Visualizzazioni totali

giovedì 25 febbraio 2016

La Storia Dei Bull Of Heaven e Le Loro Canzoni Dalla Durata Infinita

I Bull Of Heaven sono una band americana del Colorado, autori di una musica lenta, oscura e folle.
Drone, Doom, Minimalismo, Ambient, Avantgarde, rumorismo, musica elettronica e sperimentale con anche spruzzate di Jazz quà e là.
Sono conosciuti per essere detentori di diversi record, per quanto riguarda la lunghezza delle loro composizioni.
Record, come vedremo, assolutamente imbattibili.
I due membri della band sono Neil Keener e Clayton Counts che fondarono la band nel 2008.
Pochissimi sono gli show live della band: qualcuno in Colorado, altri nel Missouri.


LE PRIME CANZONI LUNGHE ORE, MESI ED ANNI
Quasi tutti i titoli della band vengono dalla letteratura.
Inutile dire che ci troviamo di fronte a musica molto oscura e spesso "robotica" nell'incedere.
Senza però scordarci di composizioni quali 237: Disordered Before The Naked Picture Of Despair (basi loop Jazz) e 261: A Feeling For The Order Lying Behind The Appearance (Prog Rock con venature Jazz).
Ad ogni modo il primo pezzo della loro carriera fu 001: Weed Problem, rilasciato sul loro sito il 31 gennaio 2008.
Nello stesso periodo dell'anno successivo, la band aveva già pubblicato più di 50 pezzi, per un totale di quasi 300 ore di musica! (potrebbe sembrare tanto ma se continuate a leggere vi accorgerete che, per i canoni della band, non è così)
E' più o meno in questo periodo che la band comincerà a battere record su record per quanto riguarda la lunghezza delle loro canzoni: 019: Hypnosis, Drugs And Mind Control (The Beginning: A Touch)dura 8 ore, 028: Even To The Edge Of Doom 24 ore, 044: A Corpse In My Arms On Awakening 37 ore ma viene superata da 045: The Wicked Cease From Struggling della durata di 168 ore!
Tra aprile e maggio 2009, la band ad intermittenza ha rilasciato nuove canzoni, tutte numerate in numeri romani (serie terminata con C=100).
Da settembre 2009 a gennaio del 2010, la band ha rilasciato un'altra nuova serie, nota come Aleph.
I primi dieci di queste contenevano circa 1000 pezzi in ogni sotto-cartella.
Aleph 10 ed Aleph 11 contengono 1 milione e 10 milioni di pezzi, rispettivamente.
Nel dicembre 2009, venne pubblicata 118: The Chosen Priest And Apostle Of Infinite Space un pezzo che dura più di 2 mesi.
I pezzi nominati 145-152 durano tutti tra 50 e 100 ore.
Nel giugno 2010, la band ha creato un nuovo set di pezzi diversi contenuti in Aleph And I - C, serie di 10 cartelle senza titolo, ciascuna contenente migliaia di pezzi brevi, con il nome di 32 cifre del codice esadecimale.
Questi pezzi non sono stati resi pubblici ma pubblicati solo nella sotto-directory del sito web della band.
Nel luglio 2010, la band ha pubblicato tre pezzi incredibilmente lunghi, il terzo dei quali fece parlare molto di loro, soprattutto nei forum di discussione incentrati a trovare il pezzo più lungo della storia della musica mai fatto.
208: As You Etch On The Inner Window Of Your Eye dura 916 ore, 209: Blurred With Tears And Suffering Beyond Hope dura 4723 ore, ma entrambe vengono oscurate da 210: Like A Wall In Which An Insect Lives And Gnaws un pezzo che dura esattamente 50.000 ore.


L'ANTIMUSICA
Tra la fine del 2010 e nel 2011, la band ha iniziato la creazione di anti-musica.
Gli esempi includono file MP3 che sono in realtà archivi RAR, files SWF, file crittografati, pezzi audio nascosti all'interno di altri formati (come PDF e EXE), pezzi elencati con lunghezze negative.


LA MUSICA ETERNA: CONTRO IL TEMPO
Nelle serie 238 - 260 ogni canzone rappresenta la lunghezza di un numero primo e ogni sequenza successiva crea lunghezze pressoché infinite.
Il tutto tramite un algoritmo al Computer che mette insieme musica, note e rumori rimescolando spezzoni predefiniti.
Ad esempio il finale della serie, 260: lcm (2,3,5,7,11,13,17,19,23,29,31,37,41,43,47,53,59,61,67,71, 73,79,83) terminerà la sua "vita" quando saranno passati 8.462.937.602.125.701.219.674.955.2362595095 anni (per rendere l'idea: l'universo ha una vita di 13,8 miliardi di anni. Avendo iniziato ad ascoltare questa canzone dal Big Bang, ora non si sarebbe nemmeno ad 1/600.000.000.000.000 della sua durata).
Nel dicembre 2011, vengono rilasciati 286: 0 e 287: N, la prima dura oltre 29 milioni di ore e la seconda 87 miliardi di ore.
Nel corso del 2012, la band pubblicò 288: Four Years Ago? Opium, poi 289: CALCULOR (come suggerisce il titolo, una calcolatrice che funge anche da generatore di musica) e 290: Two Legged Tigers And Crocodiles (un collage sonoro).
La band si prese una lunga pausa fino al luglio 2013, momento in cui hanno rilasciato diverse ore di Rock Psichedelico.
Nel mese di settembre hanno pubblicato una serie di tracce Drone e nel mese di novembre 299: Self-Traitor (1 ora e 20 minuti di Fusion).


