Per prima cosa va sottolineato che siamo negli anni 80 ed Internet era ancora ben lontano dalla sua realizzazione.
Ma cos'è una Fanzine musicale?
Francesco "Raven" Gallina: "Inizialmente si trattava di recensioni scritte da fans che riportavano i propri pareri su carta, quasi sempre con uno stile che di giornalistico aveva ben poco.
Il tutto veniva battuto con una macchina da scrivere (poi inviati per posta alla fanzine), poi un responsabile aggiungeva qualche foto "reperita" dalle riviste estere (per lo più su Kerrang, Metal Hammer, etc) senza curarsi del copyright ovviamente ed inoltre aggiungeva anche una copertina col logo della fanzine quasi sempre disegnato.
Poi veniva unito il tutto con una spillatrice, fotocopiandolo nella più economica copisteria disponibile, in parte per uso pubblicitario per diffondere la notizia dell'esistenza della fanzine stessa con il passa parola"
La rivoluzione avvenne con Metal Fortess che decise dopo aver venduto circa 4500 copie in quel di Torino, di fare il grande passo: fondare la prima rivista italiana Heavy Metal regolarmente distribuita nelle edicole, quella rivista si sarebbe chiamata Inferno Rock (tiratura iniziale di 20.000 copie).
Francesco "Raven" Gallina: "Le cose funzionavano così: i redattori sceglievano in piena autonomia su chi e cosa scrivere, poi scrivevano il loro pezzo, chi come me non aveva una macchina per scrivere lo faceva a penna, lo battevano o lo facevano battere a macchina, e poi lo inviavano per posta in redazione dove, con la tempistica che tutte queste operazioni comportavano, veniva inserito nel numero della rivista che doveva uscire e poi pubblicato e distribuito nelle edicole. Nel mio caso optai per un esordio (ero già un bastian contrario) con qualcosa di assolutamente poco conosciuto come la recensione di un demo degli Agrigentini Powergame che finì sul numero 1 di Inferno Rock, e non so proprio descrivervi l'emozione che provai quando trovai la rivista nella più importante edicola della mia città e ne acquistai una copia con dentro il mio pezzo. Praticamente la portavo sempre con me, ovunque andassi"
Poi prosegue: "Inferno Rock però durò poco, i tempi erano maturi per qualcosa di industrialmente più importante, e dopo aver pubblicato ancora una intervista ai Luftwaffe, una ai Crying Steel e non ricordo cos'altro, fummo costretti a fare i conti con l'irruzione sulla scena di una realtà ultra patinata e palesemente dotata di mezzi economici enormemente superiori ai nostri: la già citata HM. Il nostro formato A4 e la qualità di stampa inferiore non erano del loro livello, la distribuzione molto più capillare e la loro possibilità di essere presenti in tutti gli eventi importanti anche esteri fece il resto. Inferno Rock fu costretta a chiudere, ma di fatto l'epoca delle riviste era solo all'inizio, non più solo copie di Kerrang d'importazione per i pochi fortunati che masticavano un po' d'inglese, ma la possibilità di comprare la propria rivista preferita direttamente in edicola così come facevano i kids di tutta l'Europa metallicamente evoluta"
Cristiano Borghi (Metal Shock, Rock Hard): "Il mondo delle fanzine è sempre stato interlocutorio: pubblicazioni fatte dai fans che finivano per circolare esclusivamente tra i gruppi stessi e qualche sparuto cultore"
Francesco "Fuzz" Pascoletti (Metal Shock, Psycho, Classix): "Il motivo per cui le fanzine italiane non hanno avuto il potere o la capacità di trasformarsi in veri magazine va oltre il fattore economico o il poco interesse dei vari editori. Molti fanzinari dell'epoca non hanno fatto scena perchè arrivavano tardi, erano a ruota delle informazioni che giungevano dalla stampa Rock o underground straniera e purtroppo c'era una venerazione cieca nei confronti del Metal e dei suoi eroi...che purtoppo va bene nei discorsi da bar o dentro la tua cameretta ma sulla carta non funziona"
Altre che vanno citate sono Metal Thunder, Blowing Thrash, Italian Metal Legions, Master Of Disaster, Sentinel, The Warning, Steel Realm, Metalmania, Alta Tensione, Head Banger.
SLAYER MAG E JON METALION KRISTIANSEN
All'estero però le fanzine erano ancora più professionali (anche se ugualmente Underground).
