venerdì 16 ottobre 2020

La Storia Dei Litfiba, La Sparatoria A Pizzo Calabro e La Morte Di De Palma

I Litfiba si formarono a Firenze nell'ottobre 1980 grazie a Federico "Ghigo" Renzulli e Gianni Maroccolo grazie alla loro passione per l' Hard Rock, Punk e New Wave. La band originaria è formata dal già citato Ghigo Renzulli alla chitarra e alla voce, Sandro Dotta alla chitarra, Gianni Maroccolo al basso, Antonio Aiazzi alle tastiere, Francesco Calamai alla batteria; poco dopo Dotta abbandona il gruppo che ingaggia Piero Pelù alla voce. 
Nel 1982, la band incide il primo EP contenente 5 canzoni intitolato "Litfiba", nello stesso anno vincono la seconda edizione del Rock Festival Italiano, il cui premio prevede la pubblicazione di un 45 giri. Intanto Calamai lascia il posto a Renzo Franchi. 


LA SPARATORIA A PIZZO CALABRO
Nel libro autobiografico "Perfetto Difettoso", Piero Pelù racconta un episodio accaduto a Pizzo Calabro nel 1983. Il luogo deputato a ospitare lo show è l'Ottagono, club che il frontman del gruppo toscano avrebbe definito "locale tipo rotonda sul mare, colata di cemento sull'acqua, bar e pista da ballo"

"L'organizzatore ci portò tutto il pomeriggio avanti e indietro per la via principale, per attirare la gente. Sapeva il fatto suo. Al concerto vennero 40 persone. La scarsa affluenza non intaccò il nostro buon umore: l'importante era suonare. E poi, l'erbetta calabra era deliziosa. Un'ora e mezza di spettacolo, poi arriva l'organizzatore. 'Ragazzi, c'è qualche problema. Troppa poca gente. Non vi posso pagare'"

"Storie già sentite. [L'organizzatore] se ne andò che pareva convinto. Cinque minuti dopo, nel bar, scoppiò una rissa gigantesca, da far west. La intuivo da fuori, perché i vetri non erano trasparenti, ma bianchi, e si vedevano ombre di sedie che volavano e persone che cadevano, colpite da qualcuno o da qualcosa. Decidemmo di andarcene, il più velocemente possibile. Salimmo sulla Peugeot, con dietro il carrello degli strumenti, e ci avvicinammo, quando, quasi all'uscita del parcheggio, sbuca un tizio che urla: "Io l'ammazzo, io l'ammazzo...". Attaccato alla sua maglia, come nel peggiore dei B movie, una ragazza: "Ti prego non farlo, te lo chiedo in ginocchio...". Il tizio apre la sua auto, estrae una pistola dal cruscotto e si dirige verso il bar. Poi, all'improvviso, ci vede. Si avvicina alla nostra macchina, mi punta la pistola in faccia e mi dice: "Abbassa il finestrino". Ubbidisco. Sempre con la pistola in mano, il tizio riprende: "Dammi le chiavi della macchina". Io, adrenalina a mille, gli do le chiavi. Il tizio entra nel locale, si sente uno sparo. Poi, silenzio".

Dopo qualche minuto, la band viene raggiunta dall'organizzatore fuori dal locale. Il promoter dà appuntamento al gruppo in un ristorante della zona:

"Queste sono le vostre chiavi: andate, ci vediamo dopo, in pizzeria'. Due ore più tardi ci incontriamo. 'Che cosa è successo?'. E quello risponde: 'Niente, che vi interessi. Lo dico per voi'. Gli chiesi del nostro cachet. Replicò, quasi urlando in modo che tutti sentissero: 'Non ti preoccupare, perché se non ti pagherò io, qualcun altro pagherà per me'. Naturalmente, non ci diedero mai le nostre cinquecentomila lire, ma, se non altro, portammo a casa la pelle, anche se, col senso di poi, ci convincemmo che il tutto era stato una straordinaria messinscena architettata da quel figlio di puttana per non pagarci"


