"Death to false Metal"
Manowar formatisi a New York nel 1980, il cui nome è sempre stato oggetto di controverse: il riferimento era comunque alla guerra.
"Nave da guerra" (era una tipologia di nave) o "Uomo di guerra"?
Ad ogni modo, al di là del significato del loro nome, parliamo di una band di successo ma molto controversa che soprattutto negli anni 80 (ma anche nei 90) seppe dividere i metallari stessi in due tronconi: gente che li amava e gente che li odiava.
Alla base di tutto il pensiero della band (essere gli unici a suonare in un certo modo) e i temi trattati: True Metal, guerra, gloria, sangue, lealtà, onore, mitologia norrena.
Accusati a più riprese di fascismo, nazismo, machismo, xenofobia, propaganda della violenza e della guerra.
Anche gli animalisti s'incazzarono per alcune dichiarazioni di Eric Adams che non ha mai nascosto la sua grande passione per la caccia e per l'uccisione di animali (ha sempre detto che preferisce uccidere animali e mangiarli piuttosto che andare a comprare).
Per i Manowar la provocazione fu il loro cavallo di battaglia, riuscendo (con il tempo) a diventare una band forse più odiata che amata. Per loro l'Heavy Metal va oltre la musica: è uno stile di vita.
"Other band play, Manowar kills"
Inoltre il rapporto con i propri fans era viscerale viste le continue dediche, ad esempio: "In our eyes, you're Immortal".
La band ha sempre autocelebrato i propri record: per il volume più alto di decibel registrato on stage, per un concerto dalla durata di di 5 ore (oltre 50 canzoni in scaletta) a Kavarna nel 2008, per il primo contratto firmato col sangue, per esser stati i primi a registrare in 18 lingue diverse, i primi a costruirsi gli strumenti da sè, i primi ad auto-organizzarsi un proprio festival, etc
La storia dei Manowar iniziò grazie al bassista Joey DeMaio, che lavorava come tecnico del basso e responsabile degli effetti pirotecnici per i Black Sabbath nel tour di Heaven And Hell.
A lui si aggiunsero il chitarrista Ross The Boss, il vocalist Eric Adams e il batterista Karl Kennedy.
Quest'ultimo, dopo i primi concerti e il primo demo, fu sostituito da Donnie Hamzik.
Fin dai tempi di "Into Glory Ride" i Manowar hanno tracciato una barriera: noi di qua, tutti gli altri di là. True contro false, metallers contro posers.
I componenti si sono sempre vantati di aver mantenuto una loro identità musicale, senza mai vendersi alle mode.
Proponendosi come difensori dello spirito del metal, affermarono di essere uno dei pochi gruppi a suonare True Metal, ovvero un genere incontaminato e quindi nettamente migliore rispetto a ogni altro proposto da altri gruppi.
Subendo anche le prime contestazioni, i Manowar iniziarono ad attaccare verbalmente altri artisti, in particolare quelli emergenti, elencandone i difetti e le incongruenze col genere Metal.
Questi gruppi furono definiti di bassa qualità, noiosi, finti e, in breve, incapaci quindi posers.
DeMaio: "Noi suoniamo Metal puro, vedete. Noi non suoniamo stronzate commerciali"
DeMaio: "I Manowar sono una band davvero unica e particolare, non etichettabile in uno stile stereotipato, e musicalmente molto potente. Se si sceglie di percorrere senza compromessi la via che abbiamo intrapreso, sarà sempre difficile non incontrare ostacoli, preservare la nostra originalità. E’ molto più semplice adeguarci alla massa, alle leggi del business, ma noi crediamo fermamente in ciò che facciamo, non vogliamo confonderci con la mediocrità che c'è in giro. Come puoi facilmente immaginare, in ogni lavoro esiste chi è compiacente nei confronti del principale, riuscendo così a far carriera, mentre altri che rifiutano un atteggiamento del genere non lo fanno. Noi possiamo essere paragonati a questi ultimi.
Il vero problema è quello di trovare qualcuno in grado di competere con noi. Molti gruppi si rifiutano di considerare Manowar come support band per i loro tour: credi che si preoccuperebbero tanto se fossimo degli inetti e il pubblico fosse indifferente nei nostri confronti? La verità è che sempre, nella storia, i grandi personaggi hanno avuto molti nemici. Chi ebbe più nemici di Cesare? Se domini il mondo avrai molta gente accanto a te ma altrettanti oppositori. Questo fa parte del corso della vita: il bene si accompagna sempre al male, non puoi disgiungerli"
DeMaio: "Ogni giorno, ti svegli ed esci dal letto ben sapendo che della merda sta aspettando proprio te. Ogni giorno è una lotta, una battaglia e tu ti devi preparare per queste battaglie, per queste guerre. Devi essere preparato. Ed ecco dove entra in scena lo spirito dei Manowar. È per tutti, sia uomini che donne, che abbiano uno spirito combattivo. Allora, o tu combatti, e per vincere, o alzi le mani e ammetti che sei fottuto"
Anche l'iconografia e l'estetica fece la sua parte: negli anni 80 i Manowar si ricoprono di pellicce, borchie e proclamano il Verbo del Metallo.
