domenica 17 ottobre 2021

Gli Amenra e Gli Insaguinati Show Dal Vivo: Uncini, Ganci e Ferite

Gli Amenra sono una band Doom/Sludge/Post Metal nata nel 1999 in Belgio. Il gruppo è debitore di band quali Isis, Agalloch, parti chitarristiche degli Alcest ed ovviamente a tutta la corrente Doom e Funeral con qualche spruzzata anche Black Metal (grazie ad alcuni Screaming).
La particolarità della band sono gli incredibili show dal vivo dove si vede il vocalist Colin H.Van Eeckhout trafiggersi con spuntoni ed uncini e buttarsi tutto insanguinato sul pubblico. Oltre al già citato Van Eeckhout, gli altri fondatori della band sono il chitarrista Mathieu J.Vandekerckhove e il bassista Kristof J.Mondy (che però ha lasciato nel 2006).


I DISCHI
Dopo diversi EP e split, l'esordio con "Mass III" arriva solo nel 2005. Già i 10 minuti dell’opener "The Pain.It Is Shapeless" lasciano intendere l'atmosfera malsana e di desolazione che si respira, prima che il vocalist Van Eeckhout dia il colpo di grazia. 
Si può udire un Post Metal alla Neurosis/Isis e ritmiche rallentate (Doom).
Sempre disperata la fangosa "Nemelendelle. Twuhste En Tljiste", parte più veloce "Am Kreuz. Ich Schreibe Eine Bibel In Blut", prima di rallentare bruscamente con influenze dei Cult Of Luna tra duetti clean e voce scream. Assolutamente disturbata anche "Le Fils Des Faux. Il Fallait Que Je Parte Pour Que Tu Viennes", segnata da una lunga litania in un clean angoscioso.
Le due ultime tracce, "From Birth To Grave. From Shadow To Light" e "Ritual", sono riedizioni di brani già sviluppati in release precedenti, con la prima più Industrial e la seconda contraddistinta da un minimalismo che mette i brividi. "Mass IIII" esce nel 2008 introdotta dall’opener sciamanica e tribalistica "Silver Needle, Golden Nail", come sempre ci sono influenze Doom come in "Le Gardien Des Rêves" o nella solenne "De Dodenakker". "Terziele" ha influenze Ambient, forse l'apice è la complessa "Razoreater" grazie ai suoi tempi e strutture liturgiche create.
Ottima anche "Aorte. Nous Sommes Du Même Sang" e la conclusiva e sofferente "Thurifer. Et Clamor Ad Te Veniat". 
"Mass V" esce nel 2012 e la prima cosa che balza agli occhi è il format: siamo infatti scesi a sole 4 canzoni, tutte abbondantemente attorno ai 10 minuti di durata. Suoni, stile, ritmiche e chitarre non sono molto diverse dal passato, forse iniziano a mancare soluzioni più coraggiose che per una band Post Metal con influenze Sludge non dovrebbero mancare. Tuttavia si tratta di un platter assolutamente ascoltabile. L'opener "Dearborn And Buried" con le sue influenze Funeral rimane un gran pezzo, un po' meno convincente "Boden". Belle anche le atmosfere Ambient/Drone di "À Mon Âme". L'inquietante esperienza multisensoriale, si conclude con "Nowena | 9.10". Forse quello che si può dire è che questo disco si avvicina maggiormente a territori Funeral Black.
Nel 2017 esce "Mass VI" dove la band probabilmente prova ad ampliare i potenziali fruitori. Bisogna citare "Children Of The Eye" e "Plus Près De Toi (Closer To You)" più in linea con il passato.
Davvero particolare "A Solitary Reign" con la sua alternanza Scream/Clean in cui si mischiano Agalloch, Tool, Alcest e Neurosis. "Diaken" è l'altro pezzo da 90 del disco. Con questo album, il ciclo dei "Masses", nome con cui venivano chiamati, tutti gli album degli Amenra, giunge a compimento. 
Il nuovo disco "De Doorn" (2021), insieme al nuovo contratto per Relapse, inaugura una nuova stagione. Come un monolite, il nuovo lavoro oscura la strada con un cantato in fiammingo e testi cimiteriali, sacrali, di forte tradizione ottocentesca, romantica e mistica. 
La musica sembra più un rituale che assimilabile al Rock/Metal, trattandosi di un viaggio che alterna pesantezze Post Metal/Sludge a oceani di vuoto ambientale. Dobbiamo aspettare quasi cinque minuti per trovarci di fronte al muro sonoro di chitarre e batteria a cui gli Amenra ci hanno abituato e che esplode nella seconda parte dell’opener "Ogentroost", un marcia funebre Doom impreziosita da vocals femminili per nulla rassicuranti. Le chitarre udite in "De Dood In Bloei" anticipano "De Evenmens" forse il momento più classico del disco degli Amenra, grazie ad un'ottima prestazione vocale di Colin e alla disperazione che pervade la seconda parte della canzone.
Sulla stessa lunghezza d’onda la lunghissima, "Het Gloren" un canto disperato che mischia Doom e Post Metal. La chiusura spetta alla altrettanto lunga "Voor Immer", una litania che collassa in un finale disperato e violento, con distorsioni crescenti e chitarre devastanti.


