“Si, mi sono drogato un casino ed ho bevuto qualsiasi drink conosciuto dall’uomo.
Ho un problema? Cazzo, quale sarebbe il problema? Mi sono solo divertito come uno stronzo, questo è tutto, e mi sono goduto quasi ogni momento”
Paul Di Anno, nato a Chingford (sobborgo di Londra) il 17 maggio 1958, rimarrà nella storia per essere stato il vocalist degli Iron Maiden pre-Dickinson (prima che venisse allontanato per problemi di alcool e droga).
Chiodo, vestito in nero, faccia da duro, spesso a petto nudo, tatuaggi, orecchini ed un’irruenza e foga immediatamente percepibili solo a vederlo.
Dietro la testa si fece tatuare le scritte "666" e "GOD = SUCKER" (Dio = Schifoso).
Un’immagine giovanile, ribelle o da delinquente se preferite.
Tra tutti i dinosauri degli anni 70 e 80 forse è quello che ha subito maggiormente lo scorrere del tempo, tanto che oggi è fisicamente quasi irriconoscibile, appesantito e rasato, confinato nei piccoli pub underground.
La sua travagliata adolescenza lo ha visto crescere nella complicata periferia londinese, definita “un posto completamente razzista” nel quale anche le forze dell'ordine maltrattavano lui ed il suo amico Mercado a causa delle loro origini (non 100% inglesi).
Fa il macellaio e il cuoco, poi si accorge che le ragazze sono attratte dai Rocker brutti sporchi e cattivi quindi comincia a cantare.
Di Anno: "Per raccontarmi da dove comincio? Dalle bottiglie che ho infilato nel culo alle groupie? Dalle tizie che mi hanno sniffato la coca dall’uccello, dall’arresto in America per aver quasi ucciso una donna, da quando la polizia di Los Angeles mi ha beccato con un Uzi e una montagna di cocaina?
Ho preso a calci un membro della band fin quasi ad ammazzarlo, ho fatto a botte con 15 buttafuori a un concerto, ho minacciato folle intere con le armi, sono caduto dal palco ubriaco, ho dato la caccia alla mia ragazza in un auditorium pieno per cercare di ucciderla, ho fatto scattare risse in ogni continente, mi hanno arrestato, sono stato portato clandestinamente da un paese a un altro, tirando le somme: ho sempre scatenato un inferno"
IRON MAIDEN
Tornando ai suoi primi anni di carriera viene presentato da Doug Samson a Steve Harris (bassista dei Maiden) e Dave Murray nel 1978: stando alle parole dello stesso Di’Anno, la musica degli Iron Maiden, ascoltata al pub o in sala prove dopo i primi incontri, non gli piaceva granché, ed anzi tendeva a sfotterla in compagnia dei suoi amici.
Di Anno: "Andai a vederli suonare al Cart And Horses nell' East London, e il loro cantante perdeva falso sangue dalla bocca. Io ed un mio amico ci stavamo pisciando sotto dalla risate. Quando mi sono presentato a Steve Harris non ho potuto mantenere una faccia seria"
Dunque Paul si presentò senza grossi interessi all'audizione, poi andò ad ubriacarsi: alla band piacque, ed il debutto avvenne sul palco del Ruskin Arms, sfoggiando immediatamente la sua attitudine rabbiosa.
Qui si scrive la storia perchè con lui vedranno la luce Iron Maiden e Killers, su cui credo non ci sia molto da dire che non si è già detto.
Riguardo l'esordio (Iron Maiden appunto), i membri del gruppo incontrarono numerose difficoltà per far uscire il disco, soprattutto in virtù della corrente Punk che stava dilagando in Inghilterra.
Le case discografiche, in quel periodo, producevano soprattutto gruppi Punk, tant'è che gli fu proposto di cambiare genere.
Tuttavia la EMI si convinse a firmare un contratto che permise agli Iron Maiden di far uscire il loro album di debutto.