"Ehi amico, se ascolti Metal non sei solo, ci siamo anche noi; se ascolti Metal non ascolti solo la mia stessa musica, sei mio fratello"
DeMaio: "Mi piace tutto il metal estremo, mi piace tutto il Death Metal, mi piace il Black Metal, mi piace tutto di questi. Tutto ciò che viene dal cuore ed è puro e Heavy, è buono. Non mi piace nessuna di queste schifezze Nu Metal, sono solo merda"
La casa discografica mette a disposizione dei Manowar una grande casa con piscina, sala prove e tutte le comodità possibili e il gruppo inizia subito a suonare.
La casa viene usata anche per dei giganteschi party a base di alcool, musica e soprattutto belle ragazze, tanto da essere ribattezzata “Animal House".
Poi la band inizia a registrare il primo disco.
Il primo problema da affrontare per la band riguarda la parte parlata di "Dark Avenger" che richiede un tipo di voce molto bassa; il problema viene risolto dal manager della band, Bob Aucoin, che, tra l’incredulità del gruppo, riesce a contattare addirittura il grande regista Orson Wells.
Tutte queste idee confluiranno in "Battle Hymns" e nella maestosa titletrack. La prima parte è più a tema motociclistico ("Fast Taker", "Shell Shock"), invece la seconda parte un po' più epica con "Dark Avenger", l'auto-esaltazione "Manowar" e la già citata titletrack. Il basso è molto presente nel disco.
Sulla cover del disco vediamo raffigurata un'aquila, vista da alcuni come un simbolo nazista, a causa della sorprendente somiglianza con la grande scultura usata dai nazisti ai loro raduni di Norimberga. Persino la ben nota ammirazione della band per Richard Wagner venne (probabilmente) fraintesa da alcuni critici.
La band comunque parte per un tour di spalla a Ted Nugent e Pat Travers, ma viene cacciata quasi subito; la potenza dei Manowar rischia di oscurare i gruppi principali (questo a dire di DeMaio e soci).
Dopo quello che è successo con Nugent nessun gruppo vuole i Manowar come gruppo spalla, così i quattro sono costretti a organizzarsi un mini tour da soli; anche qui i problemi non mancano, molti locali non fanno suonare la band per via dei volumi pazzeschi che è solita usare.
Intanto in Europa,e soprattutto in Germania ed Inghilterra, i Manowar stanno diventando uno dei gruppi più amati dai kids grazie anche all’immagine epica che li accompagna.
La band aumenta la sua fama di gruppo “pericoloso” grazie alle dichiarazioni dei suoi componenti, che afferman che i Manowar sono i veri re del Metal dichiarando guerra al falso metallo.
Donnie Hamzik lascia la band, venendo sostituito da Scott Columbus.
La band firma per la Music For Nation (negli Stati Uniti la band firma per la neonata Megaforce, un contratto con il proprio sangue) e registra "Into Glory Ride", ricordato per "Gates Of Valhalla", "Warlord" e "Secret Of Steel".
La storia dei Manowar iniziò grazie al bassista Joey DeMaio, che lavorava come tecnico del basso e responsabile degli effetti pirotecnici per i Black Sabbath nel tour di Heaven And Hell.
A lui si aggiunsero il chitarrista Ross The Boss, il vocalist Eric Adams e il batterista Karl Kennedy.
Quest'ultimo, dopo i primi concerti e il primo demo, fu sostituito da Donnie Hamzik.
Fin dai tempi di "Into Glory Ride" i Manowar hanno tracciato una barriera: noi di qua, tutti gli altri di là. True contro false, metallers contro posers.
"Se non ti piace il Metal non sei mio amico"
I componenti si sono sempre vantati di aver mantenuto una loro identità musicale, senza mai vendersi alle mode.
Proponendosi come difensori dello spirito del metal, affermarono di essere uno dei pochi gruppi a suonare True Metal, ovvero un genere incontaminato e quindi nettamente migliore rispetto a ogni altro proposto da altri gruppi.
Subendo anche le prime contestazioni, i Manowar iniziarono ad attaccare verbalmente altri artisti, in particolare quelli emergenti, elencandone i difetti e le incongruenze col genere Metal.
Questi gruppi furono definiti di bassa qualità, noiosi, finti e, in breve, incapaci quindi posers.
