal 21 Giugno 1966 fino al 24 Novembre 1966 i Beatles non registrano più nulla e non effettuano nemmeno alcuna sessione fotografica. Dall'Agosto del 1966 in poi, Paul McCartney assume un ruolo di primo piano nel gruppo, tutti i progetti fondamentali del 1967 (Sgt. Pepper, Magical Mystery Tour etc) Sono idee sue. John Lennon perde progressivamente il ruolo di leader mentre McCartney assume sempre più il controllo delle operazioni.
Il 27/8/1967 viene improvvisamente ritrovato morto Brian Epstein, la mente che ha creato il fenomeno Beatles, si parla inizialmente di suicidio, si vocifera che fosse depresso a causa della sua omosessualità che doveva tenere nascosta; se ne dicono tante, poi le voci vengono smentite dal verdetto del coroner.
Sembra una morte accidentale a causa di un'overdose di antidepressivi.
Di fatto però la morte di Epstein non è libera da ombre; a un certo punto circola la voce dell'omicidio e si scoprono delle minacce di morte a suo carico ma nessuno avvierà mai indagini in tal senso.
I Beatles a detta di tutti quelli che li conoscono si sentono perduti, non hanno mai dovuto pensare alla loro gestione commerciale, avevano piena fiducia di Epstein che si occupava di tutto.
Di fatto, Paul McCartney prenderà in mano anche questo aspetto della gestione del gruppo.
Tra il 1966 e il 1967, la musica dei Beatles subisce una radicale trasformazione.
L'album “Revolver” (agosto del 1966) sembra l'inizio di questa nuova fase.
Non soltanto la musica si fa complessa, ricercata e piena di sperimentazioni che avranno effetto in tutta la storia del rock, ma anche i testi diventano improvvisamente “Adulti”, iniziano a parlare spesso di morte, abbandonando le canzonette da innamorati del primo periodo.
Ma il disco considerato l'apice della loro carriera e che determinerà una vera rottura in tutti i sensi con i Beatles del passato (sia musicalmente che per quanto riguarda l'immagine del gruppo) è il successivo Sgt. Pepper Lonely Hearts Club Band (Giugno 1967) che in teoria dovrebbe essere anche il primo dopo la presunta morte di Paul McCartney. L'incidente è datato al 9 Novembre 1966.
A quanto pare i giornali inglesi il 9/11/1966 diramarono notizie confuse, tra cui quella che Paul era rimasto decapitato. Si sa inoltre che Paul McCartney ha fatto occasionalmente uso di sosia per vari scopi. Viene indetto un concorso pubblico per trovare un sosia di Paul McCartney, pratica normale con le star dello spettacolo. Il concorso non vedrà una conclusione e non verrà mai comunicato il nome del vincitore I Beatles, a fine del 1966, primi tra tutti i gruppi rock, si fanno crescere contemporaneamente barba e baffi. Non si tratta di una banalità; all'epoca il fatto ha una forte ripercussione, costituisce un'alterazione della fisionomia, una sorta di camuffamento e nel loro caso particolare venne abbandonata l'immagine dei 4 ragazzi puliti beniamini dell'Inghilterra. Per alcuni inoltre, come vedremo poi, questo fatto costituisce la volontà di nascondere i lineamenti non perfetti del sosia che ha preso il posto di Paul.
REVOLVER
E' comunque palese a tutti che a cavallo tra gli anni 1965 e 1966 tutto attorno ai Beatles muta si cambia. I Beatles cambiano stile e conservano le uniformi degli esordi.
"Revolver" è l'album di canzoni memorabili come "Eleanor Rigby", "Yellow Submarine", "Here, there and everywhere". In molte delle canzoni presenti su quest'album sono pieni di richiami a satanismo, morte ed esoterismo, e per i Beatles è una novità assoluta. "Eleanor Rigby" e i suoi evidenti richiami alla morte di qualcuno, in essa un prete Father McKenzie prepara il sermone per una cerimonia cui nessuno assisterà. Un riferimento chiaro al fatto che McCartney fu sepolto in fretta e in gran segreto, alla presenza di un sacerdote.
Ed ancora in "Taxman" Harrison canta: "Dichiarate i penny che avete sui vostri occhi", un'immagine che richiama la consuetudine di antica guisa di porre sugli occhi dei defunti delle monete.
E per la prima volta la caccia non si ferma ai testi e alle musiche ma tocca anche l'aspetto visuale, ovvero la copertina, Paul McCartney infatti ha rispetto agli altri tre baronetti una posa diversa, egli è l'unico defilato e di profilo.
THE BUTCHER'S ALBUM
Gli indizi continuano ad apparire ed anzi con il tempo proliferano e cronologicamente si arriva a "The Beatles Yesterday And Today" più noto come "The Butcher's Album" con le sue due copertine, infatti l'album al lancio aveva una copertina dove i 4 si presentavano vestiti da macellai con pezzi di carne, bambole rotte e sangue sparsi ovunque, e dove Paul è attorniato dalle bambole dai pezzi di carne e dal sangue. La copertina fece così tanto discutere che l'album fu ritirato e la copertina fu sostituita con una nuova, ma in essa Paul era seduto in una cassa a guisa di bara.
"Yesterday" cantato da Paul dice "I believe in yesterday, suddenly, I'm not half the man I used to be, there's a shadow hanging over me. Yesterday came suddenly..." cioè "credo nel passato, improvvisamente, io non sono che metà dell'uomo che ero, c'è un ombra che volteggia su di me. Il passato arriva all'improvviso". Nello stesso album i cacciatori di indizi trovano interessante "Nowhere man" dove dice "you don't know what you're missing, nowhere man can you see me at all".
SGT.PEPPERS LONELY HEART'S CLUB
Nel 1967 esce "Sgt. Peppers Lonely Heart's Club band" una vera e propria esplosione di colori, suoni e indizi. Per i cacciatori di indizi è un diletto osservare la copertina e trovarvi le foto delle "persone che amiamo ed ammiriamo", ovvero le foto di Marlon Brando, Stanlio & Olio, Carl Marx, Jane Harlow, Bob Dylan, Edgar Allan Poe, Aleister Crowley, gli stessi Beatles prima versione o come asserirono alcuni cacciatori i Beatles originali, e i Beatles nuova versione, vestiti di colori sgargianti e posti di fronte ad una composizione floreale che potrebbe apparire come una bara sormontata da un basso elettrico a 3 corde (e non 4), lo strumento di McCartney.
La stessa testa di McCartney è sormontata da una mano aperta, simbolo di morte per le culture orientali. Nel Booklet all'interno dell'album McCartney ha sul suo abito una patch, una di quelle toppe divertenti che spesso i cantanti cucivano sui vestiti per abbellirli, e sulla sua c'è scritto OPD acronimo per i paesi britannici di "Officially Pronounced Dead", cioè "Ufficialmente Morto".
Potevano i cacciatori fermarsi qui? No, qualcuno suggerì che i Beatles avevano inserito anche indizi molto più celati e così ci fu chi osservando la copertina allo specchio scorse nella cassa al centro della copertina la scritta "1 one 1" cioè "111" e " He die" con una freccia tra le due parole.
Caso vuole che la freccia punti su McCartney è che la frase così diventi "He (McCartney) die".
Tra i complottisti vi fu persino chi puntualizzò come le coincidenza fossero così curate da ricreare un basso mancino (McCartney è mancino) con dei crisantemi.
E che i Beatles prima versione erano statue di cera e che uno fra essi, Starr, fosse vestito a lutto e a consolarlo fosse McCartney. Ma la ricerca iniziata sulla copertina non si fermò neppure a questo si arrivò persino ad individuare l'auto di McCartney, una Aston Martin (quella con cui sarebbe morto), un guanto intriso di sangue, una statuetta della divinità indù Sheeva (morte e distruzione) che indica McCartney e Harrison che sul retro di copertina indica una riga ben precisa di una canzone e che dice "Wednesday Morning at 5 O'Clock" la canzone è "She Leaving" e la data e l'orario sarebbero quelli della morte di McCartney.
I più acuti si sono soffermati inoltre sulle dita dei 4 sulla copertina del retro dell'album, dove i tre superstiti compongono le lettere LVE e McCartney in posa dissimile come di consueto non mostra le mani e quindi lascia un buco, una O componendo la parola "love" amore.
Ascoltando le canzoni dell'album ci soffermiamo su "A Day In Life" il cui testo diceva "Era una notizia triste, ma nonostante ciò ho dovuto ridere" ed ancora "Ha perso la vita in macchina, non si era accorto che era scattato il semaforo" ed infine "Avevano già visto la sua faccia".