Si ricordano pezzi leggendari quali Prowler, Remember Tomorrow (dedicato da Paul Di'Anno a suo padre), Running Free, Phantom Of The Opera, la ballad Strange World, senza scordarci di Charlotte The Harlot (dedica di Dave Murray ad una prostituta chiamata Charlotte) e della titletrack (suonata ancora oggi).
Di Anno nel 1980: "E’ il nostro modo di suonare, di essere una band, e riteniamo di costituire la logica evoluzione dell’Hard Rock degli ultimi dieci anni. Penso semplicemente che sia stato differente il nostro approccio alla musica, suoniamo proprio come ci sentiamo di fare; assolutamente non vogliamo diventare un gruppo di Rockstar come è accaduto ad altri in passato, teniamo a salvaguardare la nostra energia"
L'anno dopo, Dennis Stratton abbandona la band e viene sostituito da Adrian Smith, con il quale verrà registrato Killers.
Il disco si apre con la bellissima strumentale The Ides Of March, a cui fa seguito l'inno Wrathchild, brano che parla di un giovane appartenente ad una famiglia nobile che vive con rabbia la sua vita. Murders In The Rue Morgue è ispirata ad Edgar Allan Poe e parla di omicidi.
Senza scordarci di Another Life e della strumentale Genghis Khan.
Innocent Exile è uno dei primi brani composti da Steve Harris, risalente ai primissimi periodi di vita degli Iron Maiden, che parla di un individuo che è costretto a fuggire dalla legge.
Infine Killers, la titletrack, che s'immedesima nei panni di un assassino sul punto di uccidere la propria vittima.
Si trattava ovviamente di lavori Heavy ma sicuramente più Punk, rispetto poi all'era successiva contraddistinta dalla voce di Dickinson.
L’energia sprigionata da Paul era indubbiamente incontenibile: con la sua grinta era capace di dare una marcia in più, mentre il suo sguardo ed i suoi boccoli neri lo dotavano di quel sex appeal decisivo per attirare giovani ragazzine.
CACCIATO PER PROBLEMI DI ALCOOL E DROGA
Eppure la carriera di Paul Di’Anno fu da subito minata dai suoi abusi, specchio di una personalità inaffidabile che ne sprecava le doti e rallentava l’attività della band: nel Killers World Tour si arrivò al punto di non ritorno, e la separazione fu inevitabile.
Steve Harris: “La decisione di licenziare Paul è stata presa da tutta la band. Iniziava a rompersi di fare grandi tour, aveva problemi in famiglia, con la droga, non era più felice di stare nella band e allo stesso modo noi non eravamo felici. Così, alla fine del tour del nostro secondo album Killers ci siamo semplicemente separati. Non volevamo davvero che se ne andasse via, perché la band stava funzionando bene, pensavo che la line-up fosse veramente stabile; lui però era veramente instabile, non credo volesse dare tutto sé stesso e questo creava problemi sul palco perché qualche serata ci dava dentro, altre no. È stato un periodo molto difficile per noi, ma alla fine sapevamo che se non ci fossimo divisi la band avrebbe iniziato a precipitare. Non c’è una colpa vera e propria, ma penso solamente che Paul sia stato stupido nei confronti di se stesso, perché ritengo che abbia un mucchio di talento e all’epoca lo stava buttando via”
A farlo fuori, oltre al suo difficile carattere, furono appunto i suoi eccessi di cocaina e il suo essere perennemente ubriaco.
Il 10 settembre 1981 tenne il suo ultimo concerto a Copenaghen, e si tuffò in una vita solista ancor più ingestibile.
CARRIERA SOLISTA
Lui comunque poco dopo si definì “troppo grezzo per i Maiden”, anche se allo stesso tempo non ha mai lesinato critiche al modo che Dickinson avrà di interpretare le sue canzoni.
Anche durante la sua carriera solista, continuavano gli abusi e la dipendenza, tanto che Paul si ritrova da solo sciogliendo o mettendo in standby le sue band (Gogmagog e Battlezone).
Riparte così nel 1990, affiancato da Dennis Stratton nel tentativo di rilanciare i decaduti Praying Mantis: fonda i Killers (sfruttando il nome del noto secondo disco dei Maiden).