SHOW ESTREMI: UNCINI, GANCI E FERITE
Come già detto, gli show degli Amenra sono molto particolari. l'esibizione al famoso locale Ancienne Belgique di Bruxelles è speciale per la band, non solo essendo stato uno degli spettacoli più grandi in cui abbiano mai suonato, ma soprattutto per aver anticipato il nuovo album, "Mass VI".
Ma i concerti cosa hanno di speciali? Sul palco Colin H Van Eeckhout, urla, con il sangue che scorre dal suo petto trafitto da spuntoni uncinati che feriscono il suo corpo. Immergendovi nel mondo degli Amenra, raramente sentirete le parole gioia o divertimento. Perché non è di questo che si tratta. A differenza di molte altre band, la forza trainante dietro il lavoro dei belgi non è il divertimento ma il bisogno primordiale di manifestare il proprio istinto.

"Non lo facciamo per divertimento o per divertire. Molte persone dicono che prima degli spettacoli devi solo provare a goderti il ​​momento. Ed è vero perché è un grande momento, ma è così difficile. Non abbiamo ancora capito come farlo. Quindi non ci guardiamo mai indietro con pensieri felici"

E questo non vale solo per l'esperienza live, ma per ogni aspetto della vita degli Amenra. Nei cinque anni trascorsi prima di "Mass V", i musicisti hanno vissuto la vita in tutta la sua ambivalenza, piangendo morti e tragedie personali oltre a celebrare la nascita di una nuova vita. Hanno raccolto queste esperienze fino a quando ognuno di loro ha sentito l'impulso e la necessità di lavorare sul nuovo materiale incanalando i propri sentimenti: musica che illustra la dualità dell'esistenza e il contrasto tra luce e oscurità.

Colin H Van Eeckhout: "Siamo tutti le stesse macchine organiche, abbiamo tutti la stessa chimica che si verifica nel nostro cervello. Se capisci te stesso, probabilmente hai più capacità di capire anche gli altri. Quindi analizziamo molto, non solo le cose che fanno male perchè possono renderti più forte o più saggio"

Per il padre di due figli, ha assolutamente senso tradurre l'invisibile sofferenza mentale ed emotiva in un vero e proprio dolore fisico, che tutti possano vedere. Questi rituali dal vivo o, più recentemente, l'aver trapassato la propria pelle con ganci metallici, sono carichi di significato simbolico, segnano determinati punti nel tempo, superano ostacoli e limiti fisici, portando l'idea del rituale fuori dal contesto religioso. Colin: "Non ho uno strumento con cui lavorare; il mio corpo e le mie corde vocali sono i miei strumenti. Cerco di usarli nel modo più completo"

Mentre il rituale dal vivo era un modo per commemorare un nuovo passo nell'evoluzione di Amenra, era anche un mezzo per onorare suo padre, la cui morte ha avuto l'influenza principale sul lavoro del musicista sin dall'inizio di Amenra. Stesso discorso per il batterista Bjorn che vide la madre morire poco prima che la band iniziasse a registrare "Mass VI": "Per Mass VI, volevamo portare le nostre madri in studio e intervistarle, parlare della vita, della morte, dell'amore, della maternità e dei loro figli e incorporarle nell'album"

La band ha avuto il tempo di intervistare Paulette, la madre di Bjorn MA ha deciso di rimandare l'idea. "Quando è morta un paio di mesi dopo, sapevamo che quella registrazione sarebbe passata ad un altro livello. Conserviamo quel materiale in un luogo sicuro. Sono abbastanza sicuro che sarà la nostra molla con cui lavorare per gli anni a venire"

Colin: "So che potevo gestire sei uncini nella mia schiena ma non sapevo se potessi gestire 14 ganci, se potessi gestire i ganci nella mia parte anteriore. Prima dello spettacolo, ne parlavamo tutti. Forse sarei svenuto, poteva succedere di tutto. Ma ho detto a Bjorn che l'avrei fatto funzionare, per sua madre e mio padre. Così durante lo spettacolo abbiamo chiuso gli occhi e l'abbiamo fatto insieme. È un cliché per le band dire che la loro musica è catartica o una forma di terapia. Ma la natura ripetitiva della materia oscura dell'esistenza è davvero come una sessione di terapia. È come incanalare la tua energia in quel momento, impacchettare tutta quella merda lì per poi concentrarti di nuovo sulla luce fino alla prossima sessione"

È difficile, è doloroso, ma alla fine sopravvivi e ne esci più forte, forse anche con un senso di speranza in più.