Uno degli eventi che fece odiare i Metallica ai metallari "puri" degli anni 80, non fu solo il cambio di genere musicale e di look che li colpì a fine anni 90 ma anche la causa intentata a Napster. Napster era un programma di file sharing che nacque a fine anni 90 e rimase attivo dal 1999 al 2001. Diede il via alla fruizione di contenuti digitali, alla condivisione di files e alla pirateria. Sostanzialmente era possibile condividere (quindi scaricare) musica gratis. Non solo musica ma anche video, film, documenti, etc Gli utenti mettevano in condivisione i loro files ed altri utenti, con il medesimo software, potevano accedere a quell'archivio scaricando quanto cercato.
Il 13 aprile 2000, i Metallica avrebbero intentato una delle cause legali più infami nella storia della musica, in una mossa che avrebbe cambiato le abitudini di ascolto della musica (molti diranno "cambiato...in peggio"). Il batterista Lars Ulrich affermò che quella fosse una violazione di copyright (giusto comunque), in seguito all'ampia condivisione di una versione demo del brano del 2000 della band "I Disappear" sulla piattaforma di Napster. Ovviamente erano presenti anche gli altri loro album e quelli di molte altre band.
I Metallica nel mirino di fan e colleghi vennero accusati di essere avidi mostri capitalisti. Le accuse mosse ai danni di Napster furono gravissime: violazione di copyright, uso illegale di interfaccia digitale audio e violazione del RICO (legge federale statunitense sulla responsabilità oggettiva in azioni criminali). La tesi della band era molto semplice: la disponibilità gratuita delle tracce su Napster non avrebbe invogliato gli utenti ad acquistare i CD in modo legale, provocando un impatto gravissimo sulle vendite.
Napster nel 2001 presentò istanza di fallimento in seguito alle conseguenze della causa legale dei Metallica (chiesero 100.000$ di danni per ogni canzone condivisa, per un totale di oltre 10 milioni di dollari), ma al suo posto sono sorte rapidamente altre piattaforme di file sharing sino ad arrivare a Youtube (2005) e poi allo streaming odierno (Spotify). Nel 2023, lo streaming funge da principale via attraverso la quale gli artisti vengono ascoltati, spesso a loro discapito, con molti servizi di streaming di alto profilo accusati di sottopagare in modo massiccio i musicisti attraverso i quali prosperano le loro piattaforme. In un certo senso, Lars aveva ragione: è un modello che non retribuisce gli artisti in modo equo a livello finanziario.
Ciò non significa però che lui e i Metallica fecero una bella figura, iniziando dal fatto che venne consegnato un elenco di 300.000 nomi utente chiedendo di chiudere gli account incriminati e di eliminare tutte le canzoni dei Metallica. Tutto ciò fu un completo fallimento in termini di pubbliche relazioni.
E poi c'era quel video di MTV, andato in onda durante i VMA del 2000, seguendo la forma di un finto spot pubblicitario, con il presentatore dei VMA Marlon Wayans nei panni di un giovane fan entusiasta dei Metallica che ascolta felicemente la loro musica attraverso Napster.
Lo spot prosegue con l'arrivo di Lars Ulrich che per una lezione di "correttezza" economica, procede affermando che se Wayans può "condividere" la musica dei Metallica, Lars dovrebbe essere in grado di "condividere" (rubare) qualunque cosa gli piaccia: dalla Pepsi di Wayans al suo computer e finanche la sua ragazza.
"Sto iniziando a piacermi tutta questa cosa della condivisione", sorride raggiante il batterista mentre deposita gli adesivi di Napster su tutto ciò che riesce a trovare, prima di chiamare alcuni pezzi grossi per rimuovere tutti i beni terreni di Wayans. "Napster: la condivisione è divertente solo quando non è roba tua", incombe una voce fuori campo alla fine.
Sì, è divertente quanto sembra, e dopo oltre vent'anni non è invecchiato bene. Al giorno d'oggi, i Metallica sono giustamente considerati tra le band più importanti della storia della musica, avendo stretto uno dei legami più forti con i loro fan (soprattutto quelli nuovi). Tuttavia la debacle di Napster è spesso ancora sollevata in alcuni angoli arrabbiati di Internet, da fans che li considerano dei venduti. Per inciso, Napster esiste ancora oggi, anche se in una versione legalizzata dove la musica è a pagamento.
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