LA MUSICA INFINITA
Nel 2014, la band pubblica 300: Songs For Girls, seguito da 301: Weed Problem II-V e 302: It Is Part Of Space And Time della durata di 86.370.000.000 anni.
Poi sono rilasciate 118: The Chosen Priest and Apostle Of Infinite Space e 210: Like A Wall In Which An Insect Lives And Gnaws.
Il 12 luglio 2014 esce 303: N (K), 304: 0 (2 ^ 18 × 5 ^ 18), poi 306: It Is Not A Lack Of Love.
Infine 310: ΩΣPx0 (2 ^ 18 × 5 ^ 18) P * K * K * K, ad oggi, la loro canzone più lunga: dura 3.343 quindicilioni di anni (ovvero 10 elevato alla potenza 51, cioè 80.232 quindicilioni di ore).

sabato 13 febbraio 2016

L'Altamont Free Festival, Gli Hell's Angel e L'Omicidio Di Meredith Hunter (1969)

L'Altamont Free Festival si tenne in California il 6 dicembre 1969.
Furono i Rolling Stones a volerlo, praticamente avevano finito il loro tour americano e decisero di organizzare questo concerto gratuito a San Francisco (patria degli Hippy).
L'intenzione era quella di fare uscire un film del tour e di questo concerto.
L'afflusso fu di oltre 400mila spettatori, inutile dire che il luogo (Altamont appunto) non era di certo predisposto per accogliere una "mandria" così esagerata di persone.
Inoltre servizi di sicurezza ed assistenza erano praticamente assenti.
A peggiorare le cose ci si mise anche l'LSD che girava, assolutamente di pessima qualità.


RISSE OVUNQUE
Mick Jagger dei Rolling Stones appena sceso dall'elicottero, mentre firmava autografi, fu colpito da un fan che gli urlò "ti odio" (pare che la ragazza fosse innamorata di Jagger).
Come si suol dire, se il buongiorno si vede dal mattino...
Poi, un po' ovunque, cominciarono a scoppiare risse.
Risse per cibo ed acqua, risse per andare in bagno.
Per mantenere l'ordine pubblico vennero chiamati gli Hell's Angel: associazione motociclistica, considerata un'organizzazione criminale dal dipartimento giudiziario americano.
Il tutto iniziò negli anni 90 quando il club da semplice associazione motociclistica venne coinvolto in scontri durissimi contro i Bandidos (che prima della separazione facevano parte proprio degli Hell's Angels).
Gli stessi Hell's Angel erano stati scelti come servizio di ordine pubblico già nel 1967 al Golden Gate Park e lì il loro servizio era stato impeccabile ma all'Altamont la situazione degenerò velocemente.
L'idea venne a Scully, manager dei Grateful Dead, che raccomandò appunto gli Angels ai promoter.
In cambio del servizio di sicurezza vennero promessi loro 500 dollari in birra (qualcuno comunque negò che il "premio" fosse questo).
A Sonny Barger (capo degli Angels) e soci, sfuggì subito la situazione da sottomano.
Per intanto in mattinata, tra alcol e droga, ci andarono giù pesante.
Oltre alle risse tra gli spettatori, gli Angels al posto di sedarle le alimentarono.
Ben presto, sotto il palco, si scatenò l'inferno.
Il concerto iniziò alle ore 13 con l'ingresso sul palco dei Santana, band (quasi) emergente e freschi trionfatori di Woodstock, ma la band dovette interrompere lo show in segno di protesta per le continue violenze sugli spettatori da parte degli Angels.
Gli stessi Angels ingaggiarono vere e proprie risse con i presenti, finanche Marty Balin dei Jefferson Airplane fu preso a pugni in faccia da uno di questi: era intervenuto per salvare uno spettatore dal pestaggio ed aveva pesantemente criticato i motociclisti rei di usare stecche da biliardo per percuotere gli spettatori.
Fu colpito e buttato giù dal palco.
Il suddetto palco si rivelò da subito troppo basso per la portata dell'evento.
Lungo tutta la giornata venne continuamente invaso dai fan, anche da decine di questi alla volta.
Inoltre il numero di poliziotti, come pure quello di medici e operatori del pronto soccorso, era ridotto all'osso.
Quando sul palco giunsero Crosby, Stills, Nash & Young scoppiarono nuovamente grossi disordini e risse che costrinsero anche loro a mollare praticamente subito.


L'OMICIDIO DI MEREDITH
Headliners dello show e attesissimi da tutto il pubblico, gli Stones iniziarono l'esibizione prima del previsto, alle 16:30, al posto dei Grateful Dead che, arrivati sul posto e messi al corrente della situazione da Michael Shrieve dei Santana, avevano deciso di non esibirsi.
Jagger e soci riuscirono, nonostante frequenti interruzioni ed inviti alla calma, a suonare i loro pezzi, fuggendo poi a gambe levate in elicottero.
Ad esempio "Sympathy For The Devil" fu più volta interrotta per le continue risse.
Quando Jagger attaccò il primo verso di "Under My Thumb", vide in mezzo al pubblico un fan afroamericano visibilmente alterato dalle droghe che agitava una pistola.
Si trattava di Meredith Hunter (come si saprà dopo).
Jagger gridò al chitarrista Taylor di smettere di suonare.
Lo spettatore venne immobilizzato dagli Angels e preso a coltellate, mentre stava per estrarre la pistola, venne raggiunto da un'altra coltellata.
Poi a terra e via di calci.
Gli Angels non permisero a nessuno di avvicinarsi e lo continuarono a colpire, sino a che qualcuno riuscì a placare la loro furia e a trasportare Hunter al pronto soccorso (trovato comunque pieno di droghe).
Non ce la fece, ufficialmente venne ucciso da Alan Passaro (poi assolto per legittima difesa).
Passaro sarà poi rinvenuto morto nel lago Anderson, in California, il 29 marzo del 1985 con 10.000 dollari in tasca. La polizia indico i suoi ingenti debiti di gioco come movente dell'omicidio.