Passa agilmente dall'Heavy al Thrash, non dimenticando negli anni 2000 le radici Rock/Blues.
Dal 2000 inizia una serie di attività concertistica con cover band locali, che variavano a seconda della Nazione.
Di Anno: “Come mai qualche coglione si lamenta del fatto che io continui ancora a cantare Running Free e gli altri classici della mia epoca, mentre Bruce è la fuori a cantare i primi due album, provando a clonare la mia voce, e lo ritiene accettabile?”
Voci di corridoio nei primi anni del 2000 lo volevano addirittura rientrare a casa base dopo la separazione tra Harris e Dickinson: invece, il prescelto fu Blaze Bayley.
Come album solisti ne compone diversi a fine anni 90, compreso il buono "The Living Dead" nel 2006
In un'intervista del 2015, criticò fortemente Bruce Dickinson: "Quando ero negli Iron Maiden ero solo un ragazzino, non avevo idea di come si cantasse, non avevo voce.
Ho sviluppato la mia voce grazie al fumo delle sigarette, al Jack Daniel's e alla cocaina.
Non vi prendo in giro.
Odio le fighette che dicono 'Oh, devi prendere lezioni di canto'.
Mi spiace, Bruce, ma lo sai che son tutte stronzate. Se non sai cantare, non cantare.
Forse solo se canti all'Opera, devi esercitarti.
Ma per il Metal ed il Rock And Roll, devi andare da un insegnante? Ma vaffanculo"
Da quello che si è evinto sulla sua carriera, Paul ebbe una passione incontenibile per le ragazze, le risse, per le armi (Uzi detenuta illegalmente che l'hanno irrimediabilmente portato all'arresto), per le cattive compagnie in genere, ma in particolare per la droga (cocaina e speed), nonchè capace di dilapidare una fortuna (che deve essere stata realmente ingente, almeno fino a quando ha detenuto i diritti sui vecchi pezzi dei Maiden) finendo spesso in bancarotta.
Ignobilmente capace anche di gesti di violenza sulle donne conseguenti ai suoi abusi di sostanze, portandolo più dietro le sbarre con accuse anche molto gravi e l’espulsione permanente dal territorio statunitense, con un patetico tentativo di ritorno clandestino per un tour già programmato, ma anche lo stop a progetti musicali che promettevano bene.
Per quanto riguarda le risse, la sua inclinazione nel settore sembra rientrare assolutamente nelle aspettative su qualunque ragazzo proveniente dal suo quartiere.
Riguardo le donne, oltre ad aver fatto sesso con diverse migliaia (sue parole), è balzato spesso agli onori della cronaca per le percosse ripetute, fino al tentato omicidio.
L'ARRESTO PER FRODE
Come detto dietro le sbarre c'è finito un sacco di volte, come quando durante un concerto venne arrestato per tentato omicidio.
Lo stesso Di Anno successivamente smentì tutto: disse che gli fu semplicemente negato l'accesso al palco dalla polizia poiché aveva con sé un coltello, obbligando i restanti membri degli Iron Maiden a portare avanti la performance da soli senza cantante.
Una volta, pare, che Di Anno pedinò uno spacciatore di una delle gang di Los Angeles più influenti e finisce in rissa (per vendicarsi di un agguato di qualche giorno prima).
Le rogne e le controversie tuttavia non sembrano finite neppure in anni recenti: nel 2011, infatti, ormai pelato e ricoperto di tatuaggi, Paul Di’Anno è stato processato per aver frodato lo Stato Britannico (45mila sterline), con aggravante di falsa testimonianza.
Infatti, tra il 2002 ed il 2008 si era dichiarato affetto da disturbi alle terminazioni nervose della schiena ed impedito al lavoro, percependo i relativi sussidi per una presunta invalidità.
Tutto ciò, mentre gli show lo ritraevano pimpante e saltellante sui palchi di mezza Europa (in realtà molti altri concerti l'hanno anche visto trascinarsi e zoppicare mentre camminava ma tant'è).
