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giovedì 1 dicembre 2016

La Storia Dei Bethlehem: Pensieri Sul Suicidio e Censura

I Bethlehem sono una band Tedesca di Metal Estremo tedesca proveniente da Grevenbroich, formatasi nel 1991 grazie a Jurgen Bartsch e Klaus Matton. Questa band è umanamente accreditata per aver inventato il genere noto come "Dark Metal", dal nome del loro primo full lengh album. 
I testi delle canzoni ruotano attorno a tematiche morbose inerenti il suicidio, la depressione, malesseri psicologici, pazzia ed altre incentrate su pensieri e problemi personali.

Jurgen Bartsch (fondatore e bassista dei Bethlehem):
"Il Dark Metal per noi è uno stile di vita, probabilmente anche di più. 
Alcuni di noi hanno avuto alcune brutte esperienze con cose come il suicidio o la morte in generale. 
Io sono appena tornato in questa grande città tedesca dove una volta ho vissuto, e dove ho perso quasi tutti i miei amici per colpa di overdosi o solo perché si erano annoiati dalla vita in generale e, pertanto, si sono uccisi.  Naturalmente ho anche perso persone che in questi anni erano state molto vicine a me.  Quando sono tornato qui, in questa città fantasma, non avevo amici, niente di niente, ma ero solo sepolto nel dolore e nella sofferenza.  Bethlehem era una via d'uscita, mi ha totalmente aiutato a spiegare tutti quei sentimenti ed emozioni negative in qualcosa di così bello, che ha reso facile cambiare tutte quelle questioni oscure...in qualcosa che è sempre stata una cosa importante nella mia vita: la musica.  Il nostro ex chitarrista, Klaus Matton che ha perso il padre, suicidato, e che ha perso anche sua madre, morta di cancro, ha sicuramente provato gli stessi miei sentimenti. 
Gli altri, Steinhoff e specialmente Classen provenivano da famiglie con problemi e quando li ho incontrati per la prima volta, mi sentivo in completa simbiosi, anche loro erano completamente persi. Fondamentalmente quattro persone si sono riunite, per creare un genere veramente oscuro e vivere in un enorme buco nero.  Senza via d'uscita, senza opzioni o possibilità.  Completa oscurità, il buio mentale.  Quindi l'unica possibilità di non seguire il destino era quello di distruggere le tenebre con la musica e se questo è stato istintivamente fatto, credo oggi che la creazione di una band come i Bethlehem era l'unica possibilità di salvare tutte le nostre vite.  Diciamo non una terapia perchè fino a quel momento la terapia erano sigarette e alcool ma un più promettente percorso di luce, completamente nato nel subconscio.  Ricordo quando poco prima di una prova, improvvisamente il nostro cantante disse: "La musica non è male, ma è buia", tutti ci guardammo l'un l'altro, sapevamo che l'unica nostra possibilità era suonare il "Dark Metal" e nient'altro"


I DISCHI
Nel 1994 esce "Dark Metal", caratterizzato dalla voce particolare di Andreas Classen.
I ritmi del platter sono mediamente bassi, tranne qualche tempo medio ma non raggiungendo mai le elevate velocità proprie, ad esempio, del Black norvegese della vecchia scuola.
Oscurità, negatività, depressione, odio presi in prestito dal Doom e dal nascente Depressive Black e Funeral Doom. Dal Black, Dark Metal estrapola alcune atmosfere gelide, nonché certe scelte vocali e melodiche che concorrono a formare la devastante aura di negatività che avvolge questo album.
La produzione è ottima per l'epoca e gli strumenti si sentono tutti benissimo.
Discorso a parte per la voce, che esplora una serie di registri vocali, dal growl profondo riconducibile al Death/Doom, allo scream più tipicamente Black, senza tralasciare anche un agghiacciante parlato in punti specifici. "Apocalyptic Dance" ha chiare influenze Doom, intervallando riff funerei a destabilizzanti sezioni prive di batteria dove il basso e chitarra e voce pulite la fanno da padrone.
I riff sono incredibilmente bui, non accelerando mai troppo e mantenendo quindi la lentezza di certi capolavori Funeral. "Funereal Owlblood" è forse la traccia più oscura dell'intero disco.
Si può citare anche "Third Nocturnal Prayer" e la disperata "Second Coming."

