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venerdì 18 novembre 2016

La Storia Di Erik Brodreskift "Grim" e Il Suo Suicidio

"Erik, may you rape the angels!"

Erik Brødreskift, conosciuto come Grim, nacque a Bergen il 23 dicembre 1969.
È stato batterista di molte band Black Metal norvegesi, fino alla morte per suicidio a causa di una overdose.
Sono pochi i batteristi a livello di Black Metal ad aver lasciato il segno, lui è uno di questi.
Tra i gruppi di cui fece parte i più importanti furono Immortal, Borknagar e Gorgoroth.
Nel 1987 entra a far parte della band Hell Awaits, nome chiaramente ispirato agli Slayer, i membri erano Yngve Eide (voce), Finn Solemdal (chitarre), Dag Nesbø (basso) e Erik Brødreskift (batteria). La band si sciolse e Erik passò agli Emptor (band di Thrash grezzissimo).
La loro musica venne principalmente ispirata dai Sadus.
Dopo aver lasciato gli Emptor nel 1989, prese il nome d'arte "Grim" diventando il batterista degli Immortal nel 1993 subito dopo che la band norvegese registrò "Pure Holocaust" (compare infatti anche sulla cover del disco).
Suonò con gli Immortal per due Tour sino al 1994, quando Abbath e Demonaz estromisero Grim dalla band.
Nel 1995, Grim fondò i "Borknagar" con i quali registrò i primi tre album.
Nel 1996 e nel 1997, registrò due album: "The Last Tormentor" e "Under The Spell Of Hell" con i Gorgoroth.
L'anno successivo lasciò i Gorgoroth e nel 1998 anche i Borknagar, a causa di motivi personali.


IL SUICIDIO
Dopo la fuoriuscita dai Gorgoroth, iniziarono i problemi personali del batterista.
Anzi, c'è chi collega la sua morte alla fuoriuscita dagli Immortal.
Grim si suicidò il 4 ottobre 1999.
Affetto da anni da depressione aveva cercato di suicidarsi diverse volte, prima di riuscirci con un' overdose.
Il suo funerale si tenne al Møllendal Church Cemetery (Contea Di Hordaland) a Bergen.
La notizia lasciò amareggiato anche Abbath degli Immortal.
Questo fu il suo commento in un'intervista apparsa sul numero 12 di Unrestrained!: "Era un ottimo ragazzo. Sapevamo che fosse un maniaco depressivo. Quando suonava con noi, era successa la stessa cosa. 
Si prese una bella overdose di pillole e Demonaz fece appena in tempo a portarlo in ospedale. 
Ho saputo che ci ha riprovato un paio di volte dopo quella. 
Veramente, non ne sono rimasto molto sorpreso perché sapevamo bene quanto soffrisse di depressione" 


DEDICHE
Il gruppo Black Metal tedesco Nargaroth gli dedicò una canzone intitolata "Erik, May You Rape The Angels" all'interno dell'album "Black Metal Ist Krieg (A Dedication Monument)".
Anche "Incipit Satan" dei Gorgoroth è dedicato a Grim.
Invece il festival Hole In The Sky che si svolge annualmente a Bergen è stato dedicato alla sua memoria.

giovedì 3 novembre 2016

Gli Urgehal e La Morte Misteriosa Di Trondr Nefas

Trondr Nefas nacque come Trond Bråthen il 28 maggio 1977 in Norvegia.
Chitarrista e vocalist conosciuto soprattutto per il suo lavoro fatto con gli Urgehal e i Beastcraft.
Idolatrato a livello mondiale nella comunità Black Metal, sarà ricordato per sempre per la sua devozione verso il genere.
Trond iniziò il suo percorso musicale nel 1992 quando formò gli Urgehal con il chitarrista ritmico Enzifer.
Gli Urgehal sono stati tra le poche band Black Metal storiche ad esser rimaste fedeli alle loro radici sin dal suo inizio.
Urgehal sono una miscela perfetta di Black e Thrash Metal molto oscuro.
A detta della band la loro prima ispirazione, oltre al Death/Thrash anni 80, sono sempre stati i Darkthrone.
Sul palco, gli Urgehal indossano l'abbigliamento tradizionale Black Metal, fatto di bracciali con borchie, croci rovesciate.
Enzifer è noto anche per indossare una maschera con punte sporgenti da essa: "riflette la mia oscurità interiore".
Gli Urgehal hanno sempre definito loro stessi come una band "satanica", spiegando che "usano Satana come un'espressione metaforica del male interiore dell'uomo".
Il loro nome è "espressione della vecchia mitologia norrena", descrivendola come "una foresta infinita profonda e buia abitata da presenze demoniache".

