mercoledì 20 gennaio 2016

La Storia Di Snaggletooth: Motorhead

Calato il buio sui Motorhead per la morte del fondatore Lemmy, ripercorriamo la storia di Snaggletooth: loro mascotte storica. Misto tra un cane inferocito, un lupo, un gorilla ed un cinghiale, venne ideato nel 1977 da Joe Petagno per la copertina dell'album di debutto della band.

Joe Petagno:
"L'ispirazione venne naturale perchè quel giorno ero incazzato! E Lemmy uguale!
Ne venne fuori un misto tra un gorilla-lupo-cane più corna di grandi dimensioni di un cinghiale.
Lemmy aggiunse casco, catene, punte, etc"


Eddie Clarke:
"Rabbrividii quando lo vidi per la prima volta. Pensai: "Accidenti, questo non è il massimo perché è troppo sopra le righe, di cattivo gusto. Però in seguito ho iniziato ad amarlo"

Sicuramente meno "vario" di Eddie dei Maiden e di Rattlehead dei Megadeth ha comunque fatto mostra di sè su moltissime cover dei Motorhead sino al 2007.
Moltissime sono state le rappresentazioni di Warpig (era chiamato anche così) sui vari dischi.
Ad esempio può essere osservato anche in album che apparentemente non lo contengono come "Ace Of Spades", infatti Phil indossa un distintivo di Warpig.
La copertina di "Iron Fist" raffigura un guanto metallico con quattro anelli a forma di teschio, uno dei quali è appunto Warpig, mentre la parte posteriore del disco mostra una dettagliata scultura in metallo del simbolo. Il design originario includeva anche una svastica (poi comparve nelle varie ristampe decenni dopo). Anche Warpig ne ha viste di tutti i colori: passando per le versioni futuriste di Bomber(riferimento ad un bombardiere tedesco della Seconda Guerra Mondiale), Overkill ed Another Perfect Day o diventando un "treno" indemoniato in Orgasmatron.
In March Or Die assume le sembianze di un teschio, invece nelle copertine di 1916, Bastards, Hammered, Inferno, Kiss Of Death e Bad Magic del 2015 (tornato per la prima volta dal 2007 dopo la dipartita di Petagno) cambiano un po' gli scenari però il volto e la struttura di Snaggletooth è più o sempre quella.


ALTRI PERSONAGGI LIVE
Oltre a Warpig, i Motorhead nei loro spettacoli live fecero debuttare altri personaggi, quali il "Bomber" ideato nel 1979 dal loro manager Douglas Smith.
Si trattava della replica di un bombardiere Tedesco della seconda Guerra Mondiale, costruito con pesanti tubi di alluminio, per una superficie di più di 200 metri quadrati.
Era in grado di "volare" in ben quattro direzioni, avanti, indietro, destra e sinistra, e all'epoca, era il primo impianto di illuminazione capace di fare tanto. Questo primo bombardiere venne però rubato da qualcuno.
Alcuni anni dopo venne costruito un secondo "Bomber", che debuttò in un concerto il 7 maggio 1984 all'Hammersmith Odeon di Londra. In questa riproduzione venne però in seguito scoperta una spaccatura nel metallo che si trovava sul retro dell'ala, dimostrando che l'apparecchio sarebbe potuto cadere in un qualsiasi momento. Il Bomber tornò poi di scena verso l'inizio del nuovo millennio.
L'Asso di Picche (Ace Of Spades) venne ideato dopo l'uscita dell'album Ace Of Spades, nel 1980, ed era formato da delle tubazioni luminose che formavano appunto un gigantesco Asso di Picche.
Per problemi di sicurezza non durò a lungo.
Durante Iron Fist, la prima sera, i Motorhead ne inventarono un'altra delle loro: i tendoni si aprirono rivelando una scena vuota, la band era sul soffitto, insieme al palco e tutta l'attrezzatura.
Poi, appena partiva la musica, il gruppo scendeva, in mezzo a nubi di fumo e luci colorate, e intanto, si spalancava un pugno enorme, rivelando dei faretti sulle punte dei polpastrelli.
La prima sera l' "Iron Fist" (Pugno di Ferro) non funzionò correttamente, migliorò invece nelle successive performance della band. Tuttavia, ritornò al negozio dove era stato preso e non fece altre apparizioni.
Il treno "Orgasmatron"è stata la quarta e ultima produzione scenica di Douglas.
La batteria si trovava nella parte anteriore del treno e usciva su rotaia nel bel mezzo della scena, ma, per motivi tecnici, non funzionò mai. Comunque sia, quel treno accompagnò il gruppo durante il tour di Orgasmatron in giro per tutta l'Europa, nel 1986.



ALTRE MASCOTTE:
Migliori Mascotte Metal
Eddie The Head (Iron Maiden)
Vic Rattlehead (Megadeth)

domenica 17 gennaio 2016

La Storia Dei Kiss: Maschere e Follie

I Kiss si formano nel 1973 a New York, grazie a Paul Stanley e Gene Simmons.
Gli altri due membri storici sono il chitarrista Ace Frehley e il drummer Peter Criss.
Travestiti con maschere degne di un film horror fantascientifico e serie B saltano sul palco, tra fumogeni, lampi, sangue e vampate di fiamme.
È con questo mix pirotecnico che i Kiss si presentano all'America dei primi anni 70, stravolgendo lo showbiz e facendo impazzire orde di fan devoti alla loro causa.
I Kiss (forse acronimo di Knights In Satan's Service) dopo poche settimane dal loro secondo concerto all'Hotel Diplomat di Manhattan nel 1973 hanno già in mano il loro primo contratto con la Casablanca Records.
La band, come vedremo in seguito, attraverserà più fasi: dal Rock dei 70 passando per il Rock più commerciale degli anni 80.


