martedì 30 giugno 2015

La Storia Delle Bestie Di Satana: Musica, Omicidi, Riti Satanici

Siamo negli anni 90, nella discoteca di Cardano, a pochi km dalla Malpensa, dove le Bestie di Satana trascorrevano le loro serate. "Andavano al Nautilus perché l'ingresso non era proibitivo, con 10 mila lire avevi anche una consumazione. La serata cult era il venerdì. La musica? Ovviamente metal".
Le Bestie prediligevano sia l'Heavy Metal che il Death. A volte il reclutamento per entrare nella setta poteva avvenire anche nei ritrovi musicali: il capo scrutava e sceglieva di chi si sarebbe potuto fidare.
Sapone amava gli Slayer , li adorava a tal punto che si era fatto tatuare sulla spalla la copertina di un loro disco. I suoi brani preferiti erano: "Hell Awaits" e "Kill Again".
"È vero, la musica Metal ce l'avevano nel sangue. Li vedevi nella Fossa, una delle piste all'interno del locale, tutti uguali: Andrea Volpe, Paolo Leoni (Ozzy), Fabio Tollis (una delle vittime) e Nicola Sapone. Iniziava la musica e loro si mettevano in cerchio mimando il gesto di chi ha una chitarra in mano. In sincronia facevano su e giù con la testa. Non si fermavano mai. Poi pogavano.
Ma che gusto c'era nello spingersi l'uno con l'altro! Risse e droghe facevano da contorno".
Forse è stato proprio lì, al Nautilus, tra un riff di chitarra e una pasticca di ecstasy, che Sapone e i suoi «fratelli» hanno dato vita a un gruppo, le Bestie, dal quale era difficile uscire.
Chi in silenzio ci ha provato è stato ucciso. O è stato spinto al suicidio, sospettano gli inquirenti.
Fabio Tollis (poi ucciso nel 1998) suonava negli Infliction (band Death melodica in attività tutt'ora che dopo i primi demo è uscita con due full: "The Faint Smell Of Suicide" del 2002 e "The Silencer" del 2005). Lo stesso Tollis aveva un'altra band, i Ferocity, con cui suonava con Maccione (uno degli assassini) e Magni (poi condannato per "concorso morale" ovvero sapeva ma non ha fatto niente: 7 anni di carcere). I Ferocity, in particolare, sembravano promettere bene in quelle poche composizioni rimaste (Brutal Death).


L'ORGANIZZAZIONE
Nata nella seconda metà degli anni novanta la setta era più che altro dedita all’uso e all’abuso di sostanze stupefacenti. Alcuni membri della setta erano noti come spacciatori di droghe.
Il luogo abituale di ritrovo della setta era principalmente parco Sempione a Milano.
Il clima di esaltazione dovuto alle droghe e la connotazione simil-satanica del luogo facevano sì che le pratiche degli aderenti alla setta fossero delle “prove di coraggio” che venivano eseguite a cuor leggero a causa dello stordimento, le sedute consistevano nell’infliggere dolore fisico.
Dalla testimonianza di Andrea Volpe emerge ad esempio che una volta al giovane Fabio Tollis vennero spenti mozziconi di sigaretta sul corpo, mentre un altro membro, lo mordeva sul collo.
In un'altra occasione, Paolo Leoni detto "Ozzy" (appellativo ispirato al cantante Ozzy Osbourne), capo carismatico della setta, venne fermato dalla polizia ed accompagnato a casa dopo essere stato sorpreso a camminare sui binari della metropolitana, completamente ubriaco e sotto l'effetto di stupefacenti. Nel corso di un'intervista rilasciata in carcere, il giovane minimizzò l'episodio, asserendo che si trattasse di un tentativo di suicidio a seguito della perdita, a pochi mesi di distanza, del padre e della sorella. I membri di più vecchia data erano Nicola Sapone e Paolo Leoni, conosciutisi casualmente durante una visita di leva. Nicola Sapone aveva condotto fino ad allora una vita normale, mentre Leoni era figlio di un ex detenuto per omicidio noto nella zona come satanista.
Gli altri membri del gruppo si unirono in un secondo tempo. L’enigmatica figura di Andrea Volpe di Busto Arsizio, disoccupato e tossicodipendente, descritto come un giovane squilibrato ma con un forte carisma personale, fu introdotta nel gruppo da Sapone. Nonostante Volpe fosse tra gli esecutori materiali in tutti e tre i delitti accertati, non fu mai considerabile come capo probabilmente a causa del suo stato di tossicodipendenza che lo costrinse a diversi ricoveri in ospedale ed in alcune comunità per disintossicarsi anche se non si deve sottovalutare la sua influenza nel prendere le decisioni.
Tutti i rei confessi sono concordi sul fatto che proprio dopo l’entrata di Volpe si cominciò a progettare gli omicidi rituali. Nicola Sapone era la figura guida, secondo Pietro Guerrieri (altro membro della setta) invece questo ruolo era esercitato da Andrea Volpe.


L'INIZIAZIONE
I riti di affiliazione si svolgevano appunto tramite il superamento di prove di coraggio, suggellate nel momento della riuscita da un vero e proprio patto di sangue, una volta compiuto si sarebbe potuto uscire dalla setta soltanto da morti. Due erano i modi utilizzati per scegliere gli adepti.
Il primo: il candidato doveva, dopo una lunga corsa, gettarsi a peso morto contro le siepi del parco prescelto per il rito, senza lamentarsi per il dolore. Nel secondo, l'adepto doveva bere un cocktail di alcol e droghe, riempirsi di birra e fare capriole senza vomitare, bestemmiando ad alta voce.
Solo il capo spirituale poteva interrompere l'iniziazione. Poi, una volta entrati, c'erano altre prove di coraggio: gettarsi in dirupi di qualche metro con la bicicletta in piena notte, scolarsi intere bottiglie di Jackdaniel's, insultare quindi litigare con gruppi di persone in inferiorità numerica (cioè tipo 1 contro 4), trafugare addobbi funebri(croci e quant'altro) dai cimiteri per usarli durante i live show dei Ferocity.


I RITUALI E LE ORGE
Alcol, boschi, droga, bestemmie, animali e notti di plenilunio. Ecco gli elementi indispensabili con i quali le Bestie di Satana allestivano le messe nere nei boschi della provincia lombarda, che avevano scarse componenti sessuali. I capi spirituali orientavano il pentacolo, la stella a cinque punte, con la bussola per consentire il collegamento con altre sette. Rituali e sacrifici che si sarebbero svolti in base alle fasi lunari: consideravano infatti maggio un mese non adatto a riti satanici poiché la tradizione cristiana fa risalire a quel periodo la nascita della Madonna. Rituali che avvenivano nei boschi o in chiese sconsacrate con Ozzy e Sapone in prima linea a recitare passi citando salmi al contrario e con tanto di ostia e calici imbevuti di sangue. Le orge invece prevedevano tanto sesso con scambi di partner al "volo".


IL CALENDARIO SATANICO
Piccolo excursus su date propizie per quanto riguarda il Satanismo. Il 31 ottobre è il Capodanno di Satana, notte del Sabba e di inizio del nuovo anno. In questa occasione si svolgono molte cerimonie di propiziazione, poiché si ritiene che questa sia la notte in cui ogni richiesta verrà esaudita. Il 21 dicembre è invece la prima notte di Tregenda, detta Yule, durante la quale i riti demoniaci si mescolano con quelli pagani precristiani (21 dicembre, solstizio d’inverno, notte più lunga dell’anno). E' come detto la notte del solstizio invernale cioè la più lunga dell’anno, quella in cui l’oscurità trionfa. E’ celebrata col fuoco. Per le sette adoratrici del demonio è il momento di lasciar andare il passato e di camminare verso la luce; alcune streghe accendono una candela. Poi c’è il 2 febbraio: è la notte di Candelora, con un Sabba dedicato alla consacrazione delle candele e dei lumi che verranno utilizzati nei riti dei mesi successivi. Ma è anche la notte nella quale gli apprendisti stregoni hanno la loro cerimonia di iniziazione (Candlemas, Imbolc). Ancora il 21 marzo: altra data importante, quella dell’equinozio di primavera, che si festeggia con la seconda notte di Tregenda (21 marzo, equinozio di primavera: Ostara). 30 aprile: segna l’inizio dell’estate esoterica, con il Sabba dedicato ai riti propiziatori. 24 giugno: terza notte di Tregenda, con riti di protezione per gli aderenti alla setta e lancio di anatemi e malefici contro i nemici (21 giugno, solstizio d’estate, giorno più lungo dell’anno: Mid Summer, Litha). 31 luglio: si svolge uno dei Sabba più importanti, con il quale si respingono gli influssi malefici esterni (Lammas). 29 settembre: quarta e ultima notte di Tregenda, in occasione dell’equinozio di autunno. È l’appuntamento più colto, quelle nel quale si inneggia alla conoscenza demoniaca (21 settembre, equinozio d’autunno: Mabon).


CRONOLOGIA OMICIDI/SUICIDI
Tornando alle Bestie Di Satana, le date degli omicidi sono:
-17 gennaio 1998, Fabio Tollis, 16 anni, e Chiara Marino, 19 anni, scompaiono.
-7 maggio 1999, Andrea Ballarin viene trovato impiccato nelle scale della sua scuola.
-14 dicembre 1999, Angelo Lombardo, 28 anni viene trovato bruciato nel cimitero legnanese.
-24 gennaio 2004, in un casolare a Golasecca Mariangela Pezzotta viene ferita con un colpo di pistola e finita a badilate.
-5 maggio 2004, Luca Colombo (amico di Nicola Sapone) viene trovato impiccato, sempre a Legnano.
-28 maggio 2004, i carabinieri trovano gli scheletri dei giovani nei boschi di Somma Lombardo.
-4 giugno 2004, vengono arrestati Mario Maccione, Pietro Guerrieri, Nicola Sapone e Andrea Volpe.
-A fine luglio in carcere anche Paolo Leoni, Eros Monterosso e Marco Zampollo.

Altri omicidi/suicidi (non per forza connessi alle Bestie di Satana), è il 7 settembre 1998 quando Fabio Rapalli viene trovato impiccato ad un albero. Il ragazzo di Montù Beccaria qualche giorno prima di scomparire aveva chiesto al parroco del paese se il Demonio esistesse davvero. Per gli investigatori si trattò probabilmente di omicidio satanico mascherato da suicidio. Una tecnica facile per liberarsi delle persone scomode e depistare così le indagini se non, addirittura, farle cadere nel vuoto. In un bosco del Varesotto perde la vita anche Doriano Molla, 26 anni di Cavaria. E' il 27 dicembre 2000. Lo trovano impiccato ad un albero come Fabio Rapalli ma, nella valle del Diavolo.  E' stato un omicidio disse un ex satanista a Paolo Capresi del Tg5 "Volevano mascherarlo come un suicidio ma qualcosa è andato storto e alla fine hanno fatto un grosso errore". Ma la lista delle vittime di questa strategia è lunghissima. C'è Alessandro B. trovato appeso a un traliccio vicino casa nel 96. C'è Alberto S. arso vivo nella sua auto. C'è Davide R. trovato con un filo da bucato attorno al collo in una radura dove ai tempi venivano trovate continuamente candele delle messe nere. E c'è Stafano L. travolto da un tir mentre pedalava sulla sua bici. Una scia di sangue legata da un unico filo rosso: la violenza assassina spacciata per autolesionismo.


I PRIMI SOSPETTI (2004)
Tutto comincia con quello che sembra un "normale" gesto di follia.
Il 23 gennaio 2004 (sera di luna nuova), in provincia di Varese, Mariangela Pezzotta viene uccisa dal suo ex fidanzato Andrea Volpe e dall’attuale compagna di lui, Elisabetta Ballarin.
Il giorno dopo un’autopattuglia dei carabinieri accorre in soccorso di Andrea Volpe e Elisabetta Ballarin. I due giovani hanno chiesto aiuto in seguito a un incidente, sostenendo di essere stati aggrediti da un gruppo di pazzi. Quando arrivano sul posto, i militari li trovano in evidente stato confusionale, sotto l’effetto di droghe pesanti. Non solo: l’auto incidentata non è loro, ma di una “amica” (Mariangela Pezzotta, appena uccisa). Mariangela giace morta poco distante, nello chalet degli orrori di Golasecca, che di lì a poco le forze dell’ordine scopriranno.
Attirata con un pretesto, la ragazza è stata prima ferita con un colpo di arma da fuoco da Volpe, poi, agonizzante, finita a badilate da un altro “amico”, Nicola Sapone. Dopo, hanno cercato di occultare la sua auto, che doveva essere gettata nel Ticino ma invece finisce contro un muretto.
Il delitto è efferato, ma all’inizio si crede semplicemente che si tratti di un omicidio a sfondo amoroso.