Trondr Nefas: "Il nostro obiettivo non è mai stato quello di cercare l’attenzione delle masse o di un certo tipo di pubblico in particolare. 
Con gli Urgehal abbiamo sempre suonato black metal crudo e brutale per la sola nostra soddisfazione. Non abbiamo intenzione di ammorbidirci, quindi non diventeremo mai una di quelle grosse band di venduti ‘succhiacazzi’!”

I temi dei testi? Ovviamente Satanismo, morte, odio, misantropia.
Pubblicarono sei full-length, quattro EP e due demo prima della morte prematura di Trondr nel 2012. Urgehal è stata anche una delle poche band ad utilizzare sempre la label "True Norwegian Black Metal" sulle loro uscite discografiche.


DISCHI
Il debutto discografico degli Urgehal è “Arma Christi” uscito nel 1997 per la No Colours Records, una label piccola ma nota per aver rilasciato diversi debut albums di bands destinate a rimanere nella storia (Nargaroth, Absurd, Nokturnal Mortum, Graveland, etc).
“Blood Hunt” è una mazzata, invece “The Night Armageddon Comes” terribilmente old school anni 90.
Certo, lo stile era ancora immaturo, a metà tra il norvegese e le influenze Thrash.
La stessa sorte toccò al non meno bello “Massive Terrestrial Strike”, uscito nel 1998 e già dotato di ottimi brani destinati a diventare classici, come la Thrash song “The Sodomizer".
“Image Of The Horned King” parte atmosferica e con un bel riff oscuro prima della terribile accelerazione (molto Dissection, se permettete) e “Supreme Evil” invece con la batteria in bella evidenza.
Il transitorio “Atomkinder” è targato 2001 e propone 7 brani (due cover: Kreator e Sepultura) molto più Black che Thrash, con un suono di chitarre più definito.
Si possono trovare anche canzoni più elaborate, quali "Nocturnal Revelation" e "Through The Grace Of Hell".
Ma per aspettare i primi risultati davvero degni di nota, si deve aspettare il 2003, con quello che potremmo definire uno dei capolavori degli Urgehal: “Through Thick Fog Till Death”.
Furibondo ed assassino, dotato di un riffing di chitarra aggressivo e molto Black con molte influenze Thrash perfettamente amalgamate a rafforzare il tutto, una sempre ben accetta attitudine senza compromessi, e un batterista frenetico per via dei suoi continui cambi di tempo.
I brani sono velocissimi senza troppe pause per respirare, forse anche un po’ monodirezionali, ma il disco è 100% Urgehal.
"Raise The Symbols Of Satan" nella furia si concede anche un break Doom, prima della sua improvvisa ri-accelerazione micidiale.
Il successo discografico degli Urgehal avviene praticamente in concomitanza dello scoppio di un’altra band collega degli Urgehal: gli Tsjuder.
E nel caso del gruppo trattato in questa sede avviene con un disco storico uscito nel 2006 e chiamato “Goatcraft Torment”.
Oltre alla qualità assolutamente di questo disco è evidente come il Black/Thrash stia prendendo sempre più piede e gli Urgehal con gli Tsjuder dettano legge urlando nei loro testi blasfemi le varie “Die For Satan” e “This Is Satanic Black Metal”.
Un bel pugno in faccia al music business ed un ritorno al vecchio spirito Underground del Black Metal.