I DISCHI
Dopo qualche concerto già nel 1974 esce il loro primo omonimo album (Kiss).
Nothin' To Lose, Kissin' Time, Deuce e Strutter sono i primi successi della band.
Entro la fine del 1975 gli album all'attivo saranno già quattro, “Hotter Than Hell” nello stesso anno di “Kiss” e “Dressed To Kill” l'anno successivo, seguito da “Alive!”.
Hotter Than Hell fu forse un passo indietro rispetto all'omonimo, le cose migliorano con Dressed To Kill lanciato da She e soprattutto da Rock 'N' Roll All Nite.
I loro concerti sono ormai considerati "The Greatest Rock 'N' Roll Show On Earth" e il ritmo di due album all'anno prosegue anche nel 1976 (“Destroyer”, primo disco di platino che contiene il loro singolo di maggior successo, “Beth”, "Detroit Rock City" e “Rock'n Roll Over”) e nel 1977 (“Love Gun” e “Alive! II”).
Nello stesso anno di grazia 1977 un sondaggio della Gallup li dichiara la Rock band più famosa del mondo e attorno a loro nasce un merchandising di dimensioni impressionanti: bambole, flipper e fumetti, kit per il trucco, maschere, fino a un live “Kiss Meets The Phantom Of The Park” prodotto e trasmesso nel 1978 dalla rete Nbc e un libro di fumetti pubblicato dalla Marvel Comics.
Siamo al culmine della popolarità per il quartetto newyorkese che nonostante il successo planetario della hit “I Was Made For Lovin' You” inclusa nell'album “Dinasty” del 1979 si ritrova coinvolto in un periodo turbolento che inevitabilmente intacca l'intensità degli album successivi.
Proprio alla fine del tour per “Dinasty”, Peter Criss viene cacciato dalla band per il suo abuso di droghe pesanti, dopo l'uscita dell'album “Unmasked” del 1980 registrato con lo session-drummer Anton Fig, da Eric Carr.
Purtroppo gli Anni 80 rappresenteranno per i Kiss il decennio della disfatta, quasi che il destino per ironica, crudele legge del contrappasso li avesse voluti punire per l’indigestione di successo dei folgoranti Seventies..
Unmasked fu il primo disco dai tempi di “Destroyer” a non raggiungere il disco di platino, esso  è seguito da “Music From The Helder” che non raggiunge nemmeno il disco d'oro.
Ace Frehley lascia la band dopo la pubblicazione di questo album nel 1981 e viene sostituito da Vincent Cusano per “Creatures Of The Night”.
I Kiss sembrano destinati allo scioglimento infatti Creatures Of The Night vende meglio del precedente disco ma si rivela anch'esso un flop commerciale.
Con “Lick It Up” del 1983 non solo coincide un mutamento stilistico dovuto ai suoni più duri e moderni portati da Vinnie Vincent, ma una autentica rivoluzione nella storia della band.
I Kiss decidono di mettere da parte make up e costumi e sulla copertina del disco appaiono con i loro volti. La mossa funziona e riporta la band a conquistare un disco di platino dopo 4 anni.
Vinnie Vincent dopo “Animalize” lascia la chitarra solista a Mark St.John, ben presto messo fuori gioco dalla Sindrome di Reiter e sostituito da Bruce Kulick a partire dal 1984.
Con questa nuova line up i Kiss attraversano la seconda metà degli anni '80 producendo altri dischi di buon successo ma è solo ad inizio degli anni novanta che ritrovano il vigore dei primi lavori con la ballata “Forever”, grandissimo successo.
Ma una nuova tragedia si abbatte sul tormentato quartetto quando nel 1991 Eric Carr si ammala di cancro e muore nel Novembre dello stesso anno, proprio quando sembrava che il gruppo stesse per tornare in studio con Bob Ezrin, il loro primo produttore.
Dopo “Revenge”, seguito l'anno successivo da “Alive III”, Simmons, Stanley, Frehley e Criss nel 1998 pubblicano “Psycho Circus”, un lavoro spettacolare e arrabbiato al quale è ispirato anche un videogioco. Nonostante le deboli vendite dell'album (alcuni sostengono addirittura che molti dei brani siano suonati in realtà da musicisti session-man) i pettegolezzi su una nuova probabile separazione del gruppo portarono alle stelle le vendite dei biglietti per il Psycho Circus Tour, un concerto tridimensionale al quale il pubblico assisteva con speciali occhialini distribuiti all'ingresso delle arene.
E proprio a conferma di quei pettegolezzi durante le date giapponesi del tour Peter Criss lascia nuovamente il gruppo rimpiazzato ancora una volta da Eric Singer.
Gli ultimi due dischi in studio risalgono al 2009 e 2012 dove escono "Sonic Boom" e "Monster".


DA BUFFONI A LEGGENDE
I Kiss nei primi anni della loro carriera erano considerati dei perfetti buffoni.
All’epoca ci si accaniva a martirizzare questi personaggi: “Fareste uscire vostra figlia con qualcuno di questi figuri?” era lo slogan dei tempi.
Scegliere il trucco come espediente scenico, non quindi come esemplificazione di un’ambiguità sessuale intimamente vissuta, non era atteggiamento facile da digerire, soprattutto a livello massmediologico.
Come detto quasi tutta la critica, all’inizio, fu contro di loro, contro gli incredibili zatteroni di Gene Simmons, capace di sputare fuoco e sangue in scena, contro il loro Rock aspro e sessista, di cui si è ostinatamente voluta ignorare la valenza ironica, sarcastica, irriverente ma con aperto senso del paradosso.
Inoltre i palcoscenici erano incandescenti e rappresentavano l’incubo ad occhi aperti del servizio di sicurezza, per preservare l’incolumità del pubblico.
Tuttavia, quando arrivò il successo, vennero ovviamente rivalutati e divennero veri e propri “eroi popolari”: il Demone, l’Extraterrestre, il Gatto e la Star iniziarono ad occupare le pareti di migliaia di stanze di teenagers: segno inequivocabile di un apprezzamento ormai sfociato in culto.