DeMaio: "Noi suoniamo Metal puro, vedete. Noi non suoniamo stronzate commerciali"
DeMaio: "I Manowar sono una band davvero unica e particolare, non etichettabile in uno stile stereotipato, e musicalmente molto potente. Se si sceglie di percorrere senza compromessi la via che abbiamo intrapreso, sarà sempre difficile non incontrare ostacoli, preservare la nostra originalità. E’ molto più semplice adeguarci alla massa, alle leggi del business, ma noi crediamo fermamente in ciò che facciamo, non vogliamo confonderci con la mediocrità che c'è in giro. Come puoi facilmente immaginare, in ogni lavoro esiste chi è compiacente nei confronti del principale, riuscendo così a far carriera, mentre altri che rifiutano un atteggiamento del genere non lo fanno. Noi possiamo essere paragonati a questi ultimi.
Il vero problema è quello di trovare qualcuno in grado di competere con noi. Molti gruppi si rifiutano di considerare Manowar come support band per i loro tour: credi che si preoccuperebbero tanto se fossimo degli inetti e il pubblico fosse indifferente nei nostri confronti? La verità è che sempre, nella storia, i grandi personaggi hanno avuto molti nemici. Chi ebbe più nemici di Cesare? Se domini il mondo avrai molta gente accanto a te ma altrettanti oppositori. Questo fa parte del corso della vita: il bene si accompagna sempre al male, non puoi disgiungerli"
DeMaio: "Ogni giorno, ti svegli ed esci dal letto ben sapendo che della merda sta aspettando proprio te. Ogni giorno è una lotta, una battaglia e tu ti devi preparare per queste battaglie, per queste guerre. Devi essere preparato. Ed ecco dove entra in scena lo spirito dei Manowar. È per tutti, sia uomini che donne, che abbiano uno spirito combattivo. Allora, o tu combatti, e per vincere, o alzi le mani e ammetti che sei fottuto"
Anche l'iconografia e l'estetica fece la sua parte: negli anni 80 i Manowar si ricoprono di pellicce, borchie e proclamano il Verbo del Metallo.
"Ehi amico, se ascolti Metal non sei solo, ci siamo anche noi; se ascolti Metal non ascolti solo la mia stessa musica, sei mio fratello"
DeMaio: "Mi piace tutto il metal estremo, mi piace tutto il Death Metal, mi piace il Black Metal, mi piace tutto di questi. Tutto ciò che viene dal cuore ed è puro e Heavy, è buono. Non mi piace nessuna di queste schifezze Nu Metal, sono solo merda"
I DISCHI
Nel novembre del 1981 la band si trasferisce in Florida con l’intenzione di iniziare le registrazione a dicembre.La casa discografica mette a disposizione dei Manowar una grande casa con piscina, sala prove e tutte le comodità possibili e il gruppo inizia subito a suonare.
La casa viene usata anche per dei giganteschi party a base di alcool, musica e soprattutto belle ragazze, tanto da essere ribattezzata “Animal House".
Poi la band inizia a registrare il primo disco.
Il primo problema da affrontare per la band riguarda la parte parlata di "Dark Avenger" che richiede un tipo di voce molto bassa; il problema viene risolto dal manager della band, Bob Aucoin, che, tra l’incredulità del gruppo, riesce a contattare addirittura il grande regista Orson Wells.
Tutte queste idee confluiranno in "Battle Hymns" e nella maestosa titletrack. La prima parte è più a tema motociclistico ("Fast Taker", "Shell Shock"), invece la seconda parte un po' più epica con "Dark Avenger", l'auto-esaltazione "Manowar" e la già citata titletrack. Il basso è molto presente nel disco.
Sulla cover del disco vediamo raffigurata un'aquila, vista da alcuni come un simbolo nazista, a causa della sorprendente somiglianza con la grande scultura usata dai nazisti ai loro raduni di Norimberga. Persino la ben nota ammirazione della band per Richard Wagner venne (probabilmente) fraintesa da alcuni critici.
La band comunque parte per un tour di spalla a Ted Nugent e Pat Travers, ma viene cacciata quasi subito; la potenza dei Manowar rischia di oscurare i gruppi principali (questo a dire di DeMaio e soci).
Dopo quello che è successo con Nugent nessun gruppo vuole i Manowar come gruppo spalla, così i quattro sono costretti a organizzarsi un mini tour da soli; anche qui i problemi non mancano, molti locali non fanno suonare la band per via dei volumi pazzeschi che è solita usare.
Intanto in Europa,e soprattutto in Germania ed Inghilterra, i Manowar stanno diventando uno dei gruppi più amati dai kids grazie anche all’immagine epica che li accompagna.
La band aumenta la sua fama di gruppo “pericoloso” grazie alle dichiarazioni dei suoi componenti, che afferman che i Manowar sono i veri re del Metal dichiarando guerra al falso metallo.
Donnie Hamzik lascia la band, venendo sostituito da Scott Columbus.
Da "Battle Hymn":
"Sound of charge into glory ride
Over the top of their vanguished pride
By moonlight we ride
Ten thousands side by side
Kill! Kill!
