domenica 2 luglio 2017

Paul Chain e L'Edizione "Morente" Di Satan's Future (Radical Matters Record)

"L'antica filosofia della morte o magia viola"

Paul Chain, ex membro dei Death SS, il 5 aprile 2003 aveva dichiarato la sua morte artistica.
Nel 2016 pubblicò per il suo progetto solista un'edizione limitata (a 50 copie) e "morente" di Satan's Future (inedito del 1981).
Compilation comprendente il singolo Satan's Future (in LP) ed un secondo disco con 5 tracce (la gi citata prima, Brain Sea, Ghosts In The Past, Electric Line ed Oblivious Part II).
L'etichetta discografica RMEDL (Radical Matters – Editions/Label) è specializzata in edizioni d’arte e da collezione, sound objects e multipli d’arte.
In particolare per quanto riguarda LP si tratta come detto di un'”edizione morente” (disco in ceramica a sette pollici, riproducibile con un qualsiasi giradischi) che si consuma con gli ascolti.
L’oggetto sonoro in ceramica sui cui si basa l’edizione, è stato progettato per "distruggersi".
Consumerà via via le onde sonore incise attraverso il processo stesso di riproduzione, che avviene per frizione meccanica della puntina del giradischi sul disco stesso.
A ogni passaggio della puntina l'effetto della frizione meccanica "asporta" dai solchi una piccola quantità di materiale ceramico che, alla fine del brano, si presenta come un velo di polvere bianca sulla superficie del disco.
Il processo avviene ogni volta che si ripete l'operazione, fino a raggiungere il punto-massimo in cui la musica viene fatalmente sostituita dal puro fruscio, in quanto i solchi vengono completamente "consumati" meccanicamente nel corso dei ripetuti ascolti.
Dunque lentamente, ascolto dopo ascolto, rimarranno solo le ceneri.


Radical Matters: "Ogni parte di questa edizione concettuale è stata progettata seguendo i suggerimenti lasciati dall'autore, il quale crede fermamente che il potere nascosto di queste registrazioni dovrebbe essere lasciato morire. 
Questa "edizione morente" rappresenta così l’inumazione concettuale di questo corpo artistico, la sua sepoltura finale.
Questa edizione d’arte, e gli elementi che la compongono, sono stati progettati per deperire nel tempo, fino al  loro completo disfacimento, alla loro totale consunzione, fino a svelarne la forma "sublime", per diventare così oggetto di pura contemplazione.
La particolare terra che compone l'opera, ricca di materiale organico, è l'elemento chimico catalizzatore di tale processo. 
Allo stesso modo, l’oggetto sonoro in ceramica contenuto nell'edizione, consumerà via via le onde sonore incise attraverso il processo stesso di riproduzione, che avviene per frizione meccanica della puntina del giradischi sul disco stesso. 
Lentamente, scompariranno ad ogni ascolto, lasciando solo mute ceneri. 
Questo nuovo "corpo artistico" così sublimato, potrà essere conservato ed ammirato nella sua nuova natura di reliquia".


Fulvio Zagato (team manager del fan club): "Ho accolto con vivo interesse, e con un certo entusiasmo, questo singolare progetto culturale di Sandro Gronchi e della sua Radical Matters. 
Vorrei in special modo porre l'accento sulla parola “culturale”, poiché definirla semplice operazione discografica sarebbe oltremodo riduttivo, e non renderebbe giustizia al suo valore oggettivo e simbolico. 
Valore che non è rappresentato solo dal pur lodevole intento di riportare alla luce, e all’attenzione del pubblico, alcuni brani semisconosciuti del Maestro pesarese; e neanche dall’aver interpretato, con un simbolismo così originale, la morte e la consunzione di un mito e della sua arte; ma anche e soprattutto per la volontà e l’ardire di collocare il tutto a un livello artistico così elevato; oserei dire, anzi, intellettualmente raffinato. 
L’ambizione di Sandro (a mio giudizio brillantemente conseguita) è stata infatti quella di attribuire all’opera di Paul Chain lo status di arte a tutti gli effetti, declinandone il valore specifico non soltanto attraverso l’intuizione e la concettualizzazione già di per sé geniali delle “edizioni morenti” impresse artigianalmente sulla fugace ceramica (e accompagnandole con preziose riproduzioni fotografiche, stampate a mano da Andrea Sozzi). 
Alla fine di tutto, però, resta il rammarico di trovarsi al cospetto, fatalmente, di un riconoscimento “postumo”.


Paul Chain nel 1996: "Per me la morte è la base di tutto. 
Anche il cimitero è un luogo molto importante per me; di esso ne ho sempre sfruttato tutto. 
La gente ha un'opinione distorta del cimitero, crede che sia la porta dell'aldilà o chissà cosa; invece esso è solamente il posto dove vengono deposti i cadaveri, mentre l'energia si è già trasferita da un'altra parte. 
Quindi nel cimitero c'è questa assenza d'energia che col tempo sono riuscito a percepire e grazie alla quale ho capito molte cose".

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