MAGICAL MYSTERY TOUR
In "Magical Mystery Tour" i Beatles continuano a piazzare indizi sonori come in "I'm The Walrus" dove una voce di sottofondo se riprodotta al contrario sembra dire "Ah, ah, Paul is dead", e in "Strawberry Fields Forever" dove Lennon sembra cantare "ho sepolto Paul"; ma anche indizi visuali come nella foto in cui McCartney è seduto di fronte alla scritta "Io ero" (I Was) e dietro di lui sono due bandiere a rappresentare un funerale militare. Paul anche qui è scalzo, inoltre sulla cover c'è un tricheco nero (che è presagio di morte in alcuni paesi). Nel video di "Your Mother Should Know", tutti portano rose rosse, a parte Paul che ha una rosa nera.
WHITE ALBUM
Nel 1968 esce il "White Album" così chiamato per via della copertina interamente bianca e per i complottisti fu un colpo duro, ma qualcosa la trovarono ugualmente in "I'm So Tired" dove la solita voce ascoltata al contrario direbbe "Paul è morto, mi manca, mi manca, mi manca".
Quest'album però ebbe maggiori riscontri in tribunale dove le canzoni "Helter Skelter" e "Piggies" furono ascoltate molteplici volte durante il processo Manson.
YELLOW SUBMARINE ED ABBEY ROAD
Così si arriva agli album del 1969 "Yellow Submarine" e "Abbey Road", nel primo i cacciatori di indizi si soffermarono subito sulla mano posta sulla testa di McCartney come in due album prima, e sul sottomarino che sembra essere sepolto all'interno della collinetta.
Ascoltando le canzoni presenti nell'album sono state riscontrate inoltre evidenti tracce in "All you need is love" dove Lennon alla fine canta "Yes he's dead...we loved you yeah yeah yeah" e in Northen Song.
In "Abbey Road" la copertina è tra le più significative, i 4 camminano in fila su un attraversamento pedonale e simulano un funerale, con McCartney che scalzo cammina con un altro passo e tiene nella mano destra una sigaretta, nonostante sia notoriamente mancino.
Nella raffigurazione Lennon rappresenterebbe il sacerdote, Starr l'uomo delle pompe funebri, McCartney il deceduto (scalzo che in alcuni paesi vuol dire "morte") e Harrison colui che va a scavare la fossa. Sul lato destro della strada è presente un veicolo che sarebbe un carro funebre e sul lato sinistro un Maggiolino.
La cosa che colpisce di quest'ultimo è la targa: LMW 28IF, cioè Linda McCartney Widowed (Vedova) e se Paul fosse stato vivo avrebbe 28 anni Altri indizi si riscontrano inoltre in "Let It Be" dove McCartney è raffigurato su uno sfondo color sangue dissimile dagli altri tre membri.
Altri cacciatori hanno raccolto molte altri indizi, quali McCartney travestito da tricheco, McCartney con un fiore diverso dagli altri membri o la scritta Love 3 Beatles sino ad arrivare alla scritta Beatles sulla copertina di un album che corrisponderebbe ad un numero di telefono, quell'album era "Magical Mystery Tour", ed il numero di telefono sarebbe di Londra e si dice che per un certo periodo chiamando quel numero un messaggio pre-registrato annunciava "ti stai avvicinando", gli "indizi" scoperti sono molteplici; tutt'oggi molti fra loro sono certi di poterne trovare ancora.
Nel retrocopertina appare la scritta Beatles inserita nel muro sopra alla scritta Abbey Road.
Davanti alla scritta Beatles ci sono degli strani fori come se qualcuno avesse sparato con un mitra o una pistola. Connettendo i fori come nel gioco dei puntini esce un 3, quasi a dire "siamo rimasti solo 3".
ALTRI INDIZI
In realtà vengono ritrovati indizi anche su "Let It Be" del 1970 dove solo Paul è ritratto con un sfondo rosso sangue ed addirittura anche in dischi prima del 1966, dove su "Help" del 1965 solo lui viene raffigurato senza cappello (quasi ad indicare la sua decapitazione), su "Rubber Soul" si vede il volto dei 4 che rappresenterebbe la visuale di Paul dal basso (bara) e su "Revolver" appare defilato (di profilo) rispetto agli altri (in "Eleanor Rigby" si recita un sermone al quale "nessuno assisterà").
LE REAZIONI DEI BEATLES
LE REAZIONI DEI BEATLES
I Beatles più volte sollecitati sull'argomento non hanno mia ammesso ne smentito e spesse volte hanno sarcasticamente glissato anche sulle circostanze più evidenti.
Dopo lo scioglimento dei Beatles il gioco però non si fermò e Lennon prima di morire avrebbe detto rivolgendosi a McCartney "Questi pazzi avevano ragione quando dicevano che tu eri morto..." riferita al fatto che McCartney scrivesse solo canzoni d'amore, la risposta di McCartney non si fece attendere e arrivò con una delle sue più belle canzoni, dove egli dice "qualcuno afferma che il mondo non ha più bisogno di stupide canzoni d'amore, io mi guardo attorno e vedo che non è così", quella canzone è "Silly Love Songs". Le ultime parole in materia le ha comunque dette lo stesso McCartney, usando proprio i metodi utilizzati dai Beatles, il titolo dell'album "Paul Is Live" del 1993 che rappresenta il celebre attraversamento di Abbey Road e McCartney con un cagnolino e il solito Maggiolino bianco che però ha cambiato targa diventando "51IS" cioè "51 è" ovvero gli anni che aveva McCartney in quel momento.
SVILUPPI RECENTI
Nel 2009 l'informatico Francesco Gavazzeni e il medico legale Gabriella Carlesi, basandosi su avanzate tecniche medico-legali, hanno svolto un approfondito studio di antropometria e di craniometria su immagini di Paul McCartney, scattate prima e dopo la data del presunto incidente in cui l'artista avrebbe trovato la morte, allo scopo di confrontarne le caratteristiche biometriche e decidere così se si trattasse o meno della stessa persona. Secondo lo studio resta aperta la probabilità che non si tratti della stessa persona, in quanto il confronto dei dati biometrici (analisi della forma del cranio e della mascella, della curva mandibolare, dei padiglioni auricolari, del palato e della dentatura) indica che si potrebbe trattare di due differenti individui, sia pur in apparenza molto somiglianti.
Ulteriori analisi sono state effettuate nel 2013 volti originali e del presunto sosia e le registrazioni audio della voce non presentino alcun elemento in comune. Inoltre a fine 2010, i giornali hanno dato la notizia che l'Aston Martin DB5 "Saloon" effettivamente appartenuta a Paul McCartney nel 1966, e alla guida della quale avrebbe avuto il fatale incidente automobilistico, è stata rintracciata ed è in fase di restauro presso un'officina di Corsico nell'hinterland milanese, dietro ordine del nuovo proprietario.
Sull'auto sono stati rinvenuti segni di un passato incidente che risalirebbero proprio al fatidico 1966.
Diversi siti web sostengono come le prove fotografiche dimostrino che il McCartney di prima e dopo la fine del 1966 non possa essere la stessa persona, anche se i due individui hanno caratteristiche molto simili tra loro. Alcune nuove teorie suggeriscono che McCartney, invece che perito in un incidente d'auto, sia stato rapito e successivamente ucciso (sempre nel 1966).
Nel 2001, si è sparsa persino la notizia dell'esistenza di presunte registrazioni vocali effettuate da George Harrison prima della sua morte in cui viene "confermata" la leggenda, indicando i motivi che hanno portato all'insabbiamento dell'intera faccenda: la necessità di evitare una possibile ondata di suicidi tra i fan di McCartney, nonché gli interessi economici e politici in ballo.
Nella gigantesca operazione di copertura avrebbero avuto un ruolo attivo i servizi segreti britannici (MI5). L'incapacità di sostenere la menzogna sarebbe stata la causa primaria dello scioglimento dei Beatles. Anche l'omicidio di Lennon (avvenuto nel 1980) sarebbe in connessione con questo segreto: Lennon aveva minacciato di rivelare la verità, venendo così messo a tacere dai servizi segreti.
CHI E' L'IMPOSTORE?
Un caso curioso sono la sterminata serie di filmati della serie The Rotten Apple immessi in rete a partire dalla fine del 2006 dall'internauta che si cela dietro lo pseudonimo "Iamaphoney".
Essi ripercorrono tutti gli indizi noti e meno noti della leggenda con numerose aggiunte originali, il tutto visto sotto la luce della cosiddetta "pista satanica" che vorrebbe identificare nell'uomo che, secondo Iamaphoney, si fa passare attualmente come Paul McCartney, il figlio o addirittura la reincarnazione dell'occultista Aleister Crowley (che effettivamente appare tra il collage di personaggi famosi presente sulla copertina di Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band).
Nello specifico, oltre a decine di presunte prove, Iamaphoney mette in risalto il fatto che tra le opere di Crowley ci sia un trattato esoterico dal titolo The Winged Beetle, e che, curiosamente, i due gruppi di cui Paul McCartney ha fatto parte in carriera si chiamano proprio Beatles e Wings.
