Formatisi a New Haven, nel Connecticut, nel novembre 1994, gli Hatebreed sono rapidamente diventati una delle band Metal filone Hardcore a vendere più dischi nella storia vendendo oltre 200.000 dischi (alle porte del nuovo millennio), praticamente senza promozione, prima di concludere un contratto con una major. Hanno demolito studi di registrazione, devastato camere d'albergo e palchi. Ai puristi del Metal non sono mai piaciuti però innegabilmente hanno avuto il loro successo. Furono Jamey Jasta, Dave Russo, Larry Dwyer e Chris Beattie a formare la band. Tutti e 4 militavano precedentemente in una band Hardcore chiamata "Jasta 14".
LA DIATRIBA CON LA BAND IN/HUMANITY
A metà degli anni '90, il cantante della band Chris Beckel degli In/Humanity produsse una zine criticando la Victory Records per le loro pratiche commerciali (avevano messo sotto contratto gli Hatebreed). Bickel assistendo ad un concerto degli Hatebreed venne circondato dalla band, minacciato ed insultato con insulti omofobici. Dopo il concerto, il frontman Jamey Jasta si è dichiarato omofobo e ha nuovamente minacciato Bickel di violenza urlandogli contro. Inoltre quando gli Hatebreed hanno suonato nella città natale degli In/Humanity, Columbia, nella Carolina del Sud , le battute tra le canzoni includevano il loro odio per Bickel e la sua band.
INIZIO DELLA CARRIERA SU FULL ALBUM
Dopo alcuni Split ed EP, nel 1997 viene pubblicato il primo album in studio della band, intitolato "Satisfaction Is The Death Of Desire". Poco prima era uscito dalla band Nickel Papantoniou, sostituito da Jamie Pushbutton. L'album sotto l'egida della "Victory Records", ricevette una buona risposta da parte del mercato trainato da "Empty Promises", "Burn The Lies", "Before Dishonor", dai break spezzacollo di "Not One Truth" e "Betrayed By Life". In generale un disco compatto ed Hardcore con qualche influenza Death e canzoni dalla durata di 1 minuto, massimo 2 minuti. "Perseverance" esce nel 2002 e presenta un sound più maturo e meno grezzo, seppur non si discosta molto dal primo: parte super sparato con "Proven", continua con la titletrack più da headbanging nella parte centrale, con la hit "I Will Be Heard". Ma in generale vanno citate anche "Unloved", "You're Never Alone", "Remain Nameless" e "Smash Your Enemesis". Anche in questo caso le canzoni variano da 1 minuto scarso a circa 3 minuti. Questo sarà l'ultimo album con Lou Richards (backing vocals e chitarra ritmica) che nello stesso anno lascia la band.
"The Rise Of Brutality" esce nel 2003 per l'Universal ed anche qui di melodia non c’è alcuna traccia: ci sono riff Thrash, ritmiche Hardcore/Thrash e contro-cori Punk/Hardcore. La voce rimane un misto tra growl e cantato Hardcore. Oltre alla generale attitudine dannatamente Punk, i testi inneggiano all' essere fedeli a se stessi, a combattere per i propri ideali, senza accettare le ingiustizie. Pezzi come "This Is Now", "Facing What Consumes You", "Live For This" e "Another Day, Another Vendetta" sono decisamente violenti, così come breakdown spezzacollo che ascoltiamo in "Doomsayer" e "Beholder Of Justice".
Negli anni seguenti gli Hatebreed effettuarono alcuni Tour insieme a note band metal del periodo quali Slayer, Entombed e Napalm Death. Nel 2004 parteciparono al tour "The Unholy Alliance" insieme a Slayer, Slipknot e Mastodon.
Nel 2006 esce "Supremacy" l’album più vario della discografia sino a quel momento. I primi 3 album ricalcano il canovaccio: sfuriata iniziale-breakdown-conclusione anthemica. In questo caso schegge velocissime si alternano a midtempo e ritmiche più evolute grazie ad un riffing più variegato. Ci sono inni quali "Defeatist", "Mind Over All", "Give Wings To My Triumph" o "Immortal Enemies" alternate a canzoni più furiose quali "Horrors Of Self" o "To The Threshold". Grande groove lo si ritrova in "Never Let It Die", canzone pensata per i live. "Destroy Everything" diventa un loro mega classico. Anche in questo caso la media è di circa 2-3 minuti a canzone, i temi riguardano il superamento di sentimenti di depressione, colpa, tristezza, ansia, alienazione.
IL SUICIDIO DI LOU "BOULDER" RICHARDS (2006)
Un mese dopo l'uscita di "Supremacy", il chitarrista ritmico Lou Richards si toglie la vita.
Hatebreed: "Come molti di voi avranno sentito, e ci è dispiaciuto apprendere, il nostro ex chitarrista Lou 'Boulder' Richards è morto ieri. È davvero un peccato che non sia riuscito a vedere nessun altro modo per sconfiggere i suoi demoni. Speriamo che abbia finalmente trovato un po' di pace. I nostri cuori vanno a Vera, alla sua famiglia e ai suoi amici"
Richards aveva lasciato gli Hatebreed nel 2002, dopo aver partecipato a "Satisfaction Is The Death Of Desire", così come nell'EP "Under The Knife" del 2000 e in "Perseverance" del 2002.
IL PROSEGUO DELLA CARRIERA DEGLI HATEBREED
Nel 2009 esce il disco omonimo "Hatebreed", prodotto bene, con una maggiore ricerca della melodia e un ottimo bilanciamento dei bassi e suoni di chitarra. La band, anche questa volta, esprime l'Hardcore nella sua essenza: riffoni, break, ritornelli Hardcore. Già in "Not My Master" si può notare un certo gusto per la melodia, i break ben presenti in "Between Hell And A Heartbeat". "In Ashes They Shall Reap" si sentono anche delle clean vocals (seppur incazzati) prima dell'esplosione anthemica finale. Belli i riffoni finali con tanto di break di "Everyone Bleeds Now" o i cori da stadio di "Through The Thorns".
