mercoledì 29 aprile 2015

La Storia Degli Ildjarn, Dei Sort Vokter e Le Leggende Intorno a Folkloric Necro Metal

Figlio nero della scena Black Metal norvegese degli anni, Vidal Vaaer (in arte Ildjarn) fu indubbiamente tra le personalità di spicco dell'epoca.
Faceva parte probabilmente dell'Helvete (il negozio di Euronymous) ma rimase sempre abbastanza lontano dagli onori (disonori) delle cronache (incendi ed omicidi).
La band venne fondata nel 1991 a Telemark in Norvegia.
L'unico membro era Vidar Vaaer appunto, anche se alcune opere sono state realizzate in collaborazione con un musicista conosciuto come Nidhogg.
Contrariamente a quanto si crede, nella maggiorparte dei suoi dischi la band non usava Drum Machine.
La musica Ildjarn è un Black Metal grezzissimo e velocissimo(con una produzione veramente scarsa), nella quale la maggior parte delle canzoni sono composte di ritmi basici di batteria, un paio di riff e vocals incomprensibili.


DISCHI, TESTI INVENTATI E FINE DELLA BAND
Ildjarn aveva registrato musica fino al 2002(il resto posteriore a questa data è stato registrato negli anni 90), ma ha ufficialmente dichiarato la fine del suo percorso artistico nel 2005.
Tre album(due album ed uno EP) sono stati realizzati interamente con un sintetizzatore.
Da tutta la musica pubblicata, l'unica canzone di Ildjarn, il cui testo è stato reso noto è la bellissima "Eksistensens Jeger".
Dopo alcuni demo, l'esordio risale al 1995 con la pubblicazione di Ildjarn.
Classico Black Metal dell'epoca: pochi riff, produzione scarsa e molte influenze Thrash Metal/Hardcore. Non a caso l'album è formato da ben 27 pezzi. Basta già ascoltare l'opener "Skogsslottet" per sapere cosa ci aspetta lungo gli oltre 70 minuti di musica.
"Som En Ensom Bong" e "Morkeheim" sono buone canzoni abbastanza ipnotiche nella loro ripetitività di fondo. Ci sono anche alcuni pezzi più lenti e cupi come "Krigere" e "Himmelvelv".
I riff sono scarni, la batteria è un po' ripetitiva e la produzione davvero pessima però rimane un disco davvero old school e primitivo.
Nel 1996 esce il secondo full: Forest Poetry.
Anche qui non ci discostiamo di molto dagli esordi: canzoni brevissime e velocissime, batteria abbastanza monotematica e grezzume a farla da padrone. Le canzoni variano da 1 minuto a 3 minuti.
I riff sono minimali, chitarra e basso sono distorti al massimo. La batteria è sia velocissima che lenta ma con pochi cambi di ritmo nei pezzi (del resto sono cortissimi). I riferimenti sono sempre ai Darkthrone con una produzione davvero lo-fi e grandi riff da riscoprire (per quanto semplici) sepolti nel marasma costante di quest'ostilità sonora.
"Whispering Breeze",  "Blackened Might", "Clashing Of Swords", "No Gleamig Light", "Blazing Eyes" fanno subito capire dove si andrà a parare: batteria velocissima, screaming indiavolati, riff minimali.
Le immagini evocate durante l'ascolto di brani come "Sinking Deep" o "Deeping In Grey" sono quelle di fredde notti invernali, colline ricoperte di nebbia, un viaggiatore solitario che cammina attraverso i boschi oscuri di Norsk con magari lupi pronti ad assalirlo.
"Chill Of The Night (Returning)" è leggermente più lunga e (forse) articolata (ma è un eufemismo).
"No Place Nowhere" che chiude l'album è una specie di outro dove finalmente la batteria rallenta e c'è pace per l'ascoltatore.
Principalmente il disco è poco accessibile in generale però chi ama il vecchio Black Metal non può rimanere deluso.
La fase Black Metal della band termina con Strenght And Anger, per la verità, negli oltre 70 minuti di musica...molti sono i pezzi strumentali e con soli rumori.
Disco, un po' come i primi due, veramente per pochi: ostile e primitivo.
Le prime 15 canzoni si chiamano tutte "Strenght And Anger" (e ci sono 9 strumentali con sempre la batteria velocissima a scandire i ritmi), le ultime 3 sono strumentali Ambient (con saltuaria comparsa della batteria) da 14 minuti (Black Anger: Hate Meditation 1), "Interchange" (da 2 minuti e mezzo) e "Midnight Strength, Black Anger: Hate Meditation 2" (quasi 16 minuti).
Dicevo dei due dischi realizzati con solo sintetizzatore: sto parlando ovviamente di Landscapes uscito sempre nel 1996 e di Hardangervidda del 2002(questo è l'ultimo disco registrato).
Sotto certi versi lo stesso percorso musicale fatto da Burzum o da Mortiis degli Emperor.
Alcuni pezzi come "Landscape 1" (di Landscapes, dove troviamo 22 canzoni per oltre 2 ore di musica, anche qui le tracce non hanno nomi), "Sunrise", "Amber Lake" e "Sunset" sono veramente notevoli.
Sembra si tratti davvero di un'altra band rispetto agli esordi: è musica Ambient comunque che va ascoltata se si è appassionati di un certo sound.
Nello stesso anno uscirà la seconda parte sotto forma di EP (anche qui composizioni Ambient).
Ufficialmente la carriera della band finisce con Nocturnal Visions, EP uscito nel 2004 (qui si torna ad influenze Black ma il disco è abbastanza lontano dagli esordi e la produzione è sicuramente migliore).
Nel 2006, il sito del gruppo ha dichiarato che non saranno più pubblicate notizie sulla band, dal momento che la carriera di Ildjarn si è conclusa.
Il titolo della compilation del 2005, Ildjarn Is Dead, fa riferimento a questa decisione.
Parte del motivo che spinse Vidar Vaaer a porre fine al progetto fu la rottura del suo registratore a 4 tracce (lo stesso registratore era stato usato durante gli anni precedenti alla formazione degli Emperor, pubblicati sotto il nome Thou Shalt Suffer).


