"Possa la morte prendervi tutti..."
La one man band Nortt nasce nell'autunno del 1995. In poche parole potremmo definire questa band come un connubio tra morte e tenebre. Alla base di tutto sarà il nichilismo e la misantropia a dare il via a quel misto di Funeral Doom e Depressive Black Metal che accompagna questo progetto sin dalla sua nascita. Per quanto riguarda le vocals troviamo un growl cavernoso/sofferente, i ritmi sono lentissimi, le tematiche neanche a dirlo descrivono la morte, la solitudine, l'oscurità, l'odio, la depressione.
"La Salvezza è la purezza, l’oblio ed essa è realizzata con la morte.
L’Empio è in opposizione alla salvezza cristiana e rivela così la morte finale, la caduta come erede di Lucifero. Il nulla, il nichilismo, è l’obiettivo teorico della teologia satanica: ridurre l’esistenza a zero, per invertire la genesi. La Morte è una delle essenziali premesse che sono incontrovertibili, tuttavia nessun vivo sa a che cosa realmente porta, poiché nessun uomo è vissuto per raccontarlo e questo fatto la rende estremamente interessante ed attraente. La Morte è una infinita fonte di ispirazione ed è inoltre la chiave della salvezza dall’oblio"
"Io disprezzo tutte le religioni che predicano qualcosa di diverso da mio punto di vista.
In generale, tutte le religioni monoteiste sono per i deboli: si cerca di trovare conforto nella falsa fede.
Il Satanismo, che mi rappresenta, è più un'anti-religione.
Bisogna essere forti e responsabili delle proprie azioni. Mordendo qualcuno ci si può aspettare di essere morsi a propria volta. Il satanismo è solo per le persone forti: per i lupi, non per le pecore!"
I testi, contrariamente a quanto si credeva nei primi anni dell'uscita dei primi demo, non sono privi di senso ma scritti in danese. Nonostante oltre 20 anni di attività nessuno ha mai scoperto chi si cela dietro lo pseudonimo di Nortt: l'identità rimane ancora oggi un mistero.
Tra l'altro non è mai apparso dal vivo nè ha mai suonato qualche concerto live.
Fece inoltre parte della band Apollyon insieme a Sorgh ed Archdemon Diabolos (conosciuto anche come Occultus Dominus e proprietario della Tristesses Productions a metà anni 90. Inutile dire che anche la vera identità di questi due personaggi non è nota, come era un po' prerogativa della scena Black Metal danese dell'epoca).
I PRIMI TRE DEMO
Le elegie di Nortt raccontano morte e tenebre viste dalla morte stessa.
Esse rivelano la storia della morte stessa. La tomba è lodata come un qualcosa dimenticato da Dio, dove l'oscurità eterna prevale. Nortt convoca le forze della notte.
Sotto l'influenza di tali forze, il demo "Nattetale" viene registrato nelle ore più buie/oscure dell' ottobre 1997. L'obiettivo di questo primo capitolo è quello di richiamare lo spirito della notte e raccontare la storia affascinante della solitudine in un contesto di oscurità eterna. Limitato a 100 copie.
Non soddisfatto venne in seguito ri-registrato e limitato solo a 20 copie.
"Döden..." (che vuol dire "Morte") del 1998 è un'altra creazione che ha l'intenzione di condurre l'ascoltatore verso la tomba. Limitato a 150 copie.
Quando il 1999 volge al termine, venne rilasciato il terzo demo "Graven" (Tomba).
Una triste storia raccontata dalle anime stesse, attraverso le loro grida dolorose, in poche parole la morte vista attraverso gli occhi di una persona morta. Questo è l'ultimo demo della trilogia: limitato a 250 copie. E' ristampato nel 2002 ma con una tracklist ridotta (le tracce originarie erano tutte indicate sulla copertina ma in realtà ne mancavano due).
Verrà pubblicato su CD nel 2004 dalla Total Holocaust Record, il disco raffigura una bara posizionata in una cripta dove tutto è coperto da ragnatele. L’immagine è stata presa dal film "Dracula" del 1931.
LE USCITE UFFICIALI
Nel 2002 esce l'EP " Hedengang ": un epitaffio dall'oltretomba.
Dopo la sepoltura, il defunto viene dimenticato e benedetto se merita il paradiso. Dopo un breve e triste "Intro" inizia la lenta "Glemt" contraddistinta da note di piano e colpi di percussioni. Forse ancora più spaventosa "Dod Og Borte" con le sue ritmiche veramente lenti e con campane che suonano a morte. L'ep è chiuso con la sinistra strumentale "Dystert Sind" (che è un "Outro").
Poi è la volta della compilation: "Mournful Monuments 1998-2002".