LA RICOSTRUZIONE DELL'UCCISIONE DI MARIANGELA
Il giorno dell'omicidio, tra Andrea Volpe e Mariangela Pezzotta ci fu una violenta discussione: lei gli rinfacciava di averle fatto passare dieci anni difficili, lui sparò e la ferì (ma la ragazza venne poi, come detto, finita a badilate), obbedendo a un ordine che gli era stato impartito dalla setta, ma che, in un primo tempo, Volpe avrebbe voluto eludere. "Ho telefonato a Mariangela e le ho detto di venire a Golasecca perché volevo metterla in guardia, avvisarla che volevano la sua morte. Per questo quando è arrivata, Elisabetta imbracciava il fucile. Era a scopo intimidatorio.
Ma poi ci siamo messi a bere per festeggiare il suo compleanno, Elisabetta è andata in cucina a preparare il caffè e io e lei ci siamo messi a litigare. Allora ho caricato l'arma e ho sparato".
Questa una prima ricostruzione, in realtà ufficialmente Elisabetta era andata a preparare un cocktal di eroina e cocaina, dopo la lite Volpe esplose 2 colpi di fucile ma Mariangela si salvò miracolosamente.
Elisabetta e Volpe, alterati dalle droghe, non riuscirono a completare l'opera quindi chiamarono Sapone che la finì a badilate. Avrebbero dovuto, come detto in precedenza, nascondere l'auto ma i 2 alterati dalle droghe si scontrarono contro un muretto, con l'arrivo della polizia...Golasecca vede la luce.
Elisabetta venne ricoverata e farneticando parlava di una "ragazza morta", il giorno dopo verrà ritrovato il corpo di Mariangela lì vicino. Volpe in un primo momento parlerà di "delitto amoroso", poi confesserà dicendo di esser stato costretto da Sapone, in caso contrario quest'ultimo avrebbe ucciso prima Mariangela e poi loro 2. Il caso assume una dimensione ben più ampia quando il 28 maggio a Somma Lombardo (sempre provincia di Varese) vengono ritrovati, su indicazione dello stesso Volpe, i corpi di due giovani di cui si erano perse le tracce nel 1998: Chiara Marino e Fabio Tollis, frequentatori dello stesso giro di amicizie dei due arrestati. Il quadro si fa più nitido.
Si comincia a parlare di riti satanici, musica Heavy Metal e di una vera e propria congrega, che presto verrà battezzata “Bestie di Satana”. Anche i due ragazzi uccisi nel 1998 erano all’interno della cerchia dedita a questi rituali.


L'UCCISIONE DI FABIO E CHIARA (1998)
«Eravamo in auto, subito dopo il delitto. Nicola mise una musicassetta a tutto volume: era la Nona di Beethoven, l'inno alla gioia. La sentiva sempre, anche 10 volte al giorno, proprio come le musiche del rock satanico. Ma quella era una notte speciale: avevamo appena ucciso Fabio e Chiara. Dopo aver spezzato il pugnale a furia di colpire, Nicola si era anche acceso una sigaretta e l'aveva spenta inzuppandola nel loro sangue. Poi aveva urinato sulla fossa. Droghe? No, eravamo lucidissimi».
Una stanza che si affaccia su un lago, molto lontano dal solito carcere, pochi giorni fa.
Andrea Volpe, il «pentito», sta seduto con la testa fra le mani.
Parla per ore. Davanti, ha gli uomini cui nella primavera scorsa ha già confessato in parte i delitti delle «Bestie di Satana», la sua setta. Ma ora per la prima volta, Volpe ammette che Fabio Tollis e Chiara Marino li ha uccisi anche lui, con gli altri. Il suo racconto combacia con quello già fatto agli inquirenti e a due compagni di cella da Mario detto «Ferocity», minorenne all'epoca dei fatti, quello che «durante le messe nere sbavava e parlava con la voce roca del diavolo».
L'altro ieri, parlando con l'avvocato Salvatore Granata, uno dei sui difensori, «Ferocity» ha corretto la rotta: «di quella notte non ricordo nulla, eravamo drogati»; ma a confermare ciò che ora dice Volpe, ci sono anche altre dichiarazioni, e intercettazioni. Volpe si auto-accusa. E racconta.
Nel 1998, le «Bestie di Satana» hanno 10-14 adepti. E riti precisi. Al centro di tutto il pentacolo, la stella a 5 punte. «Noi la tracciavamo per terra orientandoci con una bussola. Alle punte della stella stavano i capi, in mezzo gli altri. Fuori dal pentacolo, i membri esterni. Al centro, mettevamo una foto della persona odiata, una ciocca dei suoi capelli o un'unghia, e invocavamo il diavolo perché la colpisse». Una sera, il rito riguarda Stefano Longone, un giovane che fa il piercing con Volpe e che da tempo sembra turbato; qualcuno provvede a informarlo della maledizione lanciata; 5 giorni dopo, il 19 maggio 1998, il ragazzo finisce con il motorino sotto un Tir.
Incidente, «nessuna responsabilità del camionista». Nel 1998, Chiara è già nella setta: «Le ragazze servivano solo come oggetto di desiderio e chi della setta si innamorava di una ragazza era un debole, doveva essere eliminato». La povera Chiara viene sottoposta a «innumerevoli atti sessuali», deve perfino intrattenersi contemporaneamente con Sapone e con «Ozzy», cioè Paolo Leoni , Eros Monterosso e Marco Zampollo. Ma Chiara, a lungo, è stata anche la «fidanzata» di «Ozzy», il capo carismatico del gruppo, ed ora frequenta di più il sedicenne Fabio.
Fabio poi «si allarga, parla con la voce del diavolo come Mario, dà ordini». Si decide di uccidere i due.
Il 15 gennaio 1998, Andrea Volpe diede l'ordine a Pietro Guerrieri di andare nei boschi di Somma Lombardo per scavare una fossa profonda due metri: “non fare domande, vai e scava” gli disse Volpe “la fossa servirà per raccogliere il sangue durante il sacrificio rituale che faremo la notte di plenilunio”.
Poi, gli assassini, di fronte alla fossa già scavata: «E'venuta l'ora che partano».
I due vengono portati nel bosco, ignari del destino che li aspetta.
Arrivati vicino alla fossa vengono colpiti alle spalle.
Ancora Volpe: «mentre pugnalavo Fabio, che si era rannicchiato, Mario lo colpì con il mazzuolo sulle ginocchia. Poi sulla testa, sulle orbite degli occhi. Tante volte».
Quando tutto finisce anche Mario si accende una sigaretta, una delle sue Diana blu.
Dal racconto di Pietro Guerrieri: «Nicola poi ci disse: rigiravo il pugnale, e mi piaceva sentire lo sbrandellamento della carne». Volpe dirà di aver pugnalato la Marino, mentre gli altri 2 prendevano a martellate Tollis. Una volta ucciso orinarono sopra e nei giorni seguenti tornarono per gettare sopra i cadaveri un po' di ammoniaca (per evitare che gli animali sentissero l'odore dei cadaveri).
Nei giorni successivi, i membri della setta collaborarono attivamente alle indagini, distribuendo volantini con le fotografie degli amici da loro stessi uccisi, lasciandosi intervistare dal programma televisivo "Chi l'ha visto?" e dichiarandosi molto preoccupati per la sorte degli amici, facendo anche appelli televisivi perché tornassero a casa.

La ricostruzione di Maccione:
«Ci siamo ritrovati al pub Midnight di Porta Romana. Poi abbiamo preso la macchina. Guidava Volpe, al suo fianco c’era Sapone, dietro io, Fabio e Chiara. Si era parlato di uccidere qualcuno, ma a me avevano detto che era uno scherzo. Io ero tranquillo. In macchina mi hanno dato una bottiglia: dentro c’era Lsd o mescalina. Non ricordo. Ricordo solo di aver visto sotto il sedile un martello».
Siamo arrivati nel bosco, a Somma Lombardo. Siamo scesi. In teoria dovevamo sottoporci alla solita prova di coraggio. Siamo arrivati davanti a una buca, con la terra smossa.
Volpe ha detto a Sapone: “Ecco la buca”. Li ho osservati bene: avevano fra le mani due coltelli lunghi così. Mi ha preso il panico. Sono tornato di corsa all’auto, ho afferrato il martello, qualcuno mi veniva incontro, ho dato colpi all’impazzata. Poi è nebbia fitta. Mi sono risvegliato pieno di sangue. Avevo preso una coltellata sopra il polso destro. Eccola. Volpe e Sapone mi gridano: “Che cazzo hai fatto? Hai fatto un bel casino. Per fortuna abbiamo sistemato tutto noi, sarà il nostro segreto”.
Io per un anno ho creduto alla loro versione, anche se non mi tornava, anche se non mi spiegavo e non mi spiego come ho rimediato quella coltellata. Poi a distanza di mesi, li ho sentiti che parlavano e raccontavano tutta un’altra storia. Io avrei colpito Fabio col martello, lui è caduto, si è rialzato, sono intervenuti loro, hanno ucciso lui e Chiara. Anzi, li hanno sgozzati già nella fossa perché non morivano. Io dopo quell’episodio ho cominciato a prendere le distanze, a tenermi alla larga, avevo paura di essere ucciso».


I MOTIVI DELL'OMICIDIO E I PRIMI TENTATIVI ANDATI MALE
L'effetto di allucinazione dovuto alle droghe spiega troppo debolmente comportamenti che sembrano invece denotare una lucidità preoccupante. Certo, non mancano gli elementi deliranti, soprattutto riguardo alle motivazioni per cui Chiara Marino e Fabio Tollis dovessero essere uccisi.
La prima, come detto, che pure aveva partecipato ad alcuni rituali orgiastici con la setta, era ritenuta un'incarnazione della Madonna, e come tale doveva essere eliminata.
Tollis, invece, era considerato pericoloso perchè affezionatosi a Chiara voleva impedire che l'intento della congrega si compiesse. Chiara decise di uscire dalla setta.
Gli altri ne erano al corrente e decisero che se la ragazza doveva lasciare il gruppo doveva farlo da morta, consonamente al patto di sangue. Ci furono inoltre almeno 2 tentativi di omicidio andati male.
Nel primo tentativo, Sapone e gli altri la stordirono con una dose di tranquillanti, la portarono in un posto frequentato da tossicodipendenti per drogarla lì e simulare una morte per overdose di eroina.
L’arrivo di una volante li fece desistere dai loro piani e scappare.
Nel frattempo, il sedicenne Fabio Tollis si rese conto della piega che stava prendendo la setta e manifestò l'intenzione di andarsene, cosicché il gruppo decise di eliminare anche lui.
La notte di San Silvestro del 1997, i componenti della setta fecero in modo che Tollis e la Marino si ritrovassero da soli in un'auto messa a disposizione da Pietro Guerrieri, tatuatore del gruppo; posizionarono un petardo nel tubo di scappamento ma la vettura non esplose, prese fuoco molto lentamente e i due poterono allontanarsi senza nemmeno avvedersi dello scampato pericolo e credendo di aver inavvertitamente provocato loro stessi l'incendio, lasciando a bordo un mozzicone di sigaretta acceso mentre facevano l'amore. Tollis era dunque conscio del destino della sua amica, ma non del proprio. Molto più "pragmatico" il movente per l'uccisione di Mariangela Pezzotta: la ragazza sapeva tutto dei misfatti compiuti da Volpe, e questi temeva che prima o poi ne avrebbe parlato a qualcuno.
Così Fabio morì in gennaio, con Chiara, proprio come morì in gennaio Mariangela, 6 anni dopo, e sempre verso la mezzanotte: «C'entrano i cicli della luna», spiega ora uno degli arrestati. E parla anche di un «pentacolo», o gerarchia a 5 posti, in cui si entrava proprio uccidendo.
 «Morti senza perché», dunque, come dicono i magistrati: ma anche secondo regole non improvvisate. C'erano altre regole: «chi entrava nella setta poteva uscirne solo con i piedi di fuori, orizzontale», raccontano più voci.


LA SPIEGAZIONE DI GUERRIERI
A ricostruire per primo quella notte degli orrori fu Guerrieri.
Secondo le sue confessioni, Maccione, uscito da uno dei suoi stati di trance diceva di entrare in contatto con «Signore delle tenebre, Dio del male», riferì che Chiara doveva essere uccisa «perché incarnava la Madonna». Fabio solo perchè a conoscenza del progetto di morte varato alla Fiera di Sinigallia (Mi) e nel magazzino del papà di Nicola Sapone a Dairago. E perchè si era rifiutato di partecipare al massacro della fidanzata. “Una martellata? Una? Mario Maccione gliene avrà date ottanta”. Poi ha avuto luogo la “dissacrazione dei poveri resti in un'orgia di sangue, l'oltraggio finale costituito dall'urinare sui cadaveri”.


LA SPIEGAZIONE DI MACCIONE
Secondo, Maccione invece, Fabio sarebbe morto per sgarri nei confronti dei capi della setta.
In particolare nei confronti di Ozzy, quando nella congrega entrarono due Wicca(streghe): Giulia e Stefania. Giulia abbandonerà ben presto la compagnia, invece Stefania ne rimane affascinata.
Ozzy s'innamora di Stefania, lo stesso succede per Fabio(il più piccolo di tutti) che ci prova con lei.
Ad Ozzy questo non va giù e in una delle serate a base di droga ed alcool fa alzare la maglia a Fabio spegnendogli la sigaretta addosso. E così fanno tutti gli altri (tranne Maccione, a suo dire).
Secondo Maccione fu questo il primo avvenimento che porterà alla morte di Fabio: semplice gelosia.
Poi, mentre altri, tipo Chiara(e non solo) cercheranno di fuggire dalla congrega...Fabio invece no.
Lui diventa sempre più un satanista convinto: si fa di droghe, di acidi e sente il desiderio di far fuori qualcuno.