FERITI E MORTI
L'omicidio di Meredith non fu l'unico della giornata, due persone furono uccise mentre dormivano in un sacco a pelo da un automobilista pirata ed un altro venne trovato morto in un canale (probabilmente precipitato di sotto, a causa di un trip di LSD andato male).
Tutte le colpe vennero fatte ricadere sugli Angels.
Il risultato di questo errore di pianificazione dunque si tradusse in quattro morti, innumerevoli feriti, 400mila dollari di danni e risse continue che finirono per coinvolgere persino gli stessi artisti.
Si chiuse quindi in tragedia uno dei più incredibili (e tristi) concerti di tutti i tempi.

sabato 6 febbraio 2016

I Doors e Jim Morrison: Eccessi ed Arresti

"Soltanto l'uomo morto in croce portava i capelli lunghi senza essere giudicato drogato".

Jim Morrison nacque a Melbourne, in Florida, l'8 dicembre del 1943.
Poeta e leader dei Doors: probabilmente il gruppo Rock americano più importante della storia.
Profeta della libertà, ha pagato con la vita i suoi eccessi: abuso di alcol e droghe in gran quantità.
Soprannominato anche il "Re Lucertola", icona sessuale evocante Dioniso, divinità delirante e senza regole, Jim Morrison è stato anche un poeta.
Alla sua band dobbiamo anche la creazione di pezzi storici quali "The End", "Break On Through (To The Other Side)", "Light My Fire", "People Are Strange", "Touch Me", "Alabama Song", "Roadhouse Blues", "Love Me Two Times", "When The Music's Over", "Waiting For The Sun" e "L.A.Woman". Tornando alla sua infanzia, nel 1947, mentre percorrono il deserto nei pressi di Albuquerque, in automobile, è qui che Jim Morrison vive una delle esperienze che più lo segna nel corso della sua esistenza.
Qui, il piccolo Jim vide per la prima volta la morte, scorgendo sulla strada una moltitudine di corpi appartenenti ad un gruppo di lavoratori indiani, della tribù Pueblo, molti dei quali insanguinati.
Più in là, lo stesso cantante americano asserirà di aver sentito l'anima di uno shamano morto in quell'incidente entrare dentro di lui e influenzarlo per il resto della sua vita.
E' a 15 anni, quindi 1958, che Jim comincia a frequentare locali poco raccomandabili della stessa San Francisco.
In seguito viene mandato dai nonni in Florida, per frequentare lo Junior College di Saint Petersburg, con scarsi risultati: è ormai indirizzato sulla strada beat e anche il suo look, sempre più trasandato, ne risente.
Nel 1963 cominciano sempre più i suoi problemi di alcol e droga, tanto che durante una partita di Football Americano viene arrestato per disturbo della quiete pubblica.
In realtà Morrison vuole andare all'UCLA, il centro sperimentale di cinematografia della California. Il padre non è intenzionato a dargli i soldi ma lui caparbio ci arriva lo stesso.
È comunque il taglio definitivo con le origini e con la sua famiglia.
Morrison arriverà a dichiarare persino di essere rimasto orfano (sul modulo iscrizione, nella voce famiglia, scriverà "deceduta").
Sarà propria all''UCLA che Morrison stringe i rapporti soprattutto con quello che sarà il suo futuro tastierista, Ray Daniel Manzarek.
I due si conoscono sulla spiaggia di Venice, vero e proprio luogo scelto da Morrison per le sue peregrinazioni notturne, ormai votato all'alcol e alla vita bohemien.


I DOORS: TRA DISCHI, POESIE, PROVOCAZIONI ED ARRESTI
L'incontro con Ray Manzarek porta alla nascita dei The Doors, un nome che omaggia il titolo del libro amato da Morrison e che a sua volta, si rifà ad un noto verso del poeta William Blake.
Intanto, al Sunset Strip, la zona dei locali di Los Angeles, Jim incontra Pamela Courson, l'unica donna che amerà e da cui verrà realmente amato.
Intanto, le esibizioni di Morrison scandalizzano i gestori dei locali e anche il Whisky a Go Go decide di allontanare la band, dopo una versione scandalistica di "The End", che il front-man dei Doors canta e interpreta in un modo molto spinto, creando una comunione intensa e talvolta scandalosa con il pubblico presente.
Il 4 gennaio del 1967 l'Elektra pubblica il primo, storico, album di Morrison e compagni, che, come consuetudine dell'epoca, si intitola come il nome della band: "The Doors".
Il disco neanche a dirlo ottiene un grandissimo successo.
Tra ritmi duri e brani arrabbiati come "Break On Through" e "Light My Fire", scene visionarie e poetiche come "The End" e "The Crystal Ships", unitamente a ritmiche latine o Blues/Country come "Alabama Song".
In breve Morrison si ritaglia la fama di istigatore di folle, provocatore, ribelle.
Durante i suoi concerti non dà freno a nulla: spesso ubriaco e sotto l'effetto di droghe, invita la gente a salire sul palco, provoca le forze dell'ordine, fa l'equilibrista sul palcoscenico, si tuffa tra il pubblico e simula orgasmi con la voce, a volte causando la fine improvvisa delle sessioni dal vivo.
Soprattutto, cerca in tutti i modi di spogliarsi.
Il 1967 segna l'uscita del secondo album, "Strange Days".
Durante il tour, i Doors sono nei migliori locali d'America.
In quella stagione, la band viene invitata al "The Ed Sullivan Show", dove Jim si consacra come simbolo di ribellione.
Il conduttore chiede a Jim di evitare le parole "much higher" (in riferimento alle droghe) e prontamente, Morrison disobbedisce in modo provocatorio, pronunciando la parola in modo ancor più forte, direttamente davanti alla telecamera.
Intanto, i The Doors sono già all'apice del successo.
Il 9 dicembre successivo, arriva uno dei tanti arresti sul palco di Jim Morrison, causato dalle continue provocazioni da parte del cantante alle forze dell'ordine presenti in divisa.
È una continua provocazione la sua, irrorata di alcol e portata all'estremo dagli allucinogeni, di cui Morrison è sempre più dipendente.
Anche a Westbury, NY, il concerto è interrotto.
Al Northern California Rock Festival istiga il pubblico a salire sul palco
Nel luglio del 1968, quando i Doors sono sempre più croce e delizia del pubblico, arriva il disco "Waiting For The Sun", dal brano omonimo contenuto nel disco.
Anche qui troviamo canzoni e testi poetici quali "Love Street" e "Hello, I Love You".
Il 13 luglio, al PNE Coliseum di Vancouver, in Canada, centinaia di giovani balzarono sul palco scavalcando gli agenti e circondarono con danze sfrenate Morrison.
Il 2 agosto, durante lo spettacolo al Singer Bowl di New York, scoppiò il putiferio e l'arena venne devastata, i Doors furono costretti ad abbandonare la scena.
Il 3 agosto, nel concerto di Cleveland Jim Morrison si tuffò fra la folla aizzandola, l'auditorium subì danni ingenti, la band lasciò il palco mentre orde invasate esultavano euforicamente.
Nonostante gli eccessi (e i continui arresti), in quell'estate il singolo "Hello, I Love You" si attesta al primo posto in classifica.
Icona sexy e rockstar incontrollabile, si fa immortalare per sempre nel celebre servizio in bianco e nero firmato dalla fotografa Joel Brodsky, chiamato "The Young Lion".
Tuttavia, da questo momento comincia il declino del cantante, che litiga sempre di più con il resto della band e con la sua compagna, ormai preda di alcol e droghe.


