sabato 19 aprile 2014

Il Mistero Sulla Morte Di Jeff Buckley

Spesso per entrare nella leggenda è necessaria una morte prematura o comunque misteriosa, perché solo morendo tragicamente si entra nei libri di leggende.
Impossibile dunque, per Jeff Buckley, uno dei più grandi cantautori della musica anni '90, sottrarsi al suo destino.
Non che per lui, Morrison, Hendrix, Bonham, Cobain, Stanley e tutti gli altri la musica passasse in secondo piano ma l'aurora di leggenda che circonda questi personaggi è dovuta in parte anche alle loro morti.



IL CAPOLAVORO: GRACE(1994)
La complicata relazione con Rebecca Moore(compagna di Jeff) riveste un ruolo importante nelle tematiche e nei contenuti del disco: è attorno a lei che ruotano molte delle canzoni di Grace, tra le quali la title-track, nella quale il cantautore si rivolge direttamente alla donna amata, e Last Goodbye, brano dedicato alla separazione tra il cantautore e l'attrice americana.
All'interno del disco si parla anche della fragilità emotiva, tematica presente in brani come Last Goodbye e So Real, ma anche di passioni infuocate, oscurità esistenziali e morte.
Grace fu definito dalla critica musicale un album audace ed è tuttora considerato un disco fuori dalle mode del periodo in cui fu pubblicato: si tratta infatti di un album imperniato soprattutto sulla voce di Jeff Buckley,a dispetto del grunge e dei grandi sperimentatori e innovatori del rock che dominavano il panorama musicale di quegli anni.
All'interno del disco possono essere individuate molteplici influenze, tutte filtrate attraverso uno stile giudicato molto personale: dai Led Zeppelin a Van Morrison sino al padre del cantautore stesso, Tim Buckley, passando attraverso altri grandi nomi del passato, come quelli di Bob Dylan, Édith Piaf e Leonard Cohen.[La sintesi tra influenze così distanti tra loro ha portato la celebre rivista musicale Rolling Stone a definire l'album un lavoro «a metà strada fra metallo e angeli».
Da un punto di vista musicale, il disco può essere considerato un album pop-rock con molte sfumature Soul e finanche Blues.
La struttura dei brani è complessa ma al contempo immediata, spesso basata sul crescendo della voce che parte sommessa per poi salire di tono, dimensione e spiritualismo, fino a entrare in una dimensione mistica.
Il brano Forget Her era stato inizialmente registrato per il disco, ma lo stesso Buckley volle escluderlo dalla versione finale, opponendosi così al parere della casa discografica, che l'aveva invece scelta come singolo di lancio del lavoro stesso.
Il brano, composto dal cantautore dopo una rottura con la compagna Rebecca Moore, fu poi incluso come undicesima traccia nelle edizioni postume del disco.

LA MORTE: MAGGIO 1997
La leggenda era lì che aspettava Buckley Jeff per prenderlo in braccio una notte di maggio del 1997 nel fiume Mississippi che lo avvolse nelle sue acque buie, tobide e profonde.
Sarà per questo che uno dei suoi dischi postumi s'intitola "Mistery White A Boy".
Il Mississippi quella sera sembrava calmo.
Saranno state le lusinghe della notte o le luci di una città lontana a sedurre Jeff quella sera del 29 maggio del '97 vicino Memphis (Tennessee).
Così quando si gettò nelle acque tutto sembrava perfetto.
L'amico Keith Foti lo aspettava seduto sulla riva.
Una radio suonava canzoni, una voce cantava le storie Blues di quell'America.
Jeff nuotava nella notte e da lontano l'amico scrutava la figura danzare fra le acque.
Un momento, un lampo, poi anche il Mississippi si ammutolì.
La voce dell'amico continuava a chiamare Jeff, disperatamente, inutilmente.
Dal Mississippi solo silenzio.
«Presto, venite subito al fiume…» dice una voce maschile piuttosto concitata
«Jeff è scomparso…»
Neanche dieci minuti dopo, la stessa voce esce dalla cornetta di un telefono di Boston.
«Joan? Sono Keith Foti, ti chiamo da Memphis»
«Keith, che succede? Tutto bene?». La ragazza è perplessa.
Conosce a malapena questo Foti: sa che scrive canzoni ma che per vivere fa il parrucchiere a New York.
Perché dunque Keith la sta chiamando?
Dopo qualche secondo di silenzio, Joan prende l’iniziativa: «Keith...Dov’è Jeff?».
«Ecco...Jeff è andato a nuotare al fiume»
«A nuotare? Alle dieci di sera?»
«Già, aveva voglia di farsi un bagno»
«Keith, che cazzo stai dicendo? Passami subito Jeff».
Joan, improvvisamente, sente un brivido correrle lungo la schiena.
«Dimmi la verità. È successo qualcosa a Jeff?»
«Joan, non so, l’ho visto entrare nel fiume e poi…»
«E poi?»
Joan ora mostra un piglio perentorio anche se sta cominciando a pensare che a Memphis si possa essere consumata una tragedia.
«Joan, non so come dirtelo... Jeff è sparito, sott’acqua».
Morì così, per un tragico gioco del destino, uno fra i più grandi della musica.