I filmati vengono presentati con suggestivi montaggi audio/video in cui si trova veramente di tutto: frasi fuori contesto, situazioni disparate tratte da film, immagini di repertorio, interviste di epoche diverse in cui praticamente ogni frase registrata dai Beatles viene ripassata alla rovescia, trovando messaggi nascosti e sinistri presagi.
I BEATLES E IL DIAVOLO
I 4 ragazzi di Liverpool non hanno mai chiaramente parlato di satanismo o di demoni, ma hanno spesse volte celato nei loro dischi, come abbiamo visto, tracce di argomenti strettamente correlati a tale argomento. Come abbiamo già visto la svolta si ha nel 1965, quando qualcosa dovette necessariamente accadere perchè i Beatles repentinamente cambiarono stile, genere e modo di esprimersi.
Qualcuno o qualcosa doveva averli colpito a tal punto da modificare tutto ciò che fino ad allora era stato il loro modo d'essere. I 4 allegri ragazzi che cantavano l'amore e la spensieratezza adesso parlavano di morte e di morti, i temi caldi di amore e gioventù furono soppiantati da temi cupi e atmosfere psichedeliche. I loro guardaroba cambiarono, rapidamente come le loro canzoni, i loro pensieri cambiarono tanto quanto le loro manifestazioni.
La storiografia dei Beatles dice che le rivoluzioni in campo sonoro dei Beatles furono dovute al loro manager tuttofare Brian Epstein e ai suoi contatti con producer all'avanguardia come George Martin e Phil Spector. Lo stesso Epstein morirà d'overdose di stupefacenti nel 1967.
A leggere altre storie sui Beatles si rinvengono loro conversioni a riti orientali di diversa natura tra Buddismo, Induismo, Yoga ed altre pratiche religiose i 4 giovanotti raccolsero una mole tale di informazioni spiritiche ed esoteriche da fare invidia ad una enciclopedia, e a visualizzarne l'universo contenuto in "Sgt. Pepper's..." si nota facilmente come tutto questo mondo esoterico venisse facilmente fuori e quasi costringesse i 4 giovanotti a cercare dell'altro, altre domande ed altre risposte, in tal senso, si dice, va raffigurata la conoscenza esoterica dei Beatles, solo come una voglia di conoscere.
Ma appare difficile che sia solo per una voglia di conoscere che su quella copertina appaiono Poe, scrittore Noir, Crowley, mago, scrittore, illusionista, profeta satanico, Sheeva, divinità della morte e della distruzione, oltre che ai simboli occidentali della morte.
C'è chi a torto o a ragione afferma che tutto ciò era dovuto ad un eccessivo liberalismo presente nei pensieri dei 4 ragazzi, essi andavano avanti con le loro ricerche e andando avanti rifiutavano ogni autorità ed ogni sistema. Persino quando furono nominati baronetti a furor di popolo i Beatles mostrarono di non gradire l'autorità e il sistema e non risparmiarono dal vilipendio neppure la loro regina. Ad anni di distanza dalla scomparsa del gruppo, Manson e i suoi discepoli dopo aver commesso notevoli atti di violenza e aver con il sangue delle proprie vittime imbrattato i muri e composto scritte rifacenti ai testi dei Beatles giustificarono più volte il proprio comportamento dicendo che erano stati i Beatles a volerlo, erano dei chiari messaggi scritti nei loro testi e durante il processo si arrivò persino a risentire molte volte alcune canzoni dei Beatles, rallentandole, riproducendole al contrario, sezionandone parti e carpendone messaggi celati al loro interno.
Dopo lo scioglimento dei Beatles il gioco però non si fermò e Lennon prima di morire avrebbe detto rivolgendosi a McCartney "Questi pazzi avevano ragione quando dicevano che tu eri morto..." riferita al fatto che McCartney scrivesse solo canzoni d'amore, la risposta di McCartney non si fece attendere e arrivò con una delle sue più belle canzoni, dove egli dice "qualcuno afferma che il mondo non ha più bisogno di stupide canzoni d'amore, io mi guardo attorno e vedo che non è così", quella canzone è "Silly Love Songs". Le ultime parole in materia le ha comunque dette lo stesso McCartney, usando proprio i metodi utilizzati dai Beatles, il titolo dell'album "Paul Is Live" del 1993 che rappresenta il celebre attraversamento di Abbey Road e McCartney con un cagnolino e il solito Maggiolino bianco che però ha cambiato targa diventando "51IS" cioè "51 è" ovvero gli anni che aveva McCartney in quel momento.
SVILUPPI RECENTI
Nel 2009 l'informatico Francesco Gavazzeni e il medico legale Gabriella Carlesi, basandosi su avanzate tecniche medico-legali, hanno svolto un approfondito studio di antropometria e di craniometria su immagini di Paul McCartney, scattate prima e dopo la data del presunto incidente in cui l'artista avrebbe trovato la morte, allo scopo di confrontarne le caratteristiche biometriche e decidere così se si trattasse o meno della stessa persona. Secondo lo studio resta aperta la probabilità che non si tratti della stessa persona, in quanto il confronto dei dati biometrici (analisi della forma del cranio e della mascella, della curva mandibolare, dei padiglioni auricolari, del palato e della dentatura) indica che si potrebbe trattare di due differenti individui, sia pur in apparenza molto somiglianti.
Ulteriori analisi sono state effettuate nel 2013 volti originali e del presunto sosia e le registrazioni audio della voce non presentino alcun elemento in comune. Inoltre a fine 2010, i giornali hanno dato la notizia che l'Aston Martin DB5 "Saloon" effettivamente appartenuta a Paul McCartney nel 1966, e alla guida della quale avrebbe avuto il fatale incidente automobilistico, è stata rintracciata ed è in fase di restauro presso un'officina di Corsico nell'hinterland milanese, dietro ordine del nuovo proprietario.
Sull'auto sono stati rinvenuti segni di un passato incidente che risalirebbero proprio al fatidico 1966.
Diversi siti web sostengono come le prove fotografiche dimostrino che il McCartney di prima e dopo la fine del 1966 non possa essere la stessa persona, anche se i due individui hanno caratteristiche molto simili tra loro. Alcune nuove teorie suggeriscono che McCartney, invece che perito in un incidente d'auto, sia stato rapito e successivamente ucciso (sempre nel 1966).
Nel 2001, si è sparsa persino la notizia dell'esistenza di presunte registrazioni vocali effettuate da George Harrison prima della sua morte in cui viene "confermata" la leggenda, indicando i motivi che hanno portato all'insabbiamento dell'intera faccenda: la necessità di evitare una possibile ondata di suicidi tra i fan di McCartney, nonché gli interessi economici e politici in ballo.
Nella gigantesca operazione di copertura avrebbero avuto un ruolo attivo i servizi segreti britannici (MI5). L'incapacità di sostenere la menzogna sarebbe stata la causa primaria dello scioglimento dei Beatles. Anche l'omicidio di Lennon (avvenuto nel 1980) sarebbe in connessione con questo segreto: Lennon aveva minacciato di rivelare la verità, venendo così messo a tacere dai servizi segreti.
CHI E' L'IMPOSTORE?
Un caso curioso sono la sterminata serie di filmati della serie The Rotten Apple immessi in rete a partire dalla fine del 2006 dall'internauta che si cela dietro lo pseudonimo "Iamaphoney".
Essi ripercorrono tutti gli indizi noti e meno noti della leggenda con numerose aggiunte originali, il tutto visto sotto la luce della cosiddetta "pista satanica" che vorrebbe identificare nell'uomo che, secondo Iamaphoney, si fa passare attualmente come Paul McCartney, il figlio o addirittura la reincarnazione dell'occultista Aleister Crowley (che effettivamente appare tra il collage di personaggi famosi presente sulla copertina di Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band).
Nello specifico, oltre a decine di presunte prove, Iamaphoney mette in risalto il fatto che tra le opere di Crowley ci sia un trattato esoterico dal titolo The Winged Beetle, e che, curiosamente, i due gruppi di cui Paul McCartney ha fatto parte in carriera si chiamano proprio Beatles e Wings.
I filmati vengono presentati con suggestivi montaggi audio/video in cui si trova veramente di tutto: frasi fuori contesto, situazioni disparate tratte da film, immagini di repertorio, interviste di epoche diverse in cui praticamente ogni frase registrata dai Beatles viene ripassata alla rovescia, trovando messaggi nascosti e sinistri presagi.
I BEATLES E IL DIAVOLO
I 4 ragazzi di Liverpool non hanno mai chiaramente parlato di satanismo o di demoni, ma hanno spesse volte celato nei loro dischi, come abbiamo visto, tracce di argomenti strettamente correlati a tale argomento. Come abbiamo già visto la svolta si ha nel 1965, quando qualcosa dovette necessariamente accadere perchè i Beatles repentinamente cambiarono stile, genere e modo di esprimersi.