LA TRILOGIA DEL POTERE
Nel 1985 i Litfiba pubblicano il primo vero LP, "Desaparecido" (ovvero "Scomparsi"), che li impone al grande pubblico e li fa uscire dall'underground. Il tema portante delle liriche è il rifiuto della violenza e l’antimilitarismo. Il Rock è misto alla New Wave. "Eroi Nel Vento", "Lulù e Marlene", "Tziganata" ed "Istanbul" sono i pezzi più famosi.
Due anni dopo (1986) esce "17 Re", registrato in soli tre mesi e da molti ritenuto il migliore album della band. Ci sono influenze Dark, Psichedeliche e New Wave. Canzoni come le aggressive "Resta", dedicata al disastro nucleare di Chernobyl, "Re Del Silenzio", il super singolo "Apapaia", "Elogio Alla Solitudine", la folle "Vendette", la sognante "Pierrot e la Luna", la strana "Sulla Terra", l'ermetica "Come Un Dio" e la cupa  "Ballata" ottengono un grande successo.
L'album successivo, "Litfiba 3" (uno dei primi album italiani ad essere stati interamente registrati in digitale), nel 1988, viene annunciato come il capitolo conclusivo della cosiddetta Trilogia del potere, una specie di concept ispirato dal rifiuto di ogni forma di totalitarismo. La copertina raffigura Willie Darden condannato alla pena capitale (anche se la sua colpevolezza era dubbia). Anche qui la Dark Wave si mischia al Rock e ad influenze Mediterranee/Folk. I cavalli di battaglia sono "Tex", "Paname", "Louisiana", "Corri" e le latineggianti "Santiago" e "Bambino". 



LA MORTE DI RINGO DE PALMA, LA DROGA E L'USCITA DI PELU'
A fine anni 80, la band è dilaniate da molte tensioni interne e da show deludenti, come quello di Montreal con il batterista De Palma strafatto di eroina.

Piero Pelù: "Era il 7 ottobre 1989 e per il gruppo non era un gran momento. Eravamo dilaniati da tensioni interne, problemi che avrebbero poi portato alla separazione da Gianni Maroccolo, che in quei giorni era in luna di miele, e dall’Aiazzi, che era diventato confuso e sfuggente. Insomma,
il concerto non nasceva sotto una buona stella, ma Ringo diede veramente il peggio di sé. Eppure era una grande occasione. Il festival era bellissimo, lo Spectrum era un luogo fantastico e il cartellone prevedeva nomi internazionali come La Mano Negra, la storica banda di Manu Chao.
Ringo non riusciva a tenere le bacchette. Suonava e gli cadevano, le perdeva. Dimenticava le parti. Era scarichissimo, il fantasma del Ringo travolgente degli anni precedenti. Un’agonia terribile. E non so se fosse così perché era completamente fatto o perché era in astinenza. Fatto sta che non c’era. Quel concerto fu un doppio requiem: per Ringo e per i Litfiba anni 80.
Dopo che gli ricordai la disfatta di Montréal, Ringo ammise di essere un eroinomane. Fu la prima e ultima volta che si confessò. "Ora chiamo i tuoi e gli spiego tutto, così ci coordiniamo e ti aiutiamo tutti quanti'.
A quel punto, Ringo disse: 'Ho già parlato con i miei. Ci stanno pensando loro a trovare un posto per la riabilitazione'. Feci la cazzata di credergli. I suoi non sapevano nulla. Lo appresi solo dopo il funerale. È il mio grande rimorso. Forse, se avessi chiamato i suoi genitori per controllare, tutto sarebbe andato diversamente.
Fu una grande lezione di vita: mai credere a un drogato che è dentro fino al collo. Quando sei schiavo della droga, racconti qualsiasi cazzata, anche a te stesso"

Dopo di questo, la formazione originale cambia (De Palma prova ad uscire dal tunnel della droga, anche Maroccolo e Mangelli lasciano la band) ed arriva "El Diablo" nel 1990. L'album, anche se più commerciale, rimane molto Rock.
La titletrack ironizza sul satanismo nella musica Rock ma vanno citate anche "Proibito", "Gioconda", "Il Volo" e "Ragazzo". Queste ultime due sono dedicate al loro batterista Ringo de Palma morto come detto nel 1990, a 26 anni, per overdose di eroina.