IL SUICIDIO DI BONTADE, L'OMICIDIO DI BALLARIN ED ALTRI SUICIDI/OMICIDI
I fatti che via via si scoprono portano gli investigatori a riesaminare sotto una luce diversa anche altri fatti di sangue, in particolare suicidi, avvenuti tra la fine degli anni Novanta e i primi anni del terzo millennio. Un nome per tutti che rimbalza tra i media è quello di Andrea Bontade, morto in un incidente stradale nel 1999. Le morti imputabili alle Bestie di Satana, tra suicidi istigati e veri e propri omicidi, ammontano a otto. Volpe confessò che quest'ultimo sarebbe stato ucciso simulando il suicidio perché era un traditore in quanto, dopo aver aiutato Volpe e Sapone a scavare la fossa di Somma Lombardo, non si presentò la notte del duplice omicidio.
Proprio per questo Sapone avrebbe dato ordine a Volpe di organizzare il 'suicidio'.
Sempre secondo i racconti di Volpe agli inquirenti, una sera Sapone avrebbe messo una consistente dose di LSD nel caffè di Bontade: «Dopo quella volta non si riprese più. Rimase immobile per 24 ore in preda a terribili allucinazioni mentre Sapone si divertiva ad umiliarlo».
La sera del 21 settembre '99 Sapone sarebbe salito in macchina con Bontade e, dopo avergli messo in mano una banconota da 10mila lire gli avrebbe detto: «O lo fai tu o ci pensiamo noi».
Qualche ora dopo in piena notte Bontade si schiantò a 180 chilometri orari lungo una strada che da Somma Lombardo porta a Gallarate. Volpe raccontò anche di un'altra vicenda riguardante Andrea Ballarin (nessuna parentela con Elisabetta), trovato appeso ad un albero.
Volpe disse che la sua morte fu decretata dopo un litigio con Sapone in un bar di Somma Lombardo ad inizio '99: Ballarin rinfacciava a Sapone di diffamarlo raccontando in giro che non solo si drogava ma che spacciava anche. Sarebbe stato proprio Sapone a decretarne la morte aiutato da Leoni.
«Lo aspettammo nel cortile della nostra ex scuola all'una di notte. Sapone lo minacciò con un macete e lo narcotizzò con uno straccio imbevuto di etere. Poi lo portammo all'esterno della scuola e lo impiccammo ad un albero». Andrea Ballarin, che soffriva di depressione, era stato compagno di scuola alle medie di Andrea Volpe, quest'ultimo già considerato all'epoca personaggio ben poco raccomandabile. Dopo Ballarin, secondo il racconto di Maccione "sono morti Angelo Lombardo e Luca Colombo. Erano il custode e il fioraio del cimitero di Legnano.
Colombo fu impiccato, l'altro fu bruciato in casa con la benzina.
In seguito, aggiunge, "fu ammazzato un altro giovane: Doriano Molla. Lo impiccarono nel Parco del Ticino e pure quello risultò un suicidio, come gli altri". In mezzo ci fu anche la morte di Alberto Scaramozzino di Dairago, 19 anni, morto suicida dandosi fuoco con la benzina nella sua auto.
Poi "nel 2004 ci fu la morte di Mariangela, l'ex fidanzata di Volpe. Per fortuna a quel punto ci hanno arrestati tutti. Perché ci saremmo ammazzati l'un l'altro, fino all'ultimo.
La prima a morire sarebbe stata Elisabetta Ballarin, la nuova fidanzata di Volpe. Poi, forse, sarebbe toccato a me, anche se stavo in guardia". Secondo lo stesso gli omicidi sarebbero stati 18.


CORPO MAI PIU' RITROVATO
Maccione si appellò anche alla procura per approfondire le ricerche dei resti di Cristian Frigerio, scomparso nel 1996 e che dovrebbe essere sepolto in una discarica di Brugherio, già ampiamente ispezionata dagli inquirenti. Maccione però insistette: "Se cercano bene lo trovano".
L'inchiesta fu riaperta ma il caso venne chiuso nel 2008 non essendo stato possibile ritrovare il corpo.
Anna Lia Ferrarese, ancora oggi chiede disperatamente di poter sapere dove sia sepolto suo figlio Christian, scomparso a 19 anni. Una storia nell’ombra.
Che inizia in una sera dell’agosto 1996, quando Christian accompagna un amico alla stazione di Milano centrale. Mentre si appresta a tornare a casa, però, la macchina rimane a secco.
Il 23enne si guarda intorno, cerca un distributore. Ed è in quel momento che incontra un ragazzo, che vive nei pressi della stazione. Lo sconosciuto lo aiuta, andando a prendere una tanica nel proprio garage e accompagnandolo in una stazione di rifornimento. Christian si vorrebbe sdebitare, offrirgli una birra. Ma tutti i locali sono chiusi. Uno solo è aperto a quell’ora: il Midnight di Porta Romana.
Il locale dove si riuniscono le Bestie di Satana. Del ragazzo che quella sera ha aiutato Christian non si conoscerà mai l’identità ma ciò che è certo è che in quel locale il 23enne, quella sera, incontra la setta.
“Tutti hanno negato di conoscerlo” racconta oggi Anna Lia Ferrarese “e invece io sapevo tutto di loro. Nomi, soprannomi, addirittura che lavoro svolgessero. Mio figlio me ne aveva parlato”.
Già. Perché Christian ha da poco perso il padre e tra le nuove frequentazioni c’è anche Maccione, che gli dice di poterlo “mettere in contatto” con il suo caro. Per questo, il giovane inizia a frequentare il gruppo. Tant’è che a casa arriva anche una telefonata di “Ozzy”, alla quale risponde Anna Lia.
Si tratta di Paolo Leoni, uno delle Bestie. Tre mesi di frequentazioni, di uscite. Durante i quali Christian cambia atteggiamento. Diventa cupo, pieno di pensieri, costantemente preoccupato per la famiglia. Fino al 14 novembre 1996. Quando, dopo aver ricevuto una telefonata, Christian esce di casa. Senza fare più ritorno.


GLI ARRESTI E LE CONDANNE
Volpe e Sapone vengono accusati di tre delitti.
Ma non sono ovviamente gli unici ad essere arrestati.
Quella stessa estate vengono messi dietro le sbarre per essere processati in relazione al delitto Tollis-Marino Pietro “Wedra” Guerrieri, Mario Maccione, Eros Monterosso, Paolo “Ozzy” Leoni e Marco Zampollo. Questi ultimi tre, in particolare, vengono accusati di essere i mandanti del delitto, mentre per Guerrieri, che ha scavato la fossa in cui furono gettati i corpi, si parla di favoreggiamento.
Sarebbero stati tre i mandanti del duplice omicidio di Fabio Tollis e Chiara Marino, uccisi il 17 gennaio 1998 a Somma Lombardo durante un rito satanico. Per l'accusa «hanno pensato, ideato e organizzato il duplice omicidio». Non erano presenti, ma sapevano delle tragedia avvenuta nei boschi in provincia di Varese. La vicenda giudiziaria, che passa attraverso tutti e tre i gradi di giudizio, dura quasi quattro anni, concludendosi con due ergastoli a Nicola Sapone, un ergastolo a Paolo Leoni, 30 anni ridotti a 20 a Volpe perché “pentito”, 27 anni e 3 mesi a Eros Monterosso, 29 e 2 mesi a Marco Zampollo, 19 anni e mezzo a Mario Maccione e 23 anni a Elisabetta Ballarin.
Le sentenze definitive della Cassazione, infatti, arrivano il 25 ottobre del 2007 (tranne che per la sentenza di Mario Maccione, emessa il 9 novembre 2007 dalla Corte d'Assise e d'Appello di Brescia), confermando quelle che erano state le pene inflitte dalla corte d'appello.


IL PENTIMENTO DI ANDREA VOLPE E L'INCONTRO CON IL PADRE DI FABIO TOLLIS (2006)
Lo guarda fisso negli occhi, poi comincia a parlare. Andrea Volpe, il «pentito» delle «Bestie di Satana», incontra Michele Tollis. Per la prima volta si trova faccia a faccia con il padre di Fabio, una delle sue vittime. E chiede perdono. «Mi dispiace tantissimo per quello che ho fatto. Ma spero che un giorno lei potrà perdonarmi. Io non mi perdonerò mai per le atrocità che ho commesso. Però spero che in futuro lei potrà farlo». Carcere di Novara, sala colloqui. Davanti alle telecamere vittima e carnefice si trovano uno di fronte all’altro. La ricostruzione dei delitti della setta resta sullo sfondo, i protagonisti adesso sono loro. Perché non era mai accaduto che potessero confrontarsi fuori dall’aula del processo. Non era mai successo che uno potesse interrogare l’altro. Michele Tollis lo fa.
Vuole sapere per quale motivo è stato scelto suo figlio, vuole capire se il pentimento di Volpe è davvero sincero. Ma soprattutto vuole scoprire se altri adepti siano sfuggiti agli arresti.
È stato lui, con le sue indagini private durate sei anni, con la sua disperazione che a tratti si è trasformata in ossessione, a consegnare ai magistrati le prove per inchiodare le «Bestie».
«Mio figlio è uscito una sera per andare a mangiare una pizza con gli amici e me lo sono ritrovato a pezzi sei anni dopo. Lui era diverso da voi. Lui si è difeso perché non voleva morire. Voi non gli avete dato scampo. Per questo ti dico che lo spettro di Fabio vi perseguiterà in eterno».
La «Bestia» lo osserva, poi abbassa lo sguardo. Annuisce con il capo. «Capisco, ha ragione», ripete come un automa. Non sembra ci sia posto per il perdono nel cuore di Tollis, anche se a tratti la sua voce si incrina. «Come Michele Tollis, come padre di Fabio, devo dirti che il mio perdono non ci sarà mai. Io disprezzo le vostre azioni e sono qui per portarti il messaggio di quattro mamme che hanno consumato i marciapiedi per andare nei cimiteri a trovare i propri figli. Non vi perdoneranno mai».
Volpe: «Quando sei lì vedi tutto nero, vedi solo quello che devi fare. Io non sentivo le voci dei miei compagni. Sentivo solo le urla e quello che avevo in mente di fare. Sono stato una furia, come tutti gli altri. Una volta che parti non ti fermi più. Però posso dire che eravamo lucidi, quando lo abbiamo fatto eravamo lucidi». Tollis ascolta, poi quasi grida: «Spero che per parecchi anni non sarete in circolazione perché siete persone, e vi considero ancora persone, pericolose. Se ho la certezza che tutti siete sotto chiave finché campo, morirò soddisfatto perché avrò raggiunto lo scopo della mia vita».
Dopo venti minuti Tollis si alza. «Ti auguro in bocca al lupo, ma non ti do la mano, perché non potrei mai stringere la mano che ha massacrato mio figlio». Volpe abbassa lo sguardo. «Capisco ma continuo a sperare che un giorno possa succedere e che lui potrà finalmente perdonarmi».


LE CONFESSIONI DI PAOLO OZZY LEONE
Paolo Leoni, venne considerato il capo carismatico della setta.
Nella sua abitazione di Corsico i carabinieri trovarono teste di caprone e stelle a cinque punte (simbolo del satanismo) appese nella stanza da letto le cui pareti erano tinteggiate di nero.
Lui, il cui padre nel 1984 uccise la convivente con metodi satanici, verrà considerato il mandante del duplice omicidio. Ozzy Leone: "Il giorno in questione è il 17 gennaio 1998. Era un sabato, mi trovavo sul posto di lavoro, alla metro di Cesano Boscone. Ho qui davanti a me la fotocopia del documento sulle timbrature del badge: sono entrato alle 11:52 per uscire in pausa pranzo alle 13:19 (senza uscire dallo stabilimento). Sono rientrato alle 13:50 per poi terminare il turno alle 21, il classico secondo turno di chiusura nella giornata di sabato alla metro. All'epoca avevo un contratto di apprendistato.
Dal '96 al 2004 (fino al giorno del mio arresto) sono stato sanzionato due volte solo per aver fumato una sigaretta, questo significa che i controlli c'erano. L'ergastolo è dovuto al mio “ruolo fattivo”: secondo i giudici quel pomeriggio avrei accompagnato Chiara dai suoi carnefici ad una Fiera che si svolgeva a Senigallia. La cosa strana è che nelle sentenze si parla dell'irrilevanza sulla mia presenza o meno quel pomeriggio, un'assurdità legalizzata, come molte altre. Solo con il dono dell'ubiquità potevo essere insieme ai miei accusatori il 17 gennaio 1998». Fabio e Chiara penso siano stati uccisi magari dallo stesso Volpe e Maccione (e qualche conoscente di Volpe) con la complicità di membri di una setta di alto livello, visto che occorrevano degli appoggi per scavare la buca. Ho preso l'ergastolo sulla base di racconti dei "collaboratori", forse è il caso di dare un'occhiata agli atti processuali per valutare l'inattendibilità dei "pentiti"». Ozzy Leone, secondo gli inquirenti, pur non avendo mai partecipato in prima persona agli omicidi era uno dei mandanti. Inoltre rimangono interrogativi sulle dichiarazioni di alcuni, su un fantomatico livello superiore a cui il branco era legato da vincoli di obbedienza, una misteriosa setta “X” di Torino. Ma anche sull’identità di un altro seguace e partecipante alle notti stregonesche, tale Alessandro, mai trovato e forse mai esistito.