ACE FREHLEY E PETER CRISS: LE ANIME PAZZE DELLA BAND
Gene Simmons, detto anche "The Demon", ha dichiarato di aver fatto sesso con circa 6000 donne.
Simmons inoltre era noto per la sua lingua "lunga" e durante i concerti per lo sputo di sangue sintetico (numero eseguito generalmente mentre esegue gli assoli con il suo basso) e del fuoco, numero eseguito generalmente alla fine del brano Firehouse.
Contrariamente alle aspettative e alle usanze delle Rock band dell'epoca, per metà la band era composta da fanatici del fitness e della cucina salutare, come Gene Simmons e Paul Stanley.
Ma lo stesso non si poteva dire degli altri due storici componenti della band, Peter Criss e Ace Frehley.
Frehley era famoso infatti per le sue follie imbevute di alcool e sostanze stupefacenti ed ovviamente per le camere degli alberghi distrutte.
Come detto per Ace la grande tentazione era rappresentata dai superalcolici.
Giunse al punto di munirsi di un personale catering viaggiante con tanto di Whisky; inoltre gioca d’azzardo nelle bische clandestine e la sua lucidità durante le prove si fa di giorno in giorno più risibile.
Negli anni 80 Ace Frehley, dopo un'accesa discussione con i due membri fondatori Stanley e Simmons, lascia improvvisamente il gruppo.
Alcuni dei motivi furono musicali per il cambio di stile della band (più commerciale) e il poco spazio compositivo che i due membri fondatori lasciavano al chitarrista durante la produzione dei brani.
Inoltre poco prima del previsto tour di "The Elder", che non fu mai effettuato, Ace ebbe un grave incidente automobilistico con la sua DeLorean, da cui poi il brano Rock Soldiers con i Frehley's Comet.
Invece Peter Criss distrutto dall’abuso di droghe pesanti, intrattabile e svogliato, diserta quasi tutte le sessions di “Dinasty”, che si svolgono in una delle sale di registrazione più rinomate della Grande Mela, la Electric Ladyland.
A tutti gli effetti, Criss suona unicamente nel brano “Dirty Livin’”, mentre il restante repertorio del vinile vedrà alle percussioni dei turnisti.
Chi lo incontrò all’epoca parla di una persona affetta da tutti i sintomi della “sbornia da successo”: solo che lui ci va giù pesante, mettendo a repentaglio la propria stessa esistenza
E' sostituito da Eric Carr che muore di cancro nel 1991.
Durante il funerale a Los Angeles ricompare a sorpresa Ace Frehley, ma non scambia una parola che sia una con Simmons e Stanley.

mercoledì 6 gennaio 2016

La Storia Dei Queen e La Morte Di Freddie Mercury

Freddie Mercury, nasce il 5 settembre 1946 a Zanzibar.
I suoi genitori indiani, migrarono nel Sud di Londra quando Freddie era poco più che adolescente.
Nel 1970, Freddie (voce e piano) fonda il gruppo Rock britannico dei Queen composto dal chitarrista Brian May, dal batterista Roger Taylor, dal bassista John Deacon.
Album in studio leggendari ma anche live la band sa il fatto suo: trattasi di veri e propri spettacoli teatrali, con Mercury leader indiscusso.
Non solo dal punto di vista vocale ma anche a livello "scenico".


