I Rage Against The Machine si formarono nel 1991 grazie a Tom Morello e Zach De La Rocha.
Furono una delle prime band a mischiare Rock/Metal con il Rap, influenzando quella che poi sarà la scena Nu Metal a fine anni 90.
L'esordio avviene nel 1991 con l'album omonimo "Rage Against The Machine", impregnato (come anche altri pezzi negli anni successivi) di messaggi contro il sistema e la politica (loro si sono sempre dichiarati di sinistra, quella attivista e rivoluzionaria).
Riguardo questo album noi ci soffermeremo principalmente sul testo di "Killing In The Name" ma si possono citare anche le canzoni "Know Your Enemy" o "Freedom" (atta a protestare contro l'incarcerazione dell'attivista politico Leonard Peltier che si battè per i diritti dei diritti americani venendo arrestato nel 1977 e condannato a 2 ergastoli per l'omicidio di 2 agenti della FBI).
A livello strettamente musicale non si può sorvolare sulle ottime "Bombtrack", "Settle For Nothing" ed ovviamente "Bullet In The Head".
Nel disco, il chitarrista Tom Morello utilizzò tecniche particolari per cambiare radicalmente il suono emesso dalla sua chitarra per ottenere suoni simili a sintetizzatori.
Tant'è vero che nelle note di copertina dell'album il gruppo fu costretto a scrivere: "no samples, keyboards or synthesizers used in the making of this record" (cioè "nessun campionatore, tastiera o sintetizzatore è stato utilizzato durante la realizzazione di questo disco".
Come detto, il singolo apripista dell'album fu la nota "Killing In The Name" che ebbe un notevole successo commerciale.
La versione americana del brano fu di un minuto più corta di quella originale.
Ciò fu dovuto alla rimozione della frase "Fuck you I won't do what you tell me" ("Vaffanculo, non farò quello che mi ordini"), ripetuta ben 16 volte.
La canzone urla contro le forze dell’ordine statunitensi dopo che si era sparsa la voce che alcuni di loro fossero seguaci del Ku Klux Klan.
Sostanzialmente si tratta di organizzazioni segrete esistenti negli USA con finalità terroristiche, razziste e che propugnano la superiorità della razza bianca.
Le prime due sillabe che compongono il nome del gruppo significano cerchia.
I membri del Ku Klux Klan nel tempo si sono sempre più accostati a ideali nazionalisti e discriminatori che spesso sono d'estrema destra, quali il razzismo, l'antisemitismo e l'anticristianesimo (uno dei loro simboli erano/sono le croci bruciate), l'omofobia e l'anticomunismo.
Cerimonia d'iniziazione: "Il Ku Klux Klan è stato creato per rigenerare il nostro sventurato paese e per riscattare la razza bianca dall'umiliante condizione in cui è stata recentemente precipitata dalla nuova repubblica. Il nostro principale e fondamentale obiettivo consiste nel mantenimento della supremazia della razza bianca in questo paese. La storia e la fisiologia ci insegnano che noi apparteniamo ad una razza che la natura ha gratificato con una evidente superiorità su tutte le altre razze, e che il Creatore...ha inteso affidarci un dominio sopra le razze inferiori. Questa nostra Patria è stata fondata dalla razza bianca e per la razza bianca, e ogni tentativo di trasferire questo controllo sulla nazione a favore di razze inferiori come la negra, va palesemente contro il volere divino e costituisce una violazione della Costituzione. L'uguaglianza sociale dovrà dunque essere bandita per sempre, perché essa rappresenta un passo pericoloso verso l'uguaglianza politica o, peggio, verso i matrimoni misti e la produzione di una sottospecie di bastardi e di degenerati..."
"La band appunto, si chiedeva nella canzone: uccidere per conto di chi?
"Killing in the name of!" "Uccidere per conto di qualcuno!".
Per conto di chi uccidono le forze dell’ordine? Per la giustizia o per la pace? O per qualcosa o qualcun altro? Nel nome di chi?
Negli anni 90, si era sparsa appunto la voce che alcuni membri della polizia fossero seguaci del Ku Klux Klan.
"Some of those that work forces are the same that burn crosses"
"Alcuni di loro che lavorano per le forze sono gli stessi che bruciano le croci".
E’ in questo verso, ripetuto più volte durante la canzone, il chiaro riferimento al Ku Klux Klan. Infatti, il simbolo del KKK è proprio una croce che brucia. Il sistema è ormai compromesso.
"And now you do what they told ya but now you do what they told ya well now you do what they told ya"
"E ora fai ciò che ti hanno detto!". Ripetuto ben 11 volte. Ora la società si sta conformando. La paura cresce e proprio per non andar contro ai potenti li assecondano per non subirne ripercussioni. Concetti che si collegano perfettamente agli scopi del KKK.