Qualcuno o qualcosa doveva averli colpito a tal punto da modificare tutto ciò che fino ad allora era stato il loro modo d'essere. I 4 allegri ragazzi che cantavano l'amore e la spensieratezza adesso parlavano di morte e di morti, i temi caldi di amore e gioventù furono soppiantati da temi cupi e atmosfere psichedeliche. I loro guardaroba cambiarono, rapidamente come le loro canzoni, i loro pensieri cambiarono tanto quanto le loro manifestazioni.
La storiografia dei Beatles dice che le rivoluzioni in campo sonoro dei Beatles furono dovute al loro manager tuttofare Brian Epstein e ai suoi contatti con producer all'avanguardia come George Martin e Phil Spector. Lo stesso Epstein morirà d'overdose di stupefacenti nel 1967.
A leggere altre storie sui Beatles si rinvengono loro conversioni a riti orientali di diversa natura tra Buddismo, Induismo, Yoga ed altre pratiche religiose i 4 giovanotti raccolsero una mole tale di informazioni spiritiche ed esoteriche da fare invidia ad una enciclopedia, e a visualizzarne l'universo contenuto in "Sgt. Pepper's..." si nota facilmente come tutto questo mondo esoterico venisse facilmente fuori e quasi costringesse i 4 giovanotti a cercare dell'altro, altre domande ed altre risposte, in tal senso, si dice, va raffigurata la conoscenza esoterica dei Beatles, solo come una voglia di conoscere.
Ma appare difficile che sia solo per una voglia di conoscere che su quella copertina appaiono Poe, scrittore Noir, Crowley, mago, scrittore, illusionista, profeta satanico, Sheeva, divinità della morte e della distruzione, oltre che ai simboli occidentali della morte.
C'è chi a torto o a ragione afferma che tutto ciò era dovuto ad un eccessivo liberalismo presente nei pensieri dei 4 ragazzi, essi andavano avanti con le loro ricerche e andando avanti rifiutavano ogni autorità ed ogni sistema. Persino quando furono nominati baronetti a furor di popolo i Beatles mostrarono di non gradire l'autorità e il sistema e non risparmiarono dal vilipendio neppure la loro regina. Ad anni di distanza dalla scomparsa del gruppo, Manson e i suoi discepoli dopo aver commesso notevoli atti di violenza e aver con il sangue delle proprie vittime imbrattato i muri e composto scritte rifacenti ai testi dei Beatles giustificarono più volte il proprio comportamento dicendo che erano stati i Beatles a volerlo, erano dei chiari messaggi scritti nei loro testi e durante il processo si arrivò persino a risentire molte volte alcune canzoni dei Beatles, rallentandole, riproducendole al contrario, sezionandone parti e carpendone messaggi celati al loro interno.
mercoledì 1 aprile 2015
La Storia Degli Immortal e Il Regno Di Blashyrkh
Gli Immortal nacquero a Bergen, in Norvegia, nel 1990 con il nome di Satanael. La band venne fondata da Abbath (basso e voce) e Demonaz (chitarra). Influenzati da Venom e Bathory, all'inizio la band era molto influenzata dal Death Metal ma grazie all'incontro con il chitarrista dei Mayhem, Euronymous, i due decisero di dedicarsi al Black Metal. Scelsero uno stile scarno, glaciale e allo stesso tempo epico e evocativo con testi che riconducono sempre ad uno scenario freddo e tempestoso chiamato Blashyrkh. Nel 1991, con Armagedda alla batteria cambiarono nome in Immortal.
L'ESORDIO
L'anno successivo uscì il primo full-length, Diabolical Fullmoon Mysticism, scritto e suonato praticamente dai soli Abbath e Demonaz anche se alcune parti di chitarra furono scritte da Jorn Tunsberg. "Cold Wind Of Funeral Dust" e "Cryptic Winterstoorms", aperta da un veloce arpeggio pulito che, visto retrospettivamente, richiama un altro penetrante intro che rende indimenticabile e immortale "Cursed Realms Of The Winterdemons". Il missaggio comunque penalizza notevolmente il ruolo della batteria, i cui giri non sono sempre apprezzabili, e le frequenze massicce del basso, sotterrate dalle onnipresenti sei corde che, in controtendenza, risultano chiare, anche nelle difficili parti pulite. Discorso a parte per la voce: Abbath è dotato di un’espressività seconda a pochi nel panorama estremo, tanto da non aver estrema necessità di effetti atti ad incupire od inacidire il suo naturale timbro scream. Qualche imprecisione nel complesso a livello sonoro si sente.
LE FALSE ACCUSE DI TERRORISMO E NAZISMO (L'HOLOCAUST METAL)
Gli Immortal, fin dai propri esordi, si sono sempre considerati come isolati rispetto alla scena Black Metal, e in particolare all'Inner Circle, e hanno minimizzato le relazioni con i suoi membri, evitando di rilasciare dichiarazioni riguardo ai crimini ad esso correlati. Il 6 giugno 1992 la famosa chiesa in legno di Fantoft venne rasa al suolo da un incendio doloso. A partire da questo avvenimento, il Black Metal norvegese si ritrovò nell'occhio del ciclone. I proclami di Euronymous (Mayhem) e del Conte Grishnackh (Burzum) si fecero sempre più deliranti. Altra benzina sul fuoco venne gettata dai Darkthrone con la famosa dedica alla "Black Metal Mafia Norvegese" presente sul CD "Under A Funeral Moon". In questo clima di paranoia, gli Immortal vennero presi di mira alla pari di altre band realmente collegate all'"Inner Circle". Non si può dare torto alle autorità e all'opinione pubblica norvegese per tutto questo. In effetti qualunque gruppo Black in qualche modo legato ad Helvete, il negozio di dischi di Euronymous, avrebbe potuto essere una potenziale minaccia.
E gli Immortal rispondevano perfettamente a questo requisito.
Demonaz nel 1993: "A febbraio il Conte Grishnackh dovrà affrontare il processo, e dicono che la polizia abbia prove che lui abbia ucciso Euronymous. Non posso dire niente a riguardo, io non c'ero!"
Uno degli esempi più emblematici di questa situazione si ebbe in occasione della prima apparizione televisiva del gruppo norvegese. Una TV di Bergen chiese ad Abbath e Demonaz il permesso intervistarli e propose, addirittura, di girare un "video Black Metal" che sarebbe stato trasmesso a seguito dell'intervista. I due musicisti accettarono. Il video venne girato sia tra le rovine del castello di Lysekloster, lo stesso scenario apparso sulla copertina di "Diabolical Fullmoon Mysticism", che in mezzo ad una foresta. La canzone scelta fu "Call Of The Wintermoon".
Quando l'intervista fu trasmessa in televisione, gli Immortal si resero conto di essere stati raggirati.
Grazie ad un montaggio particolare e all'impostazione della trasmissione, le affermazioni degli intervistati assunsero implicazioni diverse da quelle che effettivamente erano.
In pratica, questa TV di Bergen altro non voleva che accodarsi al caldo filone del terrorismo satanico, che all'epoca occupava le prime pagine dei giornali più scandalistici.
Ecco che quindi la dichiarazione di Kolgrim secondo la quale gli Immortal non suonavano Black ma "Holocaust Metal" causò non pochi problemi al trio norvegese(titolo dell'album che poi verrà).
Fieri cantori del nord, sempre più lontani dal fascino diabolico di Euronymous, si ritrovarono accusati dalle loro stesse parole. Il problema dei contrasti con l'opinione pubblica si dimostrò difficile da risolvere. Per tanto tempo ancora gli Immortal verranno accusati a torto di misfatti: basti pensare che vennero interrogati dalla polizia sugli incendi dolosi(anche l'immaginario e il farsi ritrarre sempre con armi in mano non li aiutarono per nulla). Inoltre i media continueranno a considerarli satanisti, a causa di alcuni testi del primo album e del logo con pentacolo e croce rovesciata.
Demonaz: "Il logo è stato disegnato molti anni fa, quando eravamo molto più "satanici" e anticristiani. E visto che non siamo cristiani, lo teniamo"
PURE HOLOCAUST E GLI ANNI SUCCESSIVI
Nel 1993 esce il secondo album, intitolato Pure Holocaust che prosegue sulla strada tracciata dall'esordio e porta gli Immortal a essere conosciuti dal grande pubblico, grazie anche a un epico tour europeo in compagnia dei greci Rotting Christ, appropriatamente intitolato Fucking Christ Tour.
Già dalla opening track "Unsilent Storms In The North Abyss" ci si rende conto della portata di questo grande disco. La voce di Abbath sembra provenire direttamente dall'aldilà e la chitarra di Demonaz suona fredda ed avvolgente quando il ritmo cala e assolutamente devastante quando necessario.