L'ARRESTO A MIAMI 1969
L'episodio che forse segna la carriera dei Doors è datato 1969, durante il concerto di Miami, al Dinner Key Auditorium.
I Doors venivano da un lungo tour europeo più o meno di successo, e soprattutto dal tutto esaurito al Madison Square Garden.
Jim andò al bar dell’aeroporto in attesa del volo e iniziò a bere.
Sull’ aereo poi bevve tutti i drink che riuscì a farsi dare dagli steward della prima classe.
L’aereo fece poi scalo a New Orleans a Jim andò di nuovo nel bar dell’ aeroporto e perse l’aereo. Riuscì a prenderne uno successivo e continuò a bere per tutto il tragitto, fino a Miami.
Tutti i presenti ricordano la grande tensione presente dato che i Doors avevano oltre 1 ora di ritardo.
Poco prima dell’inizio Jim si voltò verso il responsabile delle apparecchiature per chiedergli una birra ma Vince rifiutò poichè non voleva che Jim rovinasse il primo concerto della band a Miami, per tutta risposta Jim si incamminò verso il palco chiedendo agli spettatori se avessero qualcosa da bere, gli venne offerta una bottiglia di vino.
Gli altri Doors dopo un cenno iniziarono il concerto sulle note di “Break On Trough” ma Jim stava parlando con dei ragazzi del pubblico e non prestava attenzione alla musica, quella sera non avrebbe cantato per molto.
John e Robbie provarono anche con “Five To One” e con “Touch Me”, ma senza risultato Jim stava andando verso la sua fine.

Partì con frasi del tipo:
“Lasciate che la gente vi dica cosa fare! Lasciate che la gente vi imponga le cose. Quanto credete che duri? Per quanto tempo ancora vi farete schiacciare? Per Quanto? Forse vi piace, forse vi piace farvi ficcare la faccia nella merda...”.
“Siete tutti un branco di schiavi! Cosa avete intenzione di fare? Non sto parlando di alcuna rivoluzione, non sto parlando di alcuna dimostrazione. Non sto parlando di scendere in piazza. Sto parlando solo di divertirci. Sto parlando di danzare. Sto parlando di amare il tuo vicino. Sto parlando di afferrare il tuo amico, sto parlando di amore, sto parlando di un genere di amore, amore amore amore amore amore amore amore. Afferra il tuo..sfottuto amico e amalo!!”.

Jim aveva visto incitare il pubblico in questa maniera pochi giorni prima in uno spettacolo teatrale intitolato “Paradise Now” che poi era stato interrotto per un’irruzione della polizia che vietò la continuazione della spettacolo nel quale gli attori si spogliavano dopo aver elencato tutte le cose che non gli erano permesse di fare.
Jim aveva in mente qualcosa del genere.
E proprio per questo iniziò con il togliersi la camicia e poi dopo aver cantato una breve strofa di “Touch Me”  Jim cominciò a slacciarsi la cintura.
Ray gridò “Vince, Vince, fermalo!Non lasciarglielo fare!”.
Vince salto’ il mixer che aveva di fronte e in due passi fu da Jim con una mano afferrò i pantaloni di Jim e con l'altra cercò di impedire ciò che Jim aveva in mente.
Jim sapeva benissimo cosa avrebbe fatto, si sarebbe spogliato senza però esporsi troppo, arrivando al “limite legale”.
La situazione si stava facendo talmente insostenibile che il “gorilla” di uno dei promoters del concerto per evitare che la gente salisse sul palco inziò a farsi largo tra la folla con abili mosse di karate e con una di queste scaraventò Jim giù dal palco.
Dopo pochi minuti ricomparve e salutando tutti scomparve nel suo camerino, il concerto era concluso.
Il 5 marzo dello stesso anno fu emesso un mandato di cattura nei confronti di Jim Morrison che era imputato di un reato di primo grado, comportamento osceno e lascivo in luogo pubblico e di tre reati minori, esibizione indecente, linguaggio blasfemo e ubriachezza.
È l'inizio della fine.