Si possono ricordare alcune storiche quali: Slayer Mag (di Jon "Metalion" Kristiansen) e SEPCTICzine di Dennis Tentic.
Ma anche Banzai, The Plague, The New Heavy Metal Revue, Book Of The Dead, The Book Of Armageddon, Midwest Metal, Violence Zine, Metal Mania, Censored Heavy Metal, Sheet Metal, Whiplash, Powerline, Amplified Assault, World Metal Report, Headbanger, Suck City, Teenage Depression, etc
Impossibile citarle tutte.
La norvegese Slayer(primo numero nel 1985) in particolare fu fondamentale per la diffusione del Metal Estremo (soprattutto Black Metal), fra la fine degli anni ’80 e i primi anni ’90.
Metalion divenne amico dei vari Euronymous, Jon Nodtveidt, Faust, Tomas Lindberg, Samoth, etc
Armato di carta, macchina da scrivere, penne, colla e francobolli, Metalion confezionò e diffuse Slayer Mag (e il suo precursore Live Wire) per oltre due decenni: quasi mai a intervalli regolari, ma sempre con la medesima competenza e passione.
Si devono infatti a lui le primissime recensioni e interviste a band quali Bathory, Mayhem, Nihilist/Entombed, Darkthrone, Emperor, Dissection, etc
Lo stesso, proprio per via dei legami con questa gente, verrà coinvolto involontariamente con la cronaca nera dell'Inner Circle e gli incendi di chiese.
Ad esempio il concerto dei Mayhem a Sarpsborg (il 28 febbraio del 1990), finito poi sul live-bootleg "Dawn Of The Black Hearts" (con il corpo del suicida Dead in copertina) fu organizzato proprio da Metalion.
I Mayhem all'epoca non avevano ovviamente neanche un full all'attivo.
Metalion era praticamente coetaneo di Euronymous (i due si passavano appena 10 mesi) e grande appassionato di Metal Estremo sin dai primi anni 80 (quando aveva 14/15 anni, essendo del 1967) ovvero di Bathory, Celtic Frost e, soprattutto, Venom.
Tutte band straniere e non scandinave (in Norvegia si ascoltava ben altro ai tempi).
Metalion: "Questo è il sangue che scorre nelle mie vene, questo è il mio destino...non ci sono alternative, solo devozione totale!"
Metalion racconta di come l’unico modo per conoscersi tra metallari all'epoca fosse ai concerti.
E fu così che Jon conobbe Øystein Aarseth "Euronymous", proprio ad un concerto dei Motorhead.
Assieme incisero addirittura una demo di 12 minuti, sotto il monicker Checker Patrol, dal titolo "Metalion In The Park", nel quale Jon, pur non essendo né un cantante né un musicista, presterà la sua voce per la title track.
Ma, come detto, il colpo di genio di Kristiansen fu la creazione della fanzine "Slayer Mag" che riuscì a far parlare di sè, in Norvegia e all’estero.
I Mayhem ovviamente furono i primi della lista.
Dopo la registrazione del demo "Pure Fucking Armageddon" (1986) diventarono di fatto i leader della nascente scena.
Metalion: "PFA era molto più estremo di qualsiasi cosa; il sound era davvero primitivo e brutale. Non potevi ascoltare nulla di più estremo"
In seguito arrivò l’EP "Deathcrush" (1987).
Se lo stile cominciava a delinearsi, ciò che ancora mancava era l’immagine, il look. Ancora una volta Metalion fu il testimone oculare del cambiamento esteriore di Aarseth e soci che agli inizi si vestivano normalmente: capelli neri, giacche di pelle, vestiti neri.
Ma ben presto anche questo cambiò: Euronymous cominciò a interessarsi al make-up e soprattutto al corpse paint.
Euronymous s'ispirò ai Sarcofago, band Thrash/Proto Black brasiliana che proprio in quel 1987 diede alle stampe il suo primo full lenght, divenuto cult, "I.N.R.I.".
Metalion: "Era ossessionato dai Sarcofago. Perché indossavano un sacco di borchie e il corpse paint. Diceva che ogni band voleva fosse così, perché era davvero contrario alla moda del Death Metal che arrivava dagli States e dalla Svezia. I gruppi Death suonavano dal vivo indossando delle tute da jogging e lui era davvero contrario a questo genere di cose"
Dopo di ciò, Euronymous cominciò ad adottare il make up e le borchie, imponendolo come modello per tutti. Impose anche lo stile musicale, visto che band come Darkthrone ed Immortal cambiarono sound dal Death al Black.
