sabato 21 marzo 2020

La Storia Dei Meshuggah e Le Strutture Matematiche/Caotiche

"Soffocamento non-fisico. Asfissiamento di ossigeno con le mani. Annegando nel cielo infinito. Un tuffo sempre verso il basso, per farti riemergere"
(The Paradoxical Spiral)

Formatisi a fine anni 80 in Svezia, i Meshuggah sono stati tra le band più importanti degli anni 90.
La formazione iniziale era composta da Jens Kidman alla voce, Fredrik Thordendal alla chitarra solista, Tomas Haake alla batteria e Mårten Hagström.
La caratteristica della band è sempre stata quella di mischiare il Thrash con il Prog e in generale ritmiche anomale.


MATEMATICA APPLICATA ALLA MUSICA
La musica dei Meshuggah è scritta da Thordendal, Hagström e Haake con l'assistenza di Kidman e Lövgren. Durante il songwriting, un membro programma la batteria e registra la chitarra e il basso tramite computer. Hagström spiega che ogni membro ha un'idea di ciò che gli altri stanno facendo concettualmente, e nessuno pensa esclusivamente in termini di uno strumento particolare.
Kidman è coinvolto nella scrittura dei riff.
Tranne quando Hagström ha bisogno di un solista, lui e Thordendal raramente registrano insieme. Entrambi suonano la chitarra e il basso mentre compongono.
La band usa Cubase per registrare le tracce e le chitarre vengono instradate attraverso la modellazione dell'amplificatore software ciò consente di cambiare le impostazioni dell'amplificatore anche dopo che il brano è stato completamente registrato.
La band è sempre stata nota per le intricate partiture di chitarra/batteria di matrice Techno Thrash in cui i riff non vengono mai ripetuti nello stesso modo, ma aggiungendo e sottraendo note, variandone i valori, sostituendoli con note fuori tonalità in strutture sequenziali seguendo logiche matematiche.
Ne risulta un suono caotico, freddo, robotico, industriale, solo apparentemente simile a sè stesso.
Infatti ad un ascolto superficiale le ritmiche potrebbero sembrare monocordi poiché spesso i movimenti fra le diverse note da cui sono composte seguono movimenti cromatici.
In realtà non è così.
Inoltre sono talmente tante le idee (riff, assoli) che gli album sembrano durare molto di più rispetto al minutaggio effettivo.
Le strutture armoniche sebbene minimali, giocano un ruolo importante e di grande effetto; infatti il sistema modale tipico di queste strutture armoniche abbinato a suoni freddi, negli arpeggi, o molto "piatti"/"disturbati", utilizzati quasi come rumori di fondo, creano ambienti irreali, gelidi e robotici; gli svedesi usano molto il diminuito e scale modali derivate dalla minore melodica come il lidio dominante, correlate da notevoli modulazioni in fase solistica.
La chitarra di Fredrik Thordendal tesse tapping e sweep-picking molto puliti, all'insegna della melodia e della sensazione di scorrevolezza ma nelle esibizioni live gli assoli subiscono  improvvisazioni che tendono a semplificarne ulteriormente i fraseggi. Allo stile della band contribuisce in maniera molto efficace una strumentazione del tutto singolare, come ad esempio la presenza di chitarre ad 8 corde che rendono il sound duro ed aspro.
Lo stile della band non si limita ad offrire strutture poliritmiche (diversi strumenti suonano seguendo metri diversi, che quindi propongono accenti non coincidenti tra loro) in modo costante, ma presenta anche variazioni metriche che la anticipano o la rimandano secondo schemi spesso ripetitivi ma ad un primo ascolto imprevedibili. Tipicamente la sezione ritmica segue riff in tempi dispari mentre il crash della stessa batteria propone un ipermetro di 4/4.
In generale troviamo tempi dispari, metro misto e sovrapposizione metrica. In altre parole convivono nella musica dei Meshuggah una molteplicità di metri armonizzati da elementi gerarchicamente superiori costituiti dall’ipermetro. È come se ogni pezzo del riff perdesse per strada una piccolissima parte di sé, e a un certo punto si preoccupasse di recuperarla per riallinearsi col ritmo imposto dai piatti della batteria, in una mescolanza di ordine e disordine, di simmetria e dissimmetria.
I Meshuggah sembrano voler costruire un proprio cosmo (kosmos) sonoro a partire da un materiale originario nato sotto il segno del caos (chaos), in una dialettica tra ordine e disordine che sfocia in una musica dalla natura irrequieta e senza pace.