Il lavoro di Abbath alla batteria è lodevole e gli Immortal fanno quello che sanno fare meglio: scatenare un fronte sonoro impressionante ed accompagnarlo a qualche parte oldschool con riff più lenti e maligni. Un altro pezzo degno di nota è l'immortale "The Sun No Longer Rises" che a differenza del primo si snoda su un riff molto più lento ed è tenuto insieme da un Abbath in forma smagliante. Il tema di Blashyrkh viene citato per la prima volta su una canzone: "A Sign For The Norse Hordes To Ride". Da citare anche l'apocalittica "Storming Through Red Clouds And Holocaust Winds". In questo periodo la batteria viene suonata dallo stesso Abbath nelle release in studio, mentre nelle date live si alternano dietro le pelli Kolgrim e Grim. In realtà sui crediti dell'album viene citato Grim come batterista ed è inserito anche nelle foto, in realtà non fu lui a suonare la batteria.
Nel 1995 uscì Battles In The North, spesso considerato uno dei capolavori assoluti del genere grazie ai testi evocativi e ad un sound glaciale e tagliente. Le prime stampe non contenevano tracklist, inoltre i testi delle canzoni erano messi a caso. Ogni canzone del disco denota una particolare attitudine a dinamiche violente e ritmiche incalzanti, accompagnate dallo screaming ossessivo di Abbath.
Questo disco, oltre ad essere un must, è forse l'album più evocativo per quanto riguarda le tetre atmosfere nordiche che il Black stesso mira a riprodurre attraverso un sound grezzo, veloce e potente.
Circa 40 minuti di musica glaciale, che non lascia un attimo di tregua. La cosa particolare è che le canzoni vengono improvvisamente troncate e poi parte la successiva come se riprendesse dalla precedente. Già dall'inizio si viene travolti dalla titletrack che spazza via ogni cosa.
I riffs taglienti di Demonaz sono venti freddi che fanno gelare il sangue dentro le vene.
Poi arriva la seconda traccia a stordirci con la sua brutale potenza : "At The Stormy Gates Of Mist".
"Cursed Realms Of Winterdemons" è forse il brano più oscuro dell'intero album.
Il massacro continua con "Grim And Frostbitten Kingdoms", brano scelto anche come video promozionale insieme a "Blashyrkh (Mighty Raven Dark)". Il toni sono sempre gli stessi, e la formula in effetti è mantenuta per ogni brano dell'album. Con Hellhammer alla batteria, ex-Mayhem, gli Immortal iniziarono un nuovo tour europeo; quindi offrirono allo storico batterista dei sopracitati Mayhem di entrare in pianta stabile nella band egli però rifiutò volendosi dedicare ad altri progetti.
Nel 1997 venne pubblicato Blizzard Beasts, con il nuovo batterista Horgh e un sound si ricollega direttamente a quello di Pure Holocaust. La foto, secondo leggende, è stata scattata a -20°!
Il disco appare dunque molto influenzato dal Death Metal vecchio stampo, come intuibile dal riff principale; a ricordarci che sono gli Immortal a suonare ci pensano la voce di Abbath e le loro tipiche accelerazioni Black, supportate dalla modalità di suonare che li ha resi (e li renderà) celebri in tutto il mondo. "Nebular Ravens Winter" e la successiva "Suns That Sank Below" rispecchiano la stessa struttura della titletrack, alternando riff di chiara fattura Death/Thrash a sonorità di Black estremo, glaciale, veloce all’inverosimile. Il sound è migliore rispetto ai precedenti lavori: la voce risalta in misura maggiore rispetto agli altri strumenti, la chitarra e il basso assumono una connotazione più chiara (ma non per questo meno violenta) mentre la batteria mantiene tutto sommato la stessa equalizzazione. Dopo i quattro minuti della distruttiva Battlefields, l’album subisce una drastica evoluzione. A dare quel tocco in più al disco ci pensa la bellissima "Mountains Of Might": intro di tastiera che immette in un paesaggio desolato, una distesa infinita bianca (la neve perenne), tanta nebbia e la supposizione che intorno a noi possa esserci qualche altra presenza oscura.
LA TENDINITE DI DEMONAZ
Dopo le registrazioni Demonaz fu costretto a smettere di suonare per la band a causa di grossi problemi ai tendini del braccio che gli impedivano di suonare la chitarra.
Egli comunque non abbandonò il gruppo, per il quale continuò a scrivere i testi e alcune delle composizioni, nonché a svolgere il ruolo di manager.
Passarono due anni e gli Immortal diedero alla luce At The Heart Of Winter, un altro grande successo sia commerciale sia di critica, che segnò un avvicinamento della band alla melodia, un leggero rallentamento nella velocità di esecuzione e una produzione più pulita e potente.
Sicuramente memorabili sono l'opener "Withstand The Fall Of Time", che ci sbatte immediatamente in faccia lo stupendo riffing furioso e freddo di Abbath, e la title-track che dopo un intro di venti che spirano gelidi e synth atmosferici ci getta nel mezzo di una glaciale tempesta di neve da cui emerge, la diabolica voce di un Abbath davvero in forma. Horgh si rivelò definitivamente il drummer migliore della storia della band, ed anzi uno dei più dotati nella scena mentre Abbath ricoprì più che degnamente anche il ruolo vacante di chitarrista, suonando certamente con un altro stile rispetto a quello di Demonaz, più arpeggiato ma certo non meno glaciale ed ottima fù anche la sua performance vocale, anche grazie ad una produzione veramente di alto livello in grado di esaltare al massimo quel suo peculiare e gelido stile nello screaming. Dopo il consueto tour promozionale, la band nel 2000 pubblicò Damned In Black dove al basso entrò Iscariah. Esso si può dunque definire come uno dei dischi più accessibili degli Immortal, soprattutto per il drumming più lento, ma pressoché privo di sbavature, affidato all’ormai rodato Horgh e il riffing, sempre gelido, ma più ritmico.
In soli 36 minuti, questo full-length riesce a estrarre dal cilindro buoni brani come l’elegante opening track Triumph, ricca di spunti strumentali, soprattutto a livello di varietà di riffing (fredda come gli abissi della disperazione più nera, è dominata dalla chitarra di Abbath che colpisce per precisione e intensità. La parte centrale è caratterizzata da sonorità più ambientali e calme, che non diminuscono l'appeal della canzone, anzi la valorizzano ancora di più in attesa di un finale da brivido in cui Abbath sfodera una serie di riff disarmanti) e la fredda e convincente "The Darkness That Embrace Me", un vero e proprio tributo di Abbath e soci all’inverno e al gelo, arricchito da passaggi di synth profondamente atmosferici. Dopo questo album gli Immortal acquistarono grande popolarità anche negli Stati Uniti, organizzando un mini-tour insieme ai Satyricon.
Con il settimo album(2002) intitolato Sons Of Northern Darkness si ritorna alle sonorità epiche e quasi melodiche di At The Heart Of Winter. Il disco si apre con "One By One", un capolavoro in cui le due anime della band, il classico Black Metal iper-veloce e gli ossessivi riff che sono accompagnati dai glaciali vocalizzi di Abbath, si fondono assieme per dare vita ad un nuovo classico made in Immortal.
La title track è molto bella, un vero e proprio inno di battaglia per tutti i figli dell'oscurità nordica.
Con "Demonium" gli Immortal riescono ancora a stupire creando quattro minuti in cui il loro talento riesce a esprimersi ai massimi livelli. "In My Kingdom Cold" rappresenta i nuovi Immortal e non si rimane delusi da questi sette minuti di ottima musica. Ascoltando "Antarctica" sembrerà di essere circondati dal ghiaccio e dai venti del nord.
LA FINE DELLA BAND E LA NUOVA REUNION
Il 17 giugno 2003, al massimo della fama, gli Immortal cessarono di esistere poiché, impegnati in progetti solisti, Abbath, Horgh e Demonaz decisero di sciogliere la band.
Nel 2006, Abbath e Horgh si sono ritrovati insieme a suonare alcuni pezzi dell'album Blizzard Beasts e hanno deciso di riunire la band. La reunion sarà coronata dalla presenza come headliner a una serie di eventi come l'Inferno Festival in norvegia, il francese Hellfest, il Tuska Open Air, lo sloveno Metal Camp e il Wacken Open Air 2007, con lo scopo di ritornare entro il 2009 con un nuovo album: All Shall Fall. "The Rise Of Darkness" si muove su territori classici e velocità medie privilegiando ancora una volta l’approccio eroico ed evocativo, pur facendo pesare ogni nota come un macigno, fino all’accelerazione che caratterizza la seconda parte della canzone, per poi ricomporsi sul finale.