Kill! Kill!
Kill! Kill!
Kill! Kill!"
La band firma per la Music For Nation (negli Stati Uniti la band firma per la neonata Megaforce, un contratto con il proprio sangue) e registra "Into Glory Ride", ricordato per "Gates Of Valhalla", "Warlord" e "Secret Of Steel".
Monumentale anche l'esaltante "Revelation (Death's Angel)" e il finale di "March For Revenge (By The Soldiers Of Death). Verrà creato anche il primo video clip: "Gloves Of Metal".
Durante le session di registrazione i Manowar incidono anche "Defender", che esce come singolo nel 1983.
Il successo riscosso da "Into Glory Ride" in Inghilterra è notevole, così la band decide di dedicare il nuovo album ai fans inglesi, nasce così "Hail To England" (1984).
Il disco verrà registrato in soli 6 giorni, malgrado ciò la titletrack, "Army Of The Immortals" (dedicata ai propri fans), la potente "Kill With Power" riscuoteranno un grande successo. Chiaramente non possono essere dimenticate anche l'opener "Blood Of My Enemies", "Each Dawn I Die" e l'epica e malvagia "Bridge Of Death".
La band s'imbarcherà anche in un lungo tour in terra albionica.
Finito il tour inglese la band torna in patria e, viste le richieste della nuova etichetta, la Ten Records, torna in studio per registrare una nuova canzone da aggiungere al materiale già pronto; la nuova canzone diventa la title track del nuovo album "Sign Of The Hammer" uscito sempre nel 1984.
Esce anche il singolo "All Men Play On 10" (canzone molto cadenzata).
Le influenze Epic Metal sono sempre più marcate e riscontrabili nell'epica "Guyana (Cult Of The Damned", l'inno "Thor (The Powerhead)", la trascinante "Mountains", "The Oath" o "Animals".
La band gira in lungo e in largo suonando ovunque ce ne sia la possibilità, intanto iniziano a sorgere dei problemi con la loro etichetta.
DeMaio: "Tutto è iniziato dai contrasti con la Ten Records, una label assolutamente incapace di promuovere una Heavy Metal band. Volevano interferire nelle nostre scelte musicali, non accettavano il nostro look, pretendevano di spersonalizzarci, e i Manowar non accettano di essere trasformati in una band ‘qualsiasi’. Così la Ten Records ha rescisso il nostro contratto"
I Manowar firmano con l’Atlantic Records e tre anni dopo (1987) registrano il nuovo album: "Fighting The World", finalmente è possibile udire una produzione degna di questo nome (uno dei primi album Metal completamente in digitale).
La band include sull’album una nuova versione di "Defender" in memoria dell’amico Orson Wells (morto nel 1985). L’Atlantic fa un gran lavoro di promozione e la band fa il grande salto di qualità, diffondendo il verbo del True Metal in tutto il mondo (in Germania soprattutto).
La band registra un altro video "Blow Your Speakers"; "Carry On", la più commerciale "Blow Your Speakers", "Holy War"e "Black Wind, Fire And Steel" sono assolutamente da ascoltare.
Intanto la stampa musicale continua a parlare male del gruppo o, nel migliore dei casi, ad ignorarli, mentre i kids li amano sempre di più.
Nel 1988 esce uno dei dischi più amati: "Kings Of Metal".
Con questo disco il gruppo si attira addosso un sacco di critiche, quelle delle femministe per la canzone "Pleasure Slave" (che etichetta le donne come schiave dell'uomo. Curiosamente nella nuova edizione del disco dove i brani sono stati risuonati, la canzone è stata estromessa dalla scaletta; anche se per la verità si è sempre trattato di una bonus track) e quelle di di nazismo per una frase contenuta nel testo di "Blood Of The Kings" che recita "Back To The Glory Of Germany".
La titletrack, la ballad "Heart Of Steel", "The Crown And The Ring" e il suo bellissimo organo, "The Warrior's Prayer" e la stupenda "Hail And Kill" sono suonate ancora oggi.
La band inizia un tour estenuante che li porta a suonare ovunque ma a metà del tour Ross The Boss annuncia la sua decisione di lasciare la band.
Finito il lunghissimo tour di supporto a "Kings Of Metal" iniziano i primi screzi tra i Manowar e l’Atlantic. Nel 1990 Scott Columbus è costretto a lasciare la band a causa delle condizioni di suo figlio, malato di leucemia.
E’ lo stesso Scott a consigliare come suo sostituto Rhino, un ragazzo di origine indiana dotato di una tecnica e di una velocità che si adattano perfettamente allo stile dei Manowar.
Il cambio del batterista sarà sancito da un rogo, dove il nuovo venuto riceve la "Drums Of Doom" da Scott e brucia la sua vecchia batteria.