I DISCHI
L'esordio Contradictions Collapse è datato 1991.
"Paralyzing Ignorance" e "Internal Evidence" presentano ritmiche chirurgiche, riff monolitici e un clima apocalittico che sarebbe poi diventato un loro marchio di fabbrica.
"Erroneus Manipulation" è un grandissimo pezzo, anche per via del lavoro del basso. "Qualms Of Reality" ha quasi un incedere Jazz, "Abnegating Cecity" è formata da riff stoppati e da un folle assolo. Anche "Greed" vive di riff e ritmiche stoppate più accelerazioni. Altro gran pezzo è "We'll Never See The Day" che mischia le varie ritmiche stoppate con assoli in sottofondo.
Ansia e tensione vengono trasmesse alla grande dall'act svedese.
L'album non viene molto capito, infatti si rivela un insuccesso commerciale.
Con Mårten Hagström che diventa il nuovo chitarrista ritmico il suono diventa ancora più complesso con ritmiche ed assoli che si sovrappongo.
Destroy Erase Improve (1995) è uno spartiacque del metal estremo tra anni 80 e nuovo millennio, solo che esce a metà anni 90. Pause, accelerazioni, rallentamenti, assoli, c'è di tutto.
I brani sono come equazioni matematiche dove ordine e caos sono la faccia della stessa medaglia.
"Future Breed Machine", in apertura, è uno dei loro capolavori. La violenza la fa da padrone, anche per via delle vocals però la parte strumentale jazzata calma le acque (sembra di risentire i Cynic di Focus) prima dei folli assoli che si sovrappongono ai riff stoppati.
La canzone parla dell'integrazione delle macchine nella società quindi nell'evoluzione umana.
"Beneath" riduce i ritmi, "Soul Burn" li riaccelera leggermente. I giochi chitarristici e gli scambi con il basso contraddistinguono "Transfixion", mentre lo strumentale "Acrid Placidity" esplora il substrato dilatato e atmosferico della loro musica.
"Terminal Illusions" replica l'intensità parossistica di "Future Breed Machine","Sublevels" invece è più atmosferica.
I testi parlano di psiche e non solo.
Nel 1998 esce Chaosphere e già dal titolo se ne può intuire la complessità e potenza devastante.
"Concatenation" parte a 1000 all'ora, senza introduzione, si è subito catapultati nel pieno di un chaos fatto di piatti e rullante. Difficile poi spiegare quello che succede sul finire della canzone.
A seguire, un altro brano impressionante: "New Millennium Cyanide Christ", incubo poliritmico contraddistinto da assoli spettacolari in un'atmosfera desolante. "Corridor Of Chamaleons" parte con ritmiche e voce stoppata con gli assoli che poi si sovrappongono a tutto il resto. "Neurotica" ritorna in parte al suono dell'album precedente, "The Mouth Licking What You've Bled" prosegue sulla falsariga delle prime tracce. "The Exquisite Machinery Of Torture" è molto più lenta e quasi rappata nel suo incedere: molto del Nu Metal nasce qui. Il finale è affidato ad "Elastic" (15 minuti e mezzo) che prova a fare un po' una summa di tutto l'album.
Il quarto album, Nothing (2002), è forse il primo album Djent della storia (qualsiasi cosa voglia dire questo genere che mischia Thrash, Prog e Mathcore).
"Stengah" è suonata con una chitarra ad 8 corde che produce riff di enorme pesantezza, su cui presto si innestano gli altri strumenti a creare una canzone ipnotica.
Il brano più lungo, "Closed Eye Visuals", ricorda un Destroy Erase Improve meno potente. Ottima "Rational Gaze" con le solite ritmiche stoppate con voce o assoli che si sovrappongono (è stato fatto anche un videoclip).
Particolare il cantato su "Spasm", sempre a opera di Haake.
"Nebulous" ha influenze Funk. In generale c'è qualche passaggio lento/acustico ma fanno solo da preludio alla violenza. La conclusione, con "Obsodian", è significativa: niente voci, niente accelerazioni, lo spettro sonoro del brano dominato da chitarre dissonanti e soprattutto nessun poliritmo.
Catch Tirtythree (2005) è formato da una lunga suite divisa in 13 parti, suonata con l'ausilio di una batteria programmata. Esso è considerabile come un concept-album, se non altro a livello di testi visto che riprende il paradosso del comma 22.
Questo paradosso apparentemente dà una possibilità di scelta ma in realtà la decisione logica è unica:

"Chi è pazzo può chiedere di essere esentato dalle missioni di volo, ma chi chiede di essere esentato dalle missioni di volo non è pazzo"

Seguendo l'attenzione ritmica di Nothing e la struttura complessa di I, questa suite potrebbe rappresentare l'ideale punto di partenza per una nuova fase stilistica.
Come il batterista Tomas Haake rivelò in un'intervista dell'epoca, la band ha proseguito con l’uso delle famose chitarre ad 8 corde, iniziando però da questo disco l’utilizzo totale della drum machine, rendendo il suono ancora più robotico. L’album presenta anche momenti di insolita atmosfera desolante, come il break centrale rappresentato da "In Death Is Death".
"Autonomy Lost", "Imprint Of The Un-Saved" e "Disenchantment" sembrano un lungo brano sullo stile di Destroy Erase Improve e Caosphere; la violentissima "The Paradoxical Spiral" trova in "Re-Enaminate" un interludio di tensione.
"Dehumanization" è davvero violenta.

Da "Dehumanization" (Catch Tirtythree, 2005):
"Un nuovo livello è raggiunto, in cui l’assenza di aria mi fa respirare. Io sono impulsi elettrici invertiti. Un malfunzionante codice di morte incompleto. Tutte le cose innanzi a me, indecifrate al primo sguardo non vivente. La sua semantica priva di logica. Niente è tutto. Tutto è contraddizione"

"Sum" chiude in modo tranquillo l'album: la pace dopo la tempesta.
Nel complesso, si tratta di un album confuso ed ipnotico, difficile da capire ai primi ascolti alternando comunque una prima parte più monolitica ed una molto più varia e pazzoide da "Mind's Mirrors" in poi.

Da "Sum" (Catch Tirtythree, 2005)
"La visione accecherà. La separazione lega. Vere sono tutte le menzogne"

obZen (2008) è un disco più lineare e melodico per i loro standard (anche se a livello di testi parla del male umano: guerre e spargimento di sangue, accettate dagli umani).
"Combustion" spiazza un po' gli ascoltatori per via di una certa semplicità: un buon riff e melodia ma senza troppi orpelli come il passato.
"Electric Red" e "Bleed" (con un claustrofobico video) fanno invece parte del passato della band: riff, assoli, parte monotematiche, break centrali da urlo, ritmiche Industrial e tanta ansia.
Molto inquietante "Lethargica" e le sue parti Ambient, violente invece "This Spiteful Snake" e soprattutto "Pravus".
Molto complessa invece "Dancers To A Discordant System".

Da "Bleed" (oBzen, 2008): 
Beams of fire sweep through my head
Thrusts of pain increasingly engaged
Sensory receptors succumb
I am no one now, agony
My crimson liquid so frantically spilled
The ruby fluid of life unleashed
Ripples ascend to the surface of my eyes
Their red pens drawing at random, at will
A myriad pains begotten in their wake
The bastard spawn of a mutinous self
The regurgitation of my micro nemesis
Salivating red at the prospect of my ruin, my doom
Malfunction the means for its ascent
Bloodletting the stringent voice to beckon my soul
So futile any resisting tension
As death-induced mechanics propel its growth

Koloss (2012) è un po' diverso dagli altri perchè è meno freddo e robotico e molto groove.
Per l'opener "I' Am Colossus" è stato girato anche un video molto opprimente: a ritmi più cadenzati, troviamo un'accelerazione nella seconda parte della canzone, poi ancora rallentamenti con assoli sovrapposti.
"The Demon's Name Is Surveillance" sfoggia chitarre più armoniose, anche se il sound rimane cupo. "Break Those Bones Whose Sinews Gave It Motion" è molto potente con chitarre lontane a descrivere paesaggi desolanti. Alcuni momenti sono relativamente lineari, come la devastante "The Hurt That Finds You First". Il brano ritmico e complesso questa volta è "Swarm".
"Marrow" è un altro ottimo pezzo, idem "Demiurge" con riff belli carichi e groove e "Behind The Sun".
Dopo circa 4 anni esce The Violent Sleep Of Reason (2016) che tratta di terrorismo, religione e violenza.
Il primo singolo è "Born In Dissonance" (ad una prima parte piuttosto canonica, bella la sfumatura rallentata finale).
"Clockworks" è uno dei loro poliritmi cervellotici storici, con uno sconnesso assolo di chitarra al centro (veramente claustrofobico il video).
La title track è pervasa da Funk, 7 minuti di follia. "Into Decay" si apre in modo lento quasi Doom, prediligendo la potenza alla velocità e alla complessità e riuscendo a diventare uno dei brani più umani di una carriera fatta di strutture robotiche e ritmiche marziali.
Poi troviamo il sinistro valzer di "Ivory Tower", la preghiera radioattiva di "Our Rage Won’t Die".
"Monstrocity" comprende un bell' assolo in mezzo alla devastazione; "By The Ton" e "Stifled" sono molto groove; "Nostrum" presenta una certa complessità di fondo.
L'album è stato registrato in presa diretta.

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