I DISCHI
Nel 1973 i Queen pubblicarono il loro primo album, dall'omonimo titolo (Queen).
L'uscita dell'album fu anticipata dalla pubblicazione del singolo "Keep Yourself Alive", etichettato come "osceno" dai critici della rivista Rolling Stone.
A distanza di anni dalla sua pubblicazione, Queen sarebbe stato però considerato un ottimo album d'esordio. Il disco contiene anche "Seven Seas Of Rhye".
Nel febbraio del 1974 vide la luce Queen II, diviso in due, White Side e Black Side, composti rispettivamente da Brian May e Freddie Mercury.
Secondo molti trattasi di una specie di concept, incentrato sull'eterna lotta tra il bene ed il male.
Il singolo estratto fu la versione cantata di "Seven Seas Of Rhye", loro prima hit, che raggiunse in UK la top ten assestandosi alla decima posizione della classifica.
Il 1974 si rivelò comunque un anno più soddisfacente per la formazione inglese, soprattutto perché in ottobre riuscì a pubblicare Sheer Heart Attack, terzo album in studio.
Composto da una notevole varietà di stili musicali, il singolo più famoso tratto dall'album fu "Killer Queen", che raggiunse la seconda posizione, anche stavolta in Gran Bretagna.
Canzoni quali "Now I'm Here" e "Stone Cold Crazy" o "Brighton Rock" e "Tenement Funster" dimostrano tutta la varietà compositiva e di stile della band.
"Dear Friends" è una ballad invece.
Il 1975 fu l'anno dell'affermazione perchè la band incise l'album A Night At The Opera, l'album più costoso dell'epoca.
Il disco contiene una delle loro canzoni più celebri, "Bohemian Rhapsody", scritta da Freddie Mercury e accompagnata da quello che è definito il primo videoclip della storia: il brano rimase per ben nove settimane consecutive al primo posto della classifica inglese (eguagliando così "Diana" di Paul Anka, brano del 1957).
Una canzone dal testo criptico ed oscuro ancora oggi.
Notevoli furono anche i brani scritti dagli altri componenti, come "I'm In Love With My Car" di Roger Taylor, brano tra l'altro cantato proprio dal batterista, "The Prophet's Song", lunga suite di Brian May e "You're My Best Friend" di John Deacon.
L'album vende benissimo non solo in UK ma anche negli USA.
Nel 1976, dopo aver ottenuto un certo successo di critica e pubblico, i Queen si esibirono in un concerto gratuito ad Hyde Park, a Londra, dove si radunarono circa 176.000 persone.
In tale occasione furono presentati anche brani appartenenti al loro album successivo, A Day At The Races.
All'epoca il disco venne considerato non all'altezza del precedente, nonostante fosse di ottima qualità e contenesse brani molto apprezzati come "Somebody To Love", "Tie Your Mother Down" (pezzo forte di tutti i loro futuri concerti) e "The Millionaire Waltz", che prosegue l'eclettismo musicale di "Bohemian Rhapsody".
Il 1977 vide il nascere del movimento Punk, ma i Queen pubblicarono News Of The World, il loro sesto album, che si contraddistingue per sonorità più immediate e grezze e fu il loro secondo successo negli Stati Uniti.
L'album contiene le due hit, spesso suonate in occasione degli eventi sportivi, "We Are The Champions" e "We Will Rock You", rispettivamente scritte da Freddie Mercury e Brian May.
Anche "Sheer Heart Attack" di Roger Taylor e la ballata di John Deacon "Spread Your Wings" sono grandissimi successi.
Nel 1978 i Queen lanciarono Jazz, con un party sopra le righe, come nel loro solito stile, a New Orleans.
La stessa dissolutezza che veniva descritta in canzoni come "Don't Stop Me Now", la ritroviamo in quella festa. L'evento fu organizzato presso il Fairmont Hotel di New Orleans. Era il giorno di Halloween. Tutto intorno era abbastanza inquietante, tanto che Bob Hart, dell'etichetta discografica EMI, dichiarò che il party era a "tema stregoneria".
Nel libro "Rock Bottom: Dark Moments in Music Babylon", Pamela Des Barres dice che l'intrattenimento della festa includeva travestiti, spogliarelliste, incantatori di serpenti ed altri strani personaggi. E poi c'erano camerieri nudi, un tipo che mordeva le teste di polli vivi, modelle nude che lottavano tra di loro. Mercury aveva acquistato il miglior champagne e tenne compagnia ai suoi amici brindando con i calici in alto per tutta la serata. Si vocifera che spese circa 200.000 dollari. 
Mentre nella sala principale tutti ballavano e si divertivano, nella stanza sul retro era stato allestito un privé intimo. Come lo stesso Mercury disse: "La maggior parte degli hotel offre ai propri ospiti il ​​servizio in camera. Questo offre loro un servizio labbra".
Pare che girassero anche delle persone con in testa dei piatti pieni di cocaina.
Dal punto di vista musicale, l'album venne criticato dalla stampa e dai fans, non fu certo un buco nell'acqua ma neanche un capolavoro.
Tra le sue canzoni più famose ci sono "Fat Bottomed Girls", un Rock grezzo scritto da Brian May, "Bicycle Race", un pezzo che prende in giro miti e luoghi comuni dell'epoca ed accompagnato da un video (poi censurato) che presentava ragazze nude in bicicletta e la già citata "Don't Stop Me Now".
L'album contiene anche "Mustapha", la cui intro in arabo diventò un classico dei concerti negli anni 70 e la ballata "Jelaousy".
Dopo una lunga serie di concerti, nel 1979 uscì Live Killers, il loro primo album live.
La band non fu mai soddisfatta del risultato finale.
Nel 1980 i Queen compirono un'altra svolta stilistica, pubblicando l'album The Game.
Quest'album segnò la comparsa, per la prima volta su un album dei Queen, dei sintetizzatori tanto in voga negli anni 80, l'assenza dei quali era espressamente rimarcata nei credits degli album precedenti.
The Game contiene alcuni dei singoli più venduti della band inglese: "Crazy Little Thing Called Love", "Another One Bites The Dust", la ballad "Save Me" di Brian May.
The Game raggiunse per la prima volta il primo posto in classifica, sia in Gran Bretagna che negli Stati Uniti.
Nello stesso anno uscì un altro album molto sperimentale come Flash Gordon che fece da colonna sonora all'omonimo film di fantascienza.
Al termine del tour, nel 1982, i Queen si dedicarono alla registrazione dell'album successivo, Hot Space.
Il disco oltre al Rock, come il precedente, aveva suoni elettronici e Funk.
All'epoca venne considerato un tradimento dai fan della vecchia guardia, abituati all'Hard Rock.
Tuttavia non mancano pezzi Rock quali "Under Pressure", "Back Chat" e "Staying Power", la ballata "Las Palabras De Amor" e pezzi più aggressivi come "Put Out The Fire" ed "Action This Day".
Più o meno in questo periodo si spargono le voci di un ipotetico scioglimento ma  nel 1984 esce The Works, che contiene ben quattro singoli: "Radio Ga Ga", la ballata "It's A Hard Life", "Hammer To Fall" e "I Want To Break Free".
Proprio quest'ultima avrebbe fatto nascere altre polemiche sui Queen.
Il video che l'accompagna, su idea della ragazza di Roger Taylor, vede i quattro travestiti come le protagoniste di una popolare serie inglese dell'epoca.
Giudicato molto divertente dagli inglesi, fu tacciato di cattivo gusto negli Stati Uniti e bandito dalle televisioni.
I singoli vendono bene ma non il resto dell'album.
Brian May: "Quando ci siamo travestiti per il video di "I Want To Break Free", in Inghilterra tutti l'hanno presa come una cosa divertente, ma in America non l'hanno mandata giù, e l'hanno considerata un grave affronto"

