Freddie Mercury, nasce il 5 settembre 1946 a Zanzibar.
I suoi genitori indiani, migrarono nel Sud di Londra quando Freddie era poco più che adolescente.
Nel 1970, Freddie (voce e piano) fonda il gruppo Rock britannico dei Queen composto dal chitarrista Brian May, dal batterista Roger Taylor, dal bassista John Deacon.
Album in studio leggendari ma anche live la band sa il fatto suo: trattasi di veri e propri spettacoli teatrali, con Mercury leader indiscusso.
Non solo dal punto di vista vocale ma anche a livello "scenico".
I DISCHI
Nel 1973 i Queen pubblicarono il loro primo album, dall'omonimo titolo (Queen).
L'uscita dell'album fu anticipata dalla pubblicazione del singolo "Keep Yourself Alive", etichettato come "osceno" dai critici della rivista Rolling Stone.
A distanza di anni dalla sua pubblicazione, Queen sarebbe stato però considerato un ottimo album d'esordio. Il disco contiene anche "Seven Seas Of Rhye".
Nel febbraio del 1974 vide la luce Queen II, diviso in due, White Side e Black Side, composti rispettivamente da Brian May e Freddie Mercury.
Secondo molti trattasi di una specie di concept, incentrato sull'eterna lotta tra il bene ed il male.
Il singolo estratto fu la versione cantata di "Seven Seas Of Rhye", loro prima hit, che raggiunse in UK la top ten assestandosi alla decima posizione della classifica.
Il 1974 si rivelò comunque un anno più soddisfacente per la formazione inglese, soprattutto perché in ottobre riuscì a pubblicare Sheer Heart Attack, terzo album in studio.
Composto da una notevole varietà di stili musicali, il singolo più famoso tratto dall'album fu "Killer Queen", che raggiunse la seconda posizione, anche stavolta in Gran Bretagna.
Canzoni quali "Now I'm Here" e "Stone Cold Crazy" o "Brighton Rock" e "Tenement Funster" dimostrano tutta la varietà compositiva e di stile della band.
"Dear Friends" è una ballad invece.
Il 1975 fu l'anno dell'affermazione perchè la band incise l'album A Night At The Opera, l'album più costoso dell'epoca.
Il disco contiene una delle loro canzoni più celebri, "Bohemian Rhapsody", scritta da Freddie Mercury e accompagnata da quello che è definito il primo videoclip della storia: il brano rimase per ben nove settimane consecutive al primo posto della classifica inglese (eguagliando così "Diana" di Paul Anka, brano del 1957).
Una canzone dal testo criptico ed oscuro ancora oggi.
Notevoli furono anche i brani scritti dagli altri componenti, come "I'm In Love With My Car" di Roger Taylor, brano tra l'altro cantato proprio dal batterista, "The Prophet's Song", lunga suite di Brian May e "You're My Best Friend" di John Deacon.
L'album vende benissimo non solo in UK ma anche negli USA.
Nel 1976, dopo aver ottenuto un certo successo di critica e pubblico, i Queen si esibirono in un concerto gratuito ad Hyde Park, a Londra, dove si radunarono circa 176.000 persone.
In tale occasione furono presentati anche brani appartenenti al loro album successivo, A Day At The Races.
All'epoca il disco venne considerato non all'altezza del precedente, nonostante fosse di ottima qualità e contenesse brani molto apprezzati come "Somebody To Love", "Tie Your Mother Down" (pezzo forte di tutti i loro futuri concerti) e "The Millionaire Waltz", che prosegue l'eclettismo musicale di "Bohemian Rhapsody".
Il 1977 vide il nascere del movimento Punk, ma i Queen pubblicarono News Of The World, il loro sesto album, che si contraddistingue per sonorità più immediate e grezze e fu il loro secondo successo negli Stati Uniti.
L'album contiene le due hit, spesso suonate in occasione degli eventi sportivi, "We Are The Champions" e "We Will Rock You", rispettivamente scritte da Freddie Mercury e Brian May.
Anche "Sheer Heart Attack" di Roger Taylor e la ballata di John Deacon "Spread Your Wings" sono grandissimi successi.
Nel 1978 i Queen lanciarono Jazz, con un party sopra le righe, come nel loro solito stile, a New Orleans.