Mazzate alla vecchia maniera, senza claustrofobia, però, in "Hordes To War", traccia dall’impianto classico-veloce che vede l’ascia di Abbath sugli scudi, ad incalzare gli scossoni procurati dagli zoccoli dei cavalli lanciati al galoppo in chiusura del brano.
Norden On Fire scomoda le atmosfere epiche dei tempi di At The Heart Of Winter con la stessa carica di enfasi e il gelo nordico tipico dell’usuale suono targato Immortal, arpeggio incluso.
All Shall Fall va "digerito" più volte per essere gustato appieno, gli Immortal sono cresciuti, si sono modificati, hanno cambiato il loro approccio alla musica più volte e questo ormai è un dato di fatto.
La sola Hordes To War rimanda per qualche istante al passato, il resto è figlio di un gruppo che risiede ancora autorevolmente nel Blashyrkh ma che si è saputo evolvere, con i pregi e i difetti del caso.
A marzo 2015 Abbath decide di abbandonare la band, decretandone anche la fine (essendo fondatore).
In realtà Demonaz ed Horgh non sono dello stesso avviso e proseguono senza di lui.
L'anno successivo il gruppo ha annunciato Demonaz come nuovo frontman e cantante e precisamente il 6 luglio 2018 (Nuclear Blast) è uscito il nuovo full Northern Chaos Gods. Ciò che balza subito all'occhio è che Demonaz non prova ad imitare Abbath ma un suo stile personale. Per il resto epicità e violenza la fanno da padrona. La titletrack ci trasporta subito nel mondo di Blashyrkh, dove sono le tempeste di neve e le raffiche di vento evocate dalla ritmica forsennata a cadenzare il tempo; ottimi anche i riff e gli assoli di Demonaz. "Into Battle Ride" è molto moderna a livello di produzione ma sembra una canzone proveniente dalle fasi primordiali della band. A seguire "Gates To Blashyrk" sorretta da un riff memorabile e ipnotico e da continui stop’n’go.
Buone anche "Grim And Dark" e "Called To Ice" ma i due capolavori arrivano con "Where Mountains Rise" e la conclusiva "Mighty Ravendark": due pagine cupe ed emozionanti; quasi dieci minuti che racchiudono tutte le sfaccettature della band.
I PROBLEMI CON L'ALCOL DI ABBATH
A seguito della fuoriuscita dalla band, Abbath ha portato avanti i suoi progetti solisti.
Tuttavia nel 2019 si è visto costretto ad annullare tutto il tour sudamericano a causa della sua dipendenza da alcol sfociata in un concerto disastroso a Buenos Aires e, a quanto pare, anche un litigio con il chitarrista Ole André Farstad.
Dopo di ciò Abbath ha dichiarato che proverà ad uscire da questa spirale nera: "Nel corso della mia vita sono stato abbastanza fortunato da poter vivere il mio sogno: scrivere musica, pubblicare album e andare in tour per per suonare di fronte ai miei fan in tutto il mondo. Nella maggior parte dei casi è stato fantastico, ma ci sono anche stati momenti dove le cose sono andate male. Come è noto, è successo durante il recente tour in Sud America, dove abbiamo dovuto cancellare gli show in Argentina e Brasile. Non è un segreto che io ho combattuto contro alla dipendenza e mi sono reso conto che è arrivato il momento di allontanarmi da questo demone. Ho preso l’impegno di seguire un programma di riabilitazione che mi renderà pulito una volta per tutte. Ora mi sento più motivato e determinato che mai. Per via di questo programma, dobbiamo cancellare gli show di dicembre che avevo in programma con l’altra mia band, i Bombers. Ci scusiamo con i fan che avevano in programma di venire a vederci. Torneremo e stiamo lavorando per riprogrammare questi show.
Al momento voglio solo tornare sobrio, più forte e più dedito che mai. Europa e Stati Uniti siete avvisati, vi colpiremo come una tempesta il prossimo anno. Nulla ci fermerà. Abbath"
BLASHYRKH E IL MIGHTY RAVENDARK
Il Blashyrkh é un regno immaginario creato dalla band. Questo reame sarebbe stato creato dall'odio di Abbath e Demonaz ed é governato da un gigantesco corvo chiamato "Mighty Ravendark". Il Blashyrkh sarebbe sempre coperto dal gelo perenne, dalla neve e dall'inverno.
Iscariah(bassista della band): "In realtà il Blashyrkh per noi è un luogo segreto, che solo poche persone conoscono"
Demonaz: "Il Mighty Ravendark è importante per noi...siamo cresciuti con queste creature, sono parte della natura del Blashyrkh, il nostro mondo e la nostra dimensione. C'è una sensazione magica con questi uccelli, che sono i messaggeri della paura".
"In cerchi concentrici contro la Terra io pongo sul trono i miei mondi di spiriti, coperti dal gelo, le bestie della brezza mi circondano, per spazzare le facce della Terra, in loro onore con orgoglio e l’inizio del giorno non brillerà mai poiché questi regni sono miei”
"Giungono i giusti Re della sala più alta, il grido dei corvi mette all’erta il regno, eternamente nell’ oscurità notturna, demoni si arrampicano sul Cancello Di Blashyrkh, Potente corvo oscuro, Potente Corvo oscuro di Blashyrkh”
"Cavalcando verso i campi di battaglia, una cavalcata da nord a nord, grazie ai nostri sacri corvi, siamo tutt’uno nella luce lunare bianca come fosse morta”
"Facce pitturate dai primi secoli vagabondano nei venti profanatori, ombre cieche esiliate dalla luce del sole e dalle terre conquistate”
"Su un percorso ghiacciato verso la sofferenza, controllato da bestie di un altro mondo, memorie oscure declamano che l’inverno non muore mai”
"Volteggiando sul cielo aperto, volando nella pioggia più nera, nell’oscurità sottostante, per emergere nel gorgo più profondo”
Stiamo parlando di una sorta di terra gelida e fredda, in cui i migliori guerrieri del passato si radunano e si preparano alla battaglia sotto le insegne del "Corvo Oscuro". Possiamo notare molti riferimenti ad Odino, nonostante sembri una figura molto più primitiva ed ancestrale di Odino stesso, forse quindi più vicina alle origini.
L'ESORDIO
L'anno successivo uscì il primo full-length, Diabolical Fullmoon Mysticism, scritto e suonato praticamente dai soli Abbath e Demonaz anche se alcune parti di chitarra furono scritte da Jorn Tunsberg. "Cold Wind Of Funeral Dust" e "Cryptic Winterstoorms", aperta da un veloce arpeggio pulito che, visto retrospettivamente, richiama un altro penetrante intro che rende indimenticabile e immortale "Cursed Realms Of The Winterdemons". Il missaggio comunque penalizza notevolmente il ruolo della batteria, i cui giri non sono sempre apprezzabili, e le frequenze massicce del basso, sotterrate dalle onnipresenti sei corde che, in controtendenza, risultano chiare, anche nelle difficili parti pulite. Discorso a parte per la voce: Abbath è dotato di un’espressività seconda a pochi nel panorama estremo, tanto da non aver estrema necessità di effetti atti ad incupire od inacidire il suo naturale timbro scream. Qualche imprecisione nel complesso a livello sonoro si sente.
LE FALSE ACCUSE DI TERRORISMO E NAZISMO (L'HOLOCAUST METAL)
Gli Immortal, fin dai propri esordi, si sono sempre considerati come isolati rispetto alla scena Black Metal, e in particolare all'Inner Circle, e hanno minimizzato le relazioni con i suoi membri, evitando di rilasciare dichiarazioni riguardo ai crimini ad esso correlati. Il 6 giugno 1992 la famosa chiesa in legno di Fantoft venne rasa al suolo da un incendio doloso. A partire da questo avvenimento, il Black Metal norvegese si ritrovò nell'occhio del ciclone. I proclami di Euronymous (Mayhem) e del Conte Grishnackh (Burzum) si fecero sempre più deliranti. Altra benzina sul fuoco venne gettata dai Darkthrone con la famosa dedica alla "Black Metal Mafia Norvegese" presente sul CD "Under A Funeral Moon". In questo clima di paranoia, gli Immortal vennero presi di mira alla pari di altre band realmente collegate all'"Inner Circle". Non si può dare torto alle autorità e all'opinione pubblica norvegese per tutto questo. In effetti qualunque gruppo Black in qualche modo legato ad Helvete, il negozio di dischi di Euronymous, avrebbe potuto essere una potenziale minaccia.
E gli Immortal rispondevano perfettamente a questo requisito.
Demonaz nel 1993: "A febbraio il Conte Grishnackh dovrà affrontare il processo, e dicono che la polizia abbia prove che lui abbia ucciso Euronymous. Non posso dire niente a riguardo, io non c'ero!"