La stessa cosa è successa agli Emperor: avevano un gruppo che si chiamava Thou Shalt Suffer che faceva Death, poi cambiarono nome in Emperor per fare Black.
Tutta la scena norvegese comunque si basava su Euronymous. Li convinceva di cosa fosse giusto e cosa sbagliato. Diceva sempre quello che pensava, del seguire i propri istinti a quello che era veramente il Black come il corpsepaint e le borchie, adorare la morte ed essere estremi.
E’ questo ciò che diceva a tutti.
Metalion conosceva tutti o quasi i Blacksters della scena di Oslo, li aiutò a prendere coscienza di sé come gruppo, come persone accomunate da uno scopo: quello di creare, come detto, una scena originale. Andando oltre quello suonato da Venom, Bathory, Celtic Frost e la scena Death Floridiana (considerata moderata e da fighetti).
Da tutte le città e paesi della Norvegia i fan di questo nuovo terrificante suono prendevano contatti con Oslo, per lettera o per telefono.
Jon fu testimone anche dell’incontro tra Vikernes ed Aarseth: Varg non lo conosceva ancora nessuno, anche se aveva appena prodotto il suo disco d'esordio (l'omonimo).
Euronymous lo ascolta. E ne rimane estasiato, perché è estremo ed originale.
I due diventano immediatamente amici.
Visto che Euronymous gestiva un negozio di dischi (Helvete) ed una label indipendente dal 1989 (Deathlike Silence Productions) mise sotto contratto Burzum (che entrò anche a far parte dei Mayhem).
Il resto (incendi, omicidi, etc) è noto, ciò che mi preme sottolineare qui è che venne creata la musica e la scena più estrema di sempre.
Chissà se tutto questo senza Jon "Metalion" Kristiansen e la sua fanzine Slayer Mag...sarebbe stato possibile.
Per una lista di fanzine: Fanzine Rock & Metal
Il tutto veniva battuto con una macchina da scrivere (poi inviati per posta alla fanzine), poi un responsabile aggiungeva qualche foto "reperita" dalle riviste estere (per lo più su Kerrang, Metal Hammer, etc) senza curarsi del copyright ovviamente ed inoltre aggiungeva anche una copertina col logo della fanzine quasi sempre disegnato.
Poi veniva unito il tutto con una spillatrice, fotocopiandolo nella più economica copisteria disponibile, in parte per uso pubblicitario per diffondere la notizia dell'esistenza della fanzine stessa con il passa parola"
La rivoluzione avvenne con Metal Fortess che decise dopo aver venduto circa 4500 copie in quel di Torino, di fare il grande passo: fondare la prima rivista italiana Heavy Metal regolarmente distribuita nelle edicole, quella rivista si sarebbe chiamata Inferno Rock (tiratura iniziale di 20.000 copie).
Francesco "Raven" Gallina: "Le cose funzionavano così: i redattori sceglievano in piena autonomia su chi e cosa scrivere, poi scrivevano il loro pezzo, chi come me non aveva una macchina per scrivere lo faceva a penna, lo battevano o lo facevano battere a macchina, e poi lo inviavano per posta in redazione dove, con la tempistica che tutte queste operazioni comportavano, veniva inserito nel numero della rivista che doveva uscire e poi pubblicato e distribuito nelle edicole. Nel mio caso optai per un esordio (ero già un bastian contrario) con qualcosa di assolutamente poco conosciuto come la recensione di un demo degli Agrigentini Powergame che finì sul numero 1 di Inferno Rock, e non so proprio descrivervi l'emozione che provai quando trovai la rivista nella più importante edicola della mia città e ne acquistai una copia con dentro il mio pezzo. Praticamente la portavo sempre con me, ovunque andassi"