La stessa dissolutezza che veniva descritta in canzoni come "Don't Stop Me Now", la ritroviamo in quella festa. L'evento fu organizzato presso il Fairmont Hotel di New Orleans. Era il giorno di Halloween. Tutto intorno era abbastanza inquietante, tanto che Bob Hart, dell'etichetta discografica EMI, dichiarò che il party era a "tema stregoneria".
Nel libro "Rock Bottom: Dark Moments in Music Babylon", Pamela Des Barres dice che l'intrattenimento della festa includeva travestiti, spogliarelliste, incantatori di serpenti ed altri strani personaggi. E poi c'erano camerieri nudi, un tipo che mordeva le teste di polli vivi, modelle nude che lottavano tra di loro. Mercury aveva acquistato il miglior champagne e tenne compagnia ai suoi amici brindando con i calici in alto per tutta la serata. Si vocifera che spese circa 200.000 dollari.
Mentre nella sala principale tutti ballavano e si divertivano, nella stanza sul retro era stato allestito un privé intimo. Come lo stesso Mercury disse: "La maggior parte degli hotel offre ai propri ospiti il servizio in camera. Questo offre loro un servizio labbra".
Pare che girassero anche delle persone con in testa dei piatti pieni di cocaina.
Dal punto di vista musicale, l'album venne criticato dalla stampa e dai fans, non fu certo un buco nell'acqua ma neanche un capolavoro.
Tra le sue canzoni più famose ci sono "Fat Bottomed Girls", un Rock grezzo scritto da Brian May, "Bicycle Race", un pezzo che prende in giro miti e luoghi comuni dell'epoca ed accompagnato da un video (poi censurato) che presentava ragazze nude in bicicletta e la già citata "Don't Stop Me Now".
L'album contiene anche "Mustapha", la cui intro in arabo diventò un classico dei concerti negli anni 70 e la ballata "Jelaousy".
Dopo una lunga serie di concerti, nel 1979 uscì Live Killers, il loro primo album live.
La band non fu mai soddisfatta del risultato finale.
Nel 1980 i Queen compirono un'altra svolta stilistica, pubblicando l'album The Game.
Quest'album segnò la comparsa, per la prima volta su un album dei Queen, dei sintetizzatori tanto in voga negli anni 80, l'assenza dei quali era espressamente rimarcata nei credits degli album precedenti.
The Game contiene alcuni dei singoli più venduti della band inglese: "Crazy Little Thing Called Love", "Another One Bites The Dust", la ballad "Save Me" di Brian May.
The Game raggiunse per la prima volta il primo posto in classifica, sia in Gran Bretagna che negli Stati Uniti.
Nello stesso anno uscì un altro album molto sperimentale come Flash Gordon che fece da colonna sonora all'omonimo film di fantascienza.
Al termine del tour, nel 1982, i Queen si dedicarono alla registrazione dell'album successivo, Hot Space.
Il disco oltre al Rock, come il precedente, aveva suoni elettronici e Funk.
All'epoca venne considerato un tradimento dai fan della vecchia guardia, abituati all'Hard Rock.
Tuttavia non mancano pezzi Rock quali "Under Pressure", "Back Chat" e "Staying Power", la ballata "Las Palabras De Amor" e pezzi più aggressivi come "Put Out The Fire" ed "Action This Day".
Più o meno in questo periodo si spargono le voci di un ipotetico scioglimento ma nel 1984 esce The Works, che contiene ben quattro singoli: "Radio Ga Ga", la ballata "It's A Hard Life", "Hammer To Fall" e "I Want To Break Free".
Proprio quest'ultima avrebbe fatto nascere altre polemiche sui Queen.
Il video che l'accompagna, su idea della ragazza di Roger Taylor, vede i quattro travestiti come le protagoniste di una popolare serie inglese dell'epoca.
Giudicato molto divertente dagli inglesi, fu tacciato di cattivo gusto negli Stati Uniti e bandito dalle televisioni.
I singoli vendono bene ma non il resto dell'album.
Brian May: "Quando ci siamo travestiti per il video di "I Want To Break Free", in Inghilterra tutti l'hanno presa come una cosa divertente, ma in America non l'hanno mandata giù, e l'hanno considerata un grave affronto"
Nello stesso anno i Queen si esibirono a Sun City, in Sudafrica, dove allora vigeva il regime razzista dell'apartheid.
Per quella performance furono molto criticati, in patria e nel resto del mondo.
Il 1985 li vide protagonisti di due grandi eventi musicali.