RITI E DEMONI
Come va, Mario? «Benissimo: riesco sempre a spegnere la luce o la televisione con la forza del pensiero», dice lui a chi ha modo di incontrarlo. A giugno saranno passati otto anni dal giorno dell'arresto di Maccione, ma nella cella del carcere di Bollate dove il ragazzo sta scontando una pena a 19 anni, è come se il tempo si fosse fermato. Mario è sempre lì, rapito dalle sue fantasie soprannaturali, convinto come negli anni ruggenti delle Bestie di Satana, di poter dialogare con gli spiriti dei morti e di trasfigurarsi durante le messe nere. Maccione era colui che «officiava» i riti, più testimoni hanno raccontato di aver visto il suo volto trasfigurarsi e gonfiarsi mentre venivano pronunciate formule oscure. "C’è Noctumonium, signore del ghiaccio, del freddo e del silenzio; poi c’è Mortiferium feroce, signore del fuoco; Mortifugo che è il signore della morte; Sataemonium Delirium, imperiale; e Gelimero che è il signore della follia". Noctumonium (cioè lo spirito diabolico che «dialoga» attraverso Maccione) parla ancora una volta attraverso di me:
 «Chiamateci pure demoni o come più vi piace, ricordate solo che non potete scappare da questa realtà. Dovete sempre mantenere il segreto. Niente è per caso. Dovete seguire le istruzioni ed essere liberi allo stesso tempo». "Io facevo da medium e richiamavo Satemonium Delirium, Noctumonium, Mortiferium Feroce, Gelimero e Mortifugo. Sono tutti demoni che ci dicevano quali entità positive eliminare e come svolgere i rituali. Le nostre note rabbiose, il nostro abbaiare gutturale, il nostro Brutal Death Metal che è più estremo di quello già estremo di Glen. Le nostre catene. Gli ordini di Noctumonium. Le orge in cui la libertà più sfrenata convive con sentimenti oscuri: è in quelle ammucchiate che impariamo a odiarci. E a coltivare l’arte dell’odio e della vendetta. Ma per il momento teniamo. E cresciamo ancora. In quell’interminabile ’96".


L'IPNOSI
Volpe ha inoltre parlato dell'utilizzo dell'ipnosi «Era una abitudine dei capi per controllare gli adepti» del gruppo che «per sentito dire» sapeva avere legami con la setta «X» di Torino.
Come il collega Gulotta, anche l'avvocato Salvatore Granata, difensore di Mario Maccione, uno dei coimputati, ha puntato il dito verso l'ipnosi. «Un aspetto da approfondire visto che Volpe ha raccontato che Nicola Sapone dirigeva le sedute in cui i membri della setta cercavano di entrare in trance».
In un anno 72 giorni di consegna, 32 di riga (punizione), 8 di addestramento e 208, come li definisce lui, «strappati».  Gran parte del diario ritrovato di Volpe è dedicato ad una delle sue passioni principali: l'ipnosi.  Tre sono i metodi descritti. 
Il primo si chiama: «Viaggio astrale sotto ipnosi negativa». I protagonisti hanno un ruolo ben definito: la guida (G), la cavia astrale (C.A.) e l'assistente astrale (A.AS.) interagiscono solo tra di loro. 
Testuale: «Chi deve affrontare un viaggio astrale sotto ipnosi negativa deve essere in totale concentrazione, ed essere convinto. Va affrontata in totale assenza di positività, o comunque di corpi estranei alle proprie conoscenze.  Una volta concentrato completamente l'ipnotizzatore che guida il viaggio deve rilassare il più possibile chi affronta il viaggio. 
Solo così si raggiunge il primo astrale iniziale. Chi non rispetta le regole di ipnosi rischia di toccare la follia e  di non uscirci più».
Il secondo: «Viaggio astrale in sommissione (sottomissione) sotto ipnosi negativa». Essenziali, oltre alla guida, la cavia astrale sommessa (sottomessa) e un testimone astrale. La procedura iniziale è identica a quella precedente, «ma» scrive Volpe «bisogna aspettare la sottomissione e la cavia deve dormire e basta!!! Inoltre è vietato dilungare la follia». L'ultima tecnica: «Viaggio astrale sotto ipnosi negativa con due cavie astrali e due guide astrali». Per il viaggio è necessario sapere che «niente avrà inizio se non sei cosciente di avere».


MUSICA METAL?
Nel corso delle indagini i media si interessarono molto allo sfondo culturale di tutta la vicenda: sottolineando spesso la passione di tutti gli implicati nella vicenda, vittime e carnefici, verso la musica Metal. Secondo alcuni giornalisti italiani gli Slayer, famoso gruppo metal statunitense, avrebbero pilotato i membri della setta a compiere tali azioni (la band subì accuse simili anche nella propria nazione, per quanto riguarda il caso analogo di Elyse Marie Pahler).
I giovani passavano nottate intere ad ascoltare la loro musica al massimo del volume, sia mentre celebravano i rituali, sia vagando in auto nei pressi di Cardano al Campo e nei boschi della Malpensa.
Si dice che gli omicidi furono influenzati principalmente dal brano Kill Again, tratto dall'album Hell Awaits. Un'altra canzone, Richard Hung Himself (da Undisputed Attitude), avrebbe istigato un ragazzo affiliato alla setta, un tale Davide R., ad impiccarsi con il filo da bucato nel bosco dietro casa sua(tuttavia altre ipotesi ritengono che il suicidio sia stato dovuto alle continue minacce di morte ricevute da Volpe). Venuto a conoscenza dell'accaduto, Jeff Hanneman, chitarrista degli Slayer, rigettò le accuse: «Chi ha cercato nella musica le ragioni di un delitto non ha capito nulla ed ha dimostrato una volta per tutte la propria ignoranza. Tutto ciò è tremendamente stupido, perché se qualcuno arriva a compiere un gesto così estremo è mosso da ragioni che vanno ben oltre l'ascolto degli Slayer. Se una persona non ci sta con la testa può essere spinta ad uccidere da un disco ascoltato, ma anche da un film visto in televisione, dalla rottura con la fidanzata...da tutto!»

«Sono precipitato in fiamme dalle nuvole» . È il verso di una canzone Metal?
« No, è l'esatta descrizione del mio stato d'animo quando ho saputo di tutta 'sta storia ». Impossibile, ieri in aula, non notare il ragazzo magro con i capelli lunghi e la barba mefistofelica. In mezzo a tanti satanisti che si sono dati una ripulita nell'aspetto, viene da pensare che sia lui l'unico rimasto «fedele alla linea» . «Ma no, niente satanismo sono uno che suona Heavy Metal e che ha conosciuto di persona sia le vittime che gli imputati del processo. Sono qui per cercare di capire» .
Si chiama Marco Zambruni. Per lui, la giornata di ieri è stata un tuffo nel passato: « Sono stato compagno di scuola di Maccione e di Magni con i quali ho suonato a lungo; ho conosciuto Fabio Tollis: anzi, ho preso il suo posto quando lui lasciò il gruppo dei "Ferocity". Andrea Volpe? L'ho incontrato solo una sera, quando si esibì col mio gruppo» . È proprio il concerto che la povera Mariangela Pezzotta filmò con la videocamera; la restituzione di quella cassetta la sera del 24 gennaio 2004 servì come scusa per attirarla nella trappola mortale. «Quando l'ho saputo per poco non mi ha preso un colpo: temevo potessero sospettare anche di me » dice Marco. «Quando a 16 17 anni sai suonare due o tre strumenti e in più canti, hai il mondo in mano, almeno nell'ambiente dell'Heavy Metal. Maccione, Tollis, Magni me li ricordo così: musicisti in gamba e con tanta passione. Fossero stati meglio organizzati, avessero avuto qualcuno a seguirli, forse oggi saremmo ancora a suonare insieme» . Il simbolismo satanico può aver pesato sui delitti della setta? «Tutti nel nostro ambiente sanno che i teschi, le croci e tutto l'armamentario sono solo simboli, spesso operazioni studiate a tavolino per fare spettacolo».