L'anno successivo esce "The Divinity Of Purpose" dove già ascoltando "The Language" ci si fa un'idea: riff spaccaossa, velocissimo assolo, soliti rallentamenti/break. "Before The Fight Ends You" è caratterizzata da coinvolgenti gang vocals prese direttamente dalla strada."Indivisible" è più old school e pesca dai primi anni della band, mentre "Dead Man Breathing" nel suo riff principale ricorda il Thrash Metal e in generale gli Slayer. Buone anche la title-track e "Nothing Scars Me" che sembra presa dagli Hatebreed di inizio nuovo millennio. Dal disco vengono estratti i 2 singoli "Put It to the Torch" e "Honor Never Dies".
LE ACCUSE DELLA CNN (2012)
In un articolo della CNN pubblicato l'8 agosto 2012, gli Hatebreed sono stati accusati di essere una band suprematista bianca all'indomani della sparatoria al tempio sikh del Wisconsin , perpetrata da un musicista suprematista bianco. La band ha rinnegato qualsiasi sentimento razzista ed accusa, esprimendo profonda delusione per la critica a loro dire ingiusta perpetrata da CNN.
L'OMICIDIO COMMESSO DA NICHOLAS PAPANTONIOU (2016)
L'ex batterista della band, uscito nel 1997, nel 2016 è stato condannato a 45 anni di carcere per omicidio colposo. Papantoniou è stato processato con l’accusa di possesso illegale di armi, rapina e omicidio di un signore di 56 anni. Il fatto sarebbe avvenuto nel 2014 e che la vittima, Larry Dildy, sarebbe stato aggredito in casa sua a scopo di rapina per un debito di 400 dollari. Nella sua testimonianza, Papantoniou ha affermato di aver partecipato inconsapevolmente al piano di William Coutermash di andare a casa di Dildy in Circular Avenue e rubargli denaro. I due uomini andarono lì il 19 ottobre 2014, una domenica mattina, perché pensavano che Dildy sarebbe stato in chiesa.
Papantoniou ha testimoniato che Coutermash gli aveva detto che voleva raccogliere dei soldi da qualcuno e che quando hanno raggiunto la casa di Dildy, Coutermash ha detto all'imputato di seguirlo all'interno. Papantoniou lo ha citato dicendo: "Guardami le spalle".
Quando i due hanno raggiunto la cima delle scale per l'appartamento al secondo piano di Dildy, Coutermash gli ha dato rapidamente una pistola. L'imputato ha detto che Coutermash ha poi bussato alla porta, Dildy lo ha fatto entrare e hanno iniziato a discutere su un debito di $ 400 che Dildy doveva a Coutermash. Pare che Coutermash abbia iniziato a pugnalare ripetutamente Dildy. Dildy ha spinto Papantoniou mentre Coutermash fuggiva, secondo il racconto dell'imputato. Papantoniou ha detto che la pistola è esplosa due volte accidentalmente mentre lui e Dildy lottavano per l'arma.
Secondo la testimonianza dei membri della famiglia di Dildy, loro hanno sentito solo una persona all'interno della casa e non due come sosteneva Papantoniou. Il complice di Papantoniou, Coutermash stipulò un patteggiamento con il procuratore distrettuale per la sua collaborazione con la giustizia, dove le accuse di omicidio colposo sono state ritirate e invece è stato dichiarato colpevole di concorso in omicidio colposo di primo grado e furto con scasso di primo grado.
Tale condanna per Papantoniou è stata annullata nel gennaio 2023 quando è stato scoperto dall'avvocato James Ruane che l'ex avvocato del processo di Papantoniou aveva negoziato un accordo con l'accusa per conto di un altro cliente per testimoniare contro Papantoniou. Il tribunale ha ritenuto quindi che l'avvocato originale di Papantoniou avesse fornito un'assistenza legale inefficace, annullando la decisione finale ed ordinando un nuovo processo.
GLI ALTI DISCHI
Il settimo album "The Concrete Confessional" esce nel 2016 e ci sono i soliti riferimenti agli Slayer "Looking Down The Barrel of Today", le solite schegge velocissime ed impazzite quali "Us Against Us", "In The Walls", "AD" e "Dissonance", canzoni più ragionate quali "Seven Enemies". Un basso spettrale apre "Something’s Off" seguita da un cantato più Metal e da una deriva melodica nella parte finale, per quella che è la canzone più lunga dell'album arrivando quasi 4 minuti. Particolari le vocals di "From Grace We’ve Fallen" e il suo azzeccato giro di chitarra. "The Apex Within" presenta i classici cori Hardcore.
L'ottavo album "Weight Of The False Self" esce nel 2020. Il disco presenta le solite ritmiche serrate di scuola Thrash/Speed/Hardcore, breakdown, rallentamenti mosh, growl e gang vocals a iosa.
La devastante "Instinctive (Slaughterlust)" apre le danze, la violenta "Let Them All Rot" scatena l'inferno con dei breakdown possenti e un rallentamento mosh. Ottime anche "Set It Right (Start With Yourself)" e la title-track. In "A Stroke Of Red" troviamo Hardcore e riff Groove, influenze Thrash in "The Herd Will Scatter", quelle più prettamente Hardcore in "Dig Your Way Out" e "From Gold To Gray". L'inno da stadio è rappresentato da "Invoking Dominance" che chiude le danze.