Il 12 gennaio furono gli ospiti principali del Rock in Rio, dove suonarono davanti circa 300.000 persone, sia nella serata iniziale sia in quella finale del 19 gennaio.
Poi i Queen si esibirono a Wembley per una ventina di minuti.
A detta della stampa, del pubblico e degli altri musicisti presenti, per una volta d'accordo, la loro interpretazione fu memorabile e addirittura una delle migliori di tutti i tempi ("Radio Ga Ga", cantata da Freddie Mercury che guidava il battimani dell'intero stadio, è rimasta nella storia).
La partecipazione al Live Aid rivitalizzò i Queen, che pubblicarono il singolo "One Vision" facente parte di A Kind Of Magic uscito nel 1986, inoltre le composizioni fanno parte della colonna sonora del film Highlander.
Il singolo "A Kind Of Magic" arrivò primo in ben 35 nazioni e rilanciò in modo definitivo i Queen, che iniziarono il Magic Tour, il loro tour più grande e spettacolare.
In 26 date raccolsero circa un milione di spettatori, di cui 400.000 solo in Gran Bretagna.
Di particolare rilievo furono le date di Budapest, al Wembley Stadium (chiuso con l'inno inglese) e quella finale a Knebworth.
Dopo il Magic Tour, i Queen si presero una pausa di tre anni.
Freddie collaborò con il soprano Montserrat Caballé per registrare l'album Barcelona, la cui canzone omonima divenne tre anni dopo l'inno dei Giochi olimpici di Barcellona 1992.
Nel 1989 i Queen ritornarono con l'album The Miracle, che contiene ben cinque singoli tra cui la bellissima e trascinante "I Want It All" (terzo posto nelle classifiche) e la solare "The Miracle", che li lanciò verso il disco di platino negli USA.
Anche "The Invisibile Man", "Breakthru" e "Scandal" ebbero un ottimo successo.
L'assenza di un tour, e le sempre più rare apparizioni di Freddie in pubblico, alimentarono le speculazioni della stampa sulla salute del cantante.
Freddie si limitò a dire che la decisione di non compiere un tour era dovuta soltanto a lui, oltre che alla voglia di rompere il ciclo album/tour degli anni passati.
Nel 1991 uscì l'album Innuendo, forse il migliore dagli anni 80 in poi.
L'omonima canzone è una piccola opera Rock di sei minuti, composta di varie parti tra cui un assolo di flamenco (eseguito da Steve Howe, storico chitarrista degli Yes).
Il video di supporto al singolo fece storia.
"Headlong" e "I'm Going Slightly Mad" sono buoni successi.
"The Show Must Go On" è drammatica ed epica allo stesso tempo.
Infine "I Still Love You" (Vi amo ancora) è profetica: sembrano voler rappresentare quasi un ultimo saluto del cantante ai suoi fan.
Infine Made In Heaven, contenente registrazioni inedite e risalenti all'era Mercury, uscirà postumo nel 1995.
FREDDIE MERCURY: NIGHT, DROGA, ALCOOL E L'AIDS
Nello stesso anno di Innuendo (1991), le voci su Freddie Mercury malato di AIDS divennero sempre più insistenti sui quotidiani scandalistici, ma furono negate con altrettanta determinazione dal cantante, da sempre in lotta con la stampa per proteggere la propria privacy.
In particolare la morte di Nikolai Grishanovich, un suo amante, fece scatenare media e tabloid britannici.
L'autista, cuoco, amico ed assistente di Mercury, ovvero Peter Freestone, ricorda che Freddie quando non era impegnato a scrivere musica o ad esibirsi con i Queen, frequentava un nightclub per omosessuali dove praticava sesso spensierato.
Aveva la tessera di socio onorario e non solo indossava indumenti fetish ma beveva Vodka e si drogava con pastiglie e cocaina.
In quegli anni lo stesso Mercury diceva: "L’eccesso fa parte della mia natura. La noia è una malattia. Non sopporto di annoiarmi. Ho bisogno di pericolo ed emozione. Sono stato spesso ammonito di starmene lontano dai locali, perché sono troppo pericolosi. Ma io godo e non ho paura di espormi".
“Ho ideato il nome Queen e ne sono orgoglioso. Ero ben cosciente delle connotazioni gay, ma quello era soltanto un aspetto del tutto.”
