giovedì 3 dicembre 2015

La Storia Di Eddie The Head: Iron Maiden

Quando si citano gli Iron Maiden, oltre alla NWOBHM, si pensa subito ad Eddie The Head.
Ovvero il mostro che ormai da più di 30 anni accompagna le loro uscite discografiche e i loro live show.
L'illustratore è Derek Riggs, la prima incarnazione di Eddie era un'icona Punk chiamata Electric Matthew.
Il manager dei Maiden ne fu colpito però chiese a Riggs di renderla più simile ad un headbanger (da qui i capelli lunghi) e fu così che Eddie nacque.
Un volto scarnificato e distorto, un corpo scheletrico vestito con abiti strappati e nei primi anni le rovine di una città alle spalle.
Forse rappresentava il simbolo della gioventù Metal londinese, abbandonata a se stessa e additata come sbagliata dai conservatori e dai perbenisti dell'epoca.

Il bassista, Steve Harris, ricorda gli inizi:
"Eddie era una sorta di materializzazione dell’elemento di orrore che mi aveva colpito la prima volta che pensai al nome Iron Maiden". 
Ma se l’abbozzo dell’idea fu di Harris, la vera e propria realizzazione di Eddie fu di Dave Beasley, creatore degli effetti scenici per i concerti della band di quel periodo.

"C'era una volta una donna che diede alla luce un bimbo, che però nacque con la sola testa. Il dottore le disse di non preoccuparsi, tra cinque anni avrebbero avuto un corpo per la testa. Cinque anni più tardi, Eddie The Head (Eddie La Testa) se ne stava seduto accanto al caminetto, quando arrivò suo padre. 
"Figlio mio" gli disse "Oggi è un giorno speciale. E' il tuo compleanno, e abbiamo una sorpresa per te."
"Oh, no"disse Eddie "Non un altro cappello!"

Da allora questa mascotte è stata raffigurata in centinaia, se non migliaia, di modi diversi.
In seguito la relativamente semplice maschera(faccia), ebbe un corpo, che spesso appariva in palco col gruppo, fino al punto di dominare completamente la scena, come nella tourneè mondiale del 1988.
Eddie all'epoca aveva una testa più grande e più sofisticata, i cui occhi si accendevano, e dalla sua bocca uscivano nuvole di fumo.
Quando il gruppo suonò in un festival in Belgio nel 1980, il fumo venne pompato con tale veemenza che Eddie fece un volo attraverso il palco.


IRON MAIDEN (1980)
Eddie compare come un presagio maligno sulla copertina del singolo del 1980 "Running Free".
La scena rappresenta un rocchettaro dai capelli lunghi, che corre per un vicolo illuminato da un lampione e che insegue, senza un braccio, un ragazzo.
LP "Iron Maiden" mostra semplicemente il suo volto.

Senza dubbio la "versione" più criticata fu la copertina di "Sanctuary", che ritraeva Eddie con un coltello con il quale aveva ucciso l’allora primo ministro inglese Margaret Thatcher, colpevole di avere strappato un poster della band.
Ovviamente le cose furono ingigantite a non finire dai rotocalchi e dal governo.
"E' un delitto" scrivevano quelli del Daily Mirror, riproducendo le cose in modo sproporzionato.
Parole come "disonore", "vergogna" ed "oltraggio" uscirono dalle bocche dei politici dei tempi.
Ma questo non impedì al disco di vendere bene, ovviamente, anche con la famigerata copertina, in secondo tempo censurata.
La Thatcher ebbe la rivincita con "Women In Uniform", il singolo successivo, dove Eddie se ne sta con due prostitute e la Thatcher se ne sta nascosta armata di mitra, pronta ad assalire il povero Eddie.



KILLERS (1981)
Con "Killers", la figura di Eddie è qui agghiacciante e si mostra in tutto il suo anticonformismo: ascia alla mano e con schizzi di sangue qua e là, a due passi dal locale dei Maiden “The Ruskin Arms”.
Le mani delle vittime sono aggrappate alla sua maglia.
Sul singolo "Purgatory", Eddie prende il posto di Satana.



THE NUMBER OF THE BEAST (1982)
Nel 1982 Eddie è impegnato in una lotta all’ultimo sangue contro Satana in persona.
Sulla copertina dell’album "The Number Of The Beast" lo vediamo infatti manovrare il Diavolo, che a sua volta fa di un piccolo Eddie la sua marionetta.
Sul singolo "Run To The Hills", Eddie ingaggia una lotta contro il medesimo demonio.
Un demone con in mano una forca, con la quale infilza Bruce Dickinson, sulla copertina di "Hallowed Be Thy Name".