 BAND ANONIMA IN CONTATTO CON LE BESTIE DI SATANA
«L'ultima nostra tournée risale a qualche mese fa, e ci ha permesso di portare un gruppo Metal italiano a suonare all'estero, molto lontano. È stato straordinario e indimenticabile. Chi l'avrebbe mai detto? Già eravamo al vertice della felicità quando giravamo l'Italia in lungo e in largo come supporter di grandi nomi della scena Metal; ora che siamo stati catapultati nel panorama internazionale quasi non ci sembra vero. Eppure è così: la nostra enorme passione ci ha portato a non mollare mai, a non farci fermare dalle difficoltà, a credere che quella fosse la strada giusta.
Ho iniziato a suonare nel 1995 ed è stato allora che ho conosciuto il gruppo delle Bestie. In quegli anni la musica Metal era arrivata anche in Italia, ma dalle mie parti c'erano poche persone interessate a quel genere. Me ne ero appassionato grazie a mio cugino, che mi aveva fatto scoprire i Sex Pistols e altri gruppi simili quando ero ancora alle elementari, mentre lui frequentava le scuole medie.
Qualche anno dopo, intorno ai dodici-tredici anni, iniziai a guardare DJ Television, al cui interno vi era una rubrica settimanale curata dal dj Nikki, che si occupava del ramo Hard Rock/Metal; ricordo che seguivo la top ten degli album di maggior successo e così, di lì a poco, entrai a tutti gli effetti in un mondo nuovo, che non avrei mai più abbandonato, ma che scoprii essere composto anche da altri micro-gruppi, anche più estremi. Alla fine, dopo essermi fatto un po' di esperienza e di "orecchio", oltre a sentire quelle canzoni, ho avuto lo stimolo di iniziare a suonarle; da allora è iniziato tutto.
A quell'epoca conoscevo Mario Maccione, anche lui musicista.
Attraverso quest'amicizia ebbi modo di entrare in contatto con tutti gli altri delle Bestie, anche se mi sono rapportato solo con coloro che suonavano uno strumento, ovvero Fabio Tollis e Massimino Magni. Ho girato per anni alla Fiera di Senigallia, al Parco Sempione, ma soprattutto al pub Midnight ed ero lì anche la sera della scomparsa di Fabio e Chiara, ma chiacchieravo con loro soltanto di musica, poiché era quello che mi interessava.
Con Andrea Volpe non ho mai' parlato, anche perché a pelle non mi trasmetteva alcun tipo di sensazione e inoltre ho saputo della sua esistenza soltanto al concerto di Dairago nel luglio 1998.
Nessuno ci ha presentato e che io ricordi neppure i nostri sguardi si sono mai incrociati; l'aspetto più strano è che, oltretutto, pur essendo stati a volte anche allo stesso tavolo, non ho mai avvertito l'esigenza di conversare con lui, nonostante il mio carattere espansivo.
Volpe è l'unica persona con cui io mi sia rapportato in quel modo e credo che fosse perché non avessi nulla da dirgli e lui nulla da trasmettermi. I rapporti sono stati piuttosto superficiali anche con Ozzy, perché non suonava e dunque non era parte attiva della scena Metal.
L'aura di santone che Leoni si sarebbe costruito intorno, il suo vantarsi di essere figlio di un satanista e di un assassino, nonché di essere conoscitore di libri e testi sul genere, li ho appresi solo dopo, dai giornali e da voci di corridoio. Del resto erano argomenti di cui non mi importava niente e, infatti, lui con me non ha mai avuto quel tipo di atteggiamenti. Erano troppo lontani da me, che pensavo solo a come esprimermi con il suono. Il legame, se così si può chiamare, che io ho instaurato con loro era basato sulla musica, e mi trovo a dover smentire molti concetti che sono purtroppo emersi durante il processo, e soprattutto alcune ipotesi comparse sui giornali.
Si è parlato tanto della passione delle Bestie per il Metal, delle copertine dei tatuati sul corpo, di una devozione ai testi inneggianti a Satana, ma in realtà la questione fu molto diversa.
Prendiamo ad esempio Nicola Sapone: io di concerti ne ho visti parecchi, centinaia direi, ma lui non l'ho praticamente mai visto e tanto meno, parlandoci, si poteva notare una sua attenzione a quel genere musicale. Sì, è vero, ho saputo che ha la copertina di un album degli Slayers tatuata sul corpo, ma è un disegno diffusissimo tra i loro fan, anche perché è molto bello graficamente. Io credo che Sapone se lo sia fatto imprimere non sulla base di una convinzione personale, ma per conformismo.
I veri musicisti del gruppo erano Maccione, Tollis e Magni che, non a caso, avevano dato vita al complesso dei Ferocity. Mario suonava la chitarra e cantava, e incarnava in pieno l'immagine del metallaro di quell'epoca . Sentiva la musica, la viveva ed era davvero una sua fissazione: anche per questo, stando molto a contatto con lui, sono rimasto proprio stupito quando ho sentito parlare delle ormai note "trance di Maccione", ovvero del fatto che lui fosse il medium della setta e che si mettesse in contatto con dei demoni. Basti pensare che io l'ho conosciuto nel 1995, abbiamo iniziato a suonare insieme sul finire degli anni Novanta e solo nel 2000, in un'unica occasione, mi domandò di che segno zodiacale fossi. Ricordo perfettamente quella domanda, perché mi stonò, essendo lontanissima dal suo modo di essere. Lo stesso vale per Fabio che, oltre che umanamente, sul piano musicale era davvero un ottimo elemento. Non l'ho mai sentito accennare all'esoterismo o all'occultismo e non so se avessero stretto tra loro un vero patto di sangue, oppure se questo concetto della setta fosse più che altro un modo per "fare gruppo". Io non mi sono mai accorto di nulla e c'è da dire che con Maccione e con Tollis di tempo ne ho trascorso parecchio. Già dal 1996 infatti suonavo con la mia band ufficiale con cui avevo iniziato a girare la penisola, ma è capitato in più occasioni di coinvolgere i Ferocity e in particolare Mario e Fabio, tanto che abbiamo realizzato dei concerti insieme. Inoltre, visto che spesso avevo delle difficoltà con il mio bassista e Fabio era molto in gamba, l'ho più volte contattato proprio per inserirlo nel gruppo per qualche data. Era convinto, appassionato, vivace, si metteva in gioco fino in fondo e credevo davvero che l'avrei potuto coinvolgere in futuro, magari portandolo con noi in tournée. Anche con Magni mi trovavo bene: suonava la chitarra come Maccione ed era un bravo musicista, ma forse era il più pacato dei tre, anche dal punto di vista caratteriale, e così mi sono sempre rapportato con i più scatenati e dinamici, ovvero Mario e Fabio.
In ogni caso credo che i Ferocity fossero un buon gruppo, sicuro di quello che stava facendo, perché tutti avevano una buona infarinatura di batteria, anche se suonavano prevalentemente strumenti a corda, e sapevano cantare e comporre. In certi momenti rimpiango ancora di non averli supportati di più. Avrebbero fatto strada, ne sono certo; magari avremmo potuto incidere qualcosa insieme.
È per questo che, a conti fatti, se Fabio non fosse sparito e in realtà stato ucciso, avrei voluto assolutamente continuare a suonare con lui: gli avevo fatto scrivere delle lettere ad alcune etichette musicali, elemento che non ho condiviso con nessun altro, così come abbiamo spesso ragionato sul piano manageriale per far crescere le nostre band. Avevamo un rapporto umano, empatico, era un ragazzo brillante, con grinta. Anche per questo desidero spezzare una lancia a sostegno del Metal, per evitare che si confondano" le acque: la musica che suonavano i Ferocity, o che le Bestie ascoltavano, era amata per il suono, per i virtuosismi degli strumenti e nient'altro. Pochi in realtà prestano attenzione alle parole, che sono quasi sempre in inglese e spesso storpiate da non riuscire neppure a comprenderle. Accade come quando un italiano ascolta una canzone in lingua inglese ma, pur non capendone il significato, la considera bella e orecchiabile. Altro aspetto che mi ha lasciato un po' interdetto durante il processo è stato veder marchiare una persona come appartenente a una setta per il modo di vestire. È vero, portavano abiti neri o magliette di album di artisti estremi nonché vari monili con croci rovesciate e altro: a scanso di equivoci però, vorrei precisare che quel modo di porsi era comune a tutti metallari di allora. Anch'io andavo in giro così, pur non essendo un satanista, non volendo in alcun modo farmi tatuare il corpo (con teste di caprone o cose simili), non avendo mai bevuto (sono astemio) né tanto meno fumato (neanche una sigaretta). Era solo una moda.
Infine la droga: io da quel punto di vista ero davvero una "mosca bianca", uno dei pochi che non ne voleva neppure sapere, ma a quanto ne so allora tutti, non solo le Bestie, facevano un più o meno saltuario uso i hashish, oppure di erba in genere, come peraltro gran parte degli adolescenti e dei giovani considerati "per bene". Faceva parte del gioco, ma non si trattava di tossicodipendenti, come invece erano Volpe e in parte anche Guerrieri. In ogni caso, conoscendo Maccione e Fabio, che erano minorenni e quindi senza introiti, se fumavano qualcosa poteva capitare al massimo una volta al mese; Sapone, Ozzy e altri avevano un lavoro, dunque non so. Fatto sta, comunque, che tutti conoscevano la mia posizione nei confronti della droga e non venivano certo a condividere con me argomenti di quel tipo. Oggi non so dire se quella notte del gennaio 1998 Volpe, Sapone e Maccione avessero fatto uso di sostanze, ma credo che per compiere un atto così atroce verso i propri amici si debba essere o pazzi o completamente fatti. In fondo, una volta che sono iniziate le prime coltellate, purtroppo, la loro bestialità ha fatto tutto il resto».

La Storia Di Charles Manson: Rockstar Fallita (Omicidi e Stragi)

Charles Manson nasce il 23 Novembre del 1934 a Cincinnati (Ohio).
Stiamo ovviamente parlando di uno dei più famosi assassini della storia, lo psicopatico che ha dato adito a una serie innumerevole di leggende sulla sua vita: Charles Manson è il prodotto malato di quello che furono gli sconvolgenti ed irrefrenabili anni '60, il frutto malato originato dalla frustrazione di non essere nessuno, mentre molti "nessuno"stavano diventando qualcuno.
Seguace dei Beatles e dei Rolling Stones, voleva diventare famoso: non riuscendoci con la musica, nel suo delirio ha scelto un'altra e ben più trasgressiva strada.
L'infanzia di Charles è stata assai squallida e segnata da continui abbandoni da parte della giovane madre, una prostituta alcolizzata, finita poi in carcere con lo zio per rapina.


IL CARCERE
Il giovane Manson imbocca ben presto la carriera del criminale, tanto che all'età di trent'anni, dopo una vita passata fra vari riformatori, ha già un curriculum da record, completo di contraffazioni, violazioni di libertà vigilata, furti d'auto, tentate fughe dalle carceri, aggressioni, stupri di donne e uomini.
Il 27 aprile 1960 Manson fu incriminato per "trasporto di donne da uno stato all'altro ai fini di prostituzione". Assieme alla falsificazione di un assegno, al furto di auto e alla violazione delle norme sulla libertà vigilata, dopo due mesi fu condannato a scontare dieci anni di reclusione nel penitenziario di McNeil Island, nello Stato di Washington.
Manson ebbe occasione di costruirsi un bagaglio culturale inquietante, necessario negli anni successivi per elaborare e mettere in pratica i perversi disegni criminali e per controllare e manipolare le persone con cui veniva a contatto.
Studiò negromanzia, magia nera, esoterismo massonico, chirosemantica, scientologia, motivazione subliminale e ipnotismo.
In carcere imparò da un detenuto a suonare la chitarra, e nell'ultimo periodo di detenzione si dedicò in modo ossessivo alla musica e alla composizione di canzoni


IL CONSUMO DI DROGA E "LA FAMIGLIA"
Nel 1967, rilasciato definitivamente dopo anni di galera, in cui conobbe stupri ed abusi di ogni genere, sia fatti che subiti, comincia a frequentare la zona di Haight-Sansbury a San Francisco.
Una volta uscito, decise di divenire un musicista hippy, forte del riscontro positivo che questo movimento aveva a quei tempi e mettendo a frutto le capacità musicali acquisite in carcere; dichiarò in seguito di essere stato un fan dei Beatles.
Raccolse intorno a sé un gruppo di giovani, in particolare di sesso femminile.
Reclutò fra le prime Mary Brunner, Lynette Fromme, Patricia Krenwinkel, Susan Atkins (alle quali si sarebbero aggregate l'anno successivo Sandra Good e Leslie Van Houten) che gli sarebbero rimaste a fianco ben oltre le macabre notti estive del 1969.
Alla brigata si unirono anche Bruce Davies e Bobby Beausoleil. Per la fine del 1967 il gruppo si mise a vagabondare per la California a bordo di un autobus scolastico dipinto di nero.
Presero il nome di The Family ("La Famiglia"), o anche The Manson Family.
L'uomo riuscì a raccogliere un cospicuo numero di seguaci, circa 50 persone.
Manson era da questi considerato un leader religioso oltre che morale.
The Family, sotto la sua attenta guida, sopravviveva grazie a furti e altre attività criminali.
Tra una rapina e l'altra, i membri della setta suonavano la chitarra, praticavano sesso di gruppo e facevano uso di stupefacenti, in particolare hashish e LSD.
Le loro attività criminali con il tempo non si limitarono ai furti, ma si estesero agli omicidi.
Charles Manson voleva diventare un musicista famoso come i suoi idoli e nell'estate del 1968 tentò di realizzare il suo sogno musicale, recandosi in uno studio discografico di Los Angeles, con il supporto economico di Dennis Wilson, batterista dei Beach Boys.
L'insuccesso non fece altro che accrescere l'ossessione di Manson di diventare un musicista.
Un suo brano, Cease To Exist, fu nuovamente arrangiato dai Beach Boys e inserito nell'album 20/20 (1969) con un nuovo titolo (Never Learn Not to Love), testi modificati e un differente ritornello, cosa che suscitò in Manson non poca rabbia nei confronti dell'ex amico.
Charles Manson intanto profetizzava la cultura satanica e l'olocausto razziale che avrebbe dovuto portare la razza bianca al dominio totale su quella nera.
E' in questo periodo che si consumano i primi bagni di sangue.


LA PRIMA STRAGE: SHARON TATE (10 AGOSTO 1969)
La notte del 9 agosto 1969 avviene il primo massacro.
Un gruppo di quattro dei ragazzi di Manson irrompe nella villa dei coniugi Polanski a "Cielo Drive"(ricco quartiere di Los Angeles).
La villa era di proprietà di Terry Melcher, artista e produttore musicale nonché figlio di Doris Day che aveva espresso inizialmente interesse nei riguardi di alcune canzoni composte da Manson, ma che successivamente si era rifiutato di scritturarlo come musicista per la Columbia Productions; la villa divenne per Manson il simbolo di tutti coloro che l’avevano rifiutato.
Qui ha luogo la tristemente nota carneficina che vede coinvolta, come vittima sacrificale, anche l'attrice Sharon Tate: la compagna del regista all'ottavo mese di gravidanza, viene accoltellata ed uccisa.
Con lei vengono trucidate altre cinque persone, tutti amici di Polanski o semplici conoscenti.
Roman Polanski si salva per puro caso perchè assente per impegni di lavoro.
Coloro che materialmente eseguirono gli ordini furono Charles “Tex” Watson, Susan Atkins, Patricia Krenwinkel e Linda Kasabian.
Questi si diressero verso la villa armati di coltelli, un revolver e un filo di nylon lungo 13 metri.
Giunti sul posto, i quattro tagliarono i fili del telefono per impedire che venissero chiamate le forze dell’ordine una volta entrati.
Ad eccezione di Linda Kasabian, che doveva coprir loro le spalle, gli altri tre scavalcarono la recinzione.
Tuttavia vennero notati da un amico del guardiano della villa, Stephen Earl Parent, il quale venne ucciso immediatamente a colpi di revolver da Tex Watson.
Entrati nella villa, i membri della “Famiglia” non ebbero nessuna pietà.
Il primo a morire fu il parrucchiere Sebring, ferito con un colpo di revolver all’ascella e finito con una serie di coltellate.
La successiva vittima fu Frykowski, che venne accoltellato da Susan Atkins.
Stessa sorte anche per la Folger, accoltellata ripetutamente.
L’ultima vittima fu Sharon Tate.
La strage non risparmia comunque il guardiano della villa e lo sfortunato giovane cugino capitato sul luogo del delitto.


LA SECONDA STRAGE: CONIUGI LA BIANCA (11 AGOSTO 1969)
Il giorno dopo stessa sorte tocca ai coniugi La Bianca, anch'essi assassinati nella loro casa con più di quaranta coltellate nel petto.
Le modalità sono analoghe.
Le vittime vengono accoltellate decine di volte (Rosemary LaBianca 41 volte, Leno 12, oltre ad avere una forchetta infilata nel ventre e un coltello alla gola, e alcune di esse hanno il cranio sfondato).
La profondità delle ferite è eccessiva (13 centimetri) e la larghezza anche (3 o 4 centimetri) tanto da far supporre che non sia stato usato un coltello ma un altro tipo di arma non identificata.
L’analogia tra i due delitti, oltre che per l’efferratezza di essi, sta nella scritta “Pig”, vergata con il sangue delle vittime, che viene ritrovata nella stanza della strage.
Per la precisione, a casa Polanski viene rinvenuta la scritta “Pig”, a casa LaBianca la scritta “Death To Pig”.
Nessuna traccia, nessun indizio, nessun sospetto per diverse settimane.