"You justify those that died by wearing the badge, they’re the chosen whites"
"Tu giustifichi coloro che sono morti per aver indossato l’emblema della nazione, sono i bianchi eletti". Ennesime giustificazioni per ribadire il concetto sbagliato che ciò che si fa in nome della propria nazione è lecito.
"F**k you, I won’t do what you tell me"
"V********o, non farò ciò che mi dite!". E’ questo il grido finale ripetuto 16 volte.
In seguito la band intraprese un tour al supporto del disco e durante un concerto a Filadelfia nel 1993, i quattro apparvero nudi sul palco per 15 minuti, con le bocche chiuse dal nastro adesivo, e una lettera per ciascuno sul petto a formare la sigla "PMRC" (Parents Music Resource Center, il comitato responsabile della censura sugli album discografici negli USA).
Tom Morello: "Dopo 10 minuti la folla divenne selvaggiamente ostile e la gente iniziò a gettarci roba addosso"
Nel 1996 uscì "Evil Empire", che debuttò al primo posto di Billboard.
Le canzoni "People Of The Sun" e "Bulls On Parade" furono un grande successo.
Al Saturday Night Live il loro concerto fu però subito interrotto, dopo che la band aveva tentato di capovolgere le bandiere americane sui loro amplificatori.
Fecero ciò per protestare contro l'ospite Steve Forbes, all'epoca candidato repubblicano alla Casa Bianca.
Gli organizzatori avevano già avvisato la band che "Bullet In The Head", nel caso fosse stata suonata, sarebbe stata silenziata.
De la Rocha : "Per me, in quanto artista, è importante chiarire ai governi degli Stati Uniti e del Messico che, nonostante la strategia di paura ed intimidazione agli stranieri, nonostante le loro armi, nonostante le loro leggi sull'immigrazione e le riserve militari, non saranno mai in grado di isolare le comunità zapatiste dal popolo degli Stati Uniti"
Nel 1999 esce "The Battle Of Los Angeles", terzo album in studio della band.
Tra i suoi brani più noti troviamo: "Testify", il cui video promozionale scherniva Al Gore e George W. Bush proprio durante il periodo delle elezioni USA del 2000; "Sleep Now In The Fire", che critica duramente lo sgancio delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki e il Napalm utilizzato in Vietnam; "Voice Of The Voiceless", è invece dedicata a Mumia Abu Jamal (attivista afro-americano membro dell'organizzazione "Pantere Nere").
Forse il brano principale dell'album però è "Guerrilla Radio".
Tornando a "Sleep Now In The Fire" il video venne girato sui gradini del Federal Hall National Memorial, di fronte al NYSE (borsa di New York) nel centro di Manhattan. La band invitò i fan a unirsi a loro nelle riprese: arrivarono circa 300.
La polizia tentò durante le riprese di togliere il basso a Tim Commerford che non voleva smettere di suonare.
Il regista del video Michael Moore venne arrestato durante le riprese del video: nonostante disponessero di un permesso federale per suonare lì.
Nel video si vedono normali fan dei Rage Against The Machine, ma ci sono anche tante persone in giacca e cravatta presumibilmente dipendenti di Wall Street che si dimenano con la musica che esce dalle casse mentre il gruppo mima sugli strumenti.
Tutto quel movimento attirò centinaia di poliziotti, che non avevano perso tempo nel tentare di bloccare le riprese.
In seguito un sergente di polizia aveva staccato la chitarra di Morello, rimanendo chiaramente confuso quando la musica non si era fermata, dato che veniva diffusa a parte per le riprese.
Morello: "Lo sguardo sul suo volto somigliava a quello di un cavernicolo che vede il fuoco per la prima volta"
Commerford alla fine fu convinto a smettere di suonare e fu arrestato dopo una breve colluttazione.
Finite le riprese, i membri della band, insieme a molti dei loro fan, presero d'assalto le porte del NYSE. De la Rocha venne allontanato dopo essere riuscito ad entrare per un attimo attraverso una porta laterale. Poi riuscirono a costringere il NYSE a chiudere per qualche ora, per questioni di sicurezza.
Nel 1999 suonarono anche al festival intitolato Woodstock 1999 ed anche in quest'occasione bruciarono la bandiera americana, in segno di protesta.
Il 26 gennaio 2000 si esibirono dal vivo davanti a Wall Street con il New York Stock Exchange che dovette chiudere i battenti, per il disagio provocato dalla folla che guardava il concerto.
Verso la fine del 2000, subito dopo la pubblicazione di "Renegades" (ultimo album in studio però comprendente cover) e la vittoria alla Casa Bianca di George W. Bush, Zack de la Rocha lasciò la band per intraprendere una carriera solista.
I Rage Against The Machine, a parte qualche concerto live, finirono qui.
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