DOV'E' FINITO JEFF?
Jeff non venne più ritrovato o meglio venne estratto dall'acque un corpo il 4 giugno al largo di Beale Street Area.
Poi si sparsero leggende sulla sua morte.
C'era chi diceva che non era quello il suo corpo, chi che non è mai morto, chi che Jeff stia ancora vagando tra le acque del fiume.
La cosa certa è che Jeff Buckley aveva solo trent'anni.
A diciassette anni dalla sua scomparsa non è ancora chiara le dinamica dell'accaduto.
C'è chi sostiene che fu un'onda a travolgerlo, chi dice che una barca gli passò sopra, chi avvalora la tesi del malore.
La sua stella illuminò la scena musicale quel tanto che basta da rendere magico ogni suo brano, perfino quelli inediti, mozziconi di canzoni lasciati qua e là sui nastri di casa e pubblicati solo molto tempo dopo su album postumi fra cui "Sketches (For My Sweetheart The Drunk)".
Non era un divo da palcoscenico, era un uomo fragile o, come è definito in una delle più belle biografie, "Un Hipster con la testa d'angelo".
Uno che non scriveva musica per il business, ma per la gente; che gridava e piangeva per strada.
Erano le strade d'America il suo palcoscenico, il luogo in cui amava danzare o suonare la chitarra. Poveri, diseredati, gente che non aveva avuto un'occasione: solo per loro amava scrivere Jeff.
Quando uscì "Grace", il suo primo album, la stampa specializzata storse il naso pensando che fosse l'ennesimo disco di un figlio d'arte capriccioso deciso a seguire a forza le orme di Tim Buckley, un padre geniale e sfortunato, morto prematuramente.
Ma bastò un ascolto e quel disco fu definito un capolavoro.
Perfino i più spocchiosi critici jazz saltarono sulla sedia gridando al miracolo.
La sua voce era una carezza gentile e raffinata capace di cantare di tutto, dalla lirica al rock, dal funk al jazz.
Jeff era così, chi lo ha visto in concerto ne sa qualcosa.


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Com'è Morto Jim Morrison (The Doors)

Jim Morrison è Morto o è Ancora Vivo? (The Doors)

Jim Morrison(The Doors) nacque in Florida nel 1943 e morì all’età di 27 anni nelle prime ore del mattino del 3 luglio 1971, nella vasca da bagno del suo appartamento a Parigi.
Bill Siddons, l’agente dei The Doors, giunse in aereo da Los Angeles ma non vide il corpo di Morrison, gli unici a vederlo furono pochi addetti al pronto soccorso e il dott.Max Vassile, oggi defunto.
Costui non ha mai rilasciato interviste eccetto che per dire che Morrison è morto per “cause naturali” e, più precisamente, per infarto, motivo per cui non venne effettuata l’autopsia.
Sembra che Jim Morrison sia morto nel bagno di un locale notturno a Parigi e che una cantante, Marianne Faithful, abbia giurato di mantenere il silenzio sugli eventi che hanno portato alla morte del cantante per overdose da eroina da lui stesso acquistata per la sua ragazza(Pamela Courson). Jim Morrison non aveva mai assunto eroina negli USA e aborriva sia le droghe che le siringhe.
Perché dunque avrebbe dovuto iniziare ad assumere eroina a Parigi?
E se ha avuto un’overdose da droga perché la cantante menzionata in precedenza, ha giurato di non parlare degli eventi di quella notte che hanno portato alla morte di Morrison?