PIECE OF MIND (1983)
Nell'album "Piece Of Mind" lo troviamo incatenato, rasato e con una camicia di forza.
Eddie, come detto, è stato rasato ha cioè subito una forma di umiliazione corporale, in quanto gli è stato tolto uno dei simboli di appartenenza alla comunità.
E' rinchiuso in un manicomio ma mandato in guerra, come si può vedere in "The Trooper" dove rappresenta un soldato inglese del 1900 con tanto di Union Jack in mano.
Eddie avanza minaccioso con la calotta cranica tagliata ma chiusa.
Sullo sfondo in basso a destra è raffigurata la morte con la sua falce.
Nel 1983 il 45 giri "Flight Of Icarus" ritrae un Eddie alato che fugge, dopo aver incendiato con un lanciafiamme le ali del povero Icaro.
La leggenda di Dedalo e Icaro è qui riproposta.
Nella storia originale, Icaro, nel suo tentativo di volare, si costruisce ali di cera.
Ma come dice la leggenda, vola troppo in alto, troppo vicino al sole, così le sue ali si sciolgono e lui cade verso la morte.
La versione dei Maiden è leggermente diversa, Icaro è raffigurato con le ali in fiamme, ed un Eddie tutto soddisfatto vola via con le sue ali di pipistrello, impugnando un lancia-fiamme!



POWERSLAVE (1984)
Sembra che Eddie sia esistito fin dalla preistoria, e che fosse venerato dagli dei egizi, e nella copertina dell'album "Powerslave" lo vediamo sotto forma di un faraone, in un monumento con una sfinge.
O forse, secondo altre interpretazioni, è una raffigurazione del futuro in cui Eddie è venerato seppur in modo underground (la punta elettrificata potrebbe far supporre ciò).
In "Aces High" è pilota di uno spitfire con bombardieri che precipitano dietro di lui, la canzone è aperta dal discorso di Winston Churchill (siamo in piena seconda guerra mondiale).



LIVE AFTER DEATH (1985)
Sulla copertina di "Live After Death" risorge dalla tomba, liberandosi dalle catene della Morte.
Un fulmine (o forse un raggio) lo riporta in vita, irradiandolo di energia là dove era stato ferito tempo addietro.
Le catene vengono finalmente spezzate dalla rinnovata vitalità di Eddie, il cui nome inciso sulla lapide.
La lapide riporta la celebre frase dello scrittore horror Howard Phillips Lovecraft: "Non è morto ciò che può essere in eterno e in strani eoni anche la morte può morire".
Ma dov'è Eddie? La risposta è data dal retro copertina: lì dove è stato sepolto.
Sullo sfondo della città del futuro si ergono le piramidi elettriche sul modello di Powerslave.



SOMEWHERE IN TIME (1986)
Con "Somewhere In Time" del 1986 gli Iron Maiden ci consegnano una copertina ricchissima di riferimenti, spesso giocosi, e distribuiti in peso ancora maggiore sulla quarta di copertina del booklet.
Per citarne alcuni: il pub Ruskin Arms, i club Rainbow e Marquee e la Long Beach Arena sono tutti luoghi storici di esibizioni live della band.
Poi vecchie citazioni di loro canzoni come la Phantom Opera House, l'Ancient Mariner Seafood Restaurant, l'Aces High Bar e il Sand Dune Nightclub.
L'orologio digitale segna le 23 e 58, cioè due minuti a mezzanotte, e sopra si legge che il West Ham (squadra nelle cui selezioni giovanili giocò Steve Harris) ha battuto 7 a 3 i ben più blasonati rivali dell'Arsenal.
Sulla copertina di "Two Minutes To Midnight" Eddie ci viene presentato come un genocida, dopo aver fatto esplodere un ordigno nucleare.
In "Wasted Years" troviamo un Eddie futurista.
Il videoclip, tra l'altro, è molto particolare dato che vengono riproposti tutti i vecchi Eddie quindi gli anni passati.
L'idea probabilmente è quella di un secondo ciclo della vita di Eddie, che torna nella città per ricominciare come assassino ma ad essere ucciso non è più un corpo estraneo, bensì un suo simile, un altro membro della comunità-cyborg, sotto un manifesto che ritrae la sua prima incarnazione con la scritta Eddie Lives, affisso in "Acacia Avenue".
Eddie che uccide se stesso può facilmente essere spiegato come il Metal che si colpisce da solo.