Nello stesso anno i Queen si esibirono a Sun City, in Sudafrica, dove allora vigeva il regime razzista dell'apartheid.
Per quella performance furono molto criticati, in patria e nel resto del mondo.
Il 1985 li vide protagonisti di due grandi eventi musicali.
Il 12 gennaio furono gli ospiti principali del Rock in Rio, dove suonarono davanti circa 300.000 persone, sia nella serata iniziale sia in quella finale del 19 gennaio.
Poi i Queen si esibirono a Wembley per una ventina di minuti.
A detta della stampa, del pubblico e degli altri musicisti presenti, per una volta d'accordo, la loro interpretazione fu memorabile e addirittura una delle migliori di tutti i tempi ("Radio Ga Ga", cantata da Freddie Mercury che guidava il battimani dell'intero stadio, è rimasta nella storia).
La partecipazione al Live Aid rivitalizzò i Queen, che pubblicarono il singolo "One Vision" facente parte di A Kind Of Magic uscito nel 1986, inoltre le composizioni fanno parte della colonna sonora del film Highlander.
Il singolo "A Kind Of Magic" arrivò primo in ben 35 nazioni e rilanciò in modo definitivo i Queen, che iniziarono il Magic Tour, il loro tour più grande e spettacolare.
In 26 date raccolsero circa un milione di spettatori, di cui 400.000 solo in Gran Bretagna.
Di particolare rilievo furono le date di Budapest, al Wembley Stadium (chiuso con l'inno inglese) e quella finale a Knebworth.
Dopo il Magic Tour, i Queen si presero una pausa di tre anni.
Freddie collaborò con il soprano Montserrat Caballé per registrare l'album Barcelona, la cui canzone omonima divenne tre anni dopo l'inno dei Giochi olimpici di Barcellona 1992.
Nel 1989 i Queen ritornarono con l'album The Miracle, che contiene ben cinque singoli tra cui la bellissima e trascinante "I Want It All" (terzo posto nelle classifiche) e la solare "The Miracle", che li lanciò verso il disco di platino negli USA.
Anche "The Invisibile Man", "Breakthru" e "Scandal" ebbero un ottimo successo.
L'assenza di un tour, e le sempre più rare apparizioni di Freddie in pubblico, alimentarono le speculazioni della stampa sulla salute del cantante.
Freddie si limitò a dire che la decisione di non compiere un tour era dovuta soltanto a lui, oltre che alla voglia di rompere il ciclo album/tour degli anni passati.
Nel 1991 uscì l'album Innuendo, forse il migliore dagli anni 80 in poi.
L'omonima canzone è una piccola opera Rock di sei minuti, composta di varie parti tra cui un assolo di flamenco (eseguito da Steve Howe, storico chitarrista degli Yes).
Il video di supporto al singolo fece storia.
"Headlong" e "I'm Going Slightly Mad" sono buoni successi.
"The Show Must Go On" è drammatica ed epica allo stesso tempo.
Infine "I Still Love You" (Vi amo ancora) è profetica: sembrano voler rappresentare quasi un ultimo saluto del cantante ai suoi fan.
Infine Made In Heaven, contenente registrazioni inedite e risalenti all'era Mercury, uscirà postumo nel 1995.


FREDDIE MERCURY: NIGHT, DROGA, ALCOOL E L'AIDS
Nello stesso anno di Innuendo (1991), le voci su Freddie Mercury malato di AIDS divennero sempre più insistenti sui quotidiani scandalistici, ma furono negate con altrettanta determinazione dal cantante, da sempre in lotta con la stampa per proteggere la propria privacy.
In particolare la morte di Nikolai Grishanovich, un suo amante, fece scatenare media e tabloid britannici.
L'autista, cuoco, amico ed assistente di Mercury, ovvero Peter Freestone, ricorda che Freddie quando non era impegnato a scrivere musica o ad esibirsi con i Queen, frequentava un nightclub per omosessuali dove praticava sesso spensierato.
Aveva la tessera di socio onorario e non solo indossava indumenti fetish ma beveva Vodka e si drogava con pastiglie e cocaina.

In quegli anni lo stesso Mercury diceva: "L’eccesso fa parte della mia natura. La noia è una malattia. Non sopporto di annoiarmi. Ho bisogno di pericolo ed emozione. Sono stato spesso ammonito di starmene lontano dai locali, perché sono troppo pericolosi. Ma io godo e non ho paura di espormi". 
“Ho ideato il nome Queen e ne sono orgoglioso. Ero ben cosciente delle connotazioni gay, ma quello era soltanto un aspetto del tutto.”

Freestone: "Ha capito che qualcosa non andava quando sono apparse delle macchie scure intorno ai polsi. Per una settimana ha fatto finta di niente, poi ha fatto gli esami e in pochi giorni ha ottenuto i risultati. 
Un giorno mi ha chiamato in cucina, ha chiuso la porta e mi ha detto: 'Peter, il mio tempo sta per finire. La vita mi ha dato tanto e adesso si prende tutto. Non sono solo sieropositivo. Ho l'AIDS e morirò di sicuro. Ma ho vissuto ogni secondo di questa esistenza"

Depresso e distrutto sia fisicamente che psicologicamente, Mercury si recava ugualmente in studio di registrazione e anche se aveva forti dolori al petto e alla gola continuava a cantare come nulla fosse, lasciando in eredità quanto più poteva della sua voce.
Finite le registrazioni Bryan e gli altri lo invitavano a cena ma lui rifiutava, aveva paura di mostrare il suo handicap nel mangiare.
Così un anno e mezzo prima di morire si era fatto forza e aveva deciso di convocare gli altri della band per confidargli che aveva l’AIDS.
Chiusi per un’ora in una stanza della sua casa londinese, il resto della band pallido in viso, ricevette la triste notizia da Freddie.
"Dopo le parole di Freddie ho sentito un freddo dentro le ossa che non proverò mai più" queste le parole di May.
Tutti i membri della band pallidi in viso abbassarono lo sguardo e in fila indiana andarono via, distrutti.
La scoperta della malattia e la diagnosi, l’AIDS (contratta forse nel 1986), spinsero Freddie a dare un taglio ad una vita dissoluta e piena di vizi.
Il male purtroppo avanzava e le sue forze con il tempo andavano esaurendosi.
Freddie era scioccato dal deperimento del suo corpo.
La barba non cresceva più e ogni movimento delle mandibole era dolorosissimo.
Altro punto dolente, negli ultimi mesi di vita del frontman dei Queen, era un buco/una ferita sotto la pianta del piede che gli impediva di appoggiarlo a terra.

