lunedì 24 agosto 2015

La Storia Dei Beach Boys: Il Surf, Charles Manson e La Morte Di Dennis Wilson

I Beach Boys si formano nel 1961 in California.
La band viene fondata da Brian Wilson e dai sui fratelli minori Dennis e Carl, loro cugino Mike Love ed amico d'infanzia Al Jardine.
Costa Ovest degli USA quindi il sole, il mare, la sabbia, le splendide ragazze in bikini, i surfisti che sfidano le onde.
I brani dei Beach Boys evocano immediatamente un'atmosfera di spensieratezza legata in modo imprescindibile a un'epoca in cui al sogno americano non erano stati ancora inferti i primi colpi, un'epoca in cui questi cinque giovani inneggiavano al fascino del surf, ai primi appuntamenti, all'estate e alle vibrazioni positive.
L'immagine pubblica solare e scanzonata non corrispondeva affatto ai tormenti interni alla band, ma di questo il pubblico se n'è reso conto molto più tardi, quando il gruppo ha cominciato a sfaldarsi a causa del malessere del suo leader Brian Wilson.
Curiosamente solo Dennis sapeva nuotare e surfare.
Fu proprio lui ad incitare Brian a comporre un brano sullo sport più amato dai giovani californiani (per ironia della sorte nel 1983 Dennis morirà annegato nelle acque di Marina Del Rey dopo essersi tuffato ubriaco per tentare di recuperare un oggetto scagliato in acqua in un impeto di rabbia sei anni prima).
Dal suo imput nascerà Surfin', primo hit della band, seguito a ruota dalla popolarissima Surfin' Safari.
La casa della famiglia Wilson a Hawthorne, nella California del Sud, è la fucina in cui la band si forma.
Brian e Dennis erano molto diversi: il primo più introverso, riflessivo, solitario. Mentre il secondo più festaiolo, hippie, più amichevole.
Entrambi però avevano due passioni in comune: la droga e l'alcool.
Narra la leggenda che, all'epoca della composizione di Surfin', i tre fratelli Wilson restano soli a casa per qualche giorno mentre i genitori si recano a Mexico City.
Al ritorno, il padre Murry, scopre che i suoi figli hanno usato i soldi lasciati per le emergenze per acquistare strumenti musicali.
E' il 1960 e i Beach Boys stanno per muovere i primi passi.