Jurgen Barstch nel 1996: "Non ci si può suicidare perchè la maggiorparte di voi sono ancora morti.
Da tempo sogno la morte. A volte sono io a morire, altre volte altra gente conosciuta e non, cose che in realtà sono accadute in passato.  Otto anni fa sono tornato a casa ed ho trovato la mia ragazza strangolata con una corda da bucato: s'impiccò.  Il suo viso quasi blu, lei era morta e l'unica cosa che potevo fare era quello di tagliare la corda con un coltello ed aspettare la polizia. 
Nella sua ultima lettera che mi ha scritto parlava di un angelo che sarebbe venuto a redimere il suo dolore ma non successe, evidentemente.  Persi un amico per una overdose di eroina. In un pub un altro tizio cadde tra le mie braccia e morì ucciso da acido cianidrico. Tornai a Grevenbroich per iniziare una nuova vita ma poco dopo mia zia si suicidò impiccandosi.  La morte mi perseguitava anche nei sogni. L'unico modo per uscirne è stata questa band, solo per incanalare tutti questi cattivi sentimenti in una cosa chiamata musica, una sorta di valvola di sfogo per tutti i miei incubi di morte e suicidio. 
Nel 1990 ho incontrato Matton il cui padre si era suicidato quando era un ragazzo e la cui madre morì di cancro poco dopo.  Le prime canzoni erano assolutamente negative, opprimenti ed oscure: così nacque Dark Metal, perché questa descrizione si adatta totalmente alla musica che abbiamo suonato"

Nel loro secondo full lenth, "Dictius Te Necare", Classen è sostituito da Rainer Landfermann alla voce. La voce di Landfermann è davvero particolare, definita dalla critica e dai fan come "una delle voci più gravi ed estreme udibili da essere umano" (l'unica che riesce a competere con quella di Nattramn dei Silencer). Questo disco esce nel 1996.

"This album is dedicated to all suicide victims"

Accelerazioni improvvise convivono con giri sepolcrali e partiture mastodontiche, arpeggi intimisti al limite dell'Ambient si fanno strada tra accelerate Thrash europeo. Quel senso di (auto)distruzione insito nelle liriche è trasposto non solo nelle canzoni, ma anche e profondamente nello stesso spirito della band, che sembra ricamare riff per poi distruggerli. Le canzoni diventano lo specchio di un'anima a pezzi. Dall'uscita di "S.U.I.Z.I.D." Landfermann è sostituito da Marco Kehren.
Tale profondo cambiamento produce un significativo mutamento di sound, e infatti, sin dalle prime note dell’opener "Durch Befleckte Berührung Meiner Nemesis", l’asfissiante e sofferente atmosfera che si respira è quella che poi impareremo a riconoscere come la tradizione Depressive Black tedesca.
A seguire trovano spazio il riffing Black di Klaus Matton su "Du Sollst Dich Töten", la pazza "Tote Weisse Marder" e l'industriale "Nexus", in un calderone di continue anomalie stilistiche, che sono la vera costante dell’album. Questo disco nel 1998 anticipa molte idee che poi saranno sviluppate dagli Shining. Si tratta di Depressive Black, come il precedente del resto.
Il 2001, è l'anno di pubblicazione di “Schatten Aus Der Alexander Welt”, lavoro nel quale la band esce dai propri territori abituali. L’album è un concept, che narra l’ambigua storia della deriva esistenziale di un uomo (l’Alexander del titolo, simbolo/allegoria di tutti gli uomini alla deriva), ossessionato e intrappolato all’interno di un mondo che è sostanzialmente un labirinto di follia, suicidio, morte. La tracklist alterna brevi trasmissioni radio, registrazioni vocali che fungono da diario di quest’uomo malato, diventando via via sempre più deliranti e confuse. I brani sono pesanti nelle atmosfere, oscuri e opprimenti, vicino al Doom, ma con sperimentalismi realizzati tramite linee di piano in loop, beat, elettronica e cori. Non i soliti Bethlehem, dunque.
Da citare l' aggressiva "Mein Kuss Erstickt Im Imperativ", l'amara "Mary Samaels NFB 418" e "Rost", "Wahn & Tote Gleise". "Mein Weg" del 2004 ha chiare influenze Depressive con rallentamenti Doom e diverse sperimentazioni. Bellissimi gli intermezzi opprimenti di Dr.Miezo e i cori.
Maschinensatan parte con un bellissimo intro, prima dell'accelerazione verso i 5 minuti.
Hexakosioihexekontahexaphobia“ è un disco particolare, non lontano dal precedente full.
Non percepiamo l’agonia e il dolore. Ma i temi, anche se la musica è diversa, sono sempre quelli: paura, depressione, pazzia. L'elemento Black è presente ma l'oscurità fa ormai parte del passato.
Tempi medi, un’anima nera e tormentata spezzata dai ritmi Doom e dai synth profondi e melodici, dall’uso sporadico di cori monastici e d’effetto che si combinano alla voce di Schmied, che alterna tonalità growl perfettamente comprensibili ad ampie parti di pulito profondo ed emozionante.
"Ich Aß Gern’ Federn" ed "Antlitz Eines Teilzeitfreaks" sono ottime, anche se manca il tocco folle dei bei tempi andati.