Poi prosegue: "Inferno Rock però durò poco, i tempi erano maturi per qualcosa di industrialmente più importante, e dopo aver pubblicato ancora una intervista ai Luftwaffe, una ai Crying Steel e non ricordo cos'altro, fummo costretti a fare i conti con l'irruzione sulla scena di una realtà ultra patinata e palesemente dotata di mezzi economici enormemente superiori ai nostri: la già citata HM. Il nostro formato A4 e la qualità di stampa inferiore non erano del loro livello, la distribuzione molto più capillare e la loro possibilità di essere presenti in tutti gli eventi importanti anche esteri fece il resto. Inferno Rock fu costretta a chiudere, ma di fatto l'epoca delle riviste era solo all'inizio, non più solo copie di Kerrang d'importazione per i pochi fortunati che masticavano un po' d'inglese, ma la possibilità di comprare la propria rivista preferita direttamente in edicola così come facevano i kids di tutta l'Europa metallicamente evoluta"
Cristiano Borghi (Metal Shock, Rock Hard): "Il mondo delle fanzine è sempre stato interlocutorio: pubblicazioni fatte dai fans che finivano per circolare esclusivamente tra i gruppi stessi e qualche sparuto cultore"
Francesco "Fuzz" Pascoletti (Metal Shock, Psycho, Classix): "Il motivo per cui le fanzine italiane non hanno avuto il potere o la capacità di trasformarsi in veri magazine va oltre il fattore economico o il poco interesse dei vari editori. Molti fanzinari dell'epoca non hanno fatto scena perchè arrivavano tardi, erano a ruota delle informazioni che giungevano dalla stampa Rock o underground straniera e purtroppo c'era una venerazione cieca nei confronti del Metal e dei suoi eroi...che purtoppo va bene nei discorsi da bar o dentro la tua cameretta ma sulla carta non funziona"
Principali fanzine italiane:
-Inferno Rock (di Torino)
-Metal Fortress (di Torino, oggi Francesco "Raven" Gallina è tra i redattori di Metallized)
-La Luna Metallika (di Roma, con Paola Ceci)
-Metal Underground (con Sandro Buti di Flash, Metal Hammer e Metal Maniac)
-Metallo (di Napoli, con Alessandro Massara di Rockerilla e Metal Shock)
-Heavy (di Pavia)
-Metal Militia (di Roma)
-Metal Gods (di Roma)
-Fireball (di Padova)
-Metal City Rock (di Firenze)
-Metal Caos (di Milano)
-SlaughterMouse (di Torino)
-Thorr (di Parma)
-Tanathography (Stefano Longhi di Metal Hammer e Grind Zone)
-Danza Macabra (Fabban di Metal Shock)
-DeLiberatis Mente (Angelo Mora di Metal Hamer)
SLAYER MAG E JON METALION KRISTIANSEN
All'estero però le fanzine erano ancora più professionali (anche se ugualmente Underground).
Si possono ricordare alcune storiche quali: Slayer Mag (di Jon "Metalion" Kristiansen) e SEPCTICzine di Dennis Tentic.
Ma anche Banzai, The Plague, The New Heavy Metal Revue, Book Of The Dead, The Book Of Armageddon, Midwest Metal, Violence Zine, Metal Mania, Censored Heavy Metal, Sheet Metal, Whiplash, Powerline, Amplified Assault, World Metal Report, Headbanger, Suck City, Teenage Depression, etc
Impossibile citarle tutte.
La norvegese Slayer(primo numero nel 1985) in particolare fu fondamentale per la diffusione del Metal Estremo (soprattutto Black Metal), fra la fine degli anni ’80 e i primi anni ’90.
Metalion divenne amico dei vari Euronymous, Jon Nodtveidt, Faust, Tomas Lindberg, Samoth, etc
Armato di carta, macchina da scrivere, penne, colla e francobolli, Metalion confezionò e diffuse Slayer Mag (e il suo precursore Live Wire) per oltre due decenni: quasi mai a intervalli regolari, ma sempre con la medesima competenza e passione.
Si devono infatti a lui le primissime recensioni e interviste a band quali Bathory, Mayhem, Nihilist/Entombed, Darkthrone, Emperor, Dissection, etc
Lo stesso, proprio per via dei legami con questa gente, verrà coinvolto involontariamente con la cronaca nera dell'Inner Circle e gli incendi di chiese.
Ad esempio il concerto dei Mayhem a Sarpsborg (il 28 febbraio del 1990), finito poi sul live-bootleg "Dawn Of The Black Hearts" (con il corpo del suicida Dead in copertina) fu organizzato proprio da Metalion.
I Mayhem all'epoca non avevano ovviamente neanche un full all'attivo.
Metalion era praticamente coetaneo di Euronymous (i due si passavano appena 10 mesi) e grande appassionato di Metal Estremo sin dai primi anni 80 (quando aveva 14/15 anni, essendo del 1967) ovvero di Bathory, Celtic Frost e, soprattutto, Venom.