Trondr Nefas: “Al Summer Breeze 2009 ero davvero ubriaco quel giorno! 
Ricordo che la tenda in cui abbiamo suonato era piena di gente e che abbiamo ricevuto un ottimo feedback. 
Abbiamo anche preso parte a una signing session! 
Infine è stato divertente festeggiare con i ragazzi dei Koldbrann: Stian, il loro bassista, era talmente ubriaco che ha letteralmente distrutto parte del backstage. 
Ormai siamo celebri per le nostre opere di demolizione…"

Il nuovo disco degli Urgehal esce nel 2009, “Ikonoklast”, è forse il disco della consacrazione definitiva, che esce a distanza di tre anni e mezzo dal fortunato predecessore.
Il successo è inarrestabile nonostante alcuni cambi di line up.
Fino alla maledetta morte del leader Trond Bråthen, della quale a tutt’oggi non si conoscono le cause.


LA MORTE MISTERIOSA DI TRONDR NEFAS
Il 12 maggio 2012, Trondr venne trovato morto in una cabina in una foresta della Norvegia.
Aveva solo 35 anni.
La sua improvvisa e misteriosa scomparsa fu un vero shock per tutti gli appassionati di Black Metal.
Secondo gli Urgehal, la morte di Trondr venne descritta come "tranquilla e naturale", in uno dei suoi luoghi preferiti, circondato da boschi e laghi cristallini.

Urgehal: "Il più grande se n'è andato. Trondr Nefas, nostro caro amico e compagno per più di 20 anni, è deceduto improvvisamente la scorsa settimana. 
E' morto in uno dei luoghi che più amava, circondato da alberi e laghi. 
Grazie per tutti gli anni di amicizia, musica e follia. 
Per i bei momenti e per quelli brutti. 
Attraverso la tua oscura devozione al Black Metal, hai ispirato tantissimi. Eri un vero pioniere. 
Ci mancherai, ma non ti dimenticheremo, perchè la tua eredità vivrà. 
La nostra più profonda simpatia va alla sua fidanzata Octavia, e ad entrambe le due famiglie. Abbiamo apprezzato le vostre condoglianze e il supporto che ci avete fatto sentire in questo momento tragico.
Uniti siamo dinamite!!!"

Trondr era in procinto di realizzare un documentario dal titolo "A Black Metal Year In Norway", che incarnava lo stile di vita, la bellezza naturale e la comunità Metal in Norvegia attraverso la propria prospettiva, ma a causa della sua morte, il film e il suo rilascio subì una battuta d'arresto.
Al Bunker Festival 2012 a Oslo, i membri degli Urgehal, Endezzma, Krypt, Angst Skvadron e Tsjuder si raggrupparono per suonare insieme per la prima ed ultima volta come un atto di rispetto e di omaggio al leggendario Trondr Nefas.
Il nome del festival? "Death Is Complete".
Tra gli ospiti anche Hoest dei Taake e Niklas Kvarforth degli Shining.


L'ULTIMO DISCO?
Trondr morì quando la band stava registrando il settimo full "Aeons In Sodom", uscito poi nel 2016.
Si tratta dell'ultimo tributo che i restanti membri della band coadiuvati da diversi amici e fan del gruppo hanno voluto fare al compianto Trond, presente sul disco con numerosi assoli.
Diverse infatti le celebrità della scena norvegese e non che si alternano al microfono, tra cui Nocturno Culto e Nattefrost.
Musicalmente il disco non si discosta dal passato della band, ovvero un feroce e blasfemo Black/Thrash primordiale che ripercorre la tradizione del genere, omaggiandolo con due cover di Sepultura e Autopsy.
Potenza e grande maestosità potrete cercarle in pezzi quali “The Iron Children” e “Lord Of Horns”.
Con“The Sulphus Black Haze” (con Hoest dei Taake) e “Norwegian Blood And Crystal Lakes” (con Kvarforth degli Shining) verrete immersi in un’oscurità dalla forza opprimente…in ultimo, ma non meno apprezzabili, le cover di “Funeral Rites” dei Sepultura e di “Twisted Mass Of Burnt Decay” degli Autopsy regalano ulteriori emozioni mostrandoci da dove gli Urgehal abbiano preso spunto.
Il canto del cigno di una band, a suo modo, storica.