Freestone: "Ha capito che qualcosa non andava quando sono apparse delle macchie scure intorno ai polsi. Per una settimana ha fatto finta di niente, poi ha fatto gli esami e in pochi giorni ha ottenuto i risultati.
Un giorno mi ha chiamato in cucina, ha chiuso la porta e mi ha detto: 'Peter, il mio tempo sta per finire. La vita mi ha dato tanto e adesso si prende tutto. Non sono solo sieropositivo. Ho l'AIDS e morirò di sicuro. Ma ho vissuto ogni secondo di questa esistenza"
Depresso e distrutto sia fisicamente che psicologicamente, Mercury si recava ugualmente in studio di registrazione e anche se aveva forti dolori al petto e alla gola continuava a cantare come nulla fosse, lasciando in eredità quanto più poteva della sua voce.
Finite le registrazioni Bryan e gli altri lo invitavano a cena ma lui rifiutava, aveva paura di mostrare il suo handicap nel mangiare.
Così un anno e mezzo prima di morire si era fatto forza e aveva deciso di convocare gli altri della band per confidargli che aveva l’AIDS.
Chiusi per un’ora in una stanza della sua casa londinese, il resto della band pallido in viso, ricevette la triste notizia da Freddie.
"Dopo le parole di Freddie ho sentito un freddo dentro le ossa che non proverò mai più" queste le parole di May.
Tutti i membri della band pallidi in viso abbassarono lo sguardo e in fila indiana andarono via, distrutti.
La scoperta della malattia e la diagnosi, l’AIDS (contratta forse nel 1986), spinsero Freddie a dare un taglio ad una vita dissoluta e piena di vizi.
Il male purtroppo avanzava e le sue forze con il tempo andavano esaurendosi.
Freddie era scioccato dal deperimento del suo corpo.
La barba non cresceva più e ogni movimento delle mandibole era dolorosissimo.
Altro punto dolente, negli ultimi mesi di vita del frontman dei Queen, era un buco/una ferita sotto la pianta del piede che gli impediva di appoggiarlo a terra.
Freestone: "Un giorno mi disse 'smettila di cucinare piccante tanto le mie papille gustative sono danneggiate, non sento più i sapori, tutto è uguale. Mangio il mio cibo preferito, quello indiano che tu mi prepari con tanta cura, e non sento più nulla. Ma che malattia è questa? Perché ti porta via qualcosa ogni giorno?'.
Tre settimane prima della fine, Freddie mi ha consegnato una busta zeppa di soldi per comprare un quadro da Christies: 30 mila sterline. Quando sono tornato con il quadro l'ho appeso in soggiorno e l'ho chiamato.
Freddie era nella sua stanza da letto al primo piano della casa di Londra.
Appena ha iniziato a scendere le scale s'è reso conto che le gambe non reggevano più.
Erano rigide, non si piegavano.
Allora sono salito, l'ho preso in braccio e l'ho portato giù perché potesse ammirare il dipinto che tanto voleva. Stava aggrappato al mio collo come un bimbo e diceva: 'Per fortuna gli occhi funzionano ancora'.
Sempre nello stesso periodo tornammo da un viaggio lampo in Francia.
Davanti al portone di casa mi disse: 'Questa è l'ultima volta che entro in casa mia. Non succederà più perché non uscirò mai più. Le mie forze si sono esaurite. Bisogna capire quando è il momento di dire basta'".
Mary Austin, amica e segretaria di Mercury, gli è rimasta a fianco fino all’ultimo minuto e in varie interviste ha raccontato quanto il cantante dei Queen fosse un gran combattente: "Si era reso conto che la morte stava arrivando e l’aveva affrontata con incredibile coraggio. Negli ultimi giorni ho visto la sua sofferenza. E’ stato tremendo.
Ricorderò per sempre Freddie con tanto amore e rispetto. Il suo coraggio ha resistito fino alla fine.”
Jim Hutton invece fu l'ultimo amante di Mercury ed anch'egli HIV positivo.
Morto nel 2010 a 61 anni per un tumore, Jim viene descritto da chi lo conosceva come una persona mite e introversa catapultata improvvisamente nel mondo mediatico senza volerlo.
Nel suo libro pubblicato nel 1994 intitolato “Mercury And Me” Jim racconta la sua storia con il famoso frontman dei Queen fino agli ultimi giorni di vita.
Jim era un parrucchiere al Savoy mentre Freedie una rockstar.