Juegen Bartsch: "Noi rappresentiamo la vita e la morte. Bianco e nero, la vita e la morte. 
Le nostre canzoni malinconiche e I testi di suicidio e morte hanno anche un altro lato, ma la maggior parte delle persone non se n'è resa conto.  Le nostre canzoni sono state anche a favore della vita. Non erano esclusivamente pro-morte"


LA CENSURA
Con "Dictius Te Necare", i Bethlehem , dovettero affrontare la dura censura che impedì loro di suonare in alcune città Tedesche ed Americane (qui venne impedito loro la pubblicazione dell'artwork per via di un cadavere insanguinato). Tutto cominciò quando il chitarrista Matton diede una copia del loro primo demo ad un ragazzo di 14 anni. Dopo un po' sua madre iniziò a chiamare la band, dicendo che a causa della loro musica, il figlio era diventato aggressivo e aveva persino costruito un "Altare Satanico" nella sua stanza. E così in collaborazione con altri genitori, iniziò una durissima crociata contro i Bethlehem e la loro musica "satanica". La band viene addirittura additata di avere creato una setta. In realtà la band tedesca, sicuramente antireligiosa, non aveva mai parlato nei loro testi di Satana o comunque non aveva mai incitato al Satanismo. Venne censurato anche il testo di "Third Nocturnal Prayer".

3 commenti:

  1. Assolutamente un articolo ottimo.
    Grazie davvero per averne parlato.
    Le recensioni dei dischi sono sintetiche, mirate ed azzeccatissime.
    Il gruppo è inquietante, ma la loro aurea malinconica ed emozionale rende il tutto un qualcosa che ti rimane dentro e non se ne va più.
    Un gruppo che colpisce come pochi.

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  2. Grazie davvero per aver parlato di questo gruppo inquietante, ma malinconico ed emozionale.
    Pochi gruppi riescono ad avere questo effetto di radicamento nell'anima dell'ascoltatore.
    Ogni album analizza una parte diversa di tenebra.
    Complimenti per le tue recensioni, sintetiche, ma mirate ed efficaci.
    Come piacciono a me.

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    1. Grazie mille, si, riguardo le recensioni diciamo che voglio dare un piccolo input all'album senza dilungarmi troppo...per recensioni complete ci sono siti Metal ben più noti.
      Grazie ancora per il supporto!

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