Come indica il titolo, è costituita interamente da materiale vecchio dove si possono citare "Gravferd" (sentite le voci spaventose in clean vocals sui 7 minuti e qualcosa), "Sørgesalmen", "Sidste Vers" (altri 10 minuti di lunga agonia con ritmiche lente ma anche melodiche e tristi al punto giusto), "De Dodes Kor" (altri viaggio verso l'oscurità assoluta), la già citata "Glemt" ed "Evig Hvile".
In una serata di luna piena del 2003, vede la luce "Gudsforladt" pubblicato dalla Sombre Records in LP e limitato a 350 copie, la versione CD verrà pubblicata nel febbraio del 2004 limitata a 1000 copie.
La cosa che si può notare è che le tracce durano in media 4/5 minuti quindi sono molto meno lunghe rispetto ai canoni del genere e dello stesso Nortt di inizio carriera.
Campane che suonano a morte in lontananza mentre la pioggia cade battente e nell’aria riecheggia una triste melodia che sottolinea la desolazione che ci circonda. Le note della strumentale "Graven" ci calano nella giusta atmosfera di "Doden", prima traccia di questo viaggio in un regno dove domina l’oscurità, la depressione, la morte, la desolazione. Voce sofferta e cupa ma incomprensibile in quanto sopraffatta da una musica lenta e funerea ma mai veloce. Sono presenti lenti e raggelanti riff di chitarra che echeggiano in fredde note di tastiera e sottolineano un lamento continuo e ossessivo. Non c’è alcuna via d’uscita, nessuna speranza, solo rifiuto della vita. Seguono le già note e risuonate "Glemt" e "Gravferd". "Hinsides" è aperta da un organo e da tastiere, ovviamente non ci sono variazioni di sorte però le tristi tastiere rendono molto piacevole l'ascolto. Di nuovo l'organo apre "Hedengangen", forse la più conosciuta dell'album, contraddistinta da lente percussioni e da una voce indemoniata. Poi troviamo le riproposizioni di "Dod Og Borte", "Nattetale", "De Dodes Kor" e l' "Outro" finale.
“Gudsforladt” è il tempo che intercorre fra una sentenza di morte e l'esecuzione reale.
È il tempo che trascorre fra la presa di coscienza della propria morte ed il trapasso reale.
Quando siamo condannati a vita, siamo immediatamente sentenziati alla morte, e passiamo attraverso la vita con questa particolare conoscenza: trasportiamo la nostra croce, o a questo proposito, il nostro patibolo. La mia concezione della morte non è veramente maturata, ma solo purificata"
"Ligfærd" ("Viaggio dei morti") esce alla fine del 2005. Forse uno dei lavori più bui ed oscuri della storia della musica. Platter funereo, oscuro e senza un briciolo di speranza. Nortt ricerca l'oscurità assoluta ed ovviamente la trova. Lunghissimi arpeggi di chitarre, suoni bassi/saturati che riempiono densamente la base di ogni componimento ed il pianoforte, lasciato a rimbombare nel vuoto di una dimensione inumana. Atmosfere monotematiche, lente ed assolutamente oppressive. Dopo i rumori Ambient uditi in "Gudsforladt", il disco è aperto dalla lenta e marziale "Ligprædike" che sembra già non lasciare speranze: tastiere, qualche percussione, una voce sofferta ed ancora tastiere. Anche "Vanhellig" si dipana per lunghi 8 minuti dove si odono nella seconda parte della canzone urla provenire dall'oltretomba, chiudono delle oscure tastiere. Segue la canzone più lunga del disco "Tilforn Tid" e i suoi 12 minuti di dolore. Prima della strumentale titletrack, troviamo "Dodsrune" caratterizzata da suoni Ambient e da tanta oscurità.
Campane che suonano a morte in lontananza mentre la pioggia cade battente e nell’aria riecheggia una triste melodia che sottolinea la desolazione che ci circonda. Le note della strumentale "Graven" ci calano nella giusta atmosfera di "Doden", prima traccia di questo viaggio in un regno dove domina l’oscurità, la depressione, la morte, la desolazione. Voce sofferta e cupa ma incomprensibile in quanto sopraffatta da una musica lenta e funerea ma mai veloce. Sono presenti lenti e raggelanti riff di chitarra che echeggiano in fredde note di tastiera e sottolineano un lamento continuo e ossessivo. Non c’è alcuna via d’uscita, nessuna speranza, solo rifiuto della vita. Seguono le già note e risuonate "Glemt" e "Gravferd". "Hinsides" è aperta da un organo e da tastiere, ovviamente non ci sono variazioni di sorte però le tristi tastiere rendono molto piacevole l'ascolto. Di nuovo l'organo apre "Hedengangen", forse la più conosciuta dell'album, contraddistinta da lente percussioni e da una voce indemoniata. Poi troviamo le riproposizioni di "Dod Og Borte", "Nattetale", "De Dodes Kor" e l' "Outro" finale.