Piero Pelù: "All’inizio farsi di eroina può essere anche una forma di ribellione, e sono sicuro che per Ringo è stato così, poi diventa dipendenza e basta. E non ne esci quasi mai. Ringo è stato bravissimo a mascherare la sua dipendenza. Quando mi sono accorto di quello che stava succedendo, ho provato a intervenire, ma era ormai troppo tardi. Ringo aveva superato quella soglia oltre la quale diventi senza forze, con nessuna volontà, troppo fragile per ribellarti all’eroina. L’eroina è merda, così come lo sono tutte le droghe bianche e pesanti. Mi offrii, in maniera anche vigorosa, di aiutarlo. Provai a capire come aveva iniziato e con chi, ma lui fu omertoso. Mi appellai alla nostra amicizia, ma mi resi conto che fra di noi si era messo un mostro che divorava ogni sua volontà. Ringo non aveva il senso della misura. Non si controllava nemmeno con l’alcol, che riusciva a sopportare in grandi quantità. Sono sicuro che abbia iniziato a farsi di eroina convinto, come tutti, che avrebbe potuto smettere in qualsiasi momento.
Un giorno lo incontrai sul Ponte alle Grazie, per caso. Mi sfuggiva, mi evitava, non si faceva vedere, perché capiva che avevo capito, sapeva come la pensassi sull’eroina, sulle droghe pesanti e sulla mafia correlata. Mi aveva sentito condannarle migliaia di volte, per questo non ne voleva discutere" 

In un'altra intervista più recente del 2013: "Ogni volta che fumavo le canne collassavo. Ho scoperto così di avere la pressione bassa. Ho perso moltissimi amici per la droga. Ringo, mio migliore amico e batterista dei Litfiba, è morto per overdose nel 1990. Bisognerebbe insegnare a scuola sia l’educazione sessuale, sia a conoscere le droghe. Un ragazzo deve sapere se fuma una concentrazione di THC più meno elevata. Quelle leggere andrebbero liberalizzate, per togliere alle mafie la principale fonte di reddito"
Da "El Diablo":
Giro di notte con le anime perse
Sì della famiglia io sono il ribelle
Tu vendimi l'anima e ti mando alle stelle
E il paradiso è un'astuta bugia
Tutta la vita è una grassa bugia
La vita dura è una gran fregatura, sì sì
Ma a volte uno strappo è una necessità
A chi va bene, a me va male
E sono un animale e sia! Tutta la storia è una grassa bugia
Tutte le vite per primo la mia
Ah, mama mia el Diablo
Ah, Ariba ariba el Diablo
Ah, mama mia el Diablo
666

Nel 1993 esce "Terremoto". Dedicato all'elemento Terra, l'album è un concentrato di Rock, con liriche che trattano il tema della mafia e della televisione con invettive contro il media l'ottima "Maudit").
Vanno citate anche "Dimmi Il Nome", "Soldi" (presa in gira verso chi li dava per venduti), "Fata Morgana" e "Sotto Il Vulcano".
"Spirito" del 1995 è meno Rock e più commerciale, viene ricordato per "Lo Spettacolo", la Blues "Lacio Drom", la quasi ballad "Animale Di Zona", le zingaresche con percussioni "Spirito" e "Tammuria". Bella anche "No Frontiere".
Nel 1997 esce "Mondi Sommersi", ulteriore trionfo della band (oltre 700.000 copie in breve tempo), anche se in realtà si tratta di un disco molto debole. "Sparami" e "Goccia a Goccia" trascinarono il disco ma si salva poco altro (forse "Ritmo", "Dottor M" e "Apri Le Tue Porte").
L'ultimo capitolo della storia dei Litfiba con Pelù come cantante, prima della riunione, è "Infinito" pubblicato nel 1999. L'album è più Rock/Pop con la voce meno aggressiva, sicuramente si tratta di musica di facile ascolto. La grande canzone è "Il Mio Corpo Che Cambia" ma vanno citate anche "Mascherina" e "Vivere Il Mio Tempo".
Le tensioni artistiche e personali fra il cantante e il chitarrista sulla gestione della band diventano sempre più marcate. Al termine del tour Piero Pelù decide di abbandonare la band dedicandosi alla carriera solista. L'ultimo concerto del cantante con i Litfiba è al "Monza Rock Festival 1999". Seguiranno Pelù tutti i componenti degli ultimi anni: Bagni, Terzani e Caforio.