IL DECLINO
Lui e Pam decidono di trasferirsi a Parigi.
Anche "The Soft Parade", album uscito nel 1969, non convince il pubblico e si rivela un flop, con strani archi e sottofondi da camera che poco si uniscono al sound aspro dei vecchi Doors.
Il 27 luglio, al Festival Pop di Seattle, provocò ripetutamente gli spettatori, infine, illuminato da un riflettore rosso, assunse la posizione del crocifisso per diversi minuti davanti a un pubblico sconcertato.
L'11 novembre venne arrestato durante un volo diretto a Phoenix per ubriachezza e condotta molesta.
A febbraio del 1970, nonostante non sia stato un gran successo di vendite, vede la luce uno dei migliori lavori dei Doors, il disco "Morrison Hotel", contenente la celeberrima Roadhouse Blues.
Dal punto di vista strettamente musicale, i Doors dal vivo non sono più quelli di prima.
In primavera Jim Morrison diede in escandescenze nei concerti del Boston Arena e a Detroit, litigando con gli organizzatori.
All'Isola di Wight, altro concerto leggendario, Jim inscena una delle sue peggiori performance, dichiarando alla fine che quella sarebbe potuta essere la sua ultima esibizione.
Tuttavia, questa arriva il 23 dicembre successivo, al Warehouse di New Orleans, nel quale Jim Morrison dimostra di essere ormai arrivato alla fine della corsa: ubriaco, stravolto, completamente fuori giri e quasi sempre disteso sul palco.
Nell'aprile del 1971, arriva un altro lavoro interessante, l'ultimo in studio della band, altra prova del talento Blues di Morrison.
Si chiama "L.A. Woman" e contiene brani di repertorio interessanti, come l'omonima canzone che dà il titolo al disco, o "America" e "Love Her Madly".


LA MORTE MISTERIOSA
Quando si trasferisce in Francia, l''intento è quello di dedicarsi alla poesia, di ripulirsi.
Ma il 3 luglio del 1971, al N.17 di Rue De Beautreillis, a Parigi, Jim Morrison muore in circostanze mai chiarite, nella sua abitazione, trovato senza vita nella vasca da bagno.

"Se ti spezza il cuore non piangere ma alza la testa e sorridi, nessuno deve vedere che stai morendo..."

Due giorni dopo, durante un funerale di otto minuti e alla sola presenza di Pam, dell'impresario Bill Siddons e della regista Agnes Varda, il Re Lucertola viene seppellito nel Cimitero di Père-Lachaise, quello degli artisti.
La versione ufficiale parla di attacco cardiaco, a causa dell'eccesso di alcol (in realtà l'autopsia non venne mai effettuata).
Secondo i complottisti invece una morte inscenata ad hoc per fuggire la CIA, incaricata di "fare fuori" tutti i miti della controcultura.
O forse, come sembra più ovvio credere, date le sue frequentazioni parigine, una overdose di eroina pura.
Molte sono e restano le congetture fatte sulla sua morte, per giunta a distanza di diversi decenni quasi impossibili da definire.
Per approfondire: Com'è Morto Jim Morrison? O è Ancora Vivo?

"Questa, amico mio, è la nostra fine".

venerdì 5 febbraio 2016

Il Festival Di Woodstock 1969: Tre Giorni Di Pace, Amore, Musica (e Droga)

Il Festival di Woodstock insieme a quello sull'Isola di Wight è stato sicuramente il meglio che il Rock di fine anni 60 potesse sperare.
Nasce come semplice Festival, ma rivela qualcosa di molto più importante: 400 000 giovani Hippy si riuniscono per un concerto di sedici ore di musica Rock.
Siamo nel pieno della rivoluzione culturale del '68 e nel culmine dell'era Hippie.
Cioè il simbolo delle contestazioni, dello spirito di libertà e della voglia di cambiare il mondo che si perse sotto un cumulo di cenere alcuni anni dopo.
Sito nella piccola cittadina rurale di Bethel, situata nello stato di New York, in una distesa di prato aperto (per la precisione, si tenne nel caseificio di proprietà di Max Yasgur, poco fuori il White Lake).
Woodstock nacque grazie all’intuizione di quattro giovani organizzatori: John Roberts, Joel Rosenman, Artie Kornfeld e Mike Lang.
Il più vecchio dei quattro, aveva appena ventisette anni.
Manifestazione musicale che rischiò di non partire proprio a causa delle proteste di alcuni cittadini: ma grazie ad un giovane fattore che affittò la sua tenuta agli organizzatori il festival rimase.
Infatti inizialmente il primo problema del Festival di Woodstock era la posizione: Wallkill.
I cittadini non volevano un gruppo di drogati che discendono nella loro città.
Dopo molte proteste, la città di Wallkill approvò una legge, il 2 luglio 1969, che riuscì a vietare il concerto nelle loro vicinanze.
Fortunatamente, a metà luglio, prima che la gente iniziasse a chiedere rimborsi per i loro biglietti, Max Yasgur riuscì a trovare una soluzione: appunto il caseificio a Bethel, New York.