SEVENTH SON OF A SEVENTH SON (1988)
"Seventh Son Of A Seventh Son" ritrae Eddie che si scioglie in un mare di ghiaccio e nello stesso tempo dà vita ad una nuova informe creatura.
A Eddie manca la parte superiore della testa, così come gran parte del corpo, che ha dovuto aspettare per tanto tempo, la sua spina dorsale spezzata, naviga nell'acqua.
Sembra quasi che Eddie si disfi anche della sua anima.
In 'The Clairvoyant" la maggior parte della testa sparisce e l'attenzione è concentrata sul misterioso 'Terzo Occhio'.
Visto che la decimazione del suo corpo non bastava, gli Iron Maiden decisero di "uccidere" Eddie, in palco, al Wastfalenhalle a Dortmund, alla fine della tourneè 'World Piece'.
Ma Eddie è più che capace di ritornare all'aldilà.



NO PRAYER FOR THE DYING (1990)
In "No Prayer For The Dying", Eddie è intento ad uscire dalla tomba e quindi a risorgere nuovamente.
Qui ritorna anche il tema della seconda guerra mondiale, dove la copertina del singolo "Tailgunner", vede il nostro amico che debella fuori dal cielo, dalla coda di un bombardiere Lancaster.



FEAR OF THE DARK (1992)
Prima copertina non disegnata da Riggs, bensì da Melvyn Grant.
In "Fear Of The Dark" l'albero è simbolo (nella cultura norrena ma non solo) di rinascita e di rigenerazione, di movimento dalla Terra verso il Cielo, ma anche di congiunzione tra questi due elementi.
Ancora una volta Eddie è a metà tra la vita e la morte, come la forza dell'occulto che risorge sempre in nuove forme.
Compare qui la "licantropia" (la luna piena sullo sfondo).
In "Be Quick Or Be Dead" Eddie stritola la testa di Robert Maxwell, sullo sfondo ci sono dei ritagli di giornale.



THE X FACTOR (1995)
L'artwork di "The X Factor" è affidato a Hugh Syme.
Qui Eddie è bloccato su un tavolo operatorio ed è destinato a farsi stritolare/perforare da un marchingegno tutt’altro che amichevole.
Il corpo di Eddie è vivo, la sofferenza autentica, le macchine che lo seviziano letali. 
C'è un riferimento all'Iron Maiden, antico strumento di tortura, in cui il corpo veniva rinchiuso in una bara con punte che causavano ferite per i malcapitati destinati a soffrire tra atroci sofferenze.
La quarta di copertina ci mostra Eddie ancora integro, su una sorta di sedia elettrica che in realtà lo taglierà in due.
Come in "Seventh Son Of A Seventh Son" il cranio è nuovamente scoperchiato, il tronco è reciso all'altezza dello stomaco. 
Non bastano più le catene da manicomio per fermare il "mostro", serve il meglio che la tecnologia abbia da offrire. 
La natura corporea di Eddie appare irrimediabilmente sconfitta.
In "Man On The Edge", Eddie è nella stessa macchina di The X Factor, ma viene rappresentato di fianco la morsa che stringe il cranio.
In "Lord Of The Flies", Eddie è rappresentato con due enormi mosche al suo cospetto.


VIRTUAL XI (1998)
Qui Eddie è un demone.
La realtà virtuale e il numero undici: "Virtual XI", appunto.
Il primo concetto è legato a doppio filo con Ed Hunter, il videogame per PC targato Iron Maiden che uscirà l'anno successivo, ma non manca di introdurre una nuova forma di orrore, l'antisocialità degli adolescenti catturati dalla realtà virtuale. 
Era il periodo in cui i quotidiani angosciavano le famiglie dicendo che i videogiochi erano il male per eccellenza, capace di traviare chiunque. 
Ebbene, gli Iron Maiden, anziché pazientemente smentire questa assurda teoria, la ribaltano con sorprendente sagacia: i videogiochi sono il male perché sono controllati da Eddie.
Il numero undici, invece, oltre ad essere il numero di album in studio pubblicati dalla band fino a quel momento, è anche il numero dei giocatori di una squadra di calcio. 
Oppure, in senso negativo, il tradimento di un nemico interiore: Eddie, ormai privo di una sua corporeità, prende dominio mentale del ragazzo senza che questi se ne renda conto. 
"Apre la mente" ed è un nemico silenzioso, interiore.
Un demone appunto.