I DISCHI
Inizialmente, lo scopo dei Beach Boys è divertirsi, divertire e far sognare: la loro musica è una cartolina della California, il Paradiso terrestre dei surfisti, con le sue conturbanti ragazze in bikini e le sue spiagge da sogno.
La ricetta di Wilson e compagni coniuga l'eredità del Rock'N'Roll anni Cinquanta con accattivanti ritornelli e con un muro di suoni e armonie vocali molto orecchiabili.
Del Rock permangono la struttura delle canzoni e una certa energia contagiosa, spesso espressa da una base ritmica accentuata e da riff di chitarra particolarmente incisivi, che vengono amalgamati, in maniera innovativa.
Ancora una volta, come era spesso accaduto in passato, a essere significativa non è solo la musica in quanto tale, ma l'energia emanata da quei singoli senza troppe ambizioni, e il potere immaginifico di un nuovo teenage dream, il mito della Surf City, in cui ci sono almeno "due ragazze per ogni ragazzo", come recita un successo di Jan & Dean, di cui, non a caso, Brian Wilson è co-autore.
Surfin' Safari esce nel 1962 con David Marks subentrato ad Al Jardine, questo album contiene solari inni ai surfisti (come la title track e "Surfin'", entrambe ri-registrate), virtuosismi strumentali (il gioioso assolo di organo Hammond in "Cuckoo Clock"), esuberanti  classici Rock anni 50 come "Summertime Blues" di Eddie Cochran, eseguiti con tecnica elementare, ma cantati con grande compattezza armonica, e armonie più delicate, come in "Little Girl (You're My Miss America)".
Nel marzo 1963 è la volta del secondo album, Surfin' USA, che contiene il singolo "Shut Down" e la title track di grande successo, dichiaratamente ispirata da "Sweet Little Sixteen" di Chuck Berry, che schizza al numero 3 delle classifiche.
Come il precedente, il disco comprende anche alcuni strumentali, tra cui le cover di "Misirlou" e di "Let's Go Trippin'", ancora dello stesso Dale.
O come la struggente ballad "The Lonely Sea".
Il terzo album Surfer Girl del 1963 segna una tappa importante nel percorso di affinamento delle tecniche di studio da parte di Brian Wilson, che per la prima volta è anche produttore dell'album.
Le due ballate "Surfer Girl" e "In My Room" (in cui non viene celebrato il mondo esterno dei surfisti, bensì l'isolamento interiore in un mondo di sogni), offrono un assaggio della straordinaria arte di Wilson, che comincia anche a distaccarsi dall'atmosfera di festa e dai ritmi estroversi, per accostarsi a un arrangiamento intimista, con l'accompagnamento delicato della chitarra e di cori vellutati.
Accanto alle immancabili surf song, altre tracce mostrano maggiore intimismo, come "The Surfer Moon", primo esperimento di arrangiamento con gli archi per la band e "Your Summer Dream".
Nel 1964 la band diede alle stampe All Summer Long, album di Surf Rock che seguiva l'incredibile successo di Surfin' Safari, Surfin' USA e Surfer Girl.
Riscuotendo il plauso di Frank Zappa, la band aveva già allora avuto il merito di fondere le melodie vocali tipiche degli anni '50 con un modo di fare musica completamente nuovo, ma i tempi cambiano e l'ondata di isteria collettiva proveniente dall'Inghilterra che accompagnava il fenomeno Beatles iniziava a preoccupare Brian Wilson.
A fine anno, dopo un attacco di panico mentre era in volo, il musicista decise di abbandonare il tour e si ritirò in studio.
Summer Days (And Summer Nights!) esce nel 1965 e contiene in particolare la hit "California Girls", "Summer Means New Love", sinfonico nella sua costruzione, oltre all'ennesimo tributo spectoriano di "Then I Kissed Her", con Al per la terza volta nel ruolo di lead vocalist.
"Girl Don't Tell Me" un brano costruito secondo il modello di "Ticket To Ride" dei Beatles, pubblicata nello stesso anno, è uno degli ultimi esempi di impiego da parte di Brian dei Beach Boys come musicisti da studio. È per lui infatti ormai consuetudine affidarsi ai migliori sessionmen di Los Angeles, la stessa crew di Spector, i soli in grado di riprodurre la complessità degli arrangiamenti di Brian, che ormai comprendono partiture per una vera e propria orchestra.
Da questo momento in poi il genio musicale compose le opere più mature della band, sfornando come detto brani come California Girls e Barbara Ann, in attesa del capolavoro Pet Sounds, ma al tempo stesso scivolò nella paranoia consumando dosi massicce di droghe e conducendo un'esistenza da recluso (si racconta di gusti alimentari inconsueti, di stanze piene di sabbia per affondarvi i piedi mentre suonava il piano e di pianti improvvisi alla tv di fronte alla serie per ragazzi Flipper).
Pet Sounds è stato eletto come uno degli album più significativi nella storia del Rock, ma al tempo stesso ha alimentato il malumore tra i Beach Boys visto che è praticamente un'opera solista di Brian.
Brian, genio creativo psicologicamente fragile, dopo il famigerato crollo nervoso di fine '64 attraversa un periodo di profonda crisi.
Il suo talento, però, resta vivo, indiscutibile, di gran lunga più avanzato di quanto lasci intravedere l'aspetto più esteriore del gruppo.
Pet Sounds comunque, concept-album molto ambizioso, che segnerà una rivoluzione per la storia della musica.
Disco straordinariamente ispirato, dove le sperimentazioni di studio di Wilson si fondono magicamente con la popolarità delle canzoni, dove gli strumenti tradizionali del Rock trovano punti d'incontro inattesi con altri stili e approcci.
Il disco contiene infatti una sorta di percorso narrativo, ovvero la formazione di un adolescente e il suo orientarsi tra amicizie, amori e ricerche spirituali.
Il solo elenco delle tracce è eloquente: "Wouldn't It Be Nice", "Sloop John B.", "Caroline No", "Hang On To Your Ego" (riformulata in "I Know There's An Answer" dopo le pressioni di Mike Love, che si opponeva fortemente a tematiche o allusioni riguardanti qualunque alterazione della personalità tramite sostanze), e soprattutto "God Only Knows".


LA SANDBOX ED ALTRE STRANEZZE DI BRIAN WILSON
E' nel 1966 che Brian installa nel suo salone di casa la celebre "Sandbox", una struttura di contenimento in legno nella quale vengono riversate alcune tonnellate di sabbia e al centro della quale viene posizionato un pianoforte.
L'intento è quello di poter comporre con i piedi nella sabbia, provando la sensazione di essere in spiaggia, senza dover uscire di casa.
Nella "Sandbox" nascono diversi capolavori, prima che esso diventi il luogo preferito per i bisogni dei due cani Banana e Louie.
Un altro esempio dell'eccentricità di casa Wilson è un'enorme tenda installata all'interno, nella quale poter fumare, riflettere e cercare ispirazione.
La ricerca di sketch umoristici, di suoni della natura, le stravaganti session in cui strani suoni e vocalizzi vengono registrati camminando a quattro zampe, in un'atmosfera evidentemente dominata dall'alterazione dei sensi, portano all'accumulo di miriadi di idee sparse, di mille tasselli di un allucinante puzzle.


