domenica 4 marzo 2018

La Storia Dei Celestial Bloodshed e L'Omicidio Di Steingrim Torson

I Celestial Bloodshed nacquero da un incrocio bestiale tra i primi Gorgoroth (soprattutto per il modo di approcciarsi al Black Metal) ed i Mayhem (quelli veri dei primi anni 90). La band si formò nel 2000 a Trondheim grazie a Steingrim Torson (vocalist), Luctus (chitarrista e bassista), Danilex Hegror (chitarrista) e Tiller (batterista). Danilex Hegror lasciò subito la band che divenne a tre componenti. La carriera della band fu fulminea perchè come spesso è capitato per la scena Black Metal, le tragedie...sono dietro l'angolo.


L'ESORDIO
Dopo l'EP omonimo uscito nel 2006 (diviso in Side A: Hate, Side B: Depression), l'esordio "Cursed, Scarred And Forever Possessed" esce nel 2008 e sembra inspirato a "De Mysteriis Dom Sathanas" dei Mayhem (lo stile chitarristico di Luctus si rifà ad Euronymous) e a canzoni sparse dei Darkthrone ed Urgehal. 6 tracce per mezz'ora scarsa. Pergamene mezze stracciate in copertina e disco molto amatoriale (almeno negli intenti e produzione) diviso anche qui in Side A e Side B (come si faceva negli anni 90 in Norvegia). Dopo l'intro, la titletrack parte con un riff lento e angosciante per poi sfociare nella classicissima doppia cassa a mille. In "Truth Is Truth, Beyond The God" viene ripresa la lezione dei Darkthrone di "Under A Funeral Moon"con uno screaming che riprende il miglior Nocturno Culto e un riffing glaciale ed oscuro, ma anche debitore dei Nargaroth.
"Gospel Of Hate" è violentissima e con uno screaming assolutamente indiavolato.
"All Praise To Thee" inizia lentissima con vocals asfissianti in cui Steingrim si lancia in un cantato cantilenante simile a quello di Attila Csihar, segue un momento molto tirato al quale, nel finale, si sostituisce una lenta parentesi atmosferica veramente inquietante. Il disco alterna angoscia, dolore (notate il suono di catene che viene ripreso durante tutto l’album), rabbia, oscurità ed odio. Un prodotto che segue i canoni ben stabili del Black Metal più puro.


IL MISTERO DELLA MORTE DI STEINGRIM TORSON: ASSASSINATO
Ai tempi 25enne Torson viene trovato morto tra il 30 aprile - 1 maggio 2009, per ferita da arma da fuoco allo stomaco. "I resoconti dei testimoni suggeriscono che è stato commesso un omicidio", ha detto l'ispettore della polizia Alf Rune Nilsen a VG Nett. A commettere l'omicidio il suo migliore amico, ai tempi 20enne. Incriminato per omicidio, lui ha sempre sostenuto che si sia trattato di un incidente. "Non ha alcuna spiegazione di come sia partito il colpo" , ha detto a VG Nett il suo avvocato, Morten Aalberg. Secondo le ricostruzioni e le confessioni dell'amico il colpo di pistola è stato sparato a distanza ravvicinata e Torson sarebbe caduto all'indietro, ma lo stesso non riuscì a ricordare altri dettagli dell'episodio fatale (accaduto nell'appartamento del sospetto a Byåsen, un distretto nella città di Trondheim in Norvegia).
La notizia della morte di Torson sconvolse la florida scena Black Metal di Trondheim, dove risiedeva anche il cantante. Adresseavisen descrisse Torson come un cantante di talento. La band fu costretta a sciogliersi.


IL DISCO POSTUMO
Tuttavia, 4 anni dopo la morte di Torson, uscì il secondo full postumo tale "Ω" (2013).
Più precisamente si tratta di un disco commemorativo contenente vecchi inediti e registrazioni prima della morte del vocalist. I ritmi continuano ad essere oscuri ed estremi ma allo stesso tempo lenti e macabri. Le atmosfere sono sulfuree e maligne. Questo album è identico al suo predecessore in termini di lunghezza, ma l'intera aura che lo circonda è abbastanza diversa. In questo caso, la band dà un tono evocativo alla musica, con canzoni lente e distorte se vogliamo.  Riffs ripetitivi caratterizzano le linee di chitarra e basso di questo lavoro.  La voce di Torson sotto certi versi si rifà sempre ad Attila ma segue una forma relativamente libera e a volte diventa "più pulita".  "The Aorta Of My Thoughts" e "Deathsquad Alliance" sono davvero dei gran pezzi.  Il secondo è veloce e aggressivo e vede la presenza di Hoath Torog dei Behexen e di altri membri del Celestial Bloodshed alle vocals. 
Degno di menzione è anche "Spiraculum Mortis", "Manifested Darkness, Bloodred Sunrise" (il break centrale rallentato fa davvero paura) e "Begone, Chains Of Life" sorretto da un riff semplice, oscuro, ripetitivo ma efficacie. La produzione di questa registrazione è ottima perché, combinata con i testi, dà risalto al carattere satanico di questo disco.  Tutti gli strumenti sono ben bilanciati e la batteria è solida, mantenendo il ritmo con facilità.  L'unica eccezione è la traccia di chiusura, "Trosbekjennelse", che è stata registrata nel 2006 e ha una produzione e un suono ben diverso.

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