BRAVE NEW WORLD (2000)
La città di "Brave New World" è la stessa già vista in Somewhere in Time, cioè una Londra del futuro qui malamente digitalizzata, Eddio è un dio malvagio da temere e adorare. 
Il culto degli Iron Maiden ha ormai tutte le sembianze di un rito pagano, in cui milioni di fan si prostrano per adorare un dio che agli altri appare maligno e repulsivo, ma che in realtà è benevolo verso i suoi adepti. 
Londra nelle prime copertine era quella dell' East End, la zona proletaria in cui la band ha mosso i primi passi. 
Qui ad essere sotto lo sguardo di Eddie è la Londra "bene", quella delle zone centrali bagnate dal Tamigi.
Sulla copertina di "The Wicker Man" viene rappresentata la scena finale dell'omonimo film britannico del 1973 da cui il brano prende il nome, dove Eddie è l'enorme statua che viene fatta bruciare, e sotto di lui sono rappresentati gli abitanti di Summerisle mascherati che la guardano allegri.



DANCE OF DEATH (2003)
In "Dance Of Death", come dice il titolo stesso, è rappresentata la morte.
David Patchett, l'ideatore, chiese di non essere creditato. 
Eddie è, naturalmente, la morte, e si trova per la prima volta a dividere la scena con un folto di gruppo di personaggi senza nome. 
La particolarità di questo festino satanico è data dalla simbologia degli animali. 
Il cane rappresenta la fedeltà e la devozione, ma anche la ferocia.
Il serpente sotto di lui è il peccato o l'invidia.
Il caprone (maschera) è una tradizionale simbologia satanica, mentre la maschera di maiale raffigura l'ingordigia, la lussuria e in generale tutti gli istinti più bassi dell'uomo. 
La maschera in sé, oltretutto, rappresenta un inganno: è un vero e proprio invito a partecipare per scoprire quale sia il peccato preferito.
In "Wildest Dreams" indossa una tuba così grande che gli Iron Maiden riescono a guidare delle automobili fin dentro la sua bocca.



A MATTER OF LIFE AND DEATH (2006)
Soldati zombie e un Eddie appena riconoscibile nel marasma generale sono i protagonisti di "A Matter Of Life And Death" realizzata da Tim Bradstreet: qui la critica si divise, perché la mascotte degli Iron Maiden non ricopre il ruolo di protagonista sulla scena.
Si può notare, magari, una contrapposizone: quelli che avanzano e sono teoricamente vivi sono in realtà scheletri. 
A terra ci sono invece giovani non ancora decomposti, con pelle e capelli torna l'idea di un passaggio non netto tra la vita e la morte, una continua sfumatura. 
Eddie è in piedi sul carro armato, e alle sue spalle la luce è data dall'esplosione di una bomba, che sostituisce le altre fonti di luce normalmente presenti per dare intensità alla sua figura.
In "Different World", invece, è talmente grande da tenere in mano un intero pianeta come fosse una mela.



THE FINAL FRONTIER (2010)
L'obbiettivo finale ("The Final Frontier") imposto ad Eddie non è più la Terra ma lo spazio, con il nostro pianeta che appare sullo sfondo.
Eddie è ormai alieno, ci sono astronauti uccisi. 
Ma ci si pone l'interrogativo: è veramente Eddie quello raffigurato?
I riferimenti a film quali Predator ed Alien sono palesi.



THE BOOK OF SOULS (2015)
In Book Of Souls Eddie ancora protagonista, sembra esser ritornato nuovamente dall'al di là.
Ovviamente senza capelli e con riferimento al "libro dei morti".
Questo è sicuramente il vero Eddie, non quello ammirato su Final Frontier.

4 commenti:

  1. Ggrande! Mascotte storica! Una delle mie preferite, anzi, chiamarla solo mascotte é riduttivo.
    Ora vado a leggere il post su Vic Rattlehead, buona giornata :D

    P.S. sarebbe figo un articolo sullo Snaggletooth :)

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    1. Grazie :)
      Si, ci avevo pensato però a livello d'illustrazioni è un po' più "limitato" però quantomeno un articolo lo merita anche lui :)

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    2. Di nulla!
      Io non sono qua per dettare il tuo lavoro, ma magari essendo meno "articolato" come mascotte, non sarebbe male un articolo che raccoglie mascotte famose, come il the guy dei disturbed, il già citato snagglettoth, i licantropi dei powerwolf ecc ecc...

      Buon Sabato :)

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    3. Ma figurati, i consigli (ma anche le critiche nel caso) sono sempre ben accetti :)

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