IL MISTERO SULLA MORTE
La morte di Jim Morrison è tuttora avvolta nel mistero.
I referti ufficiali parlano di arresto cardiaco avvenuto nell'abitazione del cantante ma non fu mai eseguita alcuna autopsia.
L'attuale tomba, un blocco di granito con epitaffio in greco antico, ha sostituito quella originale, che era sormontata da un busto marmoreo raffigurante Jim Morrison, opera dello scultore croato Mladen Mikulin, e che è stato trafugato dopo essere stato deturpato a più riprese con vernice, rossetto e graffiti.
Nel 1995 gli eredi ripulirono la sua tomba e quelle circostanti e stanziarono un fondo per un sistema di sorveglianza permanente.
Alcuni sostengono che Jim Morrison sia ancora vivo e che abbia inscenato la sua morte per sottrarsi alla pressione della popolarità e dedicarsi alla poesia, magari assieme a Pamela.
Si è anche ipotizzato che si sia trasferito in Africa seguendo le orme del suo poeta-culto, il leggendario Arthur Rimbaud, pare infatti che, all'inizio del 1967, Jim Morrison propose di inscenare la sua morte per portare il gruppo all'attenzione del paese.
Steve Harris, assistente di Jac Holzman, ricorda che Jim Morrison gli chiese quali conseguenze avrebbe avuto la notizia della sua presunta morte.
Morrison, ai tempi del flirt con la Werbelow, era anche incuriosito dall'idea di alcuni secondo la quale il corpo di Cristo sarebbe stato sottratto dalla cripta a opera degli apostoli, e diversi amici convengono che questo era proprio il tipo di beffa che lui avrebbe voluto giocare al mondo.
Ci sono poi i sostenitori della teoria del complotto, i quali affermano invece che la morte di Jim Morrison fu tutta una messa in scena orchestrata dalla CIA con la sua, anche quella di Jimi Hendrix, Brian Jones, Janis Joplin per "far fuori" dalla circolazione questi artisti "scomodi" che con la loro musica inducevano milioni di fan a rifiutare la guerra in Vietnam e vivere in assoluta libertà secondo il modello della controcultura hippie.
Si decise che i tre artisti erano figure dannose per la società poiché traviavano la gioventù e accrescevano il dissenso dell'opinione pubblica nei confronti degli Usa, e venne quindi architettata una cospirazione per eliminarli o renderli innocui.
Nel corso di un'intervista rilasciata nel 2008, il tastierista ex Doors Ray Manzarek ha rivelato che Jim Morrison, un anno prima di morire, avrebbe fantasticato sull'intenzione di simulare la propria morte per trasferirsi alle Seychelles, dando nuovo vigore alle diverse leggende metropolitane nate nel tempo.
Nel corso degli anni sono state fatte innumerevoli congetture.
Molti hanno sostenuto che era totalmente estranea alla sua figura una morte di infarto in una vasca da bagno  e che la vera causa del decesso sia stata invece un'overdose di eroina (o di cocaina).
Jim Morrison, infatti, frequentava spesso il Rock 'n' Roll Circus, un locale musicale notturno allora noto come luogo di ritrovo degli eroinomani.
I detrattori di questa ipotesi affermano che Jim Morrison avesse timore degli aghi ipodermici, l'eroina però può essere assunta anche mediante inalazione.
Morrison, peraltro, venne trovato nella vasca da bagno, che di solito è il primo posto in cui viene portata la vittima di un'overdose per tentare la rianimazione, e sulla sua tomba apparvero subito graffiti che dicevano “Abbiate pietà dei tossici”, “Morto di overdose”, ecc.
Se tuttavia Jim Morrison avesse sniffato eroina, un esame del sangue l'avrebbe rivelato, oppure, in caso di iniezione, il medico avrebbe notato il segno dell'ago, ma il problema è che non fu effettuato alcun esame del sangue, nessuna autopsia e nessuna analisi accurata.
Ci sono poi altri elementi interessanti.
Un amico pusher si confidò con Elizabeth Lariviere, una modella amica di Pamela, preoccupato che Jim Morrison potesse essere morto in seguito alla droga che lui gli aveva fornito.
La cantante Marianne Faithfull ha raccontato che il conte e allora fidanzato Jean de Breteuil “era spaventato a morte.
Jim Morrison era morto di overdose e la droga l'aveva fornita lui.
De Breteuil morì qualche mese dopo per overdose.
Nell'estate 2014 la Faithfull ha ribadito, alla rivista Mojo, che fu proprio De Breteuil a fornire accidentalmente la dose di eroina letale.
Un altro episodio curioso fu lo strano annuncio della morte di Jim Morrison che diede in tempi record, la mattina del 4 luglio, il DJ americano Cameron Watson alla discoteca La Bulle, dopo essere stato avvicinato da due spacciatori di marijuana.
Secondo la versione di Pamela, lei e Jim passarono la serata al cinema, quindi al ristorante, infine sniffarono eroina a casa, Jim Morrison si sentì male e nella notte si immerse nella vasca da bagno.


L'AVVERSIONE PER LE DROGHE
In questa intervista completa del 1970 il cantante parla con Lizzie James dell’avversione che provava per le droghe.
D’altra parte, dovremmo credere che sia morto di infarto provocatogli da un’overdose da droga.
Il dott. Derwin, il suo medico personale, però gli fece un controllo medico completo prima che partisse per la Francia e disse alla stampa che “Jim, prima di partire per Parigi, era in condizioni di salute eccellenti.”
“Andammo al Garden Spot per cena su La Cienega, la sera in cui abbiamo parlammo di droghe.
Gli raccontai le storie che avevo sentito delle sue scappatelle con sostanze allucinogene.
Rise e disse: «Le droghe non mi interessano», quasi in modo sprezzante e sollevò il suo bicchiere di Martini verso di me, ruotandolo leggermente, con un sorriso che diceva che quella era la "Crystal Ship"(canzone dei Doors).
Un’altra volta gli offrii un po’ di speed e marijuana, mentre, una volta o due, alcuni psicofarmaci eccellenti, ma lui rifiutò sempre, una volta scuotendo la testa in modo derisorio, dicendo: «Non ho bisogno di pillole».”


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