GLI ALTRI OMICIDI
E l'eccidio continua con l'uccisione di Gary Hinman, un insegnante di musica che precedentemente aveva ospitato Manson e la famiglia.
Pare che qualche mese prima aveva dato ospitalità alla Family finendo, poi, per cacciarli.
Anche Hinman venne accoltellato: sulla parete venne tracciata la scritta "Political Pig", ovvero "Porco politico"; tali scritte vennero ordinate da Manson ai suoi seguaci per cercare di depistare le indagini e far accusare dell'omicidio i neri.
L'ultimo assassinio attribuito a "The Family" fu quello di un membro stesso della setta, Donald Shea (soprannominato "Shorty"), colpevole di aver sposato una donna nera e di tramare lo sfratto della banda di Manson dal rifugio dello Spahn Ranch.
Il 26 agosto 1969, dopo l'omicidio, il suo cadavere fu fatto a pezzi e questi vennero impacchettati e seppelliti nel letto di un torrente.
L'attività criminosa della "Famiglia" continuò incontrastata per altri mesi, fin quando l'avvocato Vincent Bugliosi, riuscì, dopo molte indagini, a trovare le prove che incastravano Manson.
Sono le scritte "morte ai maiali" e "Helter Skelter" (nota canzone dei Beatles il cui significato simboleggiava la fine del mondo) tracciate con il sangue delle vittime sulle pareti della casa a condurre l'avvocato Vincent T. Bugliosi sulla pista di Charles Manson.
E' l'avvocato stesso a portare avanti la maggior parte delle indagini che durano oltre due anni.


LA RISOLUZIONE DEL CASO E I TRADIMENTI
A poco a poco il puzzle viene assemblato: gli omicidi Tate-La Bianca-Hinman, e gli altri fino a quel momento rimasti estranei alle piste di indagine seguite dall'avvocato, sono tutti collegati.
Gli autori sono proprio questi ragazzi appena ventenni che agiscono sotto i poteri allucinogeni delle droghe e, soprattutto, sotto l'influsso di Charles Manson.
Arrivano anche le confessioni che inchiodano il loro mandante supremo.
E' in particolare Linda Kasabian, un'adepta della Famiglia, la quale aveva fatto da palo all'omicidio di Sharon Tate, a divenire il più importante testimone d'accusa.
Secondo la Kasabian, la notte del delitto nessuno dei partecipanti alla strage si era drogato: dovevano infatti essere lucidi per commettere gli omicidi.
Nel giugno del 1970 comincia il processo contro Manson, poi ricordato come il più lungo mai svolto negli Stati Uniti, con oltre nove mesi di dibattiti.
Il glaciale Manson, nella sua follia, si dichiara innocente.
Invece Susan Atkins rivela che fra gli obiettivi della Famiglia, improntati alla sua filosofia malata, vi era quello di eliminare quanti più personaggi famosi possibile, fra cui emergono, tra i primi, i nome di Frank Sinatra, Richard Burton, Steve McQueen e Tom Jones.
Il 29 marzo 1971 Charles Manson e i suoi compagni di strage vengono condannati alla pena di morte.
Nel 1972 lo stato della California abolisce la pena capitale e la condanna viene trasformata in carcere a vita. Tutt'oggi questo inquietante criminale è rinchiuso in un carcere di massima sicurezza.
Nell'immaginario collettivo è divenuto la rappresentazione stessa del male (al suo nome si è anche ispirato il cantante Marilyn Manson), ma lui continua imperterrito a inoltrare richieste per la libertà vigilata (l'ultima nel 2012).


I MOTIVI DEGLI OMICIDI
Non si conoscono con esattezza i motivi che spinsero la banda di Manson a uccidere.
Alcuni specialisti avanzano l'ipotesi che Manson fosse ossessionato dalla fama: non essendo riuscito a diventare una rockstar come aveva sempre sognato egli avrebbe scelto l'alternativa più facile, dei folli omicidi che attirassero l'attenzione dell'opinione pubblica.
Manson stesso nel giustificare i propri atti afferma di essere stato ispirato dai Beatles e nello specifico dalla canzone Helter Skelter.
Egli credeva di aver individuato nel brano una sorta di "messaggio profetico" a lui indirizzato che gli ordinava di diffondere il caos.


RISVOLTI RECENTI
Tutti i membri della Family condannati per omicidio sono in prigione.
Watson (70 anni) è detenuto nella Mule Creek State Prison di Ione, California.
Nel 1978 ha scritto il libro Will You Die For Me? e l’anno dopo si è sposato con Kristen Joan Svega.
Susan Atkins (deceduta), detta Sadie Mae Glutz o “Sexy Sadie” (che per prima, a una sua compagna di cella, aveva confidato di aver commesso i crimini nella villa di Cielo Drive) ha pubblicato nel 1977 il libro autobiografico Child Of God, Child Of Satan.
Dopo essersi vista rifiutare 17 volte la libertà sulla parola si è dichiarata “prigioniera politica”.
Nella primavera del 2008 le è stato diagnosticato un tumore al cervello.
Considerate le condizioni terminali della malattia, è stata richiesta la sua scarcerazione nel luglio del 2008.
“Solo per il fatto che Susan Atkins, all’epoca dei fatti, non mostrò la minima pietà nei confronti delle vittime e dei loro famigliari”, ha dichiarato Vincento Bugliosi, “oggi nessuno dovrebbe aver pietà di lei”.
Alla presenza di Debra Tate, sorella minore di Sharon e di alcuni famigliari di Steven Parent, il 15 luglio 2008 il tribunale di Los Angeles ha negato la scarcerazione di Atkins.
La Atkins morirà l'anno successivo, a 61 anni.
Patricia Krenwinkel (67 anni) è rinchiusa nella prigione di Chino, California.
Le è stata negata la libertà sulla parola per 11 volte anche se la sua condotta per quasi 40 anni è stata impeccabile.
“Mi alzo tutte le mattine”, ha detto recentemente in un’intervista, “con davanti ai miei occhi la colpa più grande: quella di aver tolto il bene più prezioso, la vita. Credo che questa sia la mia punizione più giusta”. Pentita quasi da subito, Krenwinkel svolge da decenni meritoria attività sociale e di studio, riuscendo persino a ottenere una laurea presso la University Of La Verne.
Leslie Van Houten (65 anni) è compagna di carcere di Pat Krenwinkel a Chino.
Come lei, è detenuta modello.
Bobby Beausoleil (61 anni) ha ripreso, dopo la sciagurata parentesi mansoniana, la sua attività artistica. Seppure rinchiuso nel carcere di Pendleton, Oregon, nel 1976 ha composto la colonna sonora di Lucifer Rising, film satanista del regista Kenneth Anger, e ha quindi pubblicato diversi album.
Dedito anche alla pittura e alla scrittura.
Linda Kasabian (65 anni) dopo aver collaborato con Vincent Bugliosi e ottenuto (di fatto) l’assoluzione, è tornata prima nello stato natio del New Hampshire poi, dopo il divorzio dal marito Robert, si è trasferita nello Stato di Washington.
Nei primi anni 80, un incidente automobilistico l’ha semiparalizzata alle gambe.
Successivamente è stata arrestata per problemi di droga. Da sempre restia al contatto con i media, Kasabian ha rilasciato una sola intervista, nel 1988, al programma tv Current Affair.
Lynette Fromme (66 anni, detta “Squeaky” perché, secondo Manson, “quando faceva l’amore squittiva come uno scoiattolo”) è stata l’ultimo membro della Family a finire sulle prime pagine dei giornali per vicende criminose.
Nel 1975, dopo aver cercato invano di entrare in contatto con il chitarrista dei Led Zeppelin Jimmy Page (aveva previsto per lui un tragico destino), ha cercato di uccidere il presidente degli Stati Uniti Gerald Ford. Il mattino del 5 settembre del 1975, travestita da suora, “Squeaky” ha avvicinato Ford nei pressi dello State Capitol di Sacramento e gli ha puntato la sua pistola che (però) non aveva il colpo in canna.
Per lei, Ford era colpevole di crimini contro il pianeta.
Condannata all’ergastolo, dopo alcuni tentativi di fuga, Lynette Fromme è sotto chiave in Texas, al Federal Medical Center di Carswell.
Da qualche tempo ha cambiato il suo nome in “red” (rosso) e con la sua amica Sandra Good (“blue”, anche lei membro della Family e, da sempre, infatuata di Manson) ha dato vita all’ATWA (Air, Trees, Water, Animals), organizzazione para-ecologista che sparge il verbo “mansoniano”.
Charles Manson probabilmente si è visto attribuire più colpe di quelle commesse.
Destino ironico per uno che voleva essere una rockstar e che ha poi trovato un altro mezzo per diventare famoso…
Dei quasi 30 omicidi che vengono attribuiti a Charlie e alla sua Family, solo quelli Tate e LaBianca sono stati provati (con cadaveri e colpevoli).
Degli altri si continua a speculare.
Alla fine dell’estate del 2008 si sono conclusi (con un nulla di fatto) gli ennesimi scavi presso il Barker Ranch (nella Valle della Morte).
Manson se la ride dalla sua cella nel deserto californiano che lui amava così tanto.
Dal carcere, lui e i suoi “famigliari” non usciranno mai più.
Per il mondo, Charles Manson è sempre l’incarnazione di un incubo.
Ed è colpevole per l’eternità.


MANSON MUSICISTA
"Lie: The Love And The Terror Cult" esce nel 1970 ed è un'accozzaglia di registrazioni dal suono sporco e sbilenco, che comunque affonda le proprie radici nel classico sound Hippy Folk Rock degli anni '60, con tanto di immancabili inflessioni psichedeliche.
Si perchè lui, a grandi linee, ha sempre abbracciato gli ideali e la filosofia Hippy.
Non si può certo dire che Charles Manson sia un grande autore o un interprete impeccabile, tutt'altro, ma nonostante i limiti del caso qualche parentesi sicuramente interessante il disco ce la regala.
Tra le composizioni più memorabili sicuramente "Look At Your Game Girl", "Ego", "Sick City" e "Cease To Exit" pubblicata dai suoi amici/nemici Beach Boys con il titolo "Never Learn Not To Love" sull'album "20/20".
Forse ammaliati dal personaggio o, chissà, genuinamente affascinati dalle scheletriche melodie del nostro, numerosi sono stati gli artisti che non solo hanno mostrato apprezzamente verso il Manson autore, ma ne hanno reinterpretato diversi brani (Guns N' Roses, Marilyn Manson, Front Line Assembly e GG Allin tra gli altri).
Il disco ha un'importanza più storica che musicale, segnando il passaggio dalla hippy generation alla disillusione degli anni '70.
"The Family Jams" esce nel 1997 per la Aoroa Records ed è un doppio cd che contiene diverse canzoni di Manson cantate dalla Family.
La registrazione è del 1969: poco dopo l'accusa a Manson di essere il mandante degli omicidi Tate/LaBianca, la Family decise di fare un disco per poter pagare con i proventi delle vendite un avvocato a Charles e pubblicarono così "The Manson Family Sings The Songs Of Charles Manson".
Il primo cd di The Family Jams è identico a The Manson Family Sings, ma il cd numero due (vera chicca di questo doppio album) contiene invece una serie di inediti e di versioni alternative registrate in qualità piuttosto bassa, con errori e psichedeliche stonature.
Il secondo cd rivela un'atmosfera scherzosa e giocosa, con le ragazze che ridono e i ragazzi che urlano slogan religiosi.
E' anche possibile a tratti sentire voci non presenti sulla prima registrazione e le gioiose strilla dei bambini.
"One Mind" esce nel 2005 senza etichetta sotto licenza Creative Commons per una produzione di Manson con FamilyJams.com.
Il cd contiene solo inedidi.
Nonostante One Mind sia stato registrato in prigione, la qualità è molto buona seppure si sentano le voci degli altri carcerati in sottofondo.
Stando a quanto scritto nella copertina interna del cd, tutto il progetto è stato seguito da Charles Manson dall'inizio alla fine.
One Mind è un flusso di coscienza, fatto di musica, canto, monologhi, parole inventate: Manson fischietta, scherza, gioca, racconta di Dio, finge di parlare in spagnolo, litiga con un compagno di cella, manda messaggi ai suoi amici, lancia minacce, usa diverse voci e si lascia spesso andare all'improvvisazione più totale:
"Air "del 2010 e "Trees" del 2011 sono gli ultimi 2 dischi pubblicati da Manson.

lunedì 29 giugno 2015

La Storia Dei Black Widow: Satanismo e "Sacrifici Umani" Negli Show

I Black Widow, si sono formati a Leicester nel 1970 dalle ceneri dei Pesky Gee, sono uno di quei gruppi la cui importanza storica va oltre la qualità dei loro album. Sono stati, infatti, i precursori di un certo modo d'intendere il Rock avendo come caratteristica l’uso esplicito di temi quali magia, stregoneria, satanismo, occultismo, demoni. Questo non fu affatto un espediente commerciale per attirare più pubblico, fu bensì una scelta onesta e sincera di chi è realmente affascinato dall’argomento.
La scelta dei temi non dovrebbe nascondere il fatto che anche la loro musica fu originale, innovativa, colta e contaminata da varie influenze Prog avvolte da un’atmosfera gotica e tenebrosa.
Vennero fondati da Jim Gannon (chitarra e voce), Kip Trever (voce e armonica), Zoot Tylor (tastiere e organo), Clive Jones (fiati), Bob Bound (basso) e Clive Box (batteria e percussioni).