I due si incontrarono in un bar di South Kensington, il Cocobana; l’approccio fu di Freddie che gli voleva offrire da bere ma Jim inizialmente declinò l’invito.
Sarà poi l’inizio di una intensa storia d’amore.
Dopo alcuni mesi Jim diventò il giardiniere trasferendosi nella sua casa a Garden Lodge.
“Freddie era una persona tranquilla e riservata che amava andare in giro a fare shopping. Quando scoprì di essere HIV positivo mi spiegò che aveva delle notizie urgenti da comunicarmi.
La mia reazione fu di incredulità e naturalmente rimasi colpito anche per quel che riguardava la mia salute.
Mi disse che era in cura presso i migliori specialisti al mondo e che dovevo stare tranquillo.
Ma non realizzai che Freddie stava morendo.
Non volevo pensarci, anche perché Freddie era curato da altri ragazzi e tutti noi ci prendevamo cura di lui. Quando Freddie morì ero lì impotente, ricordo solo le parole del dottore: se fosse stato ricoverato in un ospedale non avrebbe ricevuto delle cure così attente come quelle ricevute in casa sua”.
L'ANNUNCIO AI FANS E LA MORTE (24 NOVEMBRE 1991)
Il 23 novembre 1991 Freddie Mercury annunciò ufficialmente al mondo di avere l'AIDS:
"Desidero confermare che sono risultato positivo al virus dell'HIV e di aver contratto l'AIDS.
Ho ritenuto opportuno tenere riservata questa informazione fino a questo momento al fine di proteggere la privacy di quanti mi circondano.
Tuttavia è arrivato il momento che i miei amici e i miei fan in tutto il mondo conoscano la verità e spero che tutti si uniranno a me, ai dottori che mi seguono e a quelli del mondo intero nella lotta contro questa terribile malattia".
"Non voglio cambiare il mondo, lascio che siano le mie canzoni ad esprimere le sensazioni e i sentimenti che provo ed ho provato.
Essere felici è il traguardo più importante per me, ora, e quando sono felice il mio lavoro lo dimostra. Alla fine tutti gli errori che ho commesso e tutte le relative scuse saranno da imputare solo a me: mi piace pensare di essere stato solo me stesso... Adesso voglio solamente avere tutta la gioia e la serenità possibili, e vivere quanta più vita possa, per tutto quel poco tempo che mi resta da vivere".
Freestone racconta le ultime ore di vita di Freddie Mercury (24 ore dopo il comunicato in mondovisione): "Quella sera del 24 novembre 1991 Freddie era steso immobile e incapace di parlare sul suo letto. Oramai non prendeva più farmaci anti AIDS ma solo dei potenti antidolorifici.
La visita di routine svolta dal medico durò circa dieci minuti.
Dopo aver accompagnato il medico alla macchina tornai in stanza da Freddie.
Appoggiandogli una mano sul petto mi accorsi che non respirava più, così corsi in strada per bloccare l’auto del dottore che di corsa risalì. Poco dopo il medico disse: Freddie se n’è andato. Fatale fu una polmonite complicata dall'AIDS".
I funerali si svolsero al Kensal Green Cemetery, Freddie fu cremato e le sue ceneri furono affidate a Mary Austin.
Secondo le sue ultime volontà, a lei diede la responsabilità di occuparsene facendole promettere di non rivelare a nessuno dove sarebbero state nascoste.
Per molti le ceneri furono sparse in parte nel Lago di Ginevra e in parte a Zanzibar, paese natale di Mercury. Altre voci provenienti dai fan del cantante di "Bohemian Rhapsody" davano, invece, per certa la sepoltura presso il Kensal Green Cemetery di Londra.
Una piccola targa individuata riporta infatti le seguenti parole:"'In Loving Memory Of Farrokh Bulsara. Pour Etre Toujours Pres De Toi Avec Tout Mon Amour" ("Così posso esserti sempre vicino con tutto il mio amore". Farrokh Bulsara era il vero nome di Freddie Mercury).
Questa targa con data di nascita e morte corrispondente a quelle di Mercury, è firmata con la lettera "M" e potrebbe riferirsi al nome di Mary Austin a cui Freddie dedicò la canzone "Love Of My Life".
La Austin però afferma che Freddie non è in quel cimitero e dice di averle lasciate alla Cappella del Commiato per un pò di tempo: "Ma non saprete mai dove sono".
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