Freestone: "Un giorno mi disse 'smettila di cucinare piccante tanto le mie papille gustative sono danneggiate, non sento più i sapori, tutto è uguale. Mangio il mio cibo preferito, quello indiano che tu mi prepari con tanta cura, e non sento più nulla. Ma che malattia è questa? Perché ti porta via qualcosa ogni giorno?'. 
Tre settimane prima della fine, Freddie mi ha consegnato una busta zeppa di soldi per comprare un quadro da Christies: 30 mila sterline. Quando sono tornato con il quadro l'ho appeso in soggiorno e l'ho chiamato. 
Freddie era nella sua stanza da letto al primo piano della casa di Londra. 
Appena ha iniziato a scendere le scale s'è reso conto che le gambe non reggevano più. 
Erano rigide, non si piegavano. 
Allora sono salito, l'ho preso in braccio e l'ho portato giù perché potesse ammirare il dipinto che tanto voleva. Stava aggrappato al mio collo come un bimbo e diceva: 'Per fortuna gli occhi funzionano ancora'.
Sempre nello stesso periodo tornammo da un viaggio lampo in Francia. 
Davanti al portone di casa mi disse: 'Questa è l'ultima volta che entro in casa mia. Non succederà più perché non uscirò mai più. Le mie forze si sono esaurite. Bisogna capire quando è il momento di dire basta'".

Mary Austin, amica e segretaria di Mercury, gli è rimasta a fianco fino all’ultimo minuto e in varie interviste ha raccontato quanto il cantante dei Queen fosse un gran combattente: "Si era reso conto che la morte stava arrivando e l’aveva affrontata con incredibile coraggio. Negli ultimi giorni ho visto la sua sofferenza. E’ stato tremendo.
Ricorderò per sempre Freddie con tanto amore e rispetto. Il suo coraggio ha resistito fino alla fine.”
Jim Hutton invece fu l'ultimo amante di Mercury ed anch'egli HIV positivo.
Morto nel 2010 a 61 anni per un tumore, Jim viene descritto da chi lo conosceva come una persona mite e introversa catapultata improvvisamente nel mondo mediatico senza volerlo.
Nel suo libro pubblicato nel 1994 intitolato “Mercury And Me” Jim racconta la sua storia con il famoso frontman dei Queen fino agli ultimi giorni di vita.
Jim era un parrucchiere al Savoy mentre Freedie una rockstar.
I due si incontrarono in un bar di South Kensington, il Cocobana; l’approccio fu di Freddie che gli voleva offrire da bere ma Jim inizialmente declinò l’invito.
Sarà poi l’inizio di una intensa storia d’amore.
Dopo alcuni mesi Jim diventò il giardiniere trasferendosi nella sua casa a Garden Lodge.

“Freddie era una persona tranquilla e riservata che amava andare in giro a fare shopping. Quando scoprì di essere HIV positivo mi spiegò che aveva delle notizie urgenti da comunicarmi. 
La mia reazione fu di incredulità e naturalmente rimasi colpito anche per quel che riguardava la mia salute. 
Mi disse che era in cura presso i migliori specialisti al mondo e che dovevo stare tranquillo. 
Ma non realizzai che Freddie stava morendo. 
Non volevo pensarci, anche perché Freddie era curato da altri ragazzi e tutti noi ci prendevamo cura di lui. Quando Freddie morì ero lì impotente, ricordo solo le parole del dottore: se fosse stato ricoverato in un ospedale non avrebbe ricevuto delle cure così attente come quelle ricevute in casa sua”.


L'ANNUNCIO AI FANS E LA MORTE (24 NOVEMBRE 1991)
Il 23 novembre 1991 Freddie Mercury annunciò ufficialmente al mondo di avere l'AIDS:
"Desidero confermare che sono risultato positivo al virus dell'HIV e di aver contratto l'AIDS. 
Ho ritenuto opportuno tenere riservata questa informazione fino a questo momento al fine di proteggere la privacy di quanti mi circondano. 
Tuttavia è arrivato il momento che i miei amici e i miei fan in tutto il mondo conoscano la verità e spero che tutti si uniranno a me, ai dottori che mi seguono e a quelli del mondo intero nella lotta contro questa terribile malattia".

"Non voglio cambiare il mondo, lascio che siano le mie canzoni ad esprimere le sensazioni e i sentimenti che provo ed ho provato. 
Essere felici è il traguardo più importante per me, ora, e quando sono felice il mio lavoro lo dimostra. Alla fine tutti gli errori che ho commesso e tutte le relative scuse saranno da imputare solo a me: mi piace pensare di essere stato solo me stesso... Adesso voglio solamente avere tutta la gioia e la serenità possibili, e vivere quanta più vita possa, per tutto quel poco tempo che mi resta da vivere".