PROGETTO PARALLELO: I SORT VOKTER E LE LEGGENDE INTORNO A FOLKLORIC
Un progetto parallelo di Vaaer alla band madre furono i Sort Vokter, ovvero uno dei complessi più interessanti e più immeritatamente trascurati, del rigoglioso panorama Black Metal dell'epoca.
Il quartetto, come detto, era guidato da Vidar Vaaer, affiancato dal fedele amico Nidhogg (con cui compose "Norse", "Svartfråd" ed "Hardangervidda") e da due illustri sconosciuti celati dietro gli pseudonimi di Tvigygre e  Heiinghund.
L'unico full uscì nel 1996: Folkloric Necro Metal.
Come ogni Black Metal album di una certa importanza storica, anche Folkloric Necro Metal è accompagnato da un coro di leggende e dicerie.
Si vocifera infatti sulla possibile esistenza di una ricercatissima e misteriosa demo-tape, mentre è particolarissimo il modo in cui la band sviluppò il disco.
Pare infatti che i musicisti cambiassero strumento ad ogni canzone, alternandosi a rotazione nell'utilizzare basso, chitarra, tastiera, voce e programmazione della drum-machine.
L'ultima nota di colore riguarda lo stato psicho-fisico degli strumentisti stessi all'atto della registrazione, rigorosamente alterato dalla cannabis e dalle droghe in generale (ci sono riferimenti al THC anche sulla copertina), fatta eccezione per Ildjarn (personaggio tradizionalmente lontano da alcool e droghe).
Sotto certi versi il disco può essere considerato come una sorta di connubio tra il Black senza compromessi del primo Ildjarn e i lavori Ambient successivi.
Il suono del basso è bello corposo, la batteria ben udibile, insomma la produzione è sicuramente di buon livello.
Grandi pezzi sono l'oscura e folle "Hatefulle Tanker Ut I Natten", "Grålysning" (molto bella la dissolvenza degli strumenti tradizionali che sul finire del pezzo spariranno totalmente, lasciando spazio solo ai sintetizzatori) e la cupa "Ni Gygrer - Nattjakt" (anche qui ci sono sintetizzatori ma senza percussioni). In pezzi quali "Langs Stier Uten Ende" è udibile addirittura anche il basso.
Ottimo il lavoro delle tastiere (mai troppo invadenti). Un disco, come si sarà capito, abbastanza vario e con più influenze (rispetto a quelli più monocordi di Ildjarn). Forse, per chi non conosce Vaaer, prima che dagli Ildjar è meglio iniziare da qui.

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