Clive Jones: «Provenivamo dalla band Pesky Gee e volevamo fare qualcosa di differente: è stato solo allora che il nostro batterista, Clive Box, se ne uscì con l'idea di fare uno spettacolo tematico basato sulla magia nera, che si è poi sviluppato nell'album "Sacrifice" e negli show seguenti.
C'è voluto molto lavoro di preparazione per cercare di fare tutto in modo corretto e ci siamo rifatti a tantissimi libri presi in prestito dalla biblioteca di Leicester, alcuni portati via senza autorizzazione.
L'allora chitarrista Jim Gannon scrisse gran parte musiche. Quando l'etichetta ascoltò i demo rimase impressionata e ci portò quindi subito in studio per lavorare all'album: Kip era in contatto con la compagnia teatrale di Leicester e il loro leader, Chris Sanford, ci aiutò a mettere insieme il live show. 
É stato all'incirca in questo stesso periodo che abbiamo conosciuto Alex e Maxine Sanders, che ci hanno aiutato a fare tutto nella maniera più autentica possibile; Alex addirittura ci mise in guardia dal fatto che avremmo potuto evocare un demone. Per lo show ci siamo serviti anche di una ragazza per la parte di Astaroth, che alla fine dello spettacolo doveva comparire nuda, una cosa senza precedenti nel 1970!  Il nostro primo concerto fu al Leicester Phoenix Theatre; la reazione del pubblico fu incredibile e in brevissimo tempo andammo su tutti i giornali nazionali. 
Alla gente venne quindi chiesto di impedire ai propri figli di vedere lo spettacolo e anche per questo motivo avevamo i teatri sempre pieni, perché i ragazzi non fanno mai quello che dicono i genitori; ricordo che c'erano dei cartelloni all'entrata dei teatri».


L'ESORDIO: SACRIFICE
Nel 1970 il gruppo pubblicò l’album Sacrifice che riscosse un buon successo.
Si tratta di uno dei primi lavori a parlare liberamente di Satana in un contesto di sonorità cupe, rockeggianti e con aperture progressive molto interessanti. Il leader e mente ispiratore del gruppo è il chitarrista Jim Gannon un personaggio veramente strano e carismatico. L'opener "In Ancient Days", esordisce con un’introduzione di tastiere per poi partire alla grande con la chitarra acustica, basso e infine il magico sax di Clive Jones. Evocativo anche il ritornello ossessivo e in generale le linee vocali di Kip Trevor. "Come To The Sabbat" (più volte coverizzata, per esempio dai Black Sabbath e dai Death SS) non ha bisogno di presentazioni, ma chi si aspetta una versione ancora più malvagia di Black Sabbath ne rimarrà un po’ deluso: si tratta di un ipnotico brano acustico dove a farla da padrone sono i fiati. Un must la conclusiva "Sacrifice", un lungo brano veramente molto ispirato tra influenze Hard Rock, Fusion ed altre improvvisazioni qua e la sotto forma di jam-session.
Per il resto, rimangono canzoni Rock dalle fortissime venature Folk e Prog, con spruzzatine di Psichedelia: ottima ad esempio anche "The Way To Power", così così invece la ballad "Seduction".
"Attack Of The Demon" è invece dominata dall'organo Hammond.


CONTROVERSIE E PROBLEMI VARI
L’esordio dei Black Widow ebbe successo ma fece ovviamente molto scalpore.
I testi esoterici, l’occultismo e il satanismo divennero facile preda di gruppi di benpensanti che fecero vere e proprie crociate contro "Sacrifice". Soprattutto nell’America ancora segnata dai terribili delitti di Charles Manson, ci furono durissime opposizioni ai loro live, ritenuti eccessivamente violenti e diseducativi. Le voci di simulazioni di sacrifici umani non fecero altro che peggiorare le cose.
Gruppi di genitori e di preti cercarono di impedire l’ingresso o perlomeno di convincere i giovani a non assistere allo spettacolo. Nel live show dei Black Widow compaiono due anime: una prettamente teatrale, nata dalla collaborazione con Chris Sanford ed una rituale nata dalla essenziale incontro con Alex Sanders, allora alto sacerdote della Wicca Britannica. Sanders avvicinò i Black Widow ad alcuni rituali e testi magici per creare lo show e la sua influenza fu determinante per creare uno spettacolo che mostrasse grande pathos. La moglie di Sanders, Maxine, addirittura si prestò ad interpretare Astaroth in molti live shows che culminavano appunto nella rappresentazione simbolica di un sacrificio umano.
Si trattava di uno spettacolo forte e provocatorio.
La curiosità verso le tematiche occulte indusse la band a studiare circa sei mesi prima di organizzare tutto lo show di supporto all'album, con coreografie basate sui veri rituali di magia nera studiati anche presso un antico testo in possesso del Royal And Albert Museum e con l'aiuto dei membri del Leicester's Phoenix Theatre Company. Per ciò che riguarda la ragazza, questa veniva "evocata" in scena mediante un apposito rituale, poi appariva improvvisamente in punti spesso diversi rispetto ai concerti precedenti e compatibilmente con le possibilità offerte dalla location. La donna veniva spostata sul palco con l'ausilio di corde e dando al tutto una dimensione mistica mediante l'uso delle luci, degli odori e dei fumi fornendo al pubblico così stordito l'illusione del volo.
La donna cominciava a danzare al di fuori di un cerchio magico al cui interno era posto Kip Trevor.
Quindi cominciava un combattimento che prevedeva la vittoria iniziale del demone-ragazza che così attirava nel territorio dominato dal male il cantante, privo della protezione del pentacolo.
Il tutto mentre la band eseguiva Attack Of The Demon. Lo spettacolo era ammantato anche da un gioco sessuale sfacciato e con il combattimento che si protraeva lungamente durante Sacrifice fino alla vittoria del bene. Il sacrificio finale della ragazza non prevedeva un nudo integrale, ma preso dalla foga, Trevor decise lì per lì di spogliarla del tutto.

Kip Trevor: "l'unico modo per distruggere il Male era quello di sacrificare la donna-demonio. La parte strumentale di “Sacrifice” durava 20 minuti e per tutta la sua durata c'era questo duello finale alla cui conclusione io riuscivo ad ucciderla e quella era la fine dello show"

Clive Jones: "Se devo essere onesto, cerco di tenermi lontano dalla religione. Sono convinto che la gente debba essere libera di credere in ciò che vuole, io personalmente credo in ciò che vedo, e nella mia vita ho visto un bel po' di cose strane...venendo perfino a trovarmi facia a faccia in due occasioni con quello che sono convinto fosse il Diavolo.E la seconda volta non ero da solo, quindi mi reputo decisamente open minded. L'ultima cosa che voglio fare con la musica, comunque, è cercare di imporre a forza le mie convinzioni agli altri"


DISCHI SUCCESSIVI E SCIOGLIMENTO
Successivamente il gruppo si discostò dalle tematiche Horror ed occulte e pubblicò nel 1971 un LP dal nome Black Widow. Il disco, decisamente più maturo, non riscosse però un grande successo, molto probabilmente perché il gruppo veniva associato agli stereotipi Dark degli inizi. Nel 1972, la band abbandonò definitivamente il suo immaginario satanico, convinta di poter raggiungere un pubblico più ampio con Black Widow III. Naturalmente non fu così, perché modificando testi e ispirazioni, la musica perse verve e carattere. La storia si dimenticò presto del gruppo, finché la rivoluzione Metal non riconobbe in “Sacrifice” un termine fondamentale d’ispirazione. Marylin Manson a fine anni 90 e band Black Metal dei 90 devono molto alle intuizioni dei Black Widow, così come un certo tipo di recupero Folk apocalittico di fine anni ’90 ammette di aver ascoltato e studiato questo album con meraviglia e rispetto.

Kip Trevor: "nella band c'erano dei contrasti: io, Clive Jones e Jim Gannon volevamo continuare a trattare gli argomenti della magia nera e dell'occulto, mentre gli altri non erano tanto d’accordo, per questo il secondo Lp fu più ordinario, un esperimento più Rock che non riuscì.  Quello di Montreaux doveva essere il terzo e rappresentava il ritorno all'occulto: una vecchia-nuova direzione da seguire.  Il terzo album che pubblicammo era un minestrone senza senso perché il gruppo era spaccato in due. Jim se ne era andato ed io ero praticamente da solo a voler proseguire in quel verso, per cui ara molto difficile per me.  I Black Widow sono praticamente esistiti per un solo album fedeli a quella che era la loro immagine".

Clive Jones: "Sacrifice è l'album numero uno di magia nera ma ci procurò all'epoca molti problemi...
Non potevamo andare negli USA perchè Charles Manson aveva appena commesso i suoi omicidi, il nostro management scelse i Black Sabbath, un gruppo con il quale venivamo spesso scambiati . 
Fu una decisione figlia dell'ego di pochi, e fu un grosso sbaglio, perchè nel momento in cui decisero di lasciare certe tematiche e si convinsero di aver imboccato la strada giusta, in realtà innescarono solo l'inizio della fine.  Il primo passo fu “pugnalare alle spalle” Clive Box, colui che aveva portato i temi esoterici nelle nostre canzoni e sostituirlo alla batteria con Romeo Challenger.  Sia chiaro, Romeo è un ottimo batterista, ma non aveva il carisma di Clive.  E poi c'era un “problema” enorme per quel periodo: Romeo è di colore, e noi in quel periodo andavamo forte in Paesi dove l'apartheid era ancora molto forte, il che significava che Romeo non sarebbe potuto stare nel medesimo albergo degli altri membri del gruppo, cosa che nessuno di noi avrebbe accettato e la cosa indubbiamente ci frenò non poco. Pur non rinnegando nulla, però, devo ammettere che la magia nera non sempre ci è stata benevola".

Nel 1973 iniziarono le registrazioni per il quarto album, che vennero poi rinviate a causa della dipartita di Kip Trevor, il quale venne sostituito da Ric Prince. Al termine delle registrazioni dell'album la band si sciolse, senza pubblicare l'album a causa della mancanza di un'etichetta discografica che le pubblicasse il disco. L'album venne alla fine pubblicato nel 1997 sotto la produzione dell'etichetta genovese Black Widow Records. Nel 2007 la Mystic Records ha pubblicato il concerto inedito “Demons Of The Night Gather To See Black Widow” su dvd. Nel video è possibile riscoprire il famigerato spettacolo del 1970 della band, quello con il sacrificio della vergine. Nel 2010 esce il pezzo Hail Satan con Tony Martin alla voce in veste di ospite. Nel 2011 infine, il ritorno del moniker Black Widow con il discreto Sleeping With Demons, album comprendente il pezzo appena citato, allestito da una formazione a due con Clive Jones e Geoff Griffith. Soprattutto in Italia il gruppo ha inoltre conosciuto negli anni un culto sotterraneo, tanto che esiste un’etichetta con il loro nome e negli ultimi anni Clives e Griffith hanno ricominciato a suonare con il tastierista Paolo Negri. Il dispiegarsi dell’oscurità sviluppato dai Black Widow non deve però concludersi come episodio preparatorio alla nascita del solo Heavy Metal. C’è molto di più in “Sacrifice”, al di là dell’esoterismo e dei richiami a Satana.


LA RIVALITA' CON I BLACK SABBATH
I Black Widow hanno raggiunto la loro nicchia di successo sostanzialmente con un solo disco e senza la spocchia di altre band costruite (tipo i Black Sabbath). Quando i due gruppi si incontrarono per la prima volta di persona ad un festival, dapprima si salutarono come fossero vecchi amici sentendo probabilmente un'affinità elettiva, poi inscenarono un finto inseguimento facendo poi toccare i loro furgoni ed infine facendo finta di far scadere il tutto in una rissa. Questa venne ingigantita oltre il lecito dai giornalisti che la spacciarono come vera. Circa la loro pseudo-rivalità, corre voce che in tempi più recenti sia stata Sharon Osbourne ad opporsi a dichiarazioni pubbliche di ammirazione nei confronti dei Black Widow, probabilmente per dissapori manageriali risalenti ai tempi in cui sui padre ne ebbe col manager dei Black Widow.


LA MORTE DI CLIVE JONES
Nel 2014, a 65 anni, muore Clive Jones. Clive Jones che rivive in "Frozen", il nuovo singolo dei The Mugshots, prima band europea prodotta da Dick Wagner(Alice Cooper e Lou Reed, tra gli altri).
Il brano vede la prestigiosa (e purtroppo ultima) partecipazione al sax e al flauto di Clive Jones.
Mixato al Cricio’s Studio da Manu Guerra e Teo Morbio, il mastering è stato poi affidato alle capaci mani del Dr.Gil Markle, giá collaboratore di Dick Wagner stesso, Aerosmith, Stevie Wonder e Rolling Stones. Sito ufficiale: Mugshots

La Storia Dei Coven: Rituali Satanici e Magia Nera

I Coven vennero fondati da Oz Osborne, Steve Ross, Jinx Dawson, a Chicago, nel 1967.
Siamo in pieno anni 60 quindi era psichedelica.
I Coven alla psichedelia spaziale preferivano i temi occulti che parlavano di Satana, sedute spiritiche e quant'altro. Insieme ai Black Sabbath di Ozzy (che non è lo stesso Oz Osborne che fondò i Coven) furono tra le primissime band a trattare di certe tematiche.