Freestone racconta le ultime ore di vita di Freddie Mercury (24 ore dopo il comunicato in mondovisione): "Quella sera del 24 novembre 1991 Freddie era steso immobile e incapace di parlare sul suo letto. Oramai non prendeva più farmaci anti AIDS ma solo dei potenti antidolorifici. 
La visita di routine svolta dal medico durò circa dieci minuti.
Dopo aver accompagnato il medico alla macchina tornai in stanza da Freddie. 
Appoggiandogli una mano sul petto mi accorsi che non respirava più, così corsi in strada per bloccare l’auto del dottore che di corsa risalì. Poco dopo il medico disse: Freddie se n’è andato. Fatale fu una polmonite complicata dall'AIDS".

I funerali si svolsero al Kensal Green Cemetery, Freddie fu cremato e le sue ceneri furono affidate a Mary Austin.
Secondo le sue ultime volontà, a lei diede la responsabilità di occuparsene facendole promettere di non rivelare a nessuno dove sarebbero state nascoste.
Per molti le ceneri furono sparse in parte nel Lago di Ginevra e in parte a Zanzibar, paese natale di Mercury. Altre voci provenienti dai fan del cantante di "Bohemian Rhapsody" davano, invece, per certa la sepoltura presso il Kensal Green Cemetery di Londra.
Una piccola targa individuata riporta infatti le seguenti parole:"'In Loving Memory Of Farrokh Bulsara. Pour Etre Toujours Pres De Toi Avec Tout Mon Amour" ("Così posso esserti sempre vicino con tutto il mio amore". Farrokh Bulsara era il vero nome di Freddie Mercury).
Questa targa con data di nascita e morte corrispondente a quelle di Mercury, è firmata con la lettera "M" e potrebbe riferirsi al nome di Mary Austin a cui Freddie dedicò la canzone "Love Of My Life".
La Austin però afferma che Freddie non è in quel cimitero e dice di averle lasciate alla Cappella del Commiato per un pò di tempo: "Ma non saprete mai dove sono".

venerdì 1 gennaio 2016

Atrax Morgue, La Slaughter Productions e Il Suicidio Di Marco Corbelli

"L'uomo che vede il male dentro di sè non può far altro che scegliere l'autodistruzione come ultima via di salvezza. Questo dipende dalle tendenze sadiche/masochistiche di ciascun individuo.
Non esiste bene o male, esiste solo la purezza. 
E la vera purezza la si raggiunge attraverso la consapevolezza del male dentro di sè. 
Nascita e morte sono la stessa cosa. 
Sarebbe semplice fare finta che tutto vada bene, che l'uomo è buono e pieno di buoni propositi, ma non è così… 
Tutta la storia è impregnata di sangue. 
Il buio lo intendo come buio statico della vita. Capita spesso di vivere giornate di sole nel buio più assoluto"


Atrax Morgue, al secolo Marco Corbelli, è stata una delle personalità cardine della scena Industrial/Noise italiana. Il progetto nasce in Emilia Romagna, precisamente a Sassuolo. Corbelli nasce nel 1970. In 14 anni di intensa attività Atrax Morgue ha contribuito alla rinascita del Noise italiano traghettando nel nuovo millennio un genere ancorato alla tradizione Industrial degli anni '80.
Atrax Morgue ha interpretato con tutta la sua persona quello slancio anticulturale (ed antimusicale) che per anni fermentava nella scena facendo confluire in sè stesso la brutalità sonora dei Whitehouse, Sigillum, Genocity Organ, The Sodality con l'iconografia dei Throbbing Gristle.
Nel 1992 inizia a registrare i suoi primi demo usando solo tastiera analogica, multi-effect e voci in sottofondo. Il risultato sono brani composti solo da freddi suoni analogici e voce distorta.
Distorsioni analogiche e digitali, flanker impazziti, rumori, visioni schizoidi, rumorismo deviato.
Per quanto riguarda l'aspetto tematico/visuale, la chiave è tutta nelle ossessioni di Corbelli: Necrofilia, Psicosi, Omicidi, Morte, Patologie, Feticismo.
Nasce così, nei primi anni 90, la Slaughter Productions (esattamente nel 1992, chiuderà i battenti nel 2007). Label che mette sotto contratto tantissime band della scena, italiana e non.
I primi demo, come In Search Of Death, Necrosintesi, Necrophiliac Experience, Woundfucker, mostrano foto di obitori in copertina.
In seguito il sound di Atrax Morgue si affina, da semplice diventa più strutturato e minimale.
Alla fine degli anni '90, Atrax Morgue ha pubblicato numerosi CD per le più importanti etichette internazionali, tra cui Self Abuse Records, Release, Old Europa Cafe, RRRecords, Crowd Control Activities and Ars Benevola Mater. Infine le psicosi di Corbelli, la sua schizofrenia e paranoia lo portano a non pubblicare più niente intorno al 1999.
In ogni caso è proprio alla fine degli anni '90 che Atrax Morgue ha pubblicato numerosi CD per le più importanti etichette internazionali, tra cui Self Abuse Records, Release, Old Europa Cafe, RRRecords, Crowd Control Activities and Ars Benevola Mater.


PRODUZIONE DISCOGRAFICA
"Non penso di creare arte; non voglio consolare tantomeno intrattenere qualcuno...voglio solo creare fastidio e il disturbo crea disturbo.
Semmai il mio è un attacco cieco verso qualsiasi "forma d'essere"; principalmente un attacco verso me stesso, ed anche un attacco verso la musica.L'istante della creazione coincide sempre con l'istante della distruzione; ciò che esce è pura energia negativa, fotografie di istanti sonori che muoiono negli attimi. 
Il buio è sempre presente. Costante. Atrax Morgue è solo un riflesso della mia insensata condizione di essere. I suoni che produco rispecchiano il mio inferno".