"Triumph Of Steel" del 1992 ripresenta i Manowar al pubblico al massimo della forma, stupendo tutti con una canzone di addirittura 28 minuti: "Achilles, Agony And Ecstasy In Eight Parts" (sicuramente ripetitiva in alcuni tratti).
Il singolo tratto da questo disco è il midtempo "Metal Warriors", di cui la band gira anche un video.
Anche la veloce "Ride The Dragon", "The Power Of Thy Sword" (e la sua orchestra) e l'epica ballad "Masters Of The Wind" sono da menzionare.
Il contratto con l’Atlantic è scaduto e la band si guarda bene dal rinnovarlo, preferendo firmare per la Geffen. Poi David Shankle lascia la band, per essere sostituito da Karl Logan.
Rhino rilascia il posto a Scott che torna nella band perchè il figlio è guarito.
Bisogna aspettare 4 anni ma alla fine, preceduto dal singolo "Return Of The Warlord", esce il nuovo disco: "Louder Than Hell".
Il calo inizia ad essere evidente malgrado qualche discreta intuizione quale "Brothers Of Metal Part I", "My Spirit Lives On", "Courage" e soprattutto "The Power" ed "Outlaw".
Il gruppo inizia ad avere dei problemi anche con la Geffen, ora assorbita dalla Universal Records.
Il seguente live album, "Hell On Wheels", arriva a colmare un vuoto nella discografia dei Manowar: i live show.
Il gruppo lascia la Universal e firma un contratto con la Nuclear Blast in Europa e con la Metal Blade per gli U.S.A. La prima uscita per le nuove etichette è un altro live album: "Hell On Stage", dove i nostri registrano altri show in Europa e dove la band suona canzoni che non si sentivano più dal vivo da molto tempo.
Bisogna aspettare 6 lunghi anni prima di poter avere tra le mani un nuovo album del gruppo, ma nel 2002 esce la nuova fatica della band: "Warriors Of The World", preceduta dal singolo "Warriors Of The World United".
La band ha speso molto tempo per la realizzazione di questo album ma, come spiega Joey, i Manowar non fanno uscire dischi tanto per fare soldi, ogni volta che esce un loro prodotto vogliono essere sicuri che i loro fans spendano bene i loro soldi.
Oltre al proprio studio personale, Joey ha anche creato una sua etichetta personale, la Dream Circle, con lo scopo di produrre band emergenti.
Oltre al singolo menzionato prima, anche "House Of Death", la ballad "Swords In The Wind" e "Call To Arms" ottengono un buon successo. Idem la cover "Nessun Dorma".
Poi i clichè sono sempre i soliti come si può facilmente evincere da titoli quali "Fight Until We Die", "Call To Arms", etc
Nel 2003 Joey DeMaio fondò un'etichetta discografica, la Magic Circle Music, che divenne la casa ufficiale della band, con questa nel 2007 esce "Gods Of War" che a dire della band è un tributo ad Odino.
Il lavoro più Epico (e sinfonico) degli ultimi album, presenta un'alternanza di parti interamente orchestrali ("Overture To Odin") e di parti narrate ("The Ascension", "The Blood Of Odin", "Glory Majesty Unity"), passando per canzoni veloci e potenti ("The Sons Of Odin") inframmezzate da lente ballate ("Blood Brothers") e da inni epici ("Sleipnir", la bellissima e forse un po' commerciale "Gods Of War" ma soprattutto la lenta e trascinante "Hymn Of The Immortal Warrior" poi in anni successivi dedicata allo scomparso Scott Columbus).
Il grosso problema del disco non sono tanto i violini e le trombe ma i 73 minuti di durata (davvero troppo).
Durante le session di registrazione i Manowar incidono anche "Defender", che esce come singolo nel 1983.
Il successo riscosso da "Into Glory Ride" in Inghilterra è notevole, così la band decide di dedicare il nuovo album ai fans inglesi, nasce così "Hail To England" (1984).
Il disco verrà registrato in soli 6 giorni, malgrado ciò la titletrack, "Army Of The Immortals" (dedicata ai propri fans), la potente "Kill With Power" riscuoteranno un grande successo. Chiaramente non possono essere dimenticate anche l'opener "Blood Of My Enemies", "Each Dawn I Die" e l'epica e malvagia "Bridge Of Death".
La band s'imbarcherà anche in un lungo tour in terra albionica.
Finito il tour inglese la band torna in patria e, viste le richieste della nuova etichetta, la Ten Records, torna in studio per registrare una nuova canzone da aggiungere al materiale già pronto; la nuova canzone diventa la title track del nuovo album "Sign Of The Hammer" uscito sempre nel 1984.
Esce anche il singolo "All Men Play On 10" (canzone molto cadenzata).
Le influenze Epic Metal sono sempre più marcate e riscontrabili nell'epica "Guyana (Cult Of The Damned", l'inno "Thor (The Powerhead)", la trascinante "Mountains", "The Oath" o "Animals".