Uno degli esempi più emblematici di questa situazione si ebbe in occasione della prima apparizione televisiva del gruppo norvegese. Una TV di Bergen chiese ad Abbath e Demonaz il permesso intervistarli e propose, addirittura, di girare un "video Black Metal" che sarebbe stato trasmesso a seguito dell'intervista. I due musicisti accettarono. Il video venne girato sia tra le rovine del castello di Lysekloster, lo stesso scenario apparso sulla copertina di "Diabolical Fullmoon Mysticism", che in mezzo ad una foresta. La canzone scelta fu "Call Of The Wintermoon".
Quando l'intervista fu trasmessa in televisione, gli Immortal si resero conto di essere stati raggirati.
Grazie ad un montaggio particolare e all'impostazione della trasmissione, le affermazioni degli intervistati assunsero implicazioni diverse da quelle che effettivamente erano.
In pratica, questa TV di Bergen altro non voleva che accodarsi al caldo filone del terrorismo satanico, che all'epoca occupava le prime pagine dei giornali più scandalistici.
Ecco che quindi la dichiarazione di Kolgrim secondo la quale gli Immortal non suonavano Black ma "Holocaust Metal" causò non pochi problemi al trio norvegese(titolo dell'album che poi verrà).
Fieri cantori del nord, sempre più lontani dal fascino diabolico di Euronymous, si ritrovarono accusati dalle loro stesse parole. Il problema dei contrasti con l'opinione pubblica si dimostrò difficile da risolvere. Per tanto tempo ancora gli Immortal verranno accusati a torto di misfatti: basti pensare che vennero interrogati dalla polizia sugli incendi dolosi(anche l'immaginario e il farsi ritrarre sempre con armi in mano non li aiutarono per nulla). Inoltre i media continueranno a considerarli satanisti, a causa di alcuni testi del primo album e del logo con pentacolo e croce rovesciata.
Demonaz: "Il logo è stato disegnato molti anni fa, quando eravamo molto più "satanici" e anticristiani. E visto che non siamo cristiani, lo teniamo"
PURE HOLOCAUST E GLI ANNI SUCCESSIVI
Nel 1993 esce il secondo album, intitolato Pure Holocaust che prosegue sulla strada tracciata dall'esordio e porta gli Immortal a essere conosciuti dal grande pubblico, grazie anche a un epico tour europeo in compagnia dei greci Rotting Christ, appropriatamente intitolato Fucking Christ Tour.
Già dalla opening track "Unsilent Storms In The North Abyss" ci si rende conto della portata di questo grande disco. La voce di Abbath sembra provenire direttamente dall'aldilà e la chitarra di Demonaz suona fredda ed avvolgente quando il ritmo cala e assolutamente devastante quando necessario.
Il lavoro di Abbath alla batteria è lodevole e gli Immortal fanno quello che sanno fare meglio: scatenare un fronte sonoro impressionante ed accompagnarlo a qualche parte oldschool con riff più lenti e maligni. Un altro pezzo degno di nota è l'immortale "The Sun No Longer Rises" che a differenza del primo si snoda su un riff molto più lento ed è tenuto insieme da un Abbath in forma smagliante. Il tema di Blashyrkh viene citato per la prima volta su una canzone: "A Sign For The Norse Hordes To Ride". Da citare anche l'apocalittica "Storming Through Red Clouds And Holocaust Winds". In questo periodo la batteria viene suonata dallo stesso Abbath nelle release in studio, mentre nelle date live si alternano dietro le pelli Kolgrim e Grim. In realtà sui crediti dell'album viene citato Grim come batterista ed è inserito anche nelle foto, in realtà non fu lui a suonare la batteria.
Nel 1995 uscì Battles In The North, spesso considerato uno dei capolavori assoluti del genere grazie ai testi evocativi e ad un sound glaciale e tagliente. Le prime stampe non contenevano tracklist, inoltre i testi delle canzoni erano messi a caso. Ogni canzone del disco denota una particolare attitudine a dinamiche violente e ritmiche incalzanti, accompagnate dallo screaming ossessivo di Abbath.
Questo disco, oltre ad essere un must, è forse l'album più evocativo per quanto riguarda le tetre atmosfere nordiche che il Black stesso mira a riprodurre attraverso un sound grezzo, veloce e potente.
Circa 40 minuti di musica glaciale, che non lascia un attimo di tregua. La cosa particolare è che le canzoni vengono improvvisamente troncate e poi parte la successiva come se riprendesse dalla precedente. Già dall'inizio si viene travolti dalla titletrack che spazza via ogni cosa.
I riffs taglienti di Demonaz sono venti freddi che fanno gelare il sangue dentro le vene.
Poi arriva la seconda traccia a stordirci con la sua brutale potenza : "At The Stormy Gates Of Mist".
"Cursed Realms Of Winterdemons" è forse il brano più oscuro dell'intero album.
Il massacro continua con "Grim And Frostbitten Kingdoms", brano scelto anche come video promozionale insieme a "Blashyrkh (Mighty Raven Dark)". Il toni sono sempre gli stessi, e la formula in effetti è mantenuta per ogni brano dell'album. Con Hellhammer alla batteria, ex-Mayhem, gli Immortal iniziarono un nuovo tour europeo; quindi offrirono allo storico batterista dei sopracitati Mayhem di entrare in pianta stabile nella band egli però rifiutò volendosi dedicare ad altri progetti.
Nel 1997 venne pubblicato Blizzard Beasts, con il nuovo batterista Horgh e un sound si ricollega direttamente a quello di Pure Holocaust. La foto, secondo leggende, è stata scattata a -20°!
Il disco appare dunque molto influenzato dal Death Metal vecchio stampo, come intuibile dal riff principale; a ricordarci che sono gli Immortal a suonare ci pensano la voce di Abbath e le loro tipiche accelerazioni Black, supportate dalla modalità di suonare che li ha resi (e li renderà) celebri in tutto il mondo. "Nebular Ravens Winter" e la successiva "Suns That Sank Below" rispecchiano la stessa struttura della titletrack, alternando riff di chiara fattura Death/Thrash a sonorità di Black estremo, glaciale, veloce all’inverosimile. Il sound è migliore rispetto ai precedenti lavori: la voce risalta in misura maggiore rispetto agli altri strumenti, la chitarra e il basso assumono una connotazione più chiara (ma non per questo meno violenta) mentre la batteria mantiene tutto sommato la stessa equalizzazione. Dopo i quattro minuti della distruttiva Battlefields, l’album subisce una drastica evoluzione. A dare quel tocco in più al disco ci pensa la bellissima "Mountains Of Might": intro di tastiera che immette in un paesaggio desolato, una distesa infinita bianca (la neve perenne), tanta nebbia e la supposizione che intorno a noi possa esserci qualche altra presenza oscura.
LA TENDINITE DI DEMONAZ
Dopo le registrazioni Demonaz fu costretto a smettere di suonare per la band a causa di grossi problemi ai tendini del braccio che gli impedivano di suonare la chitarra.
Egli comunque non abbandonò il gruppo, per il quale continuò a scrivere i testi e alcune delle composizioni, nonché a svolgere il ruolo di manager.
Passarono due anni e gli Immortal diedero alla luce At The Heart Of Winter, un altro grande successo sia commerciale sia di critica, che segnò un avvicinamento della band alla melodia, un leggero rallentamento nella velocità di esecuzione e una produzione più pulita e potente.
Sicuramente memorabili sono l'opener "Withstand The Fall Of Time", che ci sbatte immediatamente in faccia lo stupendo riffing furioso e freddo di Abbath, e la title-track che dopo un intro di venti che spirano gelidi e synth atmosferici ci getta nel mezzo di una glaciale tempesta di neve da cui emerge, la diabolica voce di un Abbath davvero in forma. Horgh si rivelò definitivamente il drummer migliore della storia della band, ed anzi uno dei più dotati nella scena mentre Abbath ricoprì più che degnamente anche il ruolo vacante di chitarrista, suonando certamente con un altro stile rispetto a quello di Demonaz, più arpeggiato ma certo non meno glaciale ed ottima fù anche la sua performance vocale, anche grazie ad una produzione veramente di alto livello in grado di esaltare al massimo quel suo peculiare e gelido stile nello screaming. Dopo il consueto tour promozionale, la band nel 2000 pubblicò Damned In Black dove al basso entrò Iscariah. Esso si può dunque definire come uno dei dischi più accessibili degli Immortal, soprattutto per il drumming più lento, ma pressoché privo di sbavature, affidato all’ormai rodato Horgh e il riffing, sempre gelido, ma più ritmico.