TRE GIORNI DI PACE, AMORE E MUSICA: WOODSTOCK 1969
Già mercoledì 13 agosto, due giorni prima dell’inizio della rassegna musicale, circa 50.000 persone campeggiavano nell’area adiacente il palco.
La zona infatti, non era recintata e non lo fu mai, in realtà.
Le stime salirono ben presto a 200.000 persone, ma alla fine ve ne presero parte circa 500.000.
La dichiarazione ufficiale di una tre giorni di musica gratuita fu proprio ad opera degli organizzatori ed ebbe un effetto devastante sull’intera cittadina di Bethel (e suoi suoi immediati dintorni).
Tanti giovani si misero in marcia, le automobili vennero abbandonate per strada, a totale danno dell’ordine pubblico.
Il concerto del 1969 si svolse nelle date del 15, 16 e 17 agosto.
Come detto, organizzato come un semplice festival di provincia a scopo pacifico, i musicisti si esibirono ininterrottamente per tre giorni e tre notti.
La musica, con i suoi cantanti si è spesso schierata contro la guerra cantando inni di pace tra i popoli.
La storia ha visto molte manifestazioni contro la guerra ed una di queste è rimasta nella memoria comune come la più grande ed importante celebrazione antiguerra ed essa è il mitico concerto di “Woodstock”.
Il festival di Woodstock, essendo una manifestazione a scopo pacifico, radunò tra i suoi numerosi partecipanti, anche tantissimi Hippies.
Questi, anche detti “Figli dei Fiori” perchè vivevano tutti assieme in comunità e perchè erano dei grandi consumatori di droghe come marijuana, hashish, LSD e per questo finivano per rifiutare il lavoro, le responsabilità, l'igiene personale e la cura del proprio aspetto.
Purtroppo salta fuori una triste verità sulle Rockstar che parteciparono a quest' evento, molte di esse morirono dopo poco tempo a causa delle droghe.
Generalmente le sostanze più usate erano LSD e marijuana ma arrivavano fino all’utilizzo di droghe pesanti come cocaina e eroina.
Girava voce che l'acqua fosse contaminata dal LSD.

«Il Procuratore Distrettuale si accorse ben presto che molti dei nostri “clienti” stavano facendo consumo di droghe illegali, ma si avvide anche del fatto che tale consumo sarebbe stato l’ultimo dei problemi che avremmo dovuto affrontare in quel fine settimana. Egli perciò ci agevolò volentieri e fu molto comprensivo per tutta la durata del concerto».

Cominciò così la maratona musicale, con libertà di sperimentare qualsiasi droga, di vivere di quell'amore libero tanto criticato dai puritani di allora, per ballare e cantare.
Venerdì 15 agosto, intorno alle 17, Richie Havens salì sul palco e cominciò ufficialmente la rassegna più importante della storia della musica Rock.
Il grande cantante e chitarrista afroamericano aprì con il brano “High Flyin’ Bird”, per poi suonare un paio di cover dei Beatles, ufficialmente già sciolti all’epoca.
La prima giornata venne quasi interamente dedicata al Folk Rock.
Poco dopo mezzogiorno, si aprirono le danze della seconda giornata, la quale durò praticamente fino alle nove della domenica.
Sul palco si alternarono artisti del calibro di Carlos Santana (leggendaria l’esecuzione di “Soul Sacrifice”, senza dimenticare “Evil Ways”. Santana diverrà famoso proprio dopo questo concerto), Janis Joplin, i Grateful Dead (che presero “la scossa” sul palco) e gli Who.
La loro performance fu importante, con la consueta distruzione della chitarra da parte di Pete Townshend e conseguente lancio dello strumento tra il pubblico presente.
Suonarono brani storici come “My Generation”, “I’m Free” e “I Can’t Explain”.
Durante l'esibizione degli Who, il leader degli Hippie Abbie Hoffman salì sul palco e strappò il microfono a Pete Townshend, non appena finirono di suonare Pinball Wizard.
Hoffman gridò: «Penso che questo sia un mucchio di merda! Mentre John Sinclair marcisce in prigione!».
Townshend, che apparentemente non si era accorto dell'uomo che arrivava lentamente in scena, gli urlò di andarsene e lo colpì con la chitarra, facendolo cadere.
Poiché il pubblico approvava gridando, tornò al microfono e commentò sarcasticamente "Vi capisco!". Dopo la canzone seguente, "Do You Think It's Alright?", si fece serio: "La prossima fottuta persona che cammina su questo palco verrà uccisa, d'accordo? Potete ridere, sono serio!".
Tra le altre band che si esibirono ricordiamo i Mountain, i Canned Heat e gli psichedelici Jefferson Airplane che completarono la giornata di sabato.
Canzoni come “Somebody To Love” e “White Rabbit”, a forte connotazione Psichedelica caratterizzarono definitivamente il festival di Woodstock.
La domenica, Woodstock era quasi agli sgoccioli.
A riscuotere un grande successo fu soprattutto il quartetto di David Crosby, Stephen Stills, Graham Nash e Neil Young.
Questi ultimi iniziarono intorno alle tre del mattino e diedero vita a due esibizioni distinte: una vocale ed una (successiva) strumentale.
Magnifiche le esecuzioni di brani come “Helplessy Hoping”, “Blackbird”, “Marrakesh Express” e “Wooden Ships”.
Alla fine dell’esibizione di Joe Cocker, su Bethel si abbatté un fortissimo temporale che arrestò il concerto per diverse ore, prima della ripresa di Country Joe And The Fish, intorno alle 18.
Durante quelle ore di pioggia, le centinaia di migliaia di persone assiepate diedero vita ad una vera e propria danza della pioggia, intonando un coro improvvisato che diceva solamente le seguenti parole “No rain, no rain, no rain”.
Quando l’ultimo artista in scaletta suonò la sua musica, esattamente alle ore nove del lunedì successivo, ad ascoltarlo erano “solo” in 200.000.
Stiamo parlando di Jimi Hendrix.
Oltre 2 ore di musica, inutile dire che fu la più importante dell’intera rassegna e, forse, della sua stessa carriera.
Quando ormai Hendrix era alle battute finali c'erano ormai solo 40.000 persone.
Jimi Hendrix passò alla storia per il brano The Star Spangled Banner: una reinterpretazione dissacrante dell’inno degli Stati Uniti, da interpretare come un vero e proprio inno di protesta nei confronti dell’esercito americano, in quel tempo impegnato nella contestatissima guerra nel Vietnam (una delle motivazioni principali dello stesso festival di Woodstock).
Hendrix e la sua Fender Stratocaster passarono letteralmente alla storia: il chitarrista di Seattle simulò le bombe con le sei corde della sua chitarra, facendole vibrare con il suo grosso anello dorato inserito nell’indice della mano sinistra, evocando anche le urla e il suono dei missili aerei, e intersecando tutto all’interno del contestato inno nazionale statunitense.
Fu un delirio, totale (tra i pochi rimasti).
E ancora oggi, il video della sua esibizione rappresentano uno punto di riferimento per i musicisti di tutto il mondo.