La band gira in lungo e in largo suonando ovunque ce ne sia la possibilità, intanto iniziano a sorgere dei problemi con la loro etichetta.
DeMaio: "Tutto è iniziato dai contrasti con la Ten Records, una label assolutamente incapace di promuovere una Heavy Metal band. Volevano interferire nelle nostre scelte musicali, non accettavano il nostro look, pretendevano di spersonalizzarci, e i Manowar non accettano di essere trasformati in una band ‘qualsiasi’. Così la Ten Records ha rescisso il nostro contratto"
I Manowar firmano con l’Atlantic Records e tre anni dopo (1987) registrano il nuovo album: "Fighting The World", finalmente è possibile udire una produzione degna di questo nome (uno dei primi album Metal completamente in digitale).
La band include sull’album una nuova versione di "Defender" in memoria dell’amico Orson Wells (morto nel 1985). L’Atlantic fa un gran lavoro di promozione e la band fa il grande salto di qualità, diffondendo il verbo del True Metal in tutto il mondo (in Germania soprattutto).
La band registra un altro video "Blow Your Speakers"; "Carry On", la più commerciale "Blow Your Speakers", "Holy War"e "Black Wind, Fire And Steel" sono assolutamente da ascoltare.
Intanto la stampa musicale continua a parlare male del gruppo o, nel migliore dei casi, ad ignorarli, mentre i kids li amano sempre di più.
Nel 1988 esce uno dei dischi più amati: "Kings Of Metal".
Con questo disco il gruppo si attira addosso un sacco di critiche, quelle delle femministe per la canzone "Pleasure Slave" (che etichetta le donne come schiave dell'uomo. Curiosamente nella nuova edizione del disco dove i brani sono stati risuonati, la canzone è stata estromessa dalla scaletta; anche se per la verità si è sempre trattato di una bonus track) e quelle di di nazismo per una frase contenuta nel testo di "Blood Of The Kings" che recita "Back To The Glory Of Germany".
La titletrack, la ballad "Heart Of Steel", "The Crown And The Ring" e il suo bellissimo organo, "The Warrior's Prayer" e la stupenda "Hail And Kill" sono suonate ancora oggi.
La band inizia un tour estenuante che li porta a suonare ovunque ma a metà del tour Ross The Boss annuncia la sua decisione di lasciare la band.
Da Kings Of Metal:
"We're the kings of metal comin' to town
When we light up, have the roof nailed down
Don't try to tell us that we're too loud
'Cause there ain't no way that we'll ever turn down
They wanna keep us down, but they can't last
When we get up we're gonna kick your ass
Gonna keep on burnin', we always will
Other bands play, what, Manowar kill"
Finito il lunghissimo tour di supporto a "Kings Of Metal" iniziano i primi screzi tra i Manowar e l’Atlantic. Nel 1990 Scott Columbus è costretto a lasciare la band a causa delle condizioni di suo figlio, malato di leucemia.
E’ lo stesso Scott a consigliare come suo sostituto Rhino, un ragazzo di origine indiana dotato di una tecnica e di una velocità che si adattano perfettamente allo stile dei Manowar.
Il cambio del batterista sarà sancito da un rogo, dove il nuovo venuto riceve la "Drums Of Doom" da Scott e brucia la sua vecchia batteria.
"Triumph Of Steel" del 1992 ripresenta i Manowar al pubblico al massimo della forma, stupendo tutti con una canzone di addirittura 28 minuti: "Achilles, Agony And Ecstasy In Eight Parts" (sicuramente ripetitiva in alcuni tratti).
Il singolo tratto da questo disco è il midtempo "Metal Warriors", di cui la band gira anche un video.
Anche la veloce "Ride The Dragon", "The Power Of Thy Sword" (e la sua orchestra) e l'epica ballad "Masters Of The Wind" sono da menzionare.
Il contratto con l’Atlantic è scaduto e la band si guarda bene dal rinnovarlo, preferendo firmare per la Geffen. Poi David Shankle lascia la band, per essere sostituito da Karl Logan.
Rhino rilascia il posto a Scott che torna nella band perchè il figlio è guarito.
Bisogna aspettare 4 anni ma alla fine, preceduto dal singolo "Return Of The Warlord", esce il nuovo disco: "Louder Than Hell".
Il calo inizia ad essere evidente malgrado qualche discreta intuizione quale "Brothers Of Metal Part I", "My Spirit Lives On", "Courage" e soprattutto "The Power" ed "Outlaw".
Il gruppo inizia ad avere dei problemi anche con la Geffen, ora assorbita dalla Universal Records.
Il seguente live album, "Hell On Wheels", arriva a colmare un vuoto nella discografia dei Manowar: i live show.