L'ERA DI GIANLUIGI CAVALLO "CABO"
Il chitarrista Ghigo decide di ricominciare il cammino con una band del tutto rinnovata e ringiovanita: il nuovo cantante è Gianluigi Cavallo, detto "Cabo", sconosciuto al grande pubblico e che suonerà anche la chitarra in affiancamento a Ghigo. 
La band fa quindi uscire agli inizi del 2000 l'album "Elettromacumba" che è più Rock degli ultimi dischi ma vede un crollo di vendite (discrete la titletrack, "Il Pazzo Che Ride", "Dal Tramonto All'Alba", "Profumo" e "Spia").
Il nuovo lavoro, "Insidia", viene pubblicato ad ottobre 2001 e vende circa 50.000 copie. Questo disco presenta toni Dark ed un utilizzo copioso dell'elettronica. Nonostante "Mr.Hyde" e "La Stanza Dell'Oro" (più le discrete "Senza Rete" e "Ruggine") il disco è un flop assoluto secondo critica e fans dei tempi. In realtà probabilmente si tratta di un disco un po' sottovalutato (in generale tutta l'era Cabo è stata disprezzata, forse l'ombra di Pelù era troppo grande per essere cancellata).
Si scende più in basso nel 2005, quando la band pubblica "Essere o Sembrare" vanno ricordate le buone "La Tela Del Ragno", "Mystery Train" e "Sottile Ramo". Nel 2006 Cabo, Aiazzi, Venier e successivamente anche Colzi lasciano la band.


IL RITORNO DI PELU'
L'11 dicembre 2009 viene ufficializzata, sul sito ufficiale della band, la riunione dei Litfiba, col ritorno di Pelù alla voce. Il 17 gennaio 2012 esce il nuovo disco d'inediti intitolato "Grande Nazione". L'album è anticipato da due singoli: "Squalo" e "La Mia Valigia". Dopo ben 13 anni, i Litfiba tornano al 1º posto delle classifiche italiane con un disco meno commerciale rispetto all'ultima era di Pelù di fine anni 90 ma anche più ispirato rispetto all'era Cabo. Vanno citate anche "Anarcoide", "Elettrica" e "Fiesta Tosta". Nel 2016 esce "Eutopia" con la Punk "Dio Del Tuono", le buone "L’Impossibile", "In nome di Dio" (ispirata alla tragica strage avvenuta al Bataclan di Parigi l' anno prima), "Intossicato" e le due ballad "Straniero" e "Eutopia".

4 commenti:

  1. Dave, consigli i litfiba? (Sono nuovo nel genere rock)

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    1. Ciao, per quanto riguarda musica Rock italiana, sicuramente meritano nella prima fase di carriera. Chiaramente parliamo di eccellenze Rock italiane (a cui si può aggiungere qualche band Prog italiana degli anni 70) però a livello mondiale...ovviamente il Rock è un'altra cosa. Basta affacciarsi negli USA e soprattutto in Inghilterra per cogliere le nette differenze!

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    2. Tarda risposta.. per niente d'accordo...chiaro che USA,Regno Unito e altri paesi abbiano avuto una importantissima scena Rock..ma gruppi come i Litfiba,con le loro peculiarità, non ne ho mai riscontrati,ne in USA,ne in UK....
      Rimangono un gruppo assai originale,cosa che non potrei dire per moltissime altre formazioni straniere.Punto.

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    3. Ciao, dipende a cosa li paragoni. Non possiamo paragonarli a band americane e soprattutto inglesi che hanno scritto la storia del Rock negli anni 70

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