Sarebbe inutile fare una carrellata globale sulla sterminata attività di quest artista quindi ci soffermeremo solo su alcune produzioni.
Il disagio esistenziale di questo controverso artista era cosa nota e col tempo è diventato, la chiave di lettura principale del suo modo di porsi e di comporre per esprimerlo.
Le creazioni brutali trascendevano l'idea di musica per farsi portatrici di un senso di negazione della vita.
"Cut My Throat" nel 1996 è stato il primo lavoro ufficialmente pubblicato su CD.
Scarno ed essenziale, privo della voce filtrata, si compone di due parti il cui titolo completa l'invito: "Before" e "I Cut Yours" (tagliami la gola prima che io tagli la tua).
Corbelli non ha mai fatto mistero di un suo gusto per il macabro, la violenza e il masochismo riempiendo di questi temi raccapriccianti i suoi dischi e i suoi concerti dal vivo.
Suoni di sintetizzatore analogico continuamente manipolati in tempo reale, utilizzando la metodica del controllo manuale di oscillatori e filtri. Rumorismo sonoro ai massimi livelli.
Il viso di Corbelli, sulla copertina, emerge dall'oscurità.
Lui lo definisce "Action Record" (musica immaginata e creata live nel medesimo istante).

"La sprogrammazione è l'anima del mio lavoro. Incido cose che poi non riuscirò mai più a ripetere, rimangono lì, ferme, testimoni di quegli attimi...cadaveri sonori partoriti e poi espulsi. Nuove idee che uccidono vecchie idee"

Paranoia invece esce nel 2000 e racconta di un maniaco sessuale omicida, il disco pur nella sua ripetitività ed ossessività riesce ad essere terribilmente suggestivo, sia quando “canta la mente” del pervertito eccitato dalla vista della vittima “Perfect To Kill (Your Beauty Is Your Condemnation)” sia quando ne racconta l’ossessione (“Sperm On Red Plastic”), sia quando ne recita il pentimento dopo aver compiuto l’orribile misfatto (“Disgusted”, “I Execrate My Eyes”).

"In ciò che suono ci sono i miei riflessi. La mia parte peggiore se vogliamo, che è poi la migliore. 
Uno specchio delle mie ossessioni, paure...la paura di me stesso. Paure che vengono esplorate ed analizzate con una precisione chirurgica per penetrarmi sempre più a fondo.
Continuo a sfidare me stesso vedendo in me stesso il mio peggior nemico: l'uomo".
Death-Orgasm Collector del 2006 recita "sono una ferita all'interno di un'altra ferita".
Rumorismo, loop e sound ripetitivi e "sfiancanti". Il terrore in musica.

"La mia musica è fuori dal tempo, dallo spazio, dalla vita. È chiusa ermeticamente nel nulla, in un vuoto che si ripete senza spazio, senza via d'uscita. È l'ossessione necrofila di un corpo che continua a vivere, pur essendo morto.  Ciò che esce da queste "non-rappresentazioni" è puramente patologico, maniacale, ripetitivo. Sicuramente senza compromessi. Come la pornografia. Una ripetizione patologica infinita. Io non sono un musicista e non voglio esserlo.  Attraverso la sperimentazione e l'elettronica violenta ho trovato il modo più efficace per "esprimermi". Il mio rimane comunque un progetto fortemente concettuale.  Cerco semplicemente di uccidere la musica, di sezionarla, disintegrarla"


IL SUICIDIO (6 MAGGIO 2007)
Come atto di nichilismo e rigetto verso sé stesso, Corbelli ha sacrificato la sua vita, suicidandosi il 6 Maggio 2007 a 37 anni, il suo testamento è contenuto nelle moltissime uscite che sono diventate un vero e proprio cult per gli amanti del genere e non. Venne trovato impiccato.
Nichilismo e disprezzo per la vita che era ben presente già una decina di anni prima, come testimoniano alcuni pensieri estratti da vecchie interviste.

Corbelli(1999): "Spesso guardandomi allo specchio vedo un corpo, un volto di plastica...un cadavere e da qui il feticcio-ossessivo per la bambola, il considerarmi un oggetto-macchina, il desiderio costante di de-umanizzarmi ed oggettivizzarmi. Il gioco sadomasochista con il mio doppio 'io' "

Corbelli(2000): "Ho subito l'incredibile fascino della cosa più bella in assoluto che ho conosciuto da quando il mio aborto ha visto la triste luce: la morte. Da sempre la mia ossessione, la mia luce, la mia vita. Tutto di fronte a Lei è così stupido ed insignificante...Se esiste una sola cosa degna di attenzione e di rispetto per me è proprio Lei, la bellissima potente ed indistruttibile morte.  La disgrazia è nascere.
L'essere umano è una malattia, un aborto ed il più delle volte non ne è consapevole. 
Io mi considero un aborto (ancora vivente, purtroppo…); vivo la mia decomposizione istante per istante, una metastasi continua, il disastro del mio cadavere tra flussi di maledetta energia vitale. 
Un nauseabondo naufragio. Più vivi più soffri. Le ultime cose tendono ad un sorpasso senza-senso. 
Di degenerazione in degenerazione si arriva alla fase di sorpasso senza-senso. 
Superare se stessi diventa l'unica cosa possibile per raggiungere l'estrema purezza. 
Io amo le cose statiche, prive di vita in ogni senso"

In un forum, si legge un post di un utente datato l’8 Maggio 2007, due giorni dopo il suo suicidio:

"A febbraio, in occasione di una sua visita a Milano, ci ho passato una giornata insieme, sembrava stare bene o perlomeno meglio, mi era parso lontano dall’eco sinistro che accompagnava il suo progetto musicale Atrax Morgue, anche se mi aveva confidato di avere da tempo appeso un gancio al soffitto di casa, e pure comprato la corda, però era una cosa che apparteneva al passato, anche se il gancio non lo ha mai tolto..."