Jinx Dawson: "Trovai il nome Coven perché avevo fatto ampie letture sull'occulto e amavo i film horror classici. Ero molto interessata al paranormale, alle società segrete, alle arti nere e sapevo che con il nome Coven si intendeva una congrega di tredici streghe. Ricordo che stavo facendo queste cose durante la fase finale del periodo hippy della pace e dell'amore e che all'epoca lo stato d'animo del Paese stava diventando più oscuro e caotico, con così tanti assassini, rivolte contro la guerra del Vietnam e cose simili, che pensai che la gente si sarebbe interessata alle idee in cui ero coinvolta. E con il mio background di studi operistici, volevo mettere queste idee in musica, per fare una specie di opera teatrale di Rock gotico, qualcosa che nessuno aveva mai fatto prima"

"La questione satanica era qualcosa alla quale eravamo veramente interessati e che studiammo a quel tempo. Quando si è giovani si cercano delle risposte. Molti altri membri del gruppo nello stesso periodo leggevano gli stessi libri. L'abbiamo studiata e l'abbiamo messa in pratica, ma siamo arrivati solo fin lì. Non abbiamo fatto niente di male. Molte persone erano realmente attratte dalla cosa" 
"Sono una maga cerimoniale della via della mano sinistra" (Con "via della mano sinistra" si comprendono quelle dottrine esoteriche più esplicitamente sataniche, che comprendono anche l'utilizzo della magia nera).
Nella stessa occasione, la Dawson rivelava che a queste pratiche si sarebbero dedicati anche molti altri membri della sua famiglia, una delle più antiche e importanti di Indianapolis. Nei concerti la band inscenava veri e propri rituali: non solo dal punto di vista musicale e di testi ma anche per l'utilizzo di candele, altari, croci, luci rosse e citazioni di Crowley. Pare che nel 1969 si dovesse organizzare addirittura una Woodstock satanica a Detroit in cui i Coven avrebbero dovuto suonare aprendo il comizio di Anton LaVey (gran sacerdote della Chiesa di Satana). Il comizio/concerto venne annullato, tuttavia i Coven riuscirono a suonare ugualmente a Detroit con un Timothy Leary tra il pubblico, sotto acidi ed assolutamente scosso dalla band. 


L'ESORDIO
Witchcraft Destroys Minds & Reaps Souls, l'esordio della band, vedrà la luce nel 1969.
L'album, con una copertina apribile che mostra i volti della band come se fossero posseduti, è stato prodotto da Bill Traut (proprietario dell'etichetta indipendente Dunwich Records) che dopo aver scoperto i Coven nel circuito dei locali di Chicago si occupò della realizzazione del disco e di stabilire i contatti con la Mercury Records.
La maggior parte dei testi sono stati composti dal chitarrista James Vincent sotto lo pseudonimo di Jim Donlinger.
"Black Sabbath", marcatamente beat nell'andamento e soprattutto nel timbro e nell’estensione vocale davvero considerevole della Dawson, è il brano d’apertura che introduce al rito sabbatico.
La Dawson è un crescendo continuo che ben si accompagna alle rullate della batteria e ai “giochi” chitarristici che incarnano, nel loro ingenuo delirio, diavoli e spiriti tenebrosi.
Un approccio meno scuro, a dispetto invece delle liriche e del cantato più aggressivo e roco, quello di "White Witch Of Rose Hall", dedicata alla strega Annie Palmer.
Ma è la successiva "Coven in Charing Cross" a delineare il tratto caratteristico del trio e a fissarne lo stile: beat alternato a cantici recitati dai membri della conventicola e di invocazioni canore femminili sopra semplici effetti chitarristici .
Ancora un attacco di basso quasi Prog contemporaneo al vocalizzo grintoso e sensuale di Jynx Dawson in "For Unlawful Carnal Knowledge".
"Pact With Lucifer" pezzo proteso a mettere in evidenzia ancora una volta, le doti canore di miss Dawson.
Si prosegue sulla falsariga Rock della precedente traccia con "Choke, Thirst, Die" con voce volutamente aspra e urlata che poco spazio lascia al suo naturale timbro sensuale e femminile.
Scelte armoniche che si estenderanno anche alla B-side del disco, come "Wicked Woman" dimostra.
Particolarissimo invece "Dignitaries Of Hell" si articola su un altalenarsi di stili differenti ma che ben si fondono senza appesantire o risultar inappropriati.
Prog chitarristico, di basso e drums ad amalgamarsi con l’hammond che scivola da reminescenze funky-soul a quelle più psichedeliche e Hard.
Attraverso la più pacata "Portrait", si arriva alla celebrazione finale di una reale Messa Nera.
L'album infatti è concluso con un brano di 13 minuti di canti e preghiere sataniche chiamato "Satanic Mass" (scritto da loro produttore, Bill Traut, della Dunwich Productions).
Questa messa satanica è stata anche la prima canzone a contenere invocazioni e frasi in latino quali "Ave Satanas".

Si legge tra le note interne della copertina: "Per quanto ne sappiamo, questa è la prima messa nera a venire trascritta o registrata. Il suo grado di autenticità deriva da centinaia di ore di ricerca presso ogni fonte conosciuta. Non ne raccomandiamo l'uso a coloro che non hanno studiato in maniera approfondita la magia nera e non sono consapevoli dei rischi e dei pericoli che ne derivano"

Il trio nell'occasione è coadiuvato da una concrega di personaggi vari denominati secondo l’usanza esoterica con i termini di "Ipsissimus, Magus, Philosophi, Dominus Limini, etc" per ben 20 minuti di follia.


LE POLEMICHE E LE ACCUSE DI SATANISMO
Ciò che rende unica Satanic Mass dei Coven, è che è stata composta in modo completamente indipendente dalla nuova Chiesa di Satana di Anton LaVey (1966), anche se venne creata più o meno nello stesso periodo (alla fine del 1960), poco dopo diciamo.
Determinante nella creazione di questa messa nera originale, è stato il produttore Bill Traut.
Traut supportò anche altri bande di Chicago (come i Coven), con la sua casa discografica Dunwich Records, ad esempio la band psichedelica HP Lovecraft, fondata nel 1967(es ispiratasi appunto a Lovecraft).
Quando i Coven vennero fondati, Traut intravedette un'altra opportunità per sviluppare le sue passioni occulte ma questa volta nel regno del satanismo.
Infatti nel caso di Coven, la principale ispirazione non fu Lovecraft ma Dennis Wheatley.
Traut durante la messa nera eseguita dai Coven, mise insieme la maggior parte dei dialoghi in lingua inglese direttamente dai Romanzi Satanici di Dennis Wheatley.
Inoltre si sconsigliava agli ascoltatori di praticarla, se non dopo aver studiato le arti occulte ma in compenso, paradossalmente veniva indicato un indirizzo a cui rivolgersi per ottenere maggiori informazioni.

Il tastierista Rick Durrett, unitosi alla band dopo la registrazione del primo album, ha rivelato come la casa discografica Mercury, almeno all'inizio, fosse pienamente concorde su questi aspetti: «Mentre il gruppo era effettivamente solo addentro all'occulto, il management e la Mercury pensavano che sarebbe stata una grande idea diventare satanici».
«Il nostro palcoscenico era illuminato dalla luce delle candele, il nostro organo B-3 era drappeggiato come un altare sul quale stavano un teschio, delle candele e un calice. 
Eravamo vestiti di nero, viola o rosso; alcuni di noi indossavano pure delle cappe. Un nostro tecnico veniva appeso ad una croce dietro di noi e non si muoveva. Alla fine dello show, Jinx gli avrebbe dato la benedizione della messa nera, e lui sarebbe sceso dalla croce. La croce era su di un perno, così l'avrebbero invertita e sarebbero scesi dal palco mano nella mano».

Tra un pezzo e l’altro venivano lette parti della messa nera, tanto che a Chicago la polizia vietò questi intermezzi.
Come si sarà capito il tema principale del disco ma in generale della band era l'occulto con particolare riferimento alla figura di Satana e ad altre entità demoniache.
Ma non solo: candele, grimori satanici ed invocazioni la facevano da padrone.
Un contenuto musicale e ideologico così deliberatamente volto alle forze del male era piuttosto insolito all’epoca, tanto che il disco fu associato alla questione dell’omicidio di Sharon Tate-La Bianca, commesso da Charles Manson proprio in quel periodo.
Il poster allegato al disco fece scalpore per il soggetto e la simbologia presente: la foto ritraeva i membri della band vestiti con lunghe tonache intenti a svolgere un rito sacrificale mentre la cantante Jinx Dawson era ritratta nuda e sdraiata su di un altare nel ruolo della "vittima sacrificale".
L'immagine conteneva teschi e croci rovesciate, inoltre in questa fotografia apparve per la prima volta nell'iconografia del Rock il celebre gesto delle corna(poi diffusosi negli anni 80).
Nel marzo del 1970 la rivista statunitense Esquire pubblicò un'inchiesta intitolata "Evil Lurks in California" dove si parlava della diffusione della passione per l'occultismo e delle pratiche ad esso collegate, inoltre l'interesse per queste tematiche veniva, come detto, collegato ad alcuni episodi di cronaca nera tra cui gli efferati delitti compiuti da Charles Manson e dai suoi seguaci.
L'album dei Coven veniva citato nell'articolo e messo in relazione con la diffusione del fenomeno generando pubblicità negativa per la band.
La casa discografica, preoccupata per le ripercussioni a livello di immagine, decise di ritirare il disco dal circuito di vendita.


DETROIT BLACK ARTS FESTIVAL 1969
Il disco come detto ebbe vita breve nei circuiti di distribuzione, in quanto le preoccupazioni sollevate dalla solita America puritana fecero sì che esso venisse bandito dopo poco tempo da tutti i negozi.
Stessa sorte toccò alla band, che si vide annullare e negare qualsiasi show avrebbero dovuto tenere a Philadelphia, Boston, Detroit, Cincinnati, San Francisco e Miami.
Come detto all'inizio, la band doveva esibirsi come gruppo principale al "Black Arts Festival" di Detroit, soprannominato "Satanist's Woodstock" poiché patrocinato dalla Chiesa di Satana di Anton LaVey; la manifestazione si svolse all'Olympia Stadium la notte di Halloween del 1969, venne però in un primo momento annullato a causa delle polemiche suscitate e dalla dura opposizione delle organizzazioni cristiane della città.
Coven ed Anton LaVey avrebbero dovuto incontrarsi in quel festival che comprendeva anche Arthur Brown, Peter Hurkos, Timothy Leary e numerosi altri.
Tuttavia mentre i Coven alla fine riuscirono a suonare, Anton LaVey non si presentò.


GLI ANNI SUCCESSIVI
Nonostante le aspre critiche per via delle tematiche site nel primo disco, i Coven ebbero tuttavia una buona chance di arrivare al successo commerciale alcuni anni dopo, esattamente nel 1972, anno in cui vide la luce il loro album omonimo (Coven), che contiene una versione dell’inno "One Tin Soldier", originariamente incisa dalla band canadese Original Caste.
Ma la magia, seppur nera, era ormai finita (anche se proprio per via di questo singolo, qualcuno ventilava che la band avesse venduto la sua anima al diavolo in cambio del successo che in realtà non arriverà mai).
Le vette del primo album non verranno mai più ripercorse, e i nostri si assestarono su un più normale Rock stile seventies con accenti Blues e Country, sempre contraddistinti dalla bella voce di Jinx, ma senza quella malvagità che rendeva la sua performance sul primo album davvero unica.
Gli episodi meno riusciti del disco risultano essere infatti i pezzi in cui la presenza della nostra fascinosa sacerdotessa si limita alle contro-voci.
Nel 1974, tuttavia, si ha un parziale ritorno alle tematiche occulte con l’album Blood On The Snow, a partire dalla copertina.
C’è però da dire che anche questo risulta essere nettamente inferiore al debutto, con alcuni spunti interessanti, concentrati soprattutto nella seconda parte dell’album, con tracce come la titletrack o la notevole Lost Without a Trace.
A questa uscita discografica seguì un pluridecennale silenzio, in cui Jinx si cimentò anche in ruoli cinematografici, in pellicole semisconosciute come Heaven Can Help.
Nel 2007, tramite il suo MySpace, Jinx Dawson annuncia il ritorno dei Coven sulle scene.
Ma si tratta solo di vecchio materiale raccolto in un album intitolato Metal Goth Queen – Out Of The Vault, che vedrà la luce nel 2008.
Da allora, più nulla si è saputo dei Coven, così sottovalutati eppure così fondamentali per le sorti della nostra amata musica.