Il gruppo lascia la Universal e firma un contratto con la Nuclear Blast in Europa e con la Metal Blade per gli U.S.A. La prima uscita per le nuove etichette è un altro live album: "Hell On Stage", dove i nostri registrano altri show in Europa e dove la band suona canzoni che non si sentivano più dal vivo da molto tempo.
Bisogna aspettare 6 lunghi anni prima di poter avere tra le mani un nuovo album del gruppo, ma nel 2002 esce la nuova fatica della band: "Warriors Of The World", preceduta dal singolo "Warriors Of The World United".
La band ha speso molto tempo per la realizzazione di questo album ma, come spiega Joey, i Manowar non fanno uscire dischi tanto per fare soldi, ogni volta che esce un loro prodotto vogliono essere sicuri che i loro fans spendano bene i loro soldi.
Oltre al proprio studio personale, Joey ha anche creato una sua etichetta personale, la Dream Circle, con lo scopo di produrre band emergenti.
Oltre al singolo menzionato prima, anche "House Of Death", la ballad "Swords In The Wind" e "Call To Arms" ottengono un buon successo. Idem la cover "Nessun Dorma".
Poi i clichè sono sempre i soliti come si può facilmente evincere da titoli quali "Fight Until We Die", "Call To Arms", etc
Nel 2003 Joey DeMaio fondò un'etichetta discografica, la Magic Circle Music, che divenne la casa ufficiale della band, con questa nel 2007 esce "Gods Of War" che a dire della band è un tributo ad Odino.
Il lavoro più Epico (e sinfonico) degli ultimi album, presenta un'alternanza di parti interamente orchestrali ("Overture To Odin") e di parti narrate ("The Ascension", "The Blood Of Odin", "Glory Majesty Unity"), passando per canzoni veloci e potenti ("The Sons Of Odin") inframmezzate da lente ballate ("Blood Brothers") e da inni epici ("Sleipnir", la bellissima e forse un po' commerciale "Gods Of War" ma soprattutto la lenta e trascinante "Hymn Of The Immortal Warrior" poi in anni successivi dedicata allo scomparso Scott Columbus).
Il magnifico coro di Hymn Of The Immortal Warrior:
"Take thy shield take thy sword
All thy weapons to the sky
Ye shall need them when odin bid thee rise
For none but the brave
Shall rise up from the grave
To see the valkyries fly"
La bonus track "Die For Metal" è invece dedicata ai fans e ai concerti live.Il grosso problema del disco non sono tanto i violini e le trombe ma i 73 minuti di durata (davvero troppo).
Successivamente, a parte le (pessime) rivisitazioni di Battle Hymns (2010) e Kings Of Metal (2014), nel mezzo esce quello che è l'ultimo disco in studio della band: "The Lord Of Steel" pubblicato prima in digitale, poi uscito come allegato del Metal Hammer inglese e poi come disco a fine anno.
Il disco segue la falsariga di Louder Than Hell. Il problema sono le idee e la produzione assolutamente pessima ed inaccettabile nel 2012 con suoni di batteria, basso e chitarra assolutamente pessimi ed inesistenti. Buone solo "El Gringo", "Black List" e la classica "Expendable".
DeMaio (in un'intervista del 2016): "Non ci sarà più gente come noi, perché siamo cresciuti in un momento in cui la musica era diversa e il metal era diverso. Sei ciò che sei in base alle tue influenze musicali, in base alla scena in cui vivi. Noi siamo stati fortunati, siamo cresciuti nel momento in cui il metal stava esplodendo e c’erano tante band. Voglio dire, non sento dei nuovi Judas Priest là fuori.
Voi sì? Non sento dei nuovi Manowar o dei nuovi Kiss. E non credo che ce ne saranno.
Ovviamente ci sarà del Metal, ci saranno nuove Rock band, concerti e gente che si divertirà, ma c’è un motivo se le band che ci sono adesso non sono headliner di questi concerti. Non sono molti coloro in grado di mettere insieme 40.000 persone"
LA MORTE DI SCOTT COLUMBUS: SUICIDIO?
Ross The Boss: "E' con grande tristezza che annunciamo il decesso del nostro fratello Scott Columbus. Era un talento e una persona speciale. Era un padre, un amico e un fratello di metal. I momenti che abbiamo trascorso assieme in studio, a casa e on the road sono per sempre scolpiti nei nostri cuori e nelle nostre menti. Lo annunciamo con la pesantezza nel cuore, ma ci conforta sapere che adesso è in un posto migliore ed è in pace. Non sarà mai dimenticato"
Scott Columbus morì il 4 aprile del 2011, anche se le cause della sua morte non sono mai state rivelate.
Secondo un suo conoscente, Columbus si sarebbe suicidato in seguito alla decisione dei Manowar di estrometterlo dalla band e di andare in tour con il loro primo batterista della band (ma anche via di gravi problemi di alcool alle spalle). Columbus si sarebbe impiccato dopo aver avuto una discussione con la sua ragazza.