“Gudsforladt” è il tempo che intercorre fra una sentenza di morte e l'esecuzione reale.
È il tempo che trascorre fra la presa di coscienza della propria morte ed il trapasso reale.
Quando siamo condannati a vita, siamo immediatamente sentenziati alla morte, e passiamo attraverso la vita con questa particolare conoscenza: trasportiamo la nostra croce, o a questo proposito, il nostro patibolo. La mia concezione della morte non è veramente maturata, ma solo purificata"
"Ligfærd" ("Viaggio dei morti") esce alla fine del 2005. Forse uno dei lavori più bui ed oscuri della storia della musica. Platter funereo, oscuro e senza un briciolo di speranza. Nortt ricerca l'oscurità assoluta ed ovviamente la trova. Lunghissimi arpeggi di chitarre, suoni bassi/saturati che riempiono densamente la base di ogni componimento ed il pianoforte, lasciato a rimbombare nel vuoto di una dimensione inumana. Atmosfere monotematiche, lente ed assolutamente oppressive. Dopo i rumori Ambient uditi in "Gudsforladt", il disco è aperto dalla lenta e marziale "Ligprædike" che sembra già non lasciare speranze: tastiere, qualche percussione, una voce sofferta ed ancora tastiere. Anche "Vanhellig" si dipana per lunghi 8 minuti dove si odono nella seconda parte della canzone urla provenire dall'oltretomba, chiudono delle oscure tastiere. Segue la canzone più lunga del disco "Tilforn Tid" e i suoi 12 minuti di dolore. Prima della strumentale titletrack, troviamo "Dodsrune" caratterizzata da suoni Ambient e da tanta oscurità.
Nortt in seguito firma per l' Avantgarde Music e nel 2008 esce: "Galgenfrist" ("Tregua prima della morte") che segue la falsariga del predecessore e convoca i morti per un freddo rituale notturno.
Atmosfere gelide e funebri, musica che sembra collassare su sè stessa, minimalismo sonoro, pochissimi riff ripetuti all'infinito, qualche isolato growl, classici lenti rintocchi di batteria e la solita massiccia dose di oscurità assoluta grazie alle lugubri tastiere. Dopo l' "Intro" iniziale, ad aprire le danze "Til Gravens Vi" quasi interamente strumentale. "Af Dode" non cambia di molto i ritmi lentissimi, a differenza dell'utilizzo di tastiere. "Kaldet" è una breve strumentale che spezza un po' il ritmo di oppressione, segue la lunga "Over Mit Lig". Molto bella l'atmosferica "Havet Hinsides Havet". Chiude la strumentale "Hjemsøgt".
Atmosfere gelide e funebri, musica che sembra collassare su sè stessa, minimalismo sonoro, pochissimi riff ripetuti all'infinito, qualche isolato growl, classici lenti rintocchi di batteria e la solita massiccia dose di oscurità assoluta grazie alle lugubri tastiere. Dopo l' "Intro" iniziale, ad aprire le danze "Til Gravens Vi" quasi interamente strumentale. "Af Dode" non cambia di molto i ritmi lentissimi, a differenza dell'utilizzo di tastiere. "Kaldet" è una breve strumentale che spezza un po' il ritmo di oppressione, segue la lunga "Over Mit Lig". Molto bella l'atmosferica "Havet Hinsides Havet". Chiude la strumentale "Hjemsøgt".
Da allora, di Nortt, non ci sono state più notizie sino ad "Endeligt" ("Infine") uscito nel 2017. A differenza dei due precedenti dischi, qui Nortt predilige più canzoni dalla durata media di 5 minuti (un po' come il primo disco ufficiale). Il disco è aperto da "Andægtigt Dødsfald" che non dice molto, sicuramente più bella "Lovsang Til Mørket" grazie alle sue tristi melodie. Dopo la strumentale "Kisteglad ", belle le vocals e le percussioni finali di "Fra Hæld Til Intet". Le ritmiche tornano lentissime e disperate in "Eftermæle" non c'è davvero di via di uscita. I tempi, se possibile, rallentano ulteriormente e sembrano collassare in "Afdo". "Granford" ed "Endeligt" sono due tracce strumentali (Ambient la prima). Nel mezzo troviamo "Støv For Vinden": soliti ritmi lenti, qualche percussione e vocals ogni tanto. Sicuramente un disco e una one-man band per pochi. Deve piacere il genere fatto di poche variazioni ritmiche e poche intuizioni sonore ma se si è nel mood "giusto" Nortt va ascoltato assolutamente.