giovedì 24 gennaio 2019

La Storia Di Eric Clapton: Dagli Eccessi Di Droga ed Alcol Alla Morte Del Figlio

"Solo Dio sa quanto ho speso in alcol e droghe: miliardi, forse non decine, ma sicuramente miliardi. Bere è male ma, oh, le droghe sono davvero costose"

Eric Clapton, nato a Ripley (piccolo villaggio nel Surrey), divenne uno dei chitarristi Rock/Blues più influenti degli anni 60 e 70.
Clapton è sempre stato un bambino timido e solitario, sofferente per diversi motivi suoi personali fin da piccolo.
Cresce con Patricia (che lui credeva fosse sua sorella, in realtà era sua madre) e con sua nonna (che lui credeva fosse sua madre) e il suo compagno.
Sua madre Patricia aveva avuto un'avventura con un pilota di aerei, poi scappato via per sempre.
Essendo figlio illegittimo, si era inventato un personaggio immaginario chiamato Johnny Malingo che con il suo cavallo schiacciava chiunque provasse a sbarragli la strada.
Quando scoprì le verità sui suoi familiari dirà:

"A quel punto non mi fidavo più di nessuno, mi pareva che tutta la mia vita fosse una menzogna"

A 13 anni inizia a suonare la chitarra scoprendo che era per lui una vera e propria passione e trasformando questo talento in lavoro, parte giovanissimo e senza soldi per cercare la fortuna suonando, cambiando diversi gruppi e incontrando sempre gente nuova.
E' veramente difficile raccontare il Clapton artista, avendo partecipato a decine di progetti diversi.
Si ricordino i Blues Breakers di John Mayall (1966) e della stupenda Have You Heard, "Disraeli Gears" del 1967 con la sua band principale (Cream, comprendenti anche Jack Bruce e Ginger Baker) contenente Sunshine Of Your Love, We're Going Wrong, Outside Woman Blues, Take It Black e Tales Of Brave Ulysses.
Non possono essere tralasciati anche gli altri tre lavori: l'esordio "Fresh Cream" del 1966, "Wheels Of Fire" del 1968 che mostrava tutta l'improvvisazione del trio (Crossroads) e "Goodbye" dell'anno successivo con il bellissimo assolo di Badge.
L'esordio solista omonimo del 1970 passa molto in sordina però Let It Rain rimane un grande pezzo.
"461 Ocean Boulevard" (1974) che prende il nome dalla villa dove Clapton registrava ai tempi. Disco che contiene i classici Motherless Children, Please Be With Me, Mainline Florida, Let It Grow, I Can't Hold Out.
"No Reason To Cry" (1976) con Bob Dylan e Ron Wood dei Rolling Stones. E con le bellissime Hello Old Friend, Double Trouble e Country Jail Blues.
"Slowhand" (1977) che prende il nome dal suo nomignolo ("mano lenta" appunto) contenente Cocaine e Wonderful Tonight
Senza dimenticarci di "There's One In Every Crowd" (1975) "Backless" (1978), "Another Ticket" (1981), "Money And Cigarettes" (1983), il bellissimo "Unplugged" del 1992 e "From The Cradle" del 1994 con la bellissima Five Long Years.
Di altri supergruppi non possono essere tralasciati nemmeno i Derek And The Dominos di "Layla And Other Assorted Love Songs" contenente la famosissima Layla (diventata una hit storica grazie al suo riff), senza scordarci comunque di Why Does Love Got To Be So Sad?, Bell Bottom Blues, Key To The Highway e Keep On Growing.
Infine due parole anche per i Blind Faith durati pochissimo, in verità un solo album (a Cant' Find My Way Home, Sleeping In The Ground e Presence Of The Lord, Clapton è particolarmente legato) e i Yardbirds di Jeff Beck (Clapton partecipò ai primi tre album della band).


I PROBLEMI CON LE MOGLI E QUELLI DI ALCOL E DROGA
Clapton, divenne famoso non solo per i suoi dischi e per i suoi assoli, ma anche per il suo lungo periodo autodistruttivo tra alcool e droga.
Eric sulla scia euforica dell' onda degli anni 60, era entrato in un tumultuoso tunnel in cui assumeva di tutto e in ogni modo possibile.
Al punto da affermare:

"Non mi sono suicidato solo perchè da morto avrei dovuto smettere di bere"