“all'alba dell'ultimo giorno, in una luce livida, davanti alla spianata che già mostrava i segni dell'abbandono, presagio della fine del movimento americano, Jimi Hendrix attaccò con la sua Fender Stratocaster una distorta e dilatata versione dell'inno americano, sporcando la sequenza melodica fino a trasformarla nei lugubri suoni di un bombardamento. 
La bandiera degli Stati Uniti si sfaldava nel sangue dei caduti in Vietnam, i sogni del modello americano crollavano in un abisso di orrore. 
Mai il Rock aveva osato tanto. 
La tragedia era conclusa, l'atto di accusa era finalmente compiuto. 
Ma in quella performance c'era anche la sofferta consapevolezza che qualcosa stava rapidamente tramontando”.

Ovviamente non mancava nessuno dei suoi altri pezzi da 90: da “Hey Joe” a Purple Haze”, passando per “Foxy Lady”  e “Voodoo Chile”.


I GIORNI DOPO
Benché l'atmosfera del festival fosse straordinariamente serena, si ebbe notizia di due decessi a Woodstock: uno probabilmente causato da un'overdose di eroina, l'altro per la morte accidentale di un partecipante che dormiva nel sacco a pelo in un campo di fieno limitrofo, venendo investito da un trattore.
Sembra anche che si siano verificate due nascite (in un'auto ferma nel traffico e in un elicottero) e quattro aborti spontanei.
Secondo le autorità mediche, nelle prime 24 ore, oltre 300 persone si sentirono male.
La diagnosi fu chiara: avevano avuto dei «cattivi viaggi» da LSD.
Nel giro di poche ore, migliaia di giovani li avrebbero seguiti.
Il 17 agosto, il New York Times riportò la seguente notizia: «Questa notte, un annunciatore del festival avvertì dal palcoscenico che una partita di “acido malamente confezionato» era finita in circolazione.
Egli aggiunse: «Non state prendendo dell’acido avvelenato. L’acido non è veleno. Si tratta solamente di acido non preparato correttamente. Non state per morire. Sappiate dunque che se pensate di aver preso del veleno, ciò non corrisponde al vero. Ma se avete paura di sentirvi male prendete solo metà pasticca».
Questo consiglio («prendete solo metà pasticca»), fornito a quasi 500.000 persone, fu dato nientemeno che dall’agente Wavy Gravy.
A causa della crescente emergenza medica, fu necessario richiedere l’intervento del personale medico della vicina New York.
Oltre 50 tra medici e infermieri arrivarono in aereo.
Alla fine del concerto di Woodstock si parlò di 5.000 casi di persone che avevano dovuto ricorrere a cure mediche.
Il New York Times del 17 agosto riportò questa frase di un deputato: «Se li avessimo arrestati, non sarebbero bastate nemmeno le prigioni di Sullivan e delle tre vicine contee».
Un po' come per il concerto sull'Isola di Wight, anche qui gli organizzatori poterono festeggiare ben poco.
D'accordo avevano creato i due concerti più importanti della storia della musica ma dietro c'erano pesanti perdite.
Debito di oltre 1 milione di dollari) e circa 70 cause che erano state intentate contro di loro.

giovedì 4 febbraio 2016

Il Festival Sull'Isola Di Wight: Tra Hippies, LSD ed Altre Follie (1968-1970)

“Tre giorni con gli hippies nell’isola di Wight”
“L’isola degli angeli senza speranza”
“Così gli hippies hanno occupato l’isola di Wight” 

Stiamo ovviamente parlando del Rock Festival sull'isola di Wight.
Trasgressione delle regole: marijuana, eroina, LSD, Hippy e grossi problemi organizzativi.
Evento, travolto dal suo stesso successo.
E del resto quando tutto è pronto per 200mila persone e se ne presentano quasi il triplo non è facile.
Dal punto di vista commerciale l’evento non fu proprio un successone, visto i compensi delle star partecipanti, le loro bizzarre richieste e visto che molti non pagarono il biglietto (oltre che per le numerose cause intentate agli organizzatori dai residenti).
Per dire, dopo il Festival, venne varato da parte del governo inglese il cosiddetto “Isle Of Wight Act” che vietava di tenere sull’isola esibizioni per più di 5000 persone, tanto che non ci fu più un concerto a Wight fino al 2002!
Forse il Festival dell’isola di Wight del ’70 fu il canto del cigno del movimento hippie (nato nell'America degli anni 60 con la diffusione delle droghe psichedeliche) che aveva cominciato ad essere inghiottito dall'uniformarsi alle masse e quindi dal "sistema" (oltre che dagli interessi economici).
L'isola di Wight ha ospitato gruppi come i Rolling Stones, Jimi Hendrix, Pink Floyd, David Bowie, Bob Dylan, Santana, Who, Free, Jefferson Airplane, Doors, Janis Joplin e moltissimi altri punti di riferimento della musica Rock.