Tutte band straniere e non scandinave (in Norvegia si ascoltava ben altro ai tempi).
Metalion: "Questo è il sangue che scorre nelle mie vene, questo è il mio destino...non ci sono alternative, solo devozione totale!"
Metalion racconta di come l’unico modo per conoscersi tra metallari all'epoca fosse ai concerti.
E fu così che Jon conobbe Øystein Aarseth "Euronymous", proprio ad un concerto dei Motorhead.
Assieme incisero addirittura una demo di 12 minuti, sotto il monicker Checker Patrol, dal titolo "Metalion In The Park", nel quale Jon, pur non essendo né un cantante né un musicista, presterà la sua voce per la title track.
Ma, come detto, il colpo di genio di Kristiansen fu la creazione della fanzine "Slayer Mag" che riuscì a far parlare di sè, in Norvegia e all’estero.
I Mayhem ovviamente furono i primi della lista.
Dopo la registrazione del demo "Pure Fucking Armageddon" (1986) diventarono di fatto i leader della nascente scena.
Metalion: "PFA era molto più estremo di qualsiasi cosa; il sound era davvero primitivo e brutale. Non potevi ascoltare nulla di più estremo"
In seguito arrivò l’EP "Deathcrush" (1987).
Se lo stile cominciava a delinearsi, ciò che ancora mancava era l’immagine, il look. Ancora una volta Metalion fu il testimone oculare del cambiamento esteriore di Aarseth e soci che agli inizi si vestivano normalmente: capelli neri, giacche di pelle, vestiti neri.
Ma ben presto anche questo cambiò: Euronymous cominciò a interessarsi al make-up e soprattutto al corpse paint.
Euronymous s'ispirò ai Sarcofago, band Thrash/Proto Black brasiliana che proprio in quel 1987 diede alle stampe il suo primo full lenght, divenuto cult, "I.N.R.I.".
Metalion: "Era ossessionato dai Sarcofago. Perché indossavano un sacco di borchie e il corpse paint. Diceva che ogni band voleva fosse così, perché era davvero contrario alla moda del Death Metal che arrivava dagli States e dalla Svezia. I gruppi Death suonavano dal vivo indossando delle tute da jogging e lui era davvero contrario a questo genere di cose"
Dopo di ciò, Euronymous cominciò ad adottare il make up e le borchie, imponendolo come modello per tutti. Impose anche lo stile musicale, visto che band come Darkthrone ed Immortal cambiarono sound dal Death al Black.
La stessa cosa è successa agli Emperor: avevano un gruppo che si chiamava Thou Shalt Suffer che faceva Death, poi cambiarono nome in Emperor per fare Black.
Tutta la scena norvegese comunque si basava su Euronymous. Li convinceva di cosa fosse giusto e cosa sbagliato. Diceva sempre quello che pensava, del seguire i propri istinti a quello che era veramente il Black come il corpsepaint e le borchie, adorare la morte ed essere estremi.
E’ questo ciò che diceva a tutti.
Metalion conosceva tutti o quasi i Blacksters della scena di Oslo, li aiutò a prendere coscienza di sé come gruppo, come persone accomunate da uno scopo: quello di creare, come detto, una scena originale. Andando oltre quello suonato da Venom, Bathory, Celtic Frost e la scena Death Floridiana (considerata moderata e da fighetti).
Da tutte le città e paesi della Norvegia i fan di questo nuovo terrificante suono prendevano contatti con Oslo, per lettera o per telefono.
Jon fu testimone anche dell’incontro tra Vikernes ed Aarseth: Varg non lo conosceva ancora nessuno, anche se aveva appena prodotto il suo disco d'esordio (l'omonimo).
Euronymous lo ascolta. E ne rimane estasiato, perché è estremo ed originale.
I due diventano immediatamente amici.
Visto che Euronymous gestiva un negozio di dischi (Helvete) ed una label indipendente dal 1989 (Deathlike Silence Productions) mise sotto contratto Burzum (che entrò anche a far parte dei Mayhem).
Il resto (incendi, omicidi, etc) è noto, ciò che mi preme sottolineare qui è che venne creata la musica e la scena più estrema di sempre.
Chissà se tutto questo senza Jon "Metalion" Kristiansen e la sua fanzine Slayer Mag...sarebbe stato possibile.
Per una lista di fanzine: Fanzine Rock & Metal
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