DENNIS WILSON INCONTRA CHARLES MANSON
A fine anni 60, mentre Brian Wilson viene ricoverato per un breve periodo in ospedale psichiatrico, il festaiolo fratello Dennis, batterista della band attratto più dalle donne che dalla musica, carica due giovani autostoppiste e le porta a casa sua, attirando così involontariamente nella sua dimora Charles Manson in persona.
Infatti quelle due ragazze facevamo parte della "Family".
I due stringono amicizia al punto che Dennis Wilson ospita l'allegra famiglia in casa sua(formata da Manson più belle donne).
Iniziò così un'estate a base di orge e droghe psichedeliche.
Del resto, se c'era qualcuno che credeva nell'amore libero, che aveva un dannato bisogno di libertà e amore, quello era proprio Dennis Wilson.
E se i matrimoni nel suo curriculum sono «solo» cinque (di cui due con la stessa donna, l'attrice Karen Lamm), non conviene mettersi a contare i suoi flirt.
Resosi conto però, in seguito, della pericolosità del soggetto Dennis va via da casa sua non sfrattando Manson.
Poco dopo Manson trova un'abitazione più favorevole ed abbandona la casa lasciando nella casella di posta un proiettile, come gesto intimidario.
E' comunque proprio grazie a Dennis che Charles fa conoscenza del proprietario della casa affittata a Roman Polanski e Sharon Tate, dove l'anno successivo Manson e i suoi seguaci massacreranno l'attrice incinta e i suoi amici.
La strage scuoterà in profondità Dennis Wilson, talmente terrorizzato da rifiutarsi di testimoniare al processo nonostante affermasse di essere a conoscenza della vera ragione di quel brutale delitto.


LA MORTE DI DENNIS WILSON (1983) ED ANNI RECENTI
Tornando ai Beach Boys, il 6 maggio 1968, Derek Taylor, giornalista fra i più accreditati del mondo Rock annuncia la triste novella: "Il nuovo, favoloso album dei Beach Boys è morto senza essere mai nato. Brian Wilson, il suo creatore, ha voluto distruggere tutti i nastri registrati fin dall'inizio".
La leggenda della distruzione dei nastri fu inventata e alimentata negli anni dallo stesso Brian, per non dover così rispondere alle pressanti richieste da parte della Capitol o dei giornalisti di terminare il progetto.
Comunque, tra un passo falso e l'altro(sempre maggiori i problemi mentali del leader Brian Wilson), la produzione della band non si arresta malgrado il tragico evento del 1983 in cui Dennis perde la vita.
Dopo lunghi periodi di abusi di alcol, fumo e droghe, il 28 dicembre 1983, poco tempo dopo il suo 39º compleanno, Wilson annegò nei pressi di Marina Del Rey, a Los Angeles, quando, ubriaco a bordo dello yacht dell'amico Bill Oster, si gettò in acqua per recuperare a suo dire un tesoro o secondo altri oggetti che aveva perso/buttato in mare sei anni prima.
Secondo la ricostruzione ufficiale Dennis, era ospite sulla barca di amici, si trovava ormeggiato accanto alla sua amata barca Harmony, che aveva dovuto vendere negli ultimi anni di vita per venire incontro ai debiti, sempre più pressanti.
All'epoca infatti non aveva più neanche una casa e viveva ospite qui e là da amici, quasi sempre ubriaco e sotto effetto di cocaina.
Harmony era stata per un periodo anche la casa di Dennis, al suo interno c'era anche un mini kit di registrazione, una batteria e un organo, grazie a cui poteva incidere delle demo di pezzi nuovi anche se si trovava in mezzo al mare.
Nel periodo di Harmony, Dennis era sposato con l'attrice Karen Lamm, rapporto conflittuale pieno di litigi e riappacificazioni (si sposarono 2 volte e divorziarono altrettante).
In uno dei vari litigi aveva gettato tutte le foto e regali di Karen in acqua mentre era ormeggiato.
Il giorno della sua morte Dennis era come ormai consuetudine pieno di vodka, e cominciò a farneticare che nel posto ormai vuoto di Harmony c'era un tesoro sott'acqua.
Cominciò quindi a tuffarsi nell'acqua gelida di dicembre, e riemerse un paio di volte riportando su una foto ed altri oggetti, mentre gli amici gli urlavano di uscire dall'acqua.
Al terzo tuffo semplicemente non riemerse più.
Il 4 gennaio 1984, Dennis Wilson venne sepolto in mare in California dalla guardia costiera.
E dire che il suo primo e unico album da solista, uscito nel 1977, l'aveva chiamato «Pacific Ocean Blue». Alla notizia della morte, Charles Manson, dalla prigione in cui era rinchiuso, commentò: «L'ha ucciso la mia ombra, perché mi ha rubato la musica e ha cambiato parole che venivano dall'anima».
Nonostante la morte di Dennis, seguita da quella di Carl, nel 1998, per un cancro ai polmoni, l'attività dei Beach Boys ha ripreso nel 2011 con una reunion in occasione del cinquantenario della band che ha visto il ritorno di tutti i componenti superstiti e il superamento delle cause legali tra Brian Wilson e il cugino Mike Love, anima nera del gruppo.

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