ISOLA DI WIGHT: 1968
Le origini dell'evento risalgono al 1968, ma fu solo nel 1970 che il festival divenne famoso in tutto il mondo.
Venne subito etichettato come l'equivalente europeo del festival di Woodstock (New York) la “tre giorni di pace e musica” che si tenne nel 1969 negli Stati Uniti.
Nel 1968 Ray Foulk 23enne inglese(ed organizzatore del Festival) stampava giornali e viveva sull'isola insieme alla moglie e a due figli.
Insieme al fratello Ronnie, proprio quell'anno decise di mettere in piedi una grande festa, che ebbe tra gli ospiti "i più hippy tra gli hippy", i Jefferson Airplane.
Più di 10mila persone presero parte all'evento, ma Ray e Ronnie non erano soddisfatti: desideravano avere una star senza rivali per il festival dell'anno successivo.


DYLAN RUBATO A WOODSTOCK: 1969
Alla fine venne fuori il nome di Dylan.
Era infatti il 31 agosto del 1969 quando Bob Dylan salì sul palco allestito nell'isola a Sud dell'Inghilterra: 200mila spettatori.
Il festival di Woodstock era stato organizzato 15 giorni prima proprio nella sua cittadina, ma lui preferì non andare.
Andò invece a Wight, che fu ricordato come il Festival che "rubò" Bob Dylan a Woodstock.
Per molti comunque fu l'esibizione con la quale crollava definitivamente il mito di Bob Dylan (ci fu chi compose con delle pietre una gigantesca croce con  la scritta "Qui Giace Bob Dylan" sulle spiagge dell'Isola).
In quesl'edizione si ricordano anche gli Who, Santana e i Free.


TRA HIPPIE, INCENDI, RISSE E LA CARICA DEI 600MILA: 1970
Dal 26 al 31 agosto 1970 si svolse la terza edizione del festival dell'Isola di Wight.
Le cronache dell'epoca girano per i viottoli dell’isola.
Giungono voci di case, giardini privati, alberghi presi d’assalto, sesso all’aria aperta, rifugi costruiti con ogni materiale (lenzuola, balle di fieno, lamiere d’auto), poliziotti travestiti da hippies che arrestano gli spacciatori al porto di Ryde, matrimoni lampo modello Las Vegas, un ragazzo portato in elicottero all’ospedale di Southampton dopo essere volato da una scogliera, acque inquinate di LSD, nascita di bambini e quant'altro.
I trip non sono però solo psichedelici.
Wight è anche il festival in cui iniziano a girare anche droghe pesanti, quali l'Eroina.
Poliziotti con i cani, spranghe, bastoni, calci, grida, scontri.
Non è difficile capire che lì in mezzo non ci sono solo pacifisti ma anche anarchici, casinisti, pazzi. Protestano contro il costo del biglietto (primi 2 giorni gratis, terzo giorno 3 sterline), dicono che non se lo possono permettere.
Ma quando gli organizzatori distribuiscono 10 mila tagliandi gratis per farli stare buoni, loro li rivendono e tornano a fare casino.
«Questo è l’ultimo festival, quando è troppo è troppo. È partito come un sogno bellissimo ma ci è sfuggito dal controllo diventando un mostro», avrebbe dichiarato il lunedì mattina Ron Foulk.
Aveva ragione: sarebbe stato l’ultimo festival per almeno i prossimi 30 anni.
Wight fu uno degli eventi più contradditori della storia Rock.
Tornando al festival, come detto, parteciparono oltre 600mila persone.
In tempi in cui il soundcheck non era ancora stato inventato, l’unica cosa era salire e suonare.
Solo i Jethro Tull pretesero le prove: trovarono il tempo la domenica mattina all’alba, quando sul prato tutti dormivano dentro i loro sacchi a pelo.
Dietro il palco, nei pressi del campeggio, il più grande tendone gonfiabile d’Europa, trasformato in discoteca.
Show improvvisati ovunque, come quello gratuito che Hawkwind e Pink Fairies danno vita, stretti sul rimorchio di un tir, a sostegno della protesta.
Intanto gli artisti arrivano, si fanno fotografare, lanciano messaggi.
Leonard Cohen pretende di alloggiare su uno yacht, Joan Baez in una villa di campagna (ma si accontenterà di un hotel a Shanklin).
Tra i Family e i Procol Harum, intanto i Chicago minacciano di abbandonare lo show visto che il loro nome non è stato scritto abbastanza grande.
Intanto gli scontri diminuiscono e il problema della polizia diventa il consumo di droghe.
Al microfono Farr è costretto ad annunciare che chiunque faccia uso di stupefacenti verrà allontanato dal campo.
Ridono tutti, compreso lui.
Jimi Hendrix partirà con God Save The Queen (l'inno inglese) e con diverse cover ma non mancheranno anche pezzi leggendari quali Dolly Dagger, Red House, Foxy Lady, Hey Joe, Purple Haze, Voodoo Child.
Dopo l'esibizione di Jimi Hendrix, molti spettatori, tentarono di dar fuoco al palcoscenico principale.
Solo la musica di Leonard Cohen riuscì a calmare la folla turbata dall'accaduto.
Follia? Si, come quella di Keith Emerson che fra luci, fiaccole, cannoni cui viene dato fuoco, musica inarrestabile e strumenti presi a calci.
Follia per la verità assai più composta come quella di un Jim Morrison (strafatto) che ruba la scena a qualsiasi altro personaggio.
Che fine faranno i maggiori protagonisti di quella stagione è certamente noto.
Quando la Baez salirà sul palco a intonare “Let It Be” dei Beatles, i Fab-Four si sono sciolti da 4 mesi, Lennon verrà ucciso dieci anni dopo, Hendrix morirà soffocato nel suo vomito di lì a poco, la Joplin morirà nell’ottobre del ’70 in un motel di Hollywood e Jim Morrison l’anno dopo in una vasca da bagno della sua casa di Parigi.
Il Festival, anche se con ben altri artisti, è stato rilanciato nel 2002.
Nell'edizione 2015 del Festival per commemorare l'esibizione di Jimi Hendrix nel 1970, decine di migliaia di persone hanno indossato una maschera con il suo volto.