DeMaio durante un concerto del 2011: "Posso solo dirvi che ci sono un sacco di voci su internet, messe in giro da persone che nella loro fottuta noiosa vita non hanno niente di meglio da fare che gettare merda e inventare balle, perchè la loro vita non ha un senso. Posso dirvi la realtà e la realtà è questa: Scott Columbus era nostro fratello e un vostro brother in metal. Era un padre ed era un amico. Era anche un grande musicista e un bravo ragazzo. Aveva un cuore d’oro. Gli piaceva bere birra e di certo amava questa terra. Scott Columbus non sarà mai dimenticato, la sua memoria rimarrà perchè era una persona rara. E l’Heavy Metal non morirà mai finchè rimaniamo uniti. Scott, a te per tutte le volte che abbiamo suonato in questa grandiosa nazione che è l’Olanda. So che ci stai guardando. E’ lassù con Ronnie Dio, Gary Moore e tutti gli altri grandi. Ora suoneremo uno dei pezzi preferiti di Scott. Questa è per lui, ‘Gates Of Valhalla’"
L'ARRESTO DI KARL LOGAN
Nel 2018, il chitarrista Karl Logan (entrato nella band nel 1994) è stato arrestato con l'accusa di possesso di materiale pornografico avente per oggetto minori (in particolare video). A far trapelare la notizia fu il sito The Blast, fondato nel 2017 dall'ex direttore del sito di gossip e intrattenimento TMZ, Mike Walters.
L'allora 53enne è stato arrestato il 9 agosto a Charlotte.
Il chitarrista venne subito scarcerato dietro pagamento di una cauzione di 35mila dollari. L’avvocato di Logan, Brad Smith, ha dichiarato alla WSOC-TV che il suo cliente è stato "estremamente collaborativo con le indagini sin dall’inizio, e continuerà a farlo".
Smith ha continuato dicendo che potrebbe esserci una spiegazione per gli atti che Logan è accusato di aver commesso attribuendo la visione dei filmati a una correlazione diretta con qualcosa che è accaduto nell’infanzia.
In seguito Logan disse che non si sarebbe più esibito con il gruppo. Secondo un'udienza del 2020, il chitarrista rischia almeno 25 anni di prigione dopo aver ammesso in un’aula di tribunale federale di aver scaricato simili video.
Si tratta di sei accuse di sfruttamento di terzo grado di un minore, e incarcerato dopo essersi dichiarato colpevole di due delle accuse di pornografia infantile.
I reati di Logan si sono verificati tra il 18 giugno 2018 e il 2 agosto 2018.
I mandati di arresto affermano che Karl era in possesso di numerosi video che raffiguravano ragazze di età compresa tra i 4 e i 12 anni, impegnate in una serie di atti sessuali con uomini non identificati. Per ogni video era descritto in dettaglio il contenuto.
LA FINAL BATTLE E IL TOUR D'ADDIO
La band ormai da qualche tempo ha annunciato: la "Final Battle", il tour d’addio, in realtà a distanza di più di 1 anno ancora avvolto dal mistero.
Il tutto fu annunciato nel lontano maggio 2016 e comprendeva solo 13 date in Germania nell’inverno 2017 (un anno e mezzo dopo l’annuncio!).
In seguito, sono state aggiunte cinque date in scandinavia, prima di quelle tedesche.
Eric Adams (nel 2017): "E’ finita. Abbiamo un ultimo tour. Per quel che ne so, inizia a Novembre in Scandinavia. Poi in Dicembre andiamo in Germania. Me ne vado a casa per Natale, verso il 18 Dicembre. E poi non so cosa faremo nell’anno nuovo. Continueremo per un po’, ma non so ancora dove suoneremo. Non vedo l’ora di scoprirlo. Chissà cosa succederà quando i Manowar diranno addio? Forse continuerò a cantare. Ma probabilmente prenderò in mano il mio arco e andrò più spesso in giro per le foreste a cacciare"
Joey DeMaio sempre nel 2017 ha annunciato quale sarà la sua prossima mossa per il 2019: un tour mondiale (con date solo in Germania) di spoken word.
Ovvero, lui sul palco per quasi tre ore a parlare della storia dei Manowar, svelandone tutti i segreti e con una presentazione multimediale costituita da foto e filmati di repertorio.
Il tour si chiamerà “The Blood Of The Kings” e promette storie della vita on the road, delle sessioni in studio e le battaglie della band, i segreti e il trionfo dell’acciaio.
Negli ultimi mesi la band ha annunciato 7 date per il 2019 (tra marzo ed aprile): 5 in Germania e 2 in Norvegia. Sarà questo il canto del cigno per DeMaio e soci? Ai posteri l'ardua sentenza.
Nessun commento:
Posta un commento