Viene arrestato all'aeroporto di Heathrow.
L’11 marzo 2011 viene incarcerato (rimarrà in carcere per 2 mesi dei 9 previsti).
MATRIMONI E RELIGIONE
Paul possiede oggi un internet café ed un ristorante in Inghilterra.
Si è sposato per ben sei volte e vanta un numero insensato di figli e figliastri.
Si è dichiarato alternativamente musulmano, cattolico, ebreo e pure aborigeno, tanto per non farsi mancare proprio nulla.
In realtà in altre circostanze si era dichiarato ateo e fortemente critico nei confronti della Chiesa Cattolica: "Nel nome della religione le persone si ammazzano tra di loro. E Dio? Sta solo a guardare! Vedi in Italia, a Roma per esempio: quanti soldi ha la chiesa cattolica? E quante persone non hanno denaro, non hanno cibo, non hanno niente?"
PROBLEMI DI SALUTE
Lo scorso 13 marzo 2016, Di Anno si è esibito durante uno speciale evento dedicato alla NWOBHM a Tokai (in Giappone) su una sedia a rotelle.
Il cantante è rimasto seduto su una sedia a rotelle per tutta la performance, pare a causa di un trauma al ginocchio che gli impedirebbe di stare in piedi (traumi causati da incidenti in moto e dall'osteoporosi):
Di Anno: “Non credo che ai fan freghi nulla di vedermi, vogliono solo sentirmi cantare. Quindi per sei mesi, forse, dovrò fare così, fino a quando non subirò un intervento. Voglio cantare, quindi lo faccio da seduto. Non voglio essere volgare...ma è fottuto. Perché va avanti da sette anni. E adesso il legamento è andato, e praticamente le ossa sfregano una sull’altra. E il dolore è così forte, certi giorni, che è da non crederci”
Qualche mese dopo, le dichiarazioni del suo amico Blaze Bayley scioccarono il mondo della musica: “Paul è in ospedale in questo momento. Ha il cancro e gravi problemi alle ginocchia e alle anche.
Resterà in ospedale per almeno altri quattro mesi ma sta rispondendo bene alle cure.
Dal 2012 abbiamo fatto coppia in vari concerti in giro per il mondo, tra Russia, Svezia e Australia, ma non abbiamo mai suonato assieme in Sudamerica.
Quindi, non appena starà meglio, forse tra un anno o giù di lì, lo aspetto a braccia aperte per il prossimo tour insieme”
La risposta di Di Anno non tardò ad arrivare e contrariamente a quanto diffuso fece invece sapere di stare benone: “Sono in convalescenza dopo un intervento chirurgico per rimuovere dai polmoni un ascesso grande quanto una palla da rugby! Non una passeggiata insomma, ma la bella notizia è che la massa tumorale non era affatto maligna.
Mi aspettano otto settimane di cure intensive ma, che diamine, non sto morendo!
Quando questo calvario sarà finito e l’infiammazione sfiammata, mi aspetta, fra circa sei mesi, un’altra operazione, al ginocchio sinistro, per l’inserimento di una protesi che mi consentirà di tornare a camminare regolarmente e stare in piedi sul palco.
Il destro è a posto, sto finendo la fisioterapia, il dolore è ancora forte ma non vedo l’ora di smettere di prendere 30 pillole al giorno e soprattutto voglio dar fuoco a questa maledetta sedia a rotelle!
Sono collassato in casa dopo il tour in Argentina.
Mi hanno prescritto degli esami e da una radiografia è risultata evidente una grossa macchia nera nei miei polmoni.
Credevo fosse giunto il mio momento ma per fortuna tutto si è risolto per il meglio.
Quel grosso ascesso abitava in me apparentemente da qualche anno a mia insaputa.
I dottori dicono che si tratta di un’infezione trasmessa per vie aeree chissà come o dove, che può attaccare chiunque sia già debilitato o debole. Ci vorrà un po’ prima che io possa tornare a casa a San Paolo, in Brasile, preferisco di gran lunga curarmi in una clinica qui a Londra”
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