In soli 36 minuti, questo full-length riesce a estrarre dal cilindro buoni brani come l’elegante opening track Triumph, ricca di spunti strumentali, soprattutto a livello di varietà di riffing (fredda come gli abissi della disperazione più nera, è dominata dalla chitarra di Abbath che colpisce per precisione e intensità. La parte centrale è caratterizzata da sonorità più ambientali e calme, che non diminuscono l'appeal della canzone, anzi la valorizzano ancora di più in attesa di un finale da brivido in cui Abbath sfodera una serie di riff disarmanti) e la fredda e convincente "The Darkness That Embrace Me", un vero e proprio tributo di Abbath e soci all’inverno e al gelo, arricchito da passaggi di synth profondamente atmosferici. Dopo questo album gli Immortal acquistarono grande popolarità anche negli Stati Uniti, organizzando un mini-tour insieme ai Satyricon.
Con il settimo album(2002) intitolato Sons Of Northern Darkness si ritorna alle sonorità epiche e quasi melodiche di At The Heart Of Winter. Il disco si apre con "One By One", un capolavoro in cui le due anime della band, il classico Black Metal iper-veloce e gli ossessivi riff che sono accompagnati dai glaciali vocalizzi di Abbath, si fondono assieme per dare vita ad un nuovo classico made in Immortal.
La title track è molto bella, un vero e proprio inno di battaglia per tutti i figli dell'oscurità nordica.
Con "Demonium" gli Immortal riescono ancora a stupire creando quattro minuti in cui il loro talento riesce a esprimersi ai massimi livelli. "In My Kingdom Cold" rappresenta i nuovi Immortal e non si rimane delusi da questi sette minuti di ottima musica. Ascoltando "Antarctica" sembrerà di essere circondati dal ghiaccio e dai venti del nord.
LA FINE DELLA BAND E LA NUOVA REUNION
Il 17 giugno 2003, al massimo della fama, gli Immortal cessarono di esistere poiché, impegnati in progetti solisti, Abbath, Horgh e Demonaz decisero di sciogliere la band.
Nel 2006, Abbath e Horgh si sono ritrovati insieme a suonare alcuni pezzi dell'album Blizzard Beasts e hanno deciso di riunire la band. La reunion sarà coronata dalla presenza come headliner a una serie di eventi come l'Inferno Festival in norvegia, il francese Hellfest, il Tuska Open Air, lo sloveno Metal Camp e il Wacken Open Air 2007, con lo scopo di ritornare entro il 2009 con un nuovo album: All Shall Fall. "The Rise Of Darkness" si muove su territori classici e velocità medie privilegiando ancora una volta l’approccio eroico ed evocativo, pur facendo pesare ogni nota come un macigno, fino all’accelerazione che caratterizza la seconda parte della canzone, per poi ricomporsi sul finale.
Mazzate alla vecchia maniera, senza claustrofobia, però, in "Hordes To War", traccia dall’impianto classico-veloce che vede l’ascia di Abbath sugli scudi, ad incalzare gli scossoni procurati dagli zoccoli dei cavalli lanciati al galoppo in chiusura del brano.
Norden On Fire scomoda le atmosfere epiche dei tempi di At The Heart Of Winter con la stessa carica di enfasi e il gelo nordico tipico dell’usuale suono targato Immortal, arpeggio incluso.
All Shall Fall va "digerito" più volte per essere gustato appieno, gli Immortal sono cresciuti, si sono modificati, hanno cambiato il loro approccio alla musica più volte e questo ormai è un dato di fatto.
La sola Hordes To War rimanda per qualche istante al passato, il resto è figlio di un gruppo che risiede ancora autorevolmente nel Blashyrkh ma che si è saputo evolvere, con i pregi e i difetti del caso.
A marzo 2015 Abbath decide di abbandonare la band, decretandone anche la fine (essendo fondatore).
In realtà Demonaz ed Horgh non sono dello stesso avviso e proseguono senza di lui.
L'anno successivo il gruppo ha annunciato Demonaz come nuovo frontman e cantante e precisamente il 6 luglio 2018 (Nuclear Blast) è uscito il nuovo full Northern Chaos Gods. Ciò che balza subito all'occhio è che Demonaz non prova ad imitare Abbath ma un suo stile personale. Per il resto epicità e violenza la fanno da padrona. La titletrack ci trasporta subito nel mondo di Blashyrkh, dove sono le tempeste di neve e le raffiche di vento evocate dalla ritmica forsennata a cadenzare il tempo; ottimi anche i riff e gli assoli di Demonaz. "Into Battle Ride" è molto moderna a livello di produzione ma sembra una canzone proveniente dalle fasi primordiali della band. A seguire "Gates To Blashyrk" sorretta da un riff memorabile e ipnotico e da continui stop’n’go.
Buone anche "Grim And Dark" e "Called To Ice" ma i due capolavori arrivano con "Where Mountains Rise" e la conclusiva "Mighty Ravendark": due pagine cupe ed emozionanti; quasi dieci minuti che racchiudono tutte le sfaccettature della band.
I PROBLEMI CON L'ALCOL DI ABBATH
A seguito della fuoriuscita dalla band, Abbath ha portato avanti i suoi progetti solisti.
Tuttavia nel 2019 si è visto costretto ad annullare tutto il tour sudamericano a causa della sua dipendenza da alcol sfociata in un concerto disastroso a Buenos Aires e, a quanto pare, anche un litigio con il chitarrista Ole André Farstad.
Dopo di ciò Abbath ha dichiarato che proverà ad uscire da questa spirale nera: "Nel corso della mia vita sono stato abbastanza fortunato da poter vivere il mio sogno: scrivere musica, pubblicare album e andare in tour per per suonare di fronte ai miei fan in tutto il mondo. Nella maggior parte dei casi è stato fantastico, ma ci sono anche stati momenti dove le cose sono andate male. Come è noto, è successo durante il recente tour in Sud America, dove abbiamo dovuto cancellare gli show in Argentina e Brasile. Non è un segreto che io ho combattuto contro alla dipendenza e mi sono reso conto che è arrivato il momento di allontanarmi da questo demone. Ho preso l’impegno di seguire un programma di riabilitazione che mi renderà pulito una volta per tutte. Ora mi sento più motivato e determinato che mai. Per via di questo programma, dobbiamo cancellare gli show di dicembre che avevo in programma con l’altra mia band, i Bombers. Ci scusiamo con i fan che avevano in programma di venire a vederci. Torneremo e stiamo lavorando per riprogrammare questi show.
Al momento voglio solo tornare sobrio, più forte e più dedito che mai. Europa e Stati Uniti siete avvisati, vi colpiremo come una tempesta il prossimo anno. Nulla ci fermerà. Abbath"
BLASHYRKH E IL MIGHTY RAVENDARK
Il Blashyrkh é un regno immaginario creato dalla band. Questo reame sarebbe stato creato dall'odio di Abbath e Demonaz ed é governato da un gigantesco corvo chiamato "Mighty Ravendark". Il Blashyrkh sarebbe sempre coperto dal gelo perenne, dalla neve e dall'inverno.
Iscariah(bassista della band): "In realtà il Blashyrkh per noi è un luogo segreto, che solo poche persone conoscono"
Demonaz: "Il Mighty Ravendark è importante per noi...siamo cresciuti con queste creature, sono parte della natura del Blashyrkh, il nostro mondo e la nostra dimensione. C'è una sensazione magica con questi uccelli, che sono i messaggeri della paura".
"In cerchi concentrici contro la Terra io pongo sul trono i miei mondi di spiriti, coperti dal gelo, le bestie della brezza mi circondano, per spazzare le facce della Terra, in loro onore con orgoglio e l’inizio del giorno non brillerà mai poiché questi regni sono miei”
"Giungono i giusti Re della sala più alta, il grido dei corvi mette all’erta il regno, eternamente nell’ oscurità notturna, demoni si arrampicano sul Cancello Di Blashyrkh, Potente corvo oscuro, Potente Corvo oscuro di Blashyrkh”
"Cavalcando verso i campi di battaglia, una cavalcata da nord a nord, grazie ai nostri sacri corvi, siamo tutt’uno nella luce lunare bianca come fosse morta”
"Facce pitturate dai primi secoli vagabondano nei venti profanatori, ombre cieche esiliate dalla luce del sole e dalle terre conquistate”
"Su un percorso ghiacciato verso la sofferenza, controllato da bestie di un altro mondo, memorie oscure declamano che l’inverno non muore mai”
"Volteggiando sul cielo aperto, volando nella pioggia più nera, nell’oscurità sottostante, per emergere nel gorgo più profondo”
Stiamo parlando di una sorta di terra gelida e fredda, in cui i migliori guerrieri del passato si radunano e si preparano alla battaglia sotto le insegne del "Corvo Oscuro". Possiamo notare molti riferimenti ad Odino, nonostante sembri una figura molto più primitiva ed ancestrale di Odino stesso, forse quindi più vicina alle origini.
Etichette:
Black Metal,
Holocausto Immortal,
Il Regno Di Blashyrkh,
Immortal,
Immortal Black,
Immortal Ravendark,
La Storia Degli Immortal,
Nazismo Immortal,
Ravendark Blashyrkh
Iscriviti a:
Post (Atom)