Nel 1976 è al centro anche di accuse xenofobe: Clapton si trova a Birmingham per un concerto e dal palco spende parole di approvazione per il deputato conservatore Enoch Powell, noto per le posizioni xenofobe che lo avevano allontanato persino dallo stesso Partito Conservatore Inglese.
Clapton asserisce che la Gran Bretagna è diventata "sovraffollata" e correrebbe il rischio di diventare una "colonia dei neri".
Probabilmente tali dichiarazioni vengono espresse sotto effetto di alcool, ma esse porteranno Clapton a non potersi più esibire a Birmingham fino alla fine degli anni 80.
Poi gli eccessi continuano.
Sembrava votato ad una inesorabile autodistruzione, ma ad un certo punto una luce lo ha portato fuori dal tunnel: "Successe una mattina, mentre ero a pescare. L' unica cosa che ancora mi dava uno straccio di autostima. Di fronte a me c' erano altri due pescatori che mi studiavano, come fanno sempre i pescatori. Ad un certo punto scivolai su un pesce che avevo pescato, rompendolo a metà. 
L' umiliazione arrivò a portare via quello che rimaneva del rispetto di me stesso. Arrivato a casa telefonai per chiedere aiuto"
Il baratro delle dipendenze però si aprirà per lui più volte: infatti s'imbattè in storie d'amore sbagliate che lo distruggeranno psicologicamente, devastato dalla notizia della morte del suo amico Jimi Hendrix aumenta la dose di droga e alcool e in seguito per i decessi di John Lennon negli anni 80 e soprattutto del suo grande amico Duane Allman (a causa di un incidente in moto) ci dà dentro anche con l'eroina.

"Piansi il giorno in cui Hendrix morì ma non perchè se n'era andato ma perchè non mi aveva portato con sè"

Uno degli eventi più incredibili fu quando nel 1981, la moglie Pattie Boyd, lo chiude nella sua stanza per impedirgli di rovinare il Natale ai parenti.
Si chiude nella sua residenza per tre anni uscendo rarissime volte, una delle quali per recarsi al concerto per il Bangladesh dove sviene sulla scena.
A livello sentimentale fu molto burrascoso il matrimonio con Pattie Boyd, moglie del Beatle George Harrison, che ispirò la canzone Layla.

Stephen King: "Per quanto ne sappia io, nessun altro tossicodipendente alcolizzato può vantarsi di aver soffiato la moglie a George Harrison"

Poi intraprende una storia con Lory del Santo, iniziata durante l'ennesima crisi con la moglie Pattie.

"Mi presentati alla porta di Lory a Milano, all'improvviso, e le dissi che sarei andato a vivere con lei. Stranamente Lory non batté ciglio. Pensai 'riparto da zero", qui in Italià, senza sapere come andrà a finire"

Il sogno crolla quando un giorno, rimasto solo nell'appartamento della nuova fiamma, casualmente sfoglia album di foto di lei ritratta accanto con tanti uomini famosi: "Raggelai. In quel momento capii che eravamo condannati": ma Lory gli annuncia di essere incinta.
Torna dalla moglie (che aveva cercato in tutti i modi di avere un figlio da lui), ma è rifiutato. Sentendosi sull'orlo di un baratro, decide che l'unica risposta ai suoi problemi era il suicidio.
Manda giù un'intera confezione di Valium.

"con mia grande sorpresa mi svegliai dieci ore dopo, perfettamente sobrio"

Al di là di quest'episodio, la nascita del figlio Conor nel 1986 rappresenta uno spartiacque nella vita della rockstar: "Prima della sua nascita mi sembrava che la mia vita fosse stata una serie di episodi quasi privi di significato. Capii che era tempo di crescere"
Si sforza di restare sobrio quando va a trovare il bambino.
Il conflitto tra la spinta all'autodistruzione e la volontà di dare a suo figlio ciò che lui non aveva mai avuto, un padre, è sempre più forte.
In preda a una crisi durante uno dei tanti periodi di disintossicazione in una casa di cura, per la prima volta comincia a pregare.
Decide di non fuggire dal figlio. Ma è proprio allora che avviene il peggio.
Sta per andare a prendere Conor e Lory per portarli allo zoo, quando la madre lo chiama per dargli la tragica notizia: il piccolo è precipitato dal 49º piano di un grattacielo di New York.
Era il 1991.
Chiuso nel suo dolore, Clapton supera il dramma grazie a all'affetto degli amici, grazie ai compagni del programma di disintossicazione dall'alcol.
Uno di loro gli dice: "Ho sempre avuto questa scusa: se fosse accaduto qualcosa ai miei figli, avrei avuto la giustificazione per bere. Ma lei mi ha dimostrato che non è vero".
In quel momento, ricorda Clapton "capii che che non c'era altro modo migliore che restare sobrio per onorare la memoria di mio figlio".
Al figlio dedica una delle canzoni più famose che ha scritto: Tears In Heaven.
Con la grande spinta di Pete Townshend degli Who, Clapton inizia una nuova cura di disintossicazione vincendo la dipendenza dell'eroina e a poco a poco con grande fatica riesce a vincere tutte le sue dipendenze ricominciando a vivere.

Lui stesso racconta: "A vent' anni ero famoso, avevo tutto quello che volevo ma non ero felice, mi drogavo, volevo distruggermi, morire. Ho bruciato miliardi per comprare droga. Ho toccato il fondo e solo una decina di anni fa ho trovato la forza per smettere"

Poi prosegue: "Da ragazzo mi sono iscritto a medicina perché volevo fare il dottore. Ma non avevo mezzi economici sufficienti e così ho cominciato a lavorare. Mi è andata bene, ho avuto successo; proprio perché so cosa significa essere gratificato dalla vita, voglio dire ai giovani: meglio un giorno di sole che